lunedì 25 gennaio 2016

mashal-087
Pogrom-Linciaggio [II PARTE]

[II PARTE]


Corrado Basile e Renata Bruzzone. No, Bordiga non c’entra...

“Io sono qui, io sono lì...”, ..ma infine sei davvero solo quel che sei...

Sarà stato il 1991, od il 1991-92. Sì, deve essere stato l’anno scolastico 1991-92. Roby frequenta un corso AIAF, a Milano, per analisti finanziari. Si iscrive. Viene accettato. Inizia a frequentarlo da Gravellona Toce, e poi da Milano dove riesce ad essere trasferito col lavoro per un periodo.

La Allakka, una delle agenti sul campo delle  Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri, l’agente sul campo principale [c’è scarsità di minchioni corrotti, a livello di coordinamento, non a livello di base-base, non a livello di pidocchi-stalkizzatori a contatto col bersaglio], in quel momento, all’INPS di Torino per il pogrom contro Roby, viene subito allertata. E lei, a sua volta, informa l’ufficiale dei CC in carico allo State/Government-Organized Stalking-Mobbing per il pogrom-Roby. Questi era già stato allertato da circuiti sia informatizzati che delle Direzioni Generale e Regionale INPS. Del resto, è d’uso corrente l’allerta multipla, sui movimenti dei bersagli di operazioni antisemite di stalking /pogrom / persecuzione totale, di State/Government-Organized Stalking-Mobbing. 

A Milano, pur assegnato dalla direzione generale alla sede provinciale, Roby lo mandano poi in una sede periferica, la più sbagasciata del comune di Milano. A Milano, direttore provinciale v’è in quel momento Umberto Fumarola, un delinquente dei circuiti terroristici DC-CISL-CC-CIA, uno che era già stato direttore a Torino e che ha fama di non fare nulla senza aver prima chiesto ai sindacati, cioè alla varie mafie della corruzione INPS ed altra. Ovviamente, quando lo mobilita la Polizia Segreta dei Carabinieri, sculetta solerte. In quei casi, lui informa, in vario modo, i sindacati che autorità superiori pretendono una certa persecuzione antisemita. Lì, lo contattano sia direttamente le  Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri che la Allakka. Costui diverrà poi direttore regionale in Piemonte e, quando Roby sarà primo di un concorso interno di trasferimenti all’interno della regione, costui, da buon delinquente della CISL-CC, non applicherà i risultati dello stesso concorso da loro stessi indetto e non trasferirà Roby alla sede provinciale come suo [di Roby] diritto sulla base del concorso in cui era primo, data l’anzianità, il grado ed altri titoli. Ne abbiamo già parlato. Repetita iuvant.

Il maggiore degli Squadroni della Morte CC della Cernaia di Torino dice alla Allakka:
- “Signorina, si deve sfruttare questo trasferimento temporaneo a Milano per montare qualche altro dossier o per inspessire quelli che già abbiamo montati. Si devono mobilitare altre persone, farlo contattare. E, poi, il solito metodo. Diciamo a quelli da cui lo facciamo contattare che lui è il capo del terrore e, dopo, qualunque cosa loro ci riferiscano, deve entrare in rapporti scritti che confermino che lui è il capo del terrore. ...Ma che si è messo in testa, quello, di fare l’analista finanziario?! Va impedito! Va impedito!”
- “Sì! Certo! Ma chi si crede di essere?! Cosa si crede di fare?! Va bloccato! Va bloccatoo!”

Inoltre, gli Squadroni della Morte dei CC contattano l’AIAF, specificatamente nella persona di Silvio Ceretti, l’addetto alla formazione, e gli dicono che assolutamente Roby non deve essere aiutato, ma anzi ostruito, a trovare un qualche lavoro nel settore degli analisti finanziari. Roby riceverà il certificato del corso dell’AIAF, dopo l’esame, ma poi, al momento di aiutarlo a trovare un lavoro che metta a frutto il corso, il Ceretti gli dirà che la priorità va a quelli, in realtà uno solo...! [un diplomato arruffone e di quelli con cui è meglio evitare di dimenticarsi un bigliettone di banca dove lo possano prendere, perché non lo si ritroverebbe], che sono disoccupati.

Tramite Nikla, la Allakka mobilita Renata Bruzzone dell’INPS di Savona. Non sanno a chi rivolgersi. Non sanno dove sbattere la testa. Poi si ricordano della Bruzzone e del Basile.

La Bruzzone è la classica sgobbona che riusciva bene negli studi, a scuola, nel senso che memorizzava tutto quello le mettevano sotto il naso. Una pappagalla. Ma manca dell’intelligenza della situazione. Cioè, poi non capisce i termini analitici delle situazioni e delle questioni. Un’esecutrice, non una ricercatrice. Non ha alcuna attitudine alla ricerca scientifica originale. In realtà non ha neppure la cultura perché, alla fin fine, la vita la ha costretta a passare le giornate in ufficio e poi a fare le faccende di casa. Il marito la aveva trascinata negli ambienti di Amadeo Bordiga, e poi dei suoi successori, per cui la Bruzzone ha  vissuto, da quella sfera politico-culturale, di quello aveva lì orecchiato e di quello le diceva il marito. Lo sapete come è la storia nei gruppetti come nei partiti? Applicano etichette ad eventi. Sembra che uno sappia chissà cosa. Sta solo applicando formulette a cose che non conosce.  Tali sono la Bruzzone ed il Basile, ignoranti con prosopopea. Per esempio, come puoi immaginare che qualche decina di armati di milizie di partito si schieri nella capitale e dica che il governo sono loro. Semplice. Vuol dire che cadetti, ufficiali, truppe speciali etc sono stati disattivati. Le catene di comando hanno ordinato loro di non fare nulla. Il compagnuzzo dice “le masse”. Basta una raffica di mitragliatrice e le masse si squagliano. No, è solo che lo Stato si è consegnato ad altri. In quel caso, la rete austro-tedesca non ha trovato opposizione. La rete pro-inglese si squaglia. Lo Stato è sempre quello, perché non è vera la balla dello Stato dissolto e ricostituito ‘bolscevico’, Le burocrazie pubbliche sono le stesse. Lo zarismo senza zar. Si cambia l’etichetta di vertice e si finge, per pura propaganda, che sia cambiato chissà cosa. Anzi le burocrazie predatorie sono contente perché si espandono ed acquistano ancora più potere. Le balle da politicanti sono solo ignoranza. Il Brasile e la Bruzzone erano logorroici delle formule. Ignoranti con formulette che sembrava conoscessero la storia di un immaginario “movimento operaio”. Lei lavorava giorno e notte all’INPS. Lui fingeva di fare il piazzista di dolcetti da bar.

Insomma, la Bruzzone era ed è, come già detto, il tipo-pappagallo. Le dai delle formule e lei le ripete in tutte le salse, ma sempre quelle e senza che c’entrino nulla. Amadeo Bordiga era un ingegnere dottrinario che trasformava in formule quello che orecchiava da fonti di autorità, o tali secondo lui, poi applicava queste formule sì da far loro sostituire la realtà che diveniva, nella sua testa ed in quella dei suoi discepoli, quella che doveva essere secondo le sue formule. Bordiga è uno capace di scriverti volumoni sull’economia russa dove non ti dice nulla sull’economia russa. Trovi solo formule in tutte le salse e combinazioni. Poi è uno che prende gli ordini. Agogna qualcuno che lo faccia soldato obbediente. Pensare gli fa male. Già si sforza a livello di formule e combinazione di formule. Il pensiero analitico e creativo è al di fiori della sua portata. Da una famiglia di matematici non né esce, con lui, un genio ma un segaiolo di formulette supposte economico-sociali. Dato che Mosca, alla febbrile ricerca di gruppi esteri, non aveva ancora trovato, in Italiozia, nulla di meglio [meglio dal punto di vista di una Mosca alla ricerca di fantocci], ecco che Amadeo Bordiga (che, come altri rampolli di famiglie non proletarie, dunque benestanti, con studi universitari e con accesso alle professioni, si era fatto un nome nella sinistra socialista) era stato tra coloro scelti da Mosca tra i fondatori della sua appendice italica dove Bordiga era emerso come il verbalmente più rivoluzionario, il più intransigente nella rottura cui ‘riformisti’ [i non moscoviti] dunque con maggior seguito nella piccola setta il PCd’I sarà. In tutti i partiti, anche in quelli ‘comunisti’, le origini familiari hanno sempre contato, per cui il suo retaggio colto-benestante lo aveva spinto su. Successivamente Mosca aveva trovato Gramsci. Dal Bordiga dottrinario astratto, per cui la politica era un esercizio di formule para-ingegneristiche, Mosca aveva trovato il pasticcione, ed economicamente più ricattabile, dunque comprabile, dunque più manipolabile, Gramsci. Bordiga serviva per la rottura col PSI. Gramsci per gli affarismi, per fare l’operaista e dunque vendere la nuova sudditanza, ora a Mosca. Dato che il sardo Gramsci era uno che, pur culturalmente e praticamente conformista, pretendeva sempre di distinguersi, almeno un po’, anche a costo di trovate il pelo nell’uovo, ecco che Mosca, offesa, nella persona di Stalin, che Gramsci avesse osato criticarlo su aspetti alla fin fine secondari, lo aveva infine fatto arrestare dai suoi amici dell’Italiozia monarco-fascista e stabilmente rimpiazzato con Palmiro Togliatti, di certo il migliore per una Mosca alla ricerca di fantocci che solerti si sottomettessero alle esigenze delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte del governo russo-sovietico. 

Corrado Basile era figlio di un dirigente INPS. Il cognome Basile è originario del sud. Sicilia, Puglie, Campania. Attaccatissimo alla madre, odiava il padre. Per cui, mancata la madre aveva cercato di fuggire dalla famiglia, ormai ridotta al padre, e pure dagli studi universitari, per rifugiarsi nel Partito Comunista dove deve essere stato, per un breve periodo, funzionario della FGCI. In tale veste, arrogante e chiacchierone, era arrivato in missione a Savona. La sua arroganza, che sembrava sicurezza agli occhi ingenui di una disciplinata e sgobbona figlia di un ferroviere ed una commerciante, quale era Renata Bruzzone, gli aveva permesso di fare la festa alla stessa e di metterla subito incinta. Tramite il padre, un massone socialdemocratico, aveva fatto entrare la Bruzzone all’INPS di Genova, mentre lui, Corrado Basile, scaricato dalla FGCI, “faceva politica” coi soldi della moglie impiegata INPS. Dato che per un fumatore accanito, ed in genere spendone, quale il Basile era ed è restato, i soldi dello stipendio INPS non bastavano a mantenere due persone, anzi tre visto il figlio subito arrivato, Renata aveva altri lavori come il pulire scale ed altre cose basse. Lavori faticosi, insomma. Per un po’ di cazzo libero, in giorni fertili, si era ritrovata, da promettente studentessa universitaria, impegatucola e sguattera! Corrado le disse che era per la rivoluzione! Certo, anche Corrado cercava attività in armonia con la propria natura di chiacchierone trafficone, del tipo delle rappresentanze commerciali. Ma dato che non vi credeva, oltre al fatto di dedicarvi poco tempo, di soldi ne arrivano pochi dal suo lavoro. Tra fumare e comprare libri, libri anche costosissimi, “per far politica”, che finivano negli scaffali di casa, appunto i soldi se ne andavano via con rapidità. Non bastava quello che riuscivano a farsi dare dai genitori. Alla fine, si erano ritirati a Savona, pur continuando le frequentazioni gruppettare, bordighiane o para-bordighiane per, infine, mettersi in proprio, per quanto non è che vi fosse un grande mercato in quell’area. Più che altro erano gruppetti di pseudo-discussione pseudo-storica, storia inquinata dalle ideologie. Alla fine si applicavano formulette ad eventi orecchiati. Dottrinarismo ‘storico’. Basile leggiucchiava, pur coi limiti delle rappresentanze, dei doveri familiari e delle frequentazioni gruppettar-bordighiane. Poi imbeccava la Renata, buon pappagallo come si è detto. Col matrimonio precoce e la connessa maternità, Renata si era ritirata nel proprio lavoro INPS. All’INPS passava le giornate, e si alienava identificandosi col lavoro d’ufficio, burocratico. Poi faceva la pappagalla di quello le diceva Corrado, coi cui, ovviamente, andava alla riunioni, sempre che non interferissero con l’orario di lavoro. Renata era innanzitutto ossessa del lavoro. Cagnolina obbediente, doveva sentirsi in ordine con padrone-INPS. La settimana in ufficio ed il fine settimana a riunioni. Col marito Corrado che le dava la linea, quello che doveva pensare e dire. E l’ufficio, l’INPS [dunque l’autorità, lo Stato, i ‘carabinieri’ ed i carabinieri, lo sbirro, ben interiorizzati dato che da lì veniva in fondo il suo sostentamento]. Fantasiose rivoluzioni per le chiacchiere. Il Moderno Principe burocratico, corrotto ed apparentemente impersonale, come vera forma mentis cui si sovrapponeva l’annacarsi, vacuo ed irrilevante, del dirsi “rivoluzionaria comunista”. Della serie: “Mangio e bevo merda ...ma sono annunciatrice della rivoluzione anonima e tremenda!”    

Il Basile se ne va poi a Genova per mettersi in proprio, nel settore libri, cogli anni ‘80 per iniziare un’attività editoriale cogli anni ‘90. A Genova si trova, o s’era già trovata, un’altra donna differente da Renata Bruzzone. Normale, dopo tanti anni! E poi, il Basile è sempre alla ricerca di una fonte di reddito. Per cui si trova una, e lei si fa trovare da lui, come sponda finanziaria, visto che la Bruzzone non basta. Di culture arretrate, e pure del tutto scarse ed approssimate, quando inizia l’era dei personal computers e, non molto dopo, di internet, lui si mette a stampare libri. Come uno che faccia coltelli di legno nell’era del ferro e dell’acciaio. Il catalogo della Graphos è un catalogo di fresconate, certo scritte e presentate in bella, ottima, forma, dato la passione da bibliofilo del Basile. Meno uno legge e studia, più ha a passione del libro feticcio. Non che gran parte della produzione libraria sia necessariamente migliore delle fresconate del Basile. Inoltre non è che sia facile, soprattutto quando i libri stanno sparendo, nella forma tradizionale, fare il piccolo editore. Ancora più difficile, supponiamo, fare l’editore di produzioni comunistoidi quando il sistema si è inventato altre forme di sinistrismo meno legate a pseudo-ideologie pseudo-storiche rispetto alle precedenti forme di sinistrismo. Beh, a quel punto, visto che il 1989 si allontana sempre più, il Basile tira fuori la propria natura nazi-fascista pur continuando a conclamarsi comunista, per cui si fa negazionista, negazionista ed anti-israeliano “di sinistra”. Nulla di male. Sono solo etichette. Le buttiamo lì non per stigmatizzare nulla e nessuno. È solo che, come tutti i faccedieri, e pure ignorantucoli, il Basile è un fondamentalista. Quando abbraccia qualcosa, non vede altro. Chi sia di poche letture e studi ha bisogno di mascherarsi dietro certezza assolute. Sono gli inglesi che vorrebbero la distruzione degli USA e di Israele, considerandole aree loro, per cui i primi li devono contenere mentre li usano ed il secondo vorrebbero semplicemente sopprimerlo. Il Basile invece che capire e spiegare, ha sempre il bisogno di schierarsi. Non hanno la minima idea su che cosa sia realmente uno Stato. Non conoscono, di conseguenza, le dinamiche politiche, politiche vere non politicantiche. 
Era lui che auspicava “un movimento popolare contro la politica atlantica” e dichiarava che “agire contro i legami della grande borghesia europea con gli Stati Uniti e con lo Stato di Israele […] è un obiettivo alto”? In che senso “alto”? Quali e quanti soldi gli ha portato, od era solo continuare a reggere le palle altrui? Che significano affermazioni come quelle, e pure in un’Italiozia allo sfascio per processi implosivi suoi ed eventualmente ‘britannici’, visto che loro la creano e la controllano nel e dal 1860-61? O sono solo vaneggi di menti malate. Uno si crede un vate prussiano e le spara grosse... ...Il negazionismo... Certo, le storie ufficiali sono sempre balle. Sulle camere a gas ci sono vari quesiti tecnici non risolti. È anche vero che molti ebrei sono poi emigrati negli USA ed altrove, ed altri in Israele. Nel contempo, se, per esempio, a Roma, dei 1024 ebrei rastrellati il 16 ottobre 1943 ne ritornano 16, dove sono finiti gli altri? Idem per mille altre comunità oggetto di deportazione e sterminio, a parte i massacri a cielo aperto con armi da fuoco. Possono anche non esserci state camere a gas. Li ammazzavano di soffocamento? Sono emigrati? No, no, il Basile è uno che deve abbracciare le cause. Capire è sempre stato fuori dalla sua portata. Si può anche morire di stenti e malattie [tipiche tecniche britanniche di genocidio]. Ci sono decisive complicità e pure di più, sia inglesi, che americane, che sioniste. No, no, il Basile è uno delle scelte nette. Se non c’erano le camere a gas, vivevano nel lusso e nell’abbondanza e non è morto nessuno. La complessità della realtà è al di fuori della sua portata. Hanno buono gioco quelli simili a lui, ma con dogmatismi appena differenti, per cui dicono che negazionismi e revisionismi non sono ammessi perché lo hanno già deciso gli inglesi quale sia la storia vera. ...Come quel DinoErba furioso, con argomenti chiari ma risibili, perché il Basile abbia parlato, il 19 marzo 2015 alla Calusca. Non avendo voglia o capacità di spiegare perché e su cosa uno sia uno scemotto, lo stigmatizza. Morale dei  DinoErba: uno de schierarsi col potere per poi tacere su quello vada taciuto. I Basile non sono meno dalla parte del potere ma straparlano dunque sembrando di frazioni meno di centro, per cui il centrista si scatena richiamandoli nel nome dell’ortodossia assoluta. La produzione della Graphos forse si è arrestata cogli anni 2000. Il mercato della carta stampata è quello che è. Ed il Basile non ha mai disposto di capitali personali. Ogni tanto riemerge, vaneggia, delira: “Oh, se la rivoluzione proletaria tedesca...” Davvero?!

Inquadratolo o squadratolo coi cenni di cui sopra, elementi senza pretesa né di completezza né di precisione assoluta, ritorniamo alla nostra narrazione. ...Tramite Nikla, la Allakka mobilita Renata Bruzzone dell’INPS di Savona.

Quando, mandato, con il percorso accennato, dagli Squadroni della Morte Carabinieri ad ‘interrogare’ Roby, Corrado Basile si presentò a Torino col figlio senza lavoro, per cui simulava di lavorare con lui come accompagnatore. Il figlio, seguendo le orme del padre, aveva messo incinta la poi moglie in età precoce. E, per rinforzare la tradizione paterna, la aveva subito ingravidata una seconda volta, o forse aveva già avuto il secondo figlio, quando il Corrado Basile si presentò a Torino da Roby. A Torino, con l’auto, per portare e convincere librerie a tenere dei libretti che sarebbero restati invenduti, non deve essere stato una grande profitto. ...A meno che non sia stata di grande successo la produzione successiva... Non avendo avuto capitali alle spalle, salvo avere ricevuto improvvise eredità, ma il Basile le avrebbe subito dissipate (magari stampando libri inutili ed invenduti!), facile immaginarsi debiti, trucchi per non pagarli, suppliche di aiuti ‘pubblici’, e poi, per le sigarette ed il pane quotidiano, pure per il figlio di fatto disoccupato a scuole medie superiori forse appena finite od ancora da finire, e con moglie e due figli a carico, i sussidi di Renata Bruzzone, impiegata INPS, e di qualche altra, se ha trovato altra con qualche soldo. Sì, sì, ma la ha trovata. Il Basile per trovarle senza che gli diano soldi, non le trova.
Del tipo, come ha fatto pure con Renata, ti pubblico un libretto tanto per farti sentire grande intellettuale e tu mi dai mille euro oggi, mille domani, diecimila il giorno dopo ancora, ma intanto poi... ...no, tranquilla non li restituirò mai se non con altri e maggiori debiti. Sai è il principio della riproduzione allargata. Se volevo fare i soldi aprivo un bar, e spendevo pure di meno che aprire uffici da editore con annessi magazzini di libri invenduti. Per dissiparli devo fare finta di fare l’intellettuale. Io sono qui che penso, penso, penso ai problemi del mondo e tu mi angusti perché mi hai dato 1’000, 10’000, 100’000 euro. Non preoccuparti. Sono ben investiti. E poi “i classici” hanno sempre fatto così. Io sono come Carletto, tu come Federico. I li prendo. Tu me li dai. Sono per la rivoluzione mondiale. Se non oggi, domani o chissà quando. 

A quel punto, quando una Renata lo chiama:
- “Corrado, devi andare a Torino, no anzi ci vai già di tuo, e, appena ci vai di tuo, vedere di fare una porcata contro quel Roby che ci ha mandato affanculo dicendo che preferiva la cabala alla nostra grande rivoluzione mondiale.”
- “Di che si tratta, Renata...”
- “Polizia Segreta Carabinieri... Sai gli stanno facendo il culo con uno State/Government-Organized Stalking-Mobbing, una persecuzione totale. Ma chi si credeva di essere quello?! Come si è permesso?! Meno male che ora...”
- “Renata, ma cosa c’entriamo noi coi Carabinieri...”
- “Dai Corrado, non fare l’ingenuo! Sono colleghi, compagni. Eppoi, con tutti i soldi che ti ho dato e continuo a darti non è che...”
- “Certo, certo, Renata... ...Spiegami, ...se posso essere utile...”

Il maggiore degli Squadroni della Morte dei CC della Cernaia era stato perentorio colla Allakka: “Va fatto contattare da qualcuno lo abbia già conosciuto in passato, dato che da quelli di ora, colleghi di lavoro ed altri, non riusciamo a cavare nulla per in nostri scopi. Va detto loro che lui è il capo del terrore. Poi, quello che loro ci riferiscono o meno, lo manipoliamo noi secondo le nostre solite procedure. Perché o espandiamo il dossier oppure viene revisionato e declassificato, e dunque Roby viene scartato dai programmi di stalking, pogrom, linciaggio totali e permanenti, dallo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. E se lo ‘perdiamo’, bisogna smettere tutto.”

L’Allakka chiamò subito Nikla:
- “Nikla, ci occorre il tuo aiuto... Roby va a Milano!”
- “Davvero?!  A fare cosa?!”
- “Vuole diventare analista finanziario...”
- “Come?! Ma chi si crede si essere?!”
- “Ci devi aiutare, Nikla...”
- “Ma certo, Fiorella! Va impedito! Va impedito!”
- “No... Beh... A noi non è che interessi quello che fa... È che, di sicuro, deve essere un qualche suo diabolico trucco...”
- “Come sarebbe a dire?!”
- “Quello va a Milano con la scusa di studiare ed invece, magari, è solo la copertura che è il capo del terrore... E se poi diventa pure analista finanziario...”
- “Ma sì! È vero! Va fermato! ...Qualunque cosa si creda di fare...”
- “Nikla, non mi avevi detto che conoscevate delle persone...”
- “Ma non era nulla di compromettente, Fiorella... ...Si parlava...”
- “Di cosa Nikla?”
- “Cose che capivo poco... Storia... Storia di occasioni mancate, dicevano ...Appunto, solo storia, storie...”
- “Tipico... Tipico... Quelli del terrore sono fissati con le occasioni mandate come tutte quelle storie della resistenza tradita...”
- “Fiorella, cosa c’entro io con lui che va a Milano, magari diventa finanziere, e magari mi sminuisce ancora di più con Serena?”
- “Nikla, non è che lo si potrebbe fare contattare da loro, di nuovo?”
- “E come?”
- “Cosa fanno quelli, dove lavorano?”
- “Renata è una collega, a Savona.”
- “Davvero?! Ma allora se la contatti, vedrai che...”

Nikla tutta concitata e raffazzonata chiama Renata. Piagnucola e si dispera. Le dice che Roby va fermato che sennò le porta via Serena, che se ora va perfino a Milano a divenire finanziere non lo si può tollerare, e che occorre che loro, lei e Corrado, “che voi capite di queste cose”, confermino che Roby è il capo del terrore, perché a Torino tutti sanno esserlo, e che dunque occorrono conferme, conferme di persone competenti come loro.

Si sono cose del tutto sconclusionate. Tra Nikla e Renata scatta la solita sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Certo, in apparenza molto differenti. Ma quella è la base comune che le rende solidali e sodali, complici. “Certo, Nikla. Hai ragione. Se è il capo del terrore va fermato. Eppoi, hai ragione, non si può certo tollerare che voglia fare il finanziere a Milano. Ma cosa si è messo in testa quello? Prima ci lascia dicendo che a lui interessa la cabala e non le nostre sciocchezze proletariole. Intanto diviene capo del terrore. Lo arrestano ma la fa franca. Ed ora, quel giudeo, cosa vuole fare, il finanziario?! Terrore e finanza! Corrado va spesso a Torino. Gli dico di trovarlo e di sentire che gli dice. Lui mi riferisce ed io riferisco a te.”

Estate-autunno 1991. Corrado va a Torino per i suoi giri di librerie, per lasciare i suoi libretti e pregare i librai di metterli in bella mostra sì da vederne qualcuno. Con quel suo solito fare da sporcaccione, telefona a Roby. Si vedono in Piazza Castello. Il figlio lo ha lasciato in auto.

Si siedono un attimo in un bar per un caffè od un cappuccino. Incontro surreale. Roby lo sa che Corrado deve riferire agli Squadroni della Morte CC-NATO per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing.
Corrado gli regala un libretto che guarda caso è della donna e finanziatrice che Corrado ha rimediato a Genova. Roby sa già tutto e dunque riconosce il nome. Dato che Corrado non ha speranza di vendere quei libretti, li regala quando può, sì da poter dire alla sua amata e finanziatrice che il suo libro venga comprato. Non è questione di valore intrinseco o meno, come già detto. Uno compra sulla base dell’editore e di quello il libro sembri essere. Una sconosciuta di casa editrice sconosciuta non ha speranza di vendere nulla. 
Intanto Corrado, teso ed imbarazzato, dice che lui non ha nulla da rimproverasi che l’Impero sovietico sia crollato. Chissà che gliene possa fregare a Roby del muro di Berlino caduto addosso al tozzo Corrado...
Corrado chiede pure a Roby, con netto tono di rimprovero e ripulsione, perché mai lui [Roby] abbia interesse per informatica e programmazione. Roby pensa che gli scemi e gli ignoranti abbiamo sempre l’impulso di mostrarsi tali.
Aggiunge di essere lì col figlio, che lo aspetta in macchina, che si è dovuto sposare e, pensando con angoscia a tutto quello che gli costa non avendo lavoro e fingendo di lavorare con lui, scuote la testa disperato fingendo di compiangere quelle povere donne che restano incinte due volte di seguito. Sta riferendosi al figlio con moglie e due figli a carico suo, per cui ora deve chiedere soldi in giro per sé ma pure il figlio e famiglia.
Finita la penosa esposizione di Corrado, del tutto fuori di testa, per cui gli scappa pure un “tu ti credi di fare chissà cosa ma intanto noi ti facciamo il culo e ti seghiamo le gambe qualunque cosa tu possa cercare di fare”, Roby lo accompagna all’auto dove lo aspetta il figlio, si salutano, ed ognuno se ne va per la sua strada.

Rientrato a Genova, Corrado telefona subito alla Bruzzone: “Renata, puoi confermate agli Squadroni della Morte CC-NATO che è di certo lui il capo del terrore. Non ha detto nulla. Dunque, chiaramente, si mascherava. Si cela dietro l’informatica e ora dietro quella storia del finanziere o del finanziario per andare a Milano per le loro trame. Io ho occhio... Confermo tutto! ...Ah, Renata... ...mi occorrerebbero, entro qualche giorno al massimo, una ventina di milioni perché abbiamo proprio delle scadenza ormai non più dilazionabili...

Renata riferisce a Nikla ed alla Allakka, e la Allakka e Nikla agli Squadroni della Morte CC-NATO.

Quando Roby è a Milano, nella stanza dove Roby è restato parcheggiato [dato che avevano l’ordine di non dargli nessun lavoro della sua qualifica per cui è restato a fare nulla in uno stanzone di fronte a quello del direttore, Giuseppe D' Amore], un giorno si affaccia una che era lì in trasferta da Savona:
- “Conosci la Bruzzone?”
- “No, non la conosco.”

Costei ha poi riferito alla Bruzzone che a riferito alla rete di Torino degli Squadroni della Morte CC-NATO: “Sì, anche ora che è a Milano, quel Roby continua a celarsi. Sicuro segno che è il capo del terrore.”
 Roby frequentava un corso AIAF, oltre ai soliti studi cabalistici.


1995. Roby se ne va all’estero per un dottorato

Siamo al primo luglio del 1995.

L’Allakka, ossessa, ha già informato gli Squadroni della Morte dei Carabinieri che Roby si sta sottraendo andandosene all’estero per un dottorato. La Polizia Segreta CC diviene subito frenetica di poter avere le autorizzazioni presidenziali e governative per poter estendere a livello NATO, dunque mondialmente, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Dovevano montare un caso. Intervengono su Rikkio.

L’ufficiale degli Squadroni della Morte dei Carabinieri contatta direttamente Rikkio:
- “Signor Sgarruffo, brutte notizie...”
Rikkio euforico:
- “Oh, finalmente, lo avete riarrestato?!”
- “Signor Sgarruffo, Roby è andato all’estero per un dottorato...”
Rikkio diviene rosso cupo, rabbioso, livido e si sente mancare, sprofondare:
- “No, non possiamo permetterlo! Ma che si crede di fare, alla sua età! Ma non mi avevate garantito che...”
- “Noi non possiamo fare nulla senza il vostro aiuto. E neppure senza l’aiuto del bersaglio. ...Se lui si sottrae...”
- “Ma non eravate sicurissimi che...”
- “Creare un caso è una cosa complessa, Signor Sgarruffo.”
- “Cosa possiamo fare? Cosa posso fare?”
- “A lei lo posso dire... Dobbiamo montare un caso internazionale per continuare a colpirlo pure all’estero.”
- “Come? Cosa posso fare io? ...Naturalmente, non è che io possa espormi...”
- “In pratica, quando vi diremo, ci sarebbe da andare a Torino. Fare domande. Fingere preoccupazione... Poi ci pensiamo noi.”
- “Non è che io possa...”
- “Lo so. Dobbiamo ben mobilitare Franka, sua madre.”
- “Sarebbe l’ideale. Quando mia madre si agita... Già è sempre agitata. Ma quando diviene incontenibile.”
- “Ora ci lavoriamo... Poi, le diciamo che cosa vada fatto.”
- “Bene. Attendo vostre indicazioni. ...Posso e voglio fare tutto il possibile e l’impossibile ma è necessario che io rimanga ben coperto, senza espormi, senza figurare. Deve sembrare che io venga trascinato contro voglia e deve apparire che io non faccia in pratica nulla.”
- “Certo, Signor Sgarruffo!”
- “Comunque sono disponibilissimo. Quel Roby va proprio liquidato. Ma che si crede di fare?! ...Fare un dottorato! E poi?!”

L’Allakka si vede l’obiettivo era stata incaricata di mobbizzare all’INPS di Torino che le sfugge e ne resta scioccata. La sua vita diviene senza senso. L’Allakka è una ignorante, e senza nulla nella vita, che nel danneggiare il prossimo trova un suo momentaneo appagamento, pur ansioso e nevrotico. Sta male egualmente, ma nella malvagità trova una momentanea giustificazione per tirare avanti. Arriva a casa. Il suo medico che oramai da anni tromba con tutte le infermiere e le dottoresse che ci stiano, cioè un po’ con tutte, e non più con lei, se mai abbia fatto quelle cose con lei, che comunque non se ne lamenta essendo da sempre frigida, è lì. Lui è la sua sicurezza, la sua parvenza di essere normale. “Ho anch’io un uomo”, si dice. “Se non mi scopa più, che importa. Eppoi a me non è mai interessato. Si sa come siano gli uomini... Se resta qui, proverà qualcosa per me”. Pena. Sì, lui provava pena per quella ‘sua’ Fiorella. Eppoi, tra quelle che si erano fatte e si facevano da lui scopare, nessuna era voluta andare oltre il trombare sul lavoro. O erano già variamente accasate o non si facevano, comunque, idee di lunga durata con lui. Lui aveva le sue cose, in quella casa. Fiorella non è che fosse troppo invadente. Per cui... Quando si incontravano era come avere una presenza con cui eventualmente scambiare due chiacchiere o stare in silenzio, comunque dividere le spese. Se non voleva trovarsela nel letto, c’era un divano di fronte alla TV e pure un altro letto. “Ero così stanco dal lavoro. Sentivo il bisogno di allargarmi e di rigirarmi nel letto senza disturbarti...”, le diceva. Lei sorrideva ed assentiva. Pure per lei era meglio dormire sola. Le bastava poter dire che pure lei aveva il suo uomo, che se qualcuno le telefonasse magari rispondesse lui. Una finzione ormai. Non che pure prima... Era lei che gli si era attaccata. Lui non aveva avuto il coraggio di dirle che era stato solo per farsi una trombata, poi altre su insistenza di lei. Lui era il classico piemontese, superficiale e furbastro. Lei era come talune di origini islamiche poverissime, lei fingentesi italica e torinese ma le era restato quel voler essere proprietà di qualcuno. Una finzione. Lei si fingeva sua proprietà. A lui non era capitato altro, se non gli scopeggi sul lavoro, per cui non aveva avuto bisogno di volgersi altrove come abitazione e come finzione o realtà para-coniugale. Lei gli si era appiccicata. Lei tornava tardi. Lui spesso faceva la notte ed i fini settimana. Non è neppure che si incontrassero quotidianamente. Bastava sapere se uno o l’altra dovesse comprare il latte, il pane o qualche altra cosa.

Quando Roby stava sparendo [‘sparendo’, nel senso che era andato a Milano, come pendolare, dove aveva delle cose da regolare con la cabala, e si era dimesso dall’INPS] e con quella intenzione di andarsene poi all’estero, l’Allakka aveva cominciato a sbattersi al partito, al sindacato e con la rete di terrorismo di Stato degli Squadroni della Morte dei Carabinieri:  “È uno pericoloso. Non possiamo permettere che... Se non lo incastriamo è come dire che fino ad ora lo abbiamo perseguitato senza ragione. A quello lo dobbiamo blindare per sempre.”

Qualcuno gli aveva obiettato:
- “Me se qui in Italia non faceva nulla ed ora se ne va pure.”
Lei mangiava loro la faccia urlando:
- “Ma è chiaro che va a fare il capo del terrore all’estero e dall’estero.”
- “Ma se alla fin fine non abbiamo elementi concreti, neppure indizi, neppure il sospetto possano esserci indizi...”, le obiettavano.
- “Appunto, perché è uno che si cela!”
- “Uno che non fa nulla, non fa nulla...”
- “Se uno sembra non faccia nulla, ed è Roby, è perché siamo noi che non riusciamo a scoprirlo, per cui si deve insistere.”

E quando Roby era già all’Estero, con l’Allakka e a Nikla sempre invidiose furiose:
- “Va fermato! Va fermato! Va distrutto!”
- “E che farà mai in Inghilterra ed in Belgio dove solo studia e studia.”
- “È ciò quello ci dà a bere, vorrebbe darci a bere...”
- “Beh, lo sappiamo che gli Squadroni della Morte Carabinieri avrebbero voluto  fabbricarlo come teorico ultrasinistro-terrorista. Per questo lo hanno messo sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Lo stesso Roby lo ha sempre saputo e chiaramente non gli è mai interessato. Lui mostra tutt’altri orientamenti e non estremisti, perfino non politici. Addirittura, quando scrive su qualcosa, sembra un americano, un liberista, uno della libera impresa. E poi non lo vedere che è un giudeo sionista?! E quelli che lo volevano come teorico sinistro e del terrore... Ma non è che siete tutti pazzi?”
- “È perché si cela.”
- “Più che celarsi, si nega. Tu ed altri ci raccontavate e ci raccontate che... Il punto è che lui non è.”
- “Ma se ora cessiamo lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, è come dire lo Stato, gli eroici carabinieri, le loro rete parallele, si sono sbagliate ed hanno speso soldi ed energie per nulla! Lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing va continuato, intensificato ed esteso fino a che lui non sia distrutto!” ...Che era poi la linea dei settori più ottusi e corrotti dei carabinieri stragisto-terroristi, e dei burocrati e governanti li usavano e li coprivano. Per non dire di tutti gli invidiosi furiosi e malvagi che abbiamo citato in precedenza.
- “Come dire che vi siete sbagliati e non volete ammetterlo!”
- “No! No! noi non ci sbagliamo mai! Va distrutto! Va distrutto!”

L’ipotesi dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing degli Squadroni della Morte dei Carabinieri su Roby era semplice quanto criminal-demenziale. Quello è un teorico. Noi, con lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, lo spingiamo alla clandestinità. Poi lo arrestiamo e, dato che non abbiamo più nessun Curcio, né altri equivalenti, che scrivano cose credibili, lui diviene, lo facciamo divenire, il teorico terrorista che dirige ideologicamente dal carcere. Intanto la cosa si combina con le necessità delinquenziali di qualche bamba che vorrebbe delinquere con copertura ‘politica’. Del resto, gli Squadroni della Morte CC-NATO si nutrono di psicotico-delinquenti privati e che lo fanno per demenze e delinquenze loro.

Sono i tipici giochetti che fanno quelli lì, “lo Stato”, con tutti coloro attraggano la loro attenzione. Li usano quando sono fuori e continuano ad usarli quando li hanno messi dentro. Lo fanno con ‘politici’, come con mafiosi ed altri delinquenti comuni. È che nel caso di Roby non c’era proprio nulla, a parte psicotico-delinquenze altrui, di Stato e degli altri pidocchi.

I carabinieri stragisto-terroristi, e governo e presidenza li dirigono, sono semplicemente dei pazzi e degli idioti. Non capiscono un cacchio e non sanno fare un cacchio. Sapessero fare qualcosa, andrebbero a lavorare invece di rubare stipendio ed altro delinquendo coperti dal segreto di Stato. Il Curcio & Co. che scriveva le cosiddette Risoluzioni Stategiche, scriveva solo cose illeggibili e senza senso, e neppure nessuno le leggeva realmente. Erano cose strampalate in linguaggio supposto m-l, senza alcuna base teorica o fattuale, senza alcuna profondità culturale, anche politicamente nulle. Erano stati convinti che un bel giorno i CC sarebbero andati da loro e li avrebbe nominati loro dittatori. I militaristi fuori [i moderati li avevano sbattuti dentro, mentre i militaristi erano di fatto protetti dai carabinieri andreottiani che li useranno per far fuori Moro, per impedirgli di divenire Presidente della Repubblica, e connessi, e li arresteranno poi quando non serviranno più e gli USA si saranno stufati] non se ne facevano nulla di quelle scemenze scritte da quelli dentro con cui non avevano contatti. Quelli dentro si annacavano del terrorismo di quelli fuori solo per demenza. Si sentivano importanti. Il loro mondo era quello del secondino, e del familiare o conoscente facesse loro visita. Dicevano che loro avevano potere perché c’erano quelli fuori. Mitomanie. Tutti i tentativi di evasione di massa verranno sempre sabotati da quelli fuori. Facevano finta di organizzarli per tenere occupati e ben subordinati quelli dentro, ma poi erano sia troppo complicati che con insufficiente appoggi. Senza appoggi dei CC non potevano fare nulla. E non fecero mai nulla.
Erano tipiche logiche demenzial-mafiose. Le scemenze scritte da Curcio & Co venivano pubblicate solo perché ciò serviva agli Squadroni della Morte dei Carabinieri ed alle loro reti. Per questo i CC procuravano editori per quelle scemenze. Sennò avrebbero potuto facilmente censurare il tutto accusando di apologia di reato chiunque pubblicasse qualcosa, o più semplicemente facendo cessare il flusso dei soldi di Stato e para-Stato per aziende editoriali chiaramente in perdita. Tutta la letteratura BR fatta pubblicare serviva a conclamare che si trattava di ‘compagni’ con “grande dignità teorico-culturale” oltre che di “grande coraggio”. Erano solo montature propagandistiche, da propaganda militare, organizzate dei CC per far loro reclutare altri polli. Si recluta per il terrorismo di massa solo se crea l’humus. L’humus venne creato con le tipiche tecniche della propaganda militare. Giornalisti specializzati pubblicavano storie che poi venivano diffuse dalle maggiori case editrici e vendute con grandi pubblicità. Era chiaro che decisivi centri di potere stessero promuovendo pur dichiarando di ‘condannare’ e ‘combattere’. Gli Andreotti ed i loro CC ci sguazzavano, oltre ad esserne tra i promotori, per fini loro, dall’interno dello ‘Stato’. In Italiozia, quando il terrorismo di massa viene liquidato e vengono imposte dissociazioni e recessi, ecco che tutta quella produzione ‘teorica’ viene a cessare. Nessuno la impone più. Nessuno la chiede più. Nessuno la pubblica più. Gli Squadroni della Morte dei Carabinieri, su mandato di Presidenza e governo, vogliono tenere in piedi solo una rete minimale. I cretini che sparino li trovano sempre, all’occorrenza. Non trovano nessuno che scriva qualcosa di pubblicabile e di credibile. Non che le scemenze dei Curcio fossero credibili, ma non si può pretendere che dei carabinieri capissero certe cose. Non è neppure vero che i cretini che sparassero, o fossero pronti a sparare, non scrivessero cose, al livello delle scemenze di quello che scrivevano i Curcio in prigione. Sebbene, poi, i documenti non servano a nessuno venga spinto a fare quelle cose. Sebbene abbiano qualche limitata utilità per la creazione ed il mantenimento di un clima per cui i cretini abbocchino e si offrano a chi, “lo Stato”, ne necessiti per manipolarli. Avevano anche creato la leggenda che DallaChiesa [quello i CC-NATO ammazzeranno in Sicilia per aver violato l’omertà andreottiana durante l’operazione  Moro – aveva raccontato a Craxi ed a MinoPecorelli, pure ad altri, dove fosse tenuto Moro ed altri ‘segreti’] leggesse i documenti dei vari gruppi terroristi nazionali e locali. Quando DallaChiesa arrivava da qualche pare, organizzava semmai banchetti. Non perdeva tempo a leggere scemenze dei grupponi o dei gruppetti.
Sono procedure da Disservizi Militari per cui occorrano la logistica, quelli sulla prima linea, e gli uffici  propaganda. Devono dunque riempire delle caselle per queste funzioni. Quando non trovino nessuno cercano di procurarseli anche con State/Government-Organized Stalking-Mobbing mirati. Ma sono così corrotti ed incompetenti che si sbagliano in continuazione. Se si sbagliano, persistono perché così pensano di rimuovere le prove delle loro incompetenze oppure perché hanno innescato dinamiche per cui non possano che persistere pur in modo del tutto vano, vano rispetto a quello volessero inizialmente ottenere e, talvolta, vano anche rispetto alla distruzione del bersaglio. Chi comandi diviene spesso schiavo degli esecutori. L’istituzione, lo statista, l’ufficiale od il sottufficiale dei CC dei suoi disinformatori. 

Beh, vi erano delle complicazioni oggettive. Quando furono creati i primi gruppi terroristi, subito favoriti in ogni modo dagli Squadroni della Morte dei Carabinieri che ci sguazzavano, in fondo era bastato estremizzare lo sloganistica puramente parolaia dell’ultra-sinistra e dire che si doveva fare realmente quello (l’impossibile assalto allo Stato), non solo dirlo. Ora, quando stavano demolendo il terrorismo di massa era più complicato. Sia vi sono ordini governativi-NATO, sia il terrorismo di massa era andato troppo il là per cui vi sono forme di ribellione nella PS che, non meno psicotico-delinquenziale del CC (che, tra l’altro, proprio mentre si avvia la demolizione del terrorismo di massa, promuovono i comandanti più folli e sanguinari delle varie bande BR), ottiene, a livello di sue Polizie Segrete, qui, specificatamente, di Unità di Tortura, copertura governativa totale ed assoluta sui loro crimini, in particolare con Pertini Presidente e dai governi Cossiga e successivi, e con VirginioRognoni che era Ministro dell’Interno pure in precedenza.
Quando demoliscono il terrorismo di massa, ma non del tutto, i CC ne preservano delle fette, pur ultra-minoritare. Per i CC, si trattava ora di trovare scribacchini per giustificare il terrorismo, almeno tra ultra-minoranze, dopo che si era visto che esso non portava da nessuna parte. Ovviamente queste sono affermazioni tautologiche. Prima, CC e governo fanno credere il terrorismo possa vincere. Quando lo demoliscono, fanno credere esso non avrebbe mai potuto vincere. Sono creazioni di scenario realizzate dal potere. Chessò, quando a Cuba, SIS-CIA fanno vincere la mafia dei Castro, semplicemente ordinano ai comandanti militari del governo di non combattere. Sennò, quattro straccioni della mafia dei Castro non sarebbero andati da nessuna arte, neppure sopravvissuti in montagna. Le masse che acclamino, ...acclamano sempre chi vince, ...chiunque vinca e ‘tutti’ presentino come ineluttabile. Che un terrorismo vinca o perda, oppure divenga endemico, viene sempre deciso altrove, da chi possa deciderlo. Presidenza e governo, ed i loro Squadroni della Morte dei Carabinieri, erano riusciti a celare che era tutto sorto, e si era tutto sviluppato, su loro decisione ed iniziativa, e per loro fini, per fini di regime e NATO. Ma che si potesse ora, a terrorismo rimosso, inventare qualcosa, di teorico, per giustificare sulla falsariga del vecchio, un qualche nuovo terrorismo continuazione dello stesso, pur oltre lo stesso, era ed è una demenza che solo dei politici e delle istituzioni all’italiota, ed i loro Squadroni della Morte dei Carabinieri, potevano immaginarsi. Sì, hanno tenuto in vita delle piccole bande. Ma sono visioni da Disservizi Militari che occorrano dei dipartimenti propaganda terroristi che debbano e possano creare supporti teorici. Prima volevano dare a bere le scemenze del “foco guerrigliero” e delle “campagne maoiste” attraverso sui “conquistare il potere”. Ora vorrebbero dare a bere quelle della “resistenza” per immaginari ed impossibili futuri.
Il futuro è la robotizzazione, le scienze le conoscenze. NON il solito luddismo da oligarchie predatorie e da CC!  

In realtà, può essere facilissimo, per degli Squadroni della Morte dei Carabinieri, organizzare episodi di terrorismi di cui necessitino. A volte, non sanno farlo perché sono proprio corrotti ed idioti. Eppure quando abbiano ricevuto l’ordine di buttare giù qualche giuslavorista del governo, qualcuno per l’assassinio lo hanno egualmente raccattato. Ma poter immaginare di creare delle giustificazioni ideologica sulla falsariga del vecchio è proprio una cosa da carabinieri dementi e corrotti. La ‘giustificazioni’ si creano da sole. Comari capaci di ammazzare uno e poi di inventarsi una giustificazione da facebook, si auto-generano. Dai qualche soldo, qualche arma e copertura a qualche demente... e se ne trovano a bizzeffe. Perfino troppi. Ai CC bastavano e bastano ora piccolissime bande, club di amici. 

Last but not least, sbagliarono del tutto persona, almeno nel caso di Roby. Ma non sembra che ne abbiano neppure trovati e creati altri di ‘ideologi’ dal carcere, o fuori da sbattere dentro. Ah, certo, hanno incastrato ed incarcerato vari pasticcioni e che, inevitabilmente, scrivono. Ma da lì ad aver trovato qualche improbabile ‘ideologo’... Ovviamente è tutto relativo e soggettivo, quando si danno valutazioni su queste cose. Ma pur non essendo chi scrive qui interno quelle reti, se vi siano lì delle menti eccelse non ne avrà avuto notizia, o proprio non ve ne sono. 

Quanto a Roby, formatosi coi cabalisti della Chai [חַי], non ha mai avuto nulla a che fare con le sub-culture della grande mistificazione delle propagande di guerra degli ultimi secoli, il “movimento operaio” e connessi, inventati, creati dalle polizie civili e militari, e tirato e tirati fuori per ogni operazione sporca di Stato e di Stati. Il “movimento operaio” non è mai esistito. Se lo inventano i governi, per uso interno, o contro altri governi. In Germania, serve a militarizzare gli operai, così da meglio sottometterli allo Stato. Quello russo è compradoro e serve poi ai tedeschi per sfondare lo zarismo alleato inglese. Dopo serve ad altri per altri fini ancora. ...Per esempio, ancora agli inglesi che sfondare a loro volta la Germania che gli inglesi stessi fanno divenire nazi. Quello italico post-bellico lo creano gli inglesi per creare un fascismo compradoro angloamericano sotto la direzione del PCI, e della DC ed altri.

È come i “movimenti di liberazione nazionale”. Qualcuno ti paga, ti compra le armi etc. ...per farti divenire indipendente?! È c’è chi ci crede. Certo, chi crei e finanzi gruppi terroristi nazionalisti crea, in parallelo, tutta la propaganda sui movimenti di liberazione nazionale. Chiaro che moltissimi vi credano. Le “lotte o movimenti di liberazione nazionale” sono un’altra balla. La nazioni sono spesso fabbricazioni a tavolino. Se un Impero, o staterello confinate, ne necessita una [o più] per sfondare qualche d’un altro, si inventa una nazione da liberare. Quando si vuole, le ‘nazioni’ di un’area spariscono per secoli. Alla necessità di qualche potere, vengono, magicamente fatte riemergere. Soldi, sacerdoti, edifici di culto, scribacchini e sobillatori, ed il gioco è fatto! 

Ecco, solo dei dementi carabinieri [con appendici di PS] potevano dire a Presidente e governo [per queste operazioni - State/Government-Organized Stalking-Mobbing, pogrom, persecuzioni, assassinii, stragi etc. - vengono emessi, e poi rinnovati eventualmente con rettifiche, decreti segreti con la firma del Presidente della Repubblica, del Capo del governo e del Ministro dell’Interno, eventualmente di quello della Difesa, copertura CoPaSiR (o come si chiama sul momento), e controfirme angloamericane se vi sono classificazioni NATO dell’operazione; se qualche firma manca, l’operazione non ha luogo, non può neppure iniziare; ovviamente tutti fingono di non saperne nulla!] che avevano trovato un Roby che poteva fare, debitamente incastrato, l’ideologo terrorista dal carcere, dopo averlo in qualche modo compromesso ed incarcerato, naturalmente. E solo dei dementi presidenti, presidenti del consiglio e ministri potevano ordinare agli Squadroni della Morte dei Carabinieri di procedere con lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing per spingere un Roby alla clandestinità, poi incastrarlo (prima o dopo avergli fatto tirar giù qualche giuslavorista), e dunque farne un “ideologo da carcere”. Follie di Stato!

Dettaglio per nulla secondario, Roby non era neppure in contatto con ‘quelli’. Sì, insomma, Roby non era in contatto con l’area di eventuali residui BR, od altri, né aveva ‘milizie’ sue cui eventualmente appiccicare poi l’etichetta “nuove BR”. Neppure dopo che fu rilasciato nel 1984, dopo essere stato preso nel 1981.
No, anzi, una volta, una volta che, siamo negli anni ‘80 avanzati, Roby si stava sollazzando con una calda giovincella napoletana che faceva lettere a Torino, dopo circa un mese che si vedevano, lei, un giorno, dopo che..., gli fece tutta seria seria: 
- “Roby, che cosa ne pensi del dibattito che va avanti in ambienti più ristretti?”
- “E che ne so io?!”
- “Roby perché non andiamo..., sì perché non facciamo i soldi veri, per esempio facendo qualche succulenta rapina?”
- “Boh, non è il mio genere. Non saprei da che parte cominciare... Se a te piace fare quelle cose, fattele. Ma senza di me.”
- “Roby, perché... ...perché non andiamo in clandestinità... ...Sai, dicono che, quando si sia in clandestinità, si possa fare quello che si voglia, viaggiare pure all’estero, farsi un nome...”
- “Se voglio farmi un nome, scrivo oppure apro una pasticceria che divenga rinomata... Posso sempre mettermi a dipingere. Magari ti passo della vernice sulle chiappe e ti faccio sedere su una tela... Quadri di avanguardia!”
No, no, Roby era davvero spazientivo a sentire quella che, quel giorno, dopo un paio di chiavate, aveva voglia di dire tali scemenze. Con lei che cominciò ad urlare, Roby la rivoltò, le aprì le chiappe, le sputacchiò sull’ano e glielo sprofondò dentro con lei che si mise a piangere perché diceva che lì era intatta e che ne aveva orrore. In effetti, era piuttosto stretto e lei era disperata dalla sofferenza, dal dolore. Non appena Roby le sborro dentro al culo, si rivestì rapido e le disse, prima di andarsene dalla casa di lei: “Vedi, non siamo fatti per intenderci!” E non si incontrarono mai più.
Non che sia raro incontrare fuori di testa. Ma almeno stessero zitte e non lo facessero vedere... No, no, quella, dovevano averla improvvisamente ‘montata’ perché si facesse quella parte.

Incredibile ma vero, ...questa pretesa degli Squadroni della Morte CC-NATO di avere Roby per cose per cui non aveva la minima predisposizione né propensione. È come se Presidente e governo avessero incaricato gli Squadroni della Morte dei Carabinieri di organizzare uno State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro un convinto vescovo per farne il capo di un gruppo terrorista indù di cui costui neppure aveva mai sentito parlare. In quegli anni ‘80, c’è Pertini come Presidente, il fuori di testa al servizio inglese. Poi, subentra Cossiga, uno sporcaccione delirante e mitomane che si barcamena.    

Tale il livello! Tale la realtà! Tali i burocrati, gli statisti, “lo Stato”! ...E tali i pidocchi medi di supporto...


1997/98. Fanno mettere anche Serena sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing

Appunto... Nell’infamia, i pidocchi non hanno limite...

È nella seconda metà degli anni ‘90, già dopo che Roby, a metà 1995, se ne va all’estero per restarvi, per un dottorato etc, ed anche dopo che avevano combinato la missione speciale, nella primavera 1997, quando Rikkio-Franka erano state mandate a Torino dove Roby aveva casa (a delirare con inquilini del palazzo), dall’amministrazione dell’edificio, sul posto di suo ex-lavoro, e pure da qualche Eleonora, per sputtanarlo dicendo che che Roby era di sicuro il capo del terrore mondiale clandestino all’estero chissà dove.

Poteva ora essere il 1997-98. Nikla ‘assale’ la Allakka con uno di quei suoi angosciati ed angosciosi: “Fiorella, devi aiutarmi! Sto perdendo Serena. Serena s’è innamorata di un ragazzo. Sono sempre assieme. È troppo felice. Parla solo con lui. Non mi considera più. E se lei va a vivere con lui, si sposa, io resto sola. Etc. Etc.”, cui abbiamo detto, in parte, sopra. Riprendiamolo.

Ah, se non fosse stato per quello, comunque la Allakka si era già tenuta, e si teneva, in contatto di suo, con Nikla, per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby.

Repetita iuvant. È nella primavera 1997 che Nikla-Allakka-Squadroni della Morte CC-NATO montano quella cosa per cui Rikkio e Franka che vanno in giro per Torino a chiedere se abbiano notizie di Roby ed a dire di avere notizie sicurissime che lui debba essere... Era indispensabile per estendere stabilmente lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby da italico a operazione NATO. Invero, anche senza quello, se Roby andava da qualche parte potevano egualmente chiedere favori bilaterali alle Polizie Segrete locali. Lo avevano già fatto nell’estate 1991 quando Roby era andato in vacanza da qualche parte. Alloggiava in una pensiocina a conduzione familiare. Avevano mandato la locale Polizia Segreta a parlare con la anziana proprietaria che quando Roby rientrava la sera, lo interrogava, con cipiglio paranoico, su dove fosse stato durante la giornata e poi gli ‘perquisiva’ biglietti ed altre cose per vedere che veramente fosse andato in teatri, musei e cose simili. Dopo averlo interrogato e ‘perquisito’, si attaccava al telefono per il rapporto quotidiano alla Polizia Segreta locale su Roby. Roby si spanciava del ridere per quella vecchia folle sempre più tesa per una della solite mission impossible contro Roby. Era sempre più vigilante. Oramai, fatta sempre più ansiosa, dalle locali Polizie Segrete, neppure dormiva più. Passava la notte ad aggirarsi inquieta per la pensione e poi, al giorno, si deambulava in un torpore semi-ipnotico. Uno spasso! E lì erano solo contatti bilaterali, richieste di favori occasionali tra psicotico-delinquenti di due polizie Segrete in operazione-persecuzione. Invece, con la classificazione NATO dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, cambia tutto, tutto diviene istituzionalizzato e quasi automaticamente implementabile in tutto il mondo.

Qui siamo appena dopo. Magari subito dopo l’estate 1997, nell’autunno. Può essere un anno dopo, cioè dopo l’estate dell’anno successivo. Non oltre. Dopo che Serena ed il ragazzo erano stati assieme al mare, dove tutti li avevano visti raggianti l’uno dell’altra, ed in altre vacanze come a Berlino. A parte Angelo, che ne era felice, come lo è sempre a vedere gli altri contenti, erano tutti furiosi di invidia. Una ragazza che ha appena finito o sta finendo l’università, e lui pure, innamorati e felici. No, non possono tolleralo. Nikla mangia, beve, si impasticca. No, non basta. La sua ‘mammina’, furiosa per Serena felice, la sgrida: “Nikla è colpa tua che non la hai saputa tenere a freno. Non mi vuole neppure più venire a trovare. Si vede che pensa sempre e solo al suo ragazzo. Si deve fare qualcosa!” Gli altri della galassia degli invidiosi furiosi, idem. No, no, l’invidioso non può tollerare la felicità, i successi e le realizzazioni dell’altro. Deve distruggere l’altro, gli altri, i felici ed i puliti. 

Quella disperazione di Nikla, relativamente a Serena, dà agli Squadroni della Morte dei Carabinieri, ed alla loro rete di cui Allakka, come faccendiera delle milizie terroriste PCI-CGIL, o già  PCI-CGIL [il centro del PCI togliattiano, quello creato dagli inglesi nel 1944 a Salerno, resta lo stesso pur mutando denominazione varie volte, dopo il 1989], è parte, un’altra utilissima occasione per le loro pazzie ed il loro delinquere di Stato.

Retrocediamo ancora alla primavera 1997.

- “Nikla, stammi bene a sentire. Io non ne so niente e non ne voglio sapere niente. Ma al partito, al sindacato, mi dicono che ai Comandi Carabinieri... Sì, insomma, non possono fare più nulla ora che lui è all’estero. Hanno bisogno di delle autorizzazioni governative... Appena riescono ad averle, possono continuare a seguirlo pure all’estero... Ecco, appena è ufficiale che Roby è ancora considerato il capo del terrore, ed ora pure all’estero... ...ecco, come dirtelo...”
- “Che le chiedano! Non possiamo mica chiederle noi.”
- “Nikla, guarda, a me, ad essere sincera, non ne frega nulla. Mi hanno messa di mezzo. Poi solo per altruismo ti ho detto che in effetti Serena... ...Beh, tra il modello negativo, e tu di tutti i giorni, c’era il rischio, più che il rischio, che lei si sentisse più vicina a lui. Lo vedevi che lei simpatizzava per lui mentre era insofferente di te che pur ti eri sempre sacrificata... Tu stessa mi hai pregata, ci hai pregati, di attivarci... A me, beh sarà il mio destino, lo Stato, anche il partito ed il sindacato, ha dato l’incarico di seguire il caso qui all’INPS, come funzionaria regionale. Hanno detto che essendo alla formazione ho tempo, ed anche opportunità, che mi rendono perfetta quando ci siano da seguire dei casi... Io non dico mai di no. Sarà il mio animo cattolico, cristiano, lo spirito di servizio. Se mi chiedono di servire, io servo, servo il prossimo, non me ne lamento. Lui, non è più all’INPS. A me, se diventa dottore di ricerca negli Stati Uniti, professore, aiutante del Presidente USA, e premio Nobel, non è che... Serena cresce. Se be andrà bene da casa. Io ho esaurito la mia missione, dato che lui non è più all’INPS, ...figurati che voglia che avevo di telefonare a colleghi e colleghe, a direttori, incontrarli, dire loro che... ...Per me è un sollievo che lui se se sia andato. Nikla, io te lo ho detto per correttezza., per dovere. Era normale. Ma, sì dai, possiamo anche lasciare perdere...”
- “Nooooooo... Ma che dici Fiorella! Serena non se deve andare mai da me!!! È mia e solo mia. E poi quello, ...quello!, già è divenuto dottore qui. ...Fiorella perché non glielo avete impedito!!! Ora ha fatto, come hai detto?!, un super-master e lo sta finendo in pochi mesi e con grande successo... ...E voi lo avete lasciato fare? Ma allora, tutto quello che avevamo fatto non è servito a nulla? Poi, cosa vuole fare?! Vuole fare dottorati... ..come hai detto, vuole divenire premio Nobel?! Appena Serena lo sa, io la perdo del tutto... ….Già mi manda a quel paese. Quando la porto dai miei fa di quelle facce. Si vede che non li sopporta più. Alla mia mammina cerco di non dire nulla. Le ho detto che è in prigione a vita. Magari lei lo vede in televisione che prende il premio Nobel, e cosa mi dice la mia mammina?! Tu non la conosci. Lei si è sempre sacrificata per tutti. Ha sempre pensato a tutti. Pensa sempre a tutti. Lei che è così buona, se scopre che lui... ..lei stramazza, quello me la uccide. La mia mammina stramazza morta e mi sgrida, mi sgrida, perché è colpa mia che... Va fermato! Va fermato!”
- “Sei sicura. Davvero vuoi continuare a...”
- “E me lo chiedi, Fiorella?! Dovete bloccarlo, ...subito! Se non lo fate voi...”
- “Loro, i compagni dei Carabinieri, anche le milizie delle morte del Partito e del sindacato dicono che è tutto finito finché lui è all’estero... Come dire... È al di fuori della nostra competenza territoriale. Lui continua ad essere di competenza dei nostri eroici Squadroni della Morte CC-NATO delle repubblica. Ma essendo all’estero...”
- “Lo seguite all’estero, allora! Fate come si vede nei film. Mandate un agente segreto che lo ammazza, almeno è tutto risolto.”
- “Nikla, non funziona così. Per farla breve, occorre costruire un altro dossier con tutte le testimonianze.”
- “Io testimonio. Testimonio subito! È pericoloso. È il capo del terrore. È un’infame perché mi vuole portare via Serena. Questo prova che è uno diabolico. Va bene così Fiorella?”
- “Nikla, si deve fare un passo alla volta. Anzi, va fatto il passo giusto. Bisogna che Roby sia classificato come pericoloso all’estero.” - “”
- “Io confermo o ripeto tutto, come già prima, ed abbiamo un altro fascicolo per la classificazione all’estero.”
- “Brava Nikla. Vedo che capisci subito. Solo che il fascicolo, il dossier, per l’estero deve attestare che è pericoloso all’estero. Tu, come del resto tutti, hai già certificato che è pericoloso e che è il capo del terrore. Ma qui.”
- “Ora dichiariamo tutti che lo è anche altrove, all’estero, in tutto il mondo.”
- “Nikla, non funziona così.”
- “Anche se questi dossier sono fabbricati un po’ alla carlona, ...ma comunque noi lo sappiamo che Roby va eliminato!..., mi hanno detto che occorrono loro altre fonti, altre fonti di...”
- “Fiorella, ma allora è semplice, se le fabbricano loro, i compagni carabinieri!”
- “Nikla, noi lo sappiamo che è il capo mondiale del terrore, e che va liquidato, sennò fa pure carriera e ti porta via Serena... Ma noi, loro... ...non fabbricano niente. Sono corretti funzionari dello Stato, militari rigorosi!”
- “No, no! Serena è mia e quello va distrutto! Ma che carriera! Cosa si è messo in testa?! Dove si crede di andare?! Che si crede di fare?!...Te le faccio io tutte le dichiarazioni. Ce le fanno pure quelli di Genova e della Spezia. Le chiedo pure a Casalbuttano. Sicura che noi tutti sappiamo che dall’estero lui è li che trama, che pianifica, e lo scriviamo!”
- “Nikla, va bene. Tu puoi fare molto. Se proprio vuoi andare avanti in questa cosa, occorrono cose appena differenti. Il dossier deve essere costruito in altro modo questa volta. Non una copia del primo. Sai, mai qualcuno controllasse... E dicono che, alla NATO, c’è sempre qualcuno che va a mettere il naso per cui devono almeno avere l’impressione che possa esserci qualcosa. Anche se lo capiscono che... Hanno pratica, di queste cose... Bisogna lo stesso far finta che... Ci sono delle cosucce da fare... ...Va fatta una cosa alla volta e subito. Ed il risultato si ottiene...”
- “Che posso fare io?”
- “Tu sei essenziale...”
- “Come.”
- “Prima cosa si deve creare questa cosa all’estero di Roby. Dipende tutto da te...”
- “Come? Cosa?”
- “Dunque, Nikla... Noi ora sappiamo che lui è all’estero per un dottorato. Noi siamo pure sicurissime, me lo dicono dal partito e dal sindacato, che lui è il capo del terrore. Per cui è il capo del terrore all’estero. Superclandestino, visto che finge di essere all’estero per studiare, per fare un dottorato e che, qui, nessuno sa dove sia. Beh lo sappiamo perché perché i nostri eroici compagni del Carabinieri... Ma lui mica lo ha detto a nessuno dove sia, cosa faccia. ...Dobbiamo ammetterlo che si muove come un clandestino. Ed allora...”
- “Ed allora?”
- “...Tu ora chiami un po’ tutti... Angela, Fausto-Maurizio, Rikkio anche se lo sa già... ...tutti e tutti. ...La persona chiave è Franka. Lei si deve agitare... Tu la chiami e le butti lì la cosa. Asciutta, sintetica, come casuale ma con tono appena preoccupato, come una telefonata, un’informazione, dovuta. Lei poi ci rimugina, ti richiama. Tu le dici che solo lei può scoprire... Che lei, che loro, ...che venga pure con Rikkio..., ...l’importante è che vada a chiedere nel palazzo, all’INPS e dall’amministratore del palazzo. Anche da qualche d’un altro conoscano a Torino. Tutto fa. Con più parla, meglio è. ...Chiede di Roby, se sanno qualcosa... Fanno i preoccupati. Poi dicono che hanno ben ragione di essere preoccupati perché lui è il capo del terrore. Ora è all’estero. Non si sa dove sia. Sì, lo sanno un po’ tutti che è all’estero per un dottorato. Ma, in fondo, sono solo parole. Il dottorato... Ed intanto noi diciamo loro che c’è dell’altro che lui... Chi o sa di questo noi diciamo... ...Chi non lo sa ti sente, ti crede, ti agita, fa quello deve essere fatto.”
- “Fiorella, non so se ho capito bene. Mi sembra tutto un po’ complicato...”
- “Nikla è colpa mia. Per essere completa, la ho fatto troppo lunga. È tutto semplice, semplicissimo... Guarda, Nikla, il primo passo è che tu chiami Franka. Le dici: Roby è all’estero, è il capo del terrore, all’estero si mette nei guai, come copertura per stare all’estero sembra che stia facendo un dottorato ...che è solo una copertura per mettersi nei guai. Asciutta, breve, allusiva. Lo vedi subito come reagisce. Guarda, Nikla, chiamala subito, qui, ora.”

- “Pronto, Franka?! Sono Nikla...”
- “È successo qualcosa?!”
- “No, era solo per sapere come stavate...”
- “Notizie di Roby?”
- “È sparito...”
- “Come è sparito?!”
- “È sparito... Nessuno sa nulla...”
- “Sparito, dove?”
- “Dicono che sia all’estero...”
- “All’estero?! Ma è pericoloso?”
- “Sembra che come copertura stia facendo un dottorato?”
- “Oooh, ma che si crede di fare?! E poi cosa mi dice Rikkio se lo viene a sapere?! Un dottorato?! E mia sorella... Oh, mia sorella mi mangia la faccia! No, no, non si può tollerare. Chi si crede di essere?! Cosa si crede di fare?!”
- “...Quelli, quando si mettono nei guai, si coprono sempre... ...Fanno finta di studiare...”
- “Perché hai, avete, notizie che stia mettendosi nei guai?”
- “Bisognerebbe sapere... Se mi dicevate, dicevano, che ere il capo del terrore... Ora pure all’estero...”
- “Ma dove è, Nikla?”
- “Chissà... Lo sa, Franka... ...Uno sembra sia a Londra, poi è a combattere in Afganistan... Uno dice che studia e può essere in Israele a mettersi nei guai...”
- “Sì, sì, lo sento alla radio, lo vedo in TV... Sono posti pericolosi. Succede sempre qualcosa. A volte, anzi spesso, lo vedo. Deve essere proprio lui. Lì, che spara, che combatte, che si mette nei guai... Gli telefono a casa. Non risponde nessuno. E se lo prendono? Se gli succede qualcosa? Se si fa male? Oh, cosa mi dice poi mia sorella Angela?! Mi dice che io non ho studiato, che non capisco le cose, che non ho saputo crescerli...”
- “Se scopriamo, possiamo fare qualcosa, farlo ragionare, rimediare, salvarlo.”
- “Ma non è possibile che non si sia confidato con qualcuno...”
- “Come faccio a saperlo?”
- “Non sai proprio nulla?”
- “Che ne posso sapere io...”
- “Perché non chiedi?”
- “A chi chiedo?”
- “Ma non hai sentito nulla?”
- “Si dovrebbe andare dove lavorava... Io lavoro all’INPS regionale non è che possa andare a chiedere, anche se lui lavorava qui di fronte. Non ho titoli per chiedere informazioni di lui... Si dovrebbe andare in direzione...”
- “Dai, vai.”
- “Non posso. Lo sa, Franka, come sono gli uffici pubblici... Magari se va lei con Rikkio... Dite che siete la famiglia, che siete preoccupati...”
- “E se non sanno niente?”
- “Tentar non nuoce... Magari si dovrebbe pure andare nel palazzo dove abita...”
- “E se neppure lì sanno nulla?”
- “...Tra lì, l’amministratore, pure all’INPS, non è possibile che nessuno sappia nulla... Perché non andate anche da Eleonora? Lei conosce. Di sicuro, avrà sentito qualcosa. E poi da quel ragazzo che Roby non sapeva che lo aveva mandato lei con la scusa di farsi aiutare col programma di scrittura quando costui stava finendo la tesi. Chiunque le venga in mente. Tutti quelli voi conoscete a Torino... ...A volte si pensa che... Ma fino a quando non si chiede... Lo dite che lo fate per il suo bene, che avete ben il diritto di sapere che non si sia messo nei guai, che dati i suoi precedenti... Se poi proprio non si scopre nulla di nulla, almeno sapremo che è davvero in clandestinità totale. Allora sì che...”
- “Oh, e cosa mi dice poi Angelina che mi sgrida sempre?!”

Con Rikkio, parlò direttamente un ufficiale degli Squadroni della Morte CC-NATO dell’ufficio dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby:
- “Signor Sgarruffo, ne abbiamo già parlato... Ma che cosa ci crede quello?! Alla sua età... Non è serio. Anche un bimbo lo capirebbe che si è rimesso a capo del terrore come super-clandestino all’estero. Ora che andate a Torino, lei e sua madre, vi fate una scaletta completa anche di tutte le persone che possiate conoscere a Torino, oltre alla spedizione all’INPS, dove Roby abita, e dall’amministratore. Per cui, prima andate nei tre posti canonici e poi da tutte le altre possibili persone. Se non vi basta un giorno, andrete due volte. L’importante è che, con tutti vi facciate la scena standard. Primo: non sappiamo nulla, siamo preoccupati, se ne vedono e sentano tante, oh che tempi difficile, diteci qualcosa. Secondo: lo sapete chi è quello?! ...siamo sicurissimi che sia super-clandestino del terrore all’estero. Lo dica alla Franka. Che capisca bene il comportamento da tenere. Oh, ma ben la conosciamo sua madre... Sì che la  conosciamo già! Vedrà che sarà perfetta nel ruolo. Non si preoccupi. Sono tecniche sperimentate...”
- “Ottimo. Va fermato! Va fermato! Ma cosa si è messo in testa di diventare?! Andiamo subito. Combiniamo per uno o due dei prossimi giorni. Dopo di ciò, cosa dobbiamo fare.”
- “Signor Sgarruffo. Voi vi fate la vostra bella fatica di una o due giornate a Torino... Oh, cosa potremmo mai fare noi, poveri servitori dello Stato, senza di voi?!!! Poi... poi... poi succede tutto da solo. In una settimana noi abbiamo il dossier per la classificazione NATO. Lo sottoponiamo di urgenza alla firma del governo. Alla NATO, quando è tutto ben impostato, sono ben felici di aggiungere nuovi nominati per il NATO’s State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Per scrupolo glielo comunica subito, le telefono appena le formalità sono a posto. Ma non si preoccupi. La consideri cosa fatta. A quel Roby abbiamo segato le gambe e continuiamo a segargliele ovunque vada e qualunque cosa faccia, per quanto in nostro potere. Lei può dormire sonni tranquilli e continuare la sua carriera senza che nessuno le faccia ombra.”
- “Grazie! Grazie! Non so proprio come ringraziala, maggiore. Noi partiamo subito. Magari domani stesso. Prima ci muoviamo, prima tutto si compie. Ma cosa si credeva quello. Cosa voleva fare?! Il ricercatore?! Il professore?! Magari pure divenire premio Nobel?! Prima lo fermiamo meglio è!”
- “Bravo! Bravi, signor Sgarruffo!”

Rikkio con Frankia:
- “Mamma, si va domani. Andiamo a Torino per quella faccenda. Se non basta un giorno andremo due. Senza affaticarci. Partiamo prestissimo, così abbiamo più tempo. Prima facciamo tutto, prima lo fermiamo quello! Mi raccomando sentimi bene e ripeti. Dobbiamo dire il meno possibile e chiedere, chiedere dicendo che siamo preoccupati, molto preoccupati, che se ne sentono tante. Devono vederlo che siamo preoccupati ed in ansia. Dunque, non dire nulla, non dire altro. Chiedi ed aspetta. Li facciamo parlare, ascoltiamo. Mi raccomando fatti vedere che ascolti, che siamo lì per sapere. Solo dopo lo dici perché siamo preoccupati. Ti fai la tua solita parte che una madre se lo sente. Vedrai che se la bevono tutti. Tanto lo sanno tutti, dove andiamo, a chiedere che è il capo del terrore e che è in clandestinità all’estero. Però, primo, si chiede e si ascolta.  Anche dopo che abbiamo detto, buttando li se sapessero chi fosse, e precisando che è da sempre il capo del terrore in super-clandestinità all’estero, ascoltiamo quello abbiano da dirci. Te lo ripeto. Prima si chiede e si ascolta. Poi si chiede se lo sapessero chi fosse. E dici che tu te lo senti che è di nuovo in qualche pasticcio. Guarda i Carabinieri me lo hanno detto che è in Belgio a studiare e pure con successo. Ma, lo sai, Bruxelles, l’aeroporto, uno prende l’aereo, ed eccolo, in un’ora, mentre fa colazione e legge i giornali, che sbarca chissà dove a fare stragi, guerre, tutte quelle cose che vediamo in TV,  a mettersi nei guai.”
- “Sì, sì, Rikkio, come le spieghi bene tu le cose... Sì, me lo sento! Me lo sento! Lui fa disastri e poi mia sorella Angelina mi sgrida. Studia?! Alla sua età.... Ma chi si crede di essere! Che si crede di fare! Delinquente! Come si permette di studiare?! Ma è fissato! Mia sorella mi ha già sgridato e continua a sgridarmi sempre di più! Come possiamo fermalo?!”
- “Impegnati domani. E quel Roby è rovinato ancora più di prima e per sempre!”
- “Grazie, Rikkio. Mi tranquillizzi. Oh, Rikkio, cosa farei senza di te...”

Tutt’altro che tranquilla, Franka restò a rimuginare tutta la notte. Non riuscì a dormire. Stava nel letto, coi pugni chiusi, tutta tesa, e guardava fissa il soffitto. Beh, lo fa sempre. È del tutto pazza. Pazza furiosa. Sempre. ...Si alzava. Si ricoricava. Ma sempre a quel modo e senza dormire. Rimuginava tra sé e sé quello avrebbe dovuto dire il giorno dopo. Per non sfigurare con sua sorella che l’avrebbe comunque rimproverata. Però che la rimproverasse meno. Doveva essere l’altezza. Prima e più rovinavano ulteriormente quel Roby, prima sua sorella non l’avrebbe sgridata troppo. Già uno sgrido normale, sottinteso, invece di sgridi aperti e sottilmente furiosi, le sarebbe stato di un qualche conforto, almeno sul momento. Perché era sempre angustiata da qualcosa, anzi da tutto, soprattutto da quello si creava nella propria mente malata. Ah, lo fanno tantissimi. Cosa che non cambia la realtà. I tanti non assolvono i ciascuno.  

Rikkio non era meno teso. Ansioso che l’azione devastante riuscisse. Cercò di pensare. Ma la testa vuota era ingrippata. Ripassò il piano. Nulla. Ma non era difficile. Bastava che il giorno dopo facessero finta di voler sapere e poi che dicessero, suggerissero, lasciassero intendere. Glielo aveva già detto e ripetuto altre volte il maggiore: “Noi facciamo dire quello che ci occorre ci ritorni, e ci ritorna.” Qualcuno la chiamava “l’ellisse del boomerang”. Al lancio ed al ritorno c’erano sempre e solo loro. La solita Franka, livida e rabbiosa, con gli occhi sfuggenti e quel fare ipocrita, che ora fingeva sorrisi ora si contraeva tinta ed inondata da depressioni e furie irrimediabili, sarebbe stata perfetta. Rikkio poteva stare tranquillo. No, non lo era. E se quel Roby fosse sfuggito loro ancora, si fosse sottratto ancora. Gli avevano già garantito mille altre volte che era fottuto. Doveva esserci qualcuno che lo aiutasse. No, non era possibile che da solo... Doveva scoprire chi fosse. Sospettare di tutti. Di fronte ti fanno la faccia. Poi dietro lo aiutano... Non ce la faceva a prendere sonno. Alla fine si impasticcò pesante. La mattina si impasticcò ancor più pesante per svegliarsi e restarlo. Dopo un sonno puramente artificiale era egualmente stanchissimo. Pur scosso e tenuto sveglio da altre pasticche, in apparenza lo era, ma sentiva che gli mancava la molla interiore. Sei sveglio ma ti senti come stessi eretto solo perché di hanno infilato un tubo rigido dal culo alla bocca. Si sarebbe messo sul divano, con la TV accesa e steso lì fino a sera, per giorni. No, non posso. Rita, mi fa uno dei qui sorrisi falsi, che mi fa sentire ancora più cornuto, e mielosa mi dice che sporco il divano, che metto in disordine. Ho una casa ma non la posso usare perché Rita pretende che sia sempre perfetta. Lei si fa zompare sopra, chissà se anche dietro, da maialoni, inclusi quei panciuti e pancioni là, chissà se si fa pure sborrare addosso ed in faccia come sembra che si usi adesso. Ma il pavimento freddo, di marmo, deve sempre essere lucido. Idem le superfici della cucina. Con le scarpe non posso perché si sporca. A piedi nudi neppure, ché sennò resta l’alone e la superficie non luccica più e lei mi rimprovera. Il frigo vuoto sennò mangio troppo. Eppoi abbiamo una missione essenziale, oggi, fottere Roby. Chi crederà di essere?! Da quando da piccolo si inventava casette sugli alberi e poi, dopo, sempre qui libri che non ho mai capito che cosa ci trovasse. Ti dice una cosa. Sembra che ne pensi un altra. Non te la dice. Ti dici che la penserà. Dobbiamo fermarlo. Se poi fanno anche a me queste cose e resto senza lavoro, casa, automobile, amici, che cosa sono, cosa faccio, come posso ancora vivere?! E già. O lui o noi. È lui che se l’è cercata. Che colpa ne abbiamo noi. Altrimenti... ...altrimenti come posso cercare di andare avanti nella vita. Il dovere innanzitutto. Se non lo fermiamo noi... Oh, che senso ha! Quante volte che ho pensato di farla finita... Ma, poi, cosa ne dicono di me. Mi sgridano! Mi sgridano! Mi sgridano tutti e mi rendono ancora più nervoso. È lui che dobbiamo distruggere. Morte di Roby, vita nostra!   

Il giorno dopo, a Torino, avevano di quelle facce... Non occorse neppure che fingessero. Sembravano morti ambulanti. E fu così che Franka e Rikkio, con arie allucinate e discorsi deliranti, si presentarono nel palazzo dove Roby abitava, alla sede INPS di Torino-Sud (che è in Corso Turati, alla Crocetta, in prossimità del centro), e pure dalla amministratrice del palazzo: “Siamo molti preoccupati... Vorremmo sapere... Ce lo sentiamo che è successo qualcosa... Se poi si mette nei guai... Siamo sicuri che è il capo del terrore all’estero... Lei forse non sa che già era stato arrestato... ...non abbiamo poi capito come abbiano potuto assolverlo... Se ha notizie... Siamo sicurissimi che... Si dice che... Se sente qualcosa ci chiami...”

Nel palazzo, in Corso Regina Margherita 87, nell’altra scala, c’è un ex-ufficiale dei CC, uno con aria da paranoico furioso, che non capisce un cacchio, ma ha le risposte a tutto, ora nella vigilanza di qualche media azienda, dunque, anche ora per lavoro, dell’area di miliziani dei CC. Caso vuole che, sia di fisico che come cipiglio paranoico furioso, quel tipo sembrasse il fratello gemello di Rikkio. Gli andarono subito a riferire: “Sono venuti parenti, o tali han detto di essere, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che è il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”

Lo stessero dissero all’amministratrice del resto direttamente già contattata dai due pazzi furiosi e delinquenti Franka e Rikkio.

L’ex-CC ovviamente chiamò subito i sui ex-colleghi dei CC e, per tranquillità e completezza, pure la DIGOS: “Sono venuti parenti, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che è il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”

Quanto all’amministratrice, è loro dovere istituzionale, essendo continuamente sotto pressione dalle Polizie Segrete CC, PS e GdF, perché riportino tutto, chiamò subito i CC e, per tranquillità e completezza, pure la Digos e la GdF: “Sono venuti parenti, o tali han detto di essere, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che è il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”

Si fecero la stessa scena all’INPS. L’INPS era direttamente coinvolto come miliziani-boia nello State/Government-Organized Stalking-Mobbing sul luogo di lavoro in diretto, quotidiano, contatto colle Polizie Segrete CC. Per cui, ovviamente, chiamarono subito le stesse e, per tranquillità, pure la Digos: “Sono venuti parenti, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che sia il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”

Andarono pure da Eleonora, che aveva abitato con Roby una dozzina di anni prima, una che si riteneva furbissima e che si era ritenuta mortalmente offesa quando si era sentita scaricata. Quando Roby era stato preso, nel 1981, la stessa aveva firmato delle strane dichiarazioni riservate alla Digos ed aveva garantito che avrebbe fatto volentieri da confidente, purché non si sapesse. Non che avesse nulla da dire, in realtà. Disse loro che a lei interessava solo darla in giro e fare la maestrina, senza che nessuno le rompesse le scatole. Alla Digos, capirono il tipo. Una che si barcamenava. Era ora già oltre i 40 e si vedeva i 50 che si avvicinavano inesorabili. Sì, si considerava arrivata col suo lavoro di maestrina. Ma stava male lo stesso. Di quelle bar, chiacchiere ed apparenza, l’apparenza ripetuta nei decenni si fa noiosa. Le battute, ripetute, disvelano il nulla. Anche darla in giro si complica cogli anni. Si sentiva sfigurare al paragone con la sorella che pur con la sola laurea in lettere aveva puntato appena più in alto che fare l’impiegata o l’insegnante. Anche qualche amica sua, prima tra tutte la oramai amicissima Marisa [quella delle telefonate del sabato mattina dal letto dell’amante ufficiale della stessa Marisa, e con cui si vantavano reciprocamente delle cuccate corsare], pur di ignoranze abissali e sapendo fare quasi nulla, aveva avuto il coraggio di lanciarsi in qualche professione. A volte ottiene di più, dal punto di vista lavorativo e professionale, chi punti al massimo sul pochissimo, od anche sul nulla, che chi si disperda in professionalmente unitili conoscenze. Una magari non va oltre i disegnini a letto e diviene architetta indipendente. Un altro può sapere di termodinamica e non farsene nulla. Od anche il contrario. La sorte premia chi osi. Anche il lecco serve. Ti prostri, e la dai e lo dai, e ti rende. Fai il rigido, non ti considera nessuno. A volte, anche il contrario. Seppur, nei meccanismi adattivi dell’esistente, chi strisci e strusci tenda, in media, ad ottenere di più di chi non lo faccia.
Lei fa la falsa e cortese, ma li ascolta annoiata, senza vera partecipazione. Conferma che non sa nulla, che le sembra tutto così fuori dal mondo. Pensa che Nikla le aveva telefonato e glielo aveva detto, occasionalmente, e lei ne aveva pure appena accennato a qualcuno. Ma, appunto, sono cose che altre dicono. Se ha incontrato Roby, di sfuggita, è stato solo in biblioteche, dunque tra libri, non in luoghi né a fare cose fantasiose. Assicura che se sa qualcosa farà sapere. È una cosa buttata lì, tanto per disfarsi di quei seccatori.
Poi, ne accenna, ma solo una mezza frase, a Marisa, che già si era fatta quella parti da folle quando aveva intravisto Roby.
Un altra mezza frase alla rete del ‘genio’ Mossad-mafiaCastro di Roma, da poco allora trasferitosi sul Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo. Lui, il genio, si dice che se la mafia dei Castro può vivere in lussuose ville protette, e che se Lenin e Trotsky facevano gli emigrati di lusso a spese di governi, lui, presente Lenin-Trotsky-Guevara e pure di più, che ha capito tutto di tutto e di tutti, e pure di più [ma non che il suo caro Guevara viene cacciato da Cuba dai Castro e da costoro fatto ammazzare in Bolivia – solo un deficiente poteva andare in Bolivia attorniato da agenti dei Disservizi Cubani e per sollevare i soddisfatti contadini boliviani, fatti piccoli proprietari dai militari boliviani; ‘etica’?! ...mannò il solito argentino arrogante e scemotto! ...la mafia dei Castro gli dà due radio ad onde corte, “per tenersi in contatto con Cuba e ricevere aiuti”, che non funzionano quando cerca di comunicare con Cuba ma sono utilissime per essere localizzato dall’esercito boliviano; beh neppure ha capito tante altre cose il genio – ha sfrondato ma si è dimenticato di rovesciare l’albero e poi di andarsene altrove o, meglio, da nessuna parte!], può ben fare il milionario rosso. Si veste con giubbotti che sembrano i ridicoli usa Fidel da quando è stato emarginato dal fratello come capo-famiglia, ma la roba ben c’è! ...Giustamente. Se uno la ha, non è che debba darla a me. Problemi di soldi non ne ha mai avuti. Differentemente non avrebbe fatto l’intellettuale comunista. Tra i rossi si mangia, ed anche in abbondanza. I poveracci non stanno da quella pare. Eventualmente non stanno da nessuna parte. Parliamo di noi, ovviamente, che siamo proprio poveretti e pure poverissimi, e rifuggiamo congreghe.

Rikkio e Franka, andarono pure alle Poste da due giovani coniugi della Spezia che lavoravano a Torino. Figlia, lei, di vecchie conoscenze. Li avevano già messi di mezzo in passato dando loro delle cose da portare a Roby. Tecniche da calabresi. Roby non voleva avervi a che fare, per cui non si era fatto trovare. Con quei due, già mobilitati in passato, vanno all’ufficio delle caselle postali, a Torino, fanno chiudere la casella postale di Roby e rubano chili di corrispondenza indirizzata a Roby. Per giustificarsi, dicono a quelli dell’ufficio caselle postali delle Poste centrali di Torino che Roby è il capo del terrore internazionale ed è super-clandestino all’estero. Questo spiega i chili e chili di corrispondenza accumulatesi. Dalle Poste avvisano Digos e Squadroni della Morte CC-NATO su quella ‘informazione’ ricevuta. Franka passa giorni a controllare e ricontrollare febbrile tutta quella cartastraccia. Trova e ritrova solo riviste, rivistone e libri. È disperata. Sperava trovare nomi ed indirizzi di gente da contattare. 

Vanno anche da altri. Solito schema. Fingono di chiedere. Diffondono le loro calunnie. Con quelle facce... Quei discorsi ed atteggiamenti da pazzi furiosi... Alcuni se le tengono per sé. Altri riferiscono a CC e Digos. Anche se si vede che quei due non ci stiano con la testa, e pure peggio, funziona sempre la la sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Dove non scatta, lo vedono chi hanno dinnanzi. Dove scatta, si sentono solidali con quelli.

I riceventi le comunicazioni [cioè CC normali, Digos, GdF, in qualche caso] dalle “fonti confidenziali”, stesero verbali, informative, che inserirono a computer e si passarono reciprocamente. Tutte queste “informazioni da fonti plurime” [in realtà, solo calunnie montate dagli stessi CC, come sempre fanno in questi casi: “Sono pervenute informazioni sicurissime che...”] finirono nel dossier che gli Squadroni della Morte dei Carabinieri sottoposero a Quirinale, governo formale e CoPaSiR per l’estensione a livello NATO, alias mondiale, dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby. Quirinale, governo formale e CoPaSiR ovviamente firmarono senza farsi problemi, come sempre fanno in questi casi, il decreto segreto di richiesta dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing a livello NATO-mondiale contro Roby, e lo sottoposero all’Ufficio Persecuzioni ed Assassinii della NATO, cioè un dipartimento degli Squadroni della Morte NATO cui partecipano anche ufficiali ed altro personale dei CC. L’Ufficio NATO accettò la richiesta. Sono sempre alla ricerca di nuovi nominativi per espandere le loro attività, dunque il loro potere. Su questa base vennero falsificati i files Interpol e venne acceso un flag di State/Government-Organized Stalking-Mobbing a livello mondiale con immediata cooperazione NATO, alias CIA-SIS e clienti ed anche apparentemente non-clienti, come sempre fanno in questi casi. Non appena da un posto di frontiera, o da altrove, controllino il nominativo del bersaglio di State/Government-Organized Stalking-Mobbing sui database Interpol si accende subito un flag di massimo allarme. Devono far finta di nulla [qualche volta non ci riescono, li vedi che si agitano, qualcuno ti dice: “Qui mi scrivono che lei è il capo del terrorismo mondiale... Oh, questi computer!”] ma subito segnalare, mai non fosse scattata la segnalazione automatica alla locale Polizia Segreta, che il bersaglio è lì.

- “Nikla, Nikla, ottime notizie!”
- “Sì, dimmi, Fiorella...”
- “Hanno firmato il decreto segreto contro Roby, e la NATO ha accettato la classificazione superiore della sua posizione, per cui ormai è fregato ovunque vada e qualunque cosa tenti di fare!”
- “Bene! Cosa si credeva di fare quello?! Un dottorato all’estero... Per cui gli bloccano anche il master, ora?”
- “Oh, Nikla, purtroppo cattive notizie... ...Il maggiore sembrava quasi divertito, chissà che gioco fa quello?!... ...Mi ha detto che Roby è l’unico, per il momento, quest’anno, ad avere conseguito il MSc-DEA in quell’università, in Belgio, e pure con ottima votazione che gli dà diritto all’accesso automatico al dottorato, se si ferma lì.  Ma sembra voglia andare in paesi di area inglese...”
- “Accidenti! Ora pure il super-master! Noi abbiamo fatto, abbiamo fatto, ma non è servito a nulla.”
- “Non preoccuparti Nikla. Che ne possiamo noi... ...Non sarà stato possibile agire prima. Appena me lo hanno detto, io ti ho attivata e grazie a te abbiamo montato il nuovo dossier. Ora dovrebbe essere fregato per sempre. Non lo fanno studiare, ...non formalmente,  non lo fanno lavorare, ...ci sono pure delle cose d’edificio per cui non lo fanno dormire e neppure star sveglio tranquillo... Intervengono su tutto lui faccia ed ovunque vada. Con la classificazione NATO dicono che dovrebbero coprire tutto il mondo. Beh, anche coprissero solo l’area NATO ed alleati sarebbe già molto. Ma sembra che di solito possano proprio colpirlo ovunque allo stesso modo. Essì, avevo letto un documento riservato che spiegata semplice-semplice che... ...Sì uno è proprio condotto alla disperazione. Paralizzato e fatto disperare.”
- “Fiorella, speriamo proprio che ce lo tolgano di torno! Come si fa con uno così. Ma che si crede di fare?! Glielo facciamo vedere noi!”

Era l’inizio dell’estate del 1997. A agosto-settembre 1997, Roby, da LLN-Belgio, raggiunge Londra.
Trovate tutto su linkedin. Abbiano costruito un linkedin immaginario di questo nostro personaggio immaginario. Se ve ne fosse mai uno reale, non è lui. Se poi fosse lui, ...sì, siamo sinceri... non ce ne frega nulla! La narrazione deve proseguire ineluttabile.
Molti film hollywoodiani con trame piccanti sono in genere sostenuti, meravigliosi, fino a metà. Poi, non ho mai capito cosa succeda, a metà si spezzano, decadono, divengono loffi, banali, come se ad un autore capace fosse subentrata un FBI intollerante d’ogni verità, dunque d’ogni tensione. Qui speriamo che lo stesso ritmo, qualunque esso sia od appaia, si mantenga fino alla fine. Il ‘bello’ deve ancora venire! 

Ora si entra nell’estate 1997. Se poi fosse stata di anno precedente, fa lo stesso. Gli eventi sono anche qui più importanti della precisissima collocazione temporale. Qualche rettifica secondaria, per dislocazione temporale, non cambierebbe le dinamiche e le ‘logiche’ dei dialoghi sotto sintetizzati, né i personaggi.   

Ne abbiamo già parlato. Serena e quel ragazzo. Loro stanno benissimo. Tutti gli altri (non Angelo che è uno sempre contento della felicità altrui) sono furiosi, lividi. Non devono farlo vedere a Serena che pur lo vede che si comportano tutti i modo strano, chiaramente invidioso perso... Ma sono proprio tutti furiosi. I due vanno distrutti.

Nikla corre di nuovo dalla Allakka:
- “Fiorella, sto perdendo Serena! Sta sempre con quel ragazzo. Non mi considera più. Mia madre mi sgrida che... ...dice che una ragazza seria deve stare in casa con la mamma, con me! Invece, lei è innamorata folle di quel ragazzo. Pure lui sembrerebbe... Fiorella, se non mi aiuti tu...”
- “Dimmi cosa posso fare, Nikla...”
- “Bisogna fare qualcosa a quel ragazzo, Fiorella... ...Se lui non ci fosse, sparisse...”
- “Ah, come dire... ...avresti bisogno di un killer e chiedi a noi...”
- “Quando vi servivo, però!”
- “Nikla, non penserai davvero che noi...”
- “Ecco, quando vi servivo... Invece, ora!”
- “Ma cosa dici, Nikla. Quella era ed è una questione di sicurezza. Il partito-sindacato, lo Stato... ...pure a te faceva e fa piacere... Altrimenti, non è che noi ci si metta.... Roby è il capo del terrore. Ma qui...”
- “Qui, cosa, Fiorella?!”
- “Qui, direi che sono cose private, Nikla.”
- “Come cose private?! Anche prima era una cosa privata. Roby mi portava via Serena. Tu dicevi che mi aiutavi ma a te interessava solo colpire lui!”
- “Anche a te, Nikla. ...Poi, a me, non interessava colpire nessuno. Tutti sapevano che era ed è il capo del terrore. Se mi chiedevano, non è che io potessi dire che non lo era, o potessi non dire che lo era!”
- “Ecco, ora mi scarichi.”
- “Nikla, se anche quel ragazzo la ama..”
- “Maledetto! Maledetto! Quei due se la spassano ed intanto io sto perdendo Serena ché ora è sempre a far l’amore con quel ragazzo e pensa solo a lui!!! Solo a lui!!! Io, poveretta, che ho fatto tanti sacrifici! Ed anche la mia mammina, che ha sempre occhi per tutto e per tutti, soffre a vedere che Serena è...”
La Allakka non riuscì a trattenersi:
- “...A vedere che Serena è felice!”
- “Puttana! Puttana! Serena deve essere felice solo con me, con la mia mammina e coi miei parenti!”
- “...Ho capito...”
- “Dobbiamo fare qualcosa, Fiorella. Più che qualcosa. Finché non risolvo questa situazione, io non vivo più.”
- “Va bene.”
- “Va bene cosa, Fiorella, se tu non mi aiuti?!”
- “Devo solo capire come...”
- “Dimmi, Fiorella... Prima contro Roby potevate fate tutto... Non può essere che ora...”
- “Nikla, posso starti vicina... ...Posso vedere... ...C’è un gesuita, un prete, che è pure un compagno, un amico nostro, nostro anche degli Squadroni della Morte CC-NATO... ...ma questo non importa... ...È un amico..., ...un altruista..., ...uno che si presta. Fa delle sedute, anche dei piccoli corsi di rilassamento. Posso raccomandarti. No, non è obbligatorio pagare. Ma se vai con la raccomandazione mia neanche allude... ...Così sei sicura e stai tranquilla che non ti costa neppure nulla... ...Che ne dici?!”
- “Fiorella, sto male! Mi sento tutta rodere. Poi, c’è la mia mammina. Cosa le dico di fare rilassamento?! Lei è perfetta! Non ha bisogno di fare nessun corso! Una grande donna. Lei sa quello che si deve fare. Serena va bloccata!!!”    
- “Nikla, vuoi dire che Serena deve restare zitella e con te, e che io devo aiutarti?!”
- “Precisamente, Fiorella. Me lo ha detto la mia mamma, e dio devo farlo! Lo facciamo per il suo bene. È chiaro. La mia mammina pensa sempre agli altri! Noi siam altruisti, ...noi!”
- “Come amica posso fare tutto quello che si può a livello privato... ...se posso, ...per quel che io possa... Ma non è che si possa forzare...”
- “Quello che dicevo. Ora mi scaricate...”
- “Nikla, se sono questioni di sicurezza è una cosa... Qui mi dici che tu e tua madre vi rodete perché Serena è innamorata, ...innamorata e ricambiata.”
- “Ma come ti permetti! Noi lo facciamo per il suo bene! ...Per il suo bene e solo per il suo bene!”
- “...Certo... ...Avevo ben capito...”
- “Fiorella, posso farti una domanda?!”
- “Sono qui per questo, Nikla...”
- “Fiorella, devi dirmelo... ...Ma tu ti sei mai fatta portare a letto da Roby?”
- “Ma che dici Nikla! Ma che dici!”
- “Scusa, ma io mi sono sempre immaginata che Roby desse una botta a tutte le ficazze dell’INPS, lì della CGIL e non solo... Mi facevano sempre dei sorrisetti quando le incontravo alle riunioni delle femministe... ...Tu pure...”
- “Guarda, Nikla, io non ne so nulla di quelle cose. E neppure mi interessano. Io ti sorridevo perché ti sono amica. Non erano sorrisetti! Ora, siamo qui per...”
- “Guarda, che me lo ricordo che eri sempre sorridente con tutti e, a volte, ti mettevi una minigonna proprio mini con le tue gambe fuori... Sì, non facevi l’aria di una che cercasse, ma pur sempre...”
- “Nikla, se è per questo davo pure soldi, sai le solite sottoscrizioni, a quelli dei gruppetti anche se io avevo optato per il PCI. È chiaro che sia sempre meglio essere gentili con tutti, fare le cordiali. Quanto all’abbigliamento, un po’ le mode, o si ha caldo, o funzionalità”
- “...Io ho sempre pensato che, forse... ...Chissà...”
- “Nikla, vediamo di riassumere. Roby è ora a Londra. Studia per un dottorato. Al contempo c’è questa operazione di persecuzione totale, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing che ora lo colpirà pure lì. Qui, prima dicevi che perdevi Nikla perché Roby poteva avere come un ascendente su di lei. Ora dici che te la ha già quasi portata via il ragazzo di cui si è innamorata.”
- “Fiorella, che c’entra ora lui che fa il dottorato, con quello che si sta facendo Serena che ora è innamorata folle di quel ragazzo?”
- “Lascia che ti spieghi...”
- “Roby con un dottorato e magari pure professore all’estero... Oppure se lo blocchiamo senza dottorato ed in altre professioni. Ecco, immaginati Serena che considerazione può avere di te con Roby che... ...Magari è proprio perché già ha poca considerazione di te, che con quel ragazzo è così presa. ...Ci sono tante ragazzette che vanno a divertirsi in discoteca senza innamorarsi follemente di qualcuno, o ci stanno con quelli sbagliati, per cui, alla fine, è la mamma che resta al primo posto.”
- “Oh, ma cosa mi dici mai Fiorella?! Non è mica una facile che fa la leggerotta in giro. Si è innamorata di uno perché è una ragazza seria, Serena!”
- “Ed intanto tu la perdi.”
- “No! No! Mai! Non posso vivere senza Serena! Piuttosto l’ammazzo! L’ammazzo! O mia o di nessuno! 
- “Calmati, Nikla! Calmati!”
- “Ma cosa c’entra con quel capo del terrore Roby, che lo avevamo sistemato ed ora lo abbiamo risistemato?!”
- “Vedi sono cose sottili... Lei adora  il padre più di quanto ti faccia vedere. Immaginati se lui diviene dottore di ricerca e professore, o se si fa un nome egualmente anche se noi lo blocchiamo lì. ...Dovremmo anche bloccarlo in altre cose. Eppure lo vedi che quello sta riuscendo, sempre in qualche modo, a non caderci in bocca (se commettesse qualcosa potrebbero metterlo dentro, ma lui non abbocca), ed a trovare altre vie, altre soluzioni. E, guarda, che, dimettersi dall’INPS, è stata come sfida che lui ci avesse lanciato... Come dire che lui ci fa fessi anche senza il lavoro pubblico, il lavoro sicuro. Io spero lo possano distruggere, ma proprio non possiamo sapere. ...Anche se tu hai impedito a Serena di vedere Roby oramai per una decina d’anni, lei ha trasferito quella sua adorazione del padre su un ragazzo che la ha corrisposta. Sennò, tante della sua età pensano solo a divertirsi e restano attaccate alla  mamma. ”
- “Maledetto! Maledetto! Roby va liquidato! Chi si crede di essere?! Cosa si crede di diventare?! Ma ora, subito, subitissimo, ché io non vivo più, dobbiamo fare fuori pure quel ragazzo che ora mi sta portando via Serena, che è come se me la avesse già portata via. Serena, parla solo con lui. Mi ignora! E quello che mi dice pure mia mamma, la mia mammina. Mi sgrida perché io non ho saputo... ...non sono riuscita a tenerla a freno... Vanno liquidati, e quel ragazzo subito ché io sto male e faccio soffrire pure la mia mammina che mi sgrida!!!”
- “Calmati, Nikla, è che...”
- “Fiorella, non vedo come. Come quel ragazzo e Roby facciano ad esser collegati. Sì tu mi hai detto di quella cosa che Serena... Ci deve essere dell’altro... Quei due si conoscono?”
- “No, non si conoscono...”
- “Ed allora che c’entra ora Roby con quel ragazzo. No, Serena la tenevo tutta e solo attaccata a me ed alla mia mammina, ed a tutti quelli mi diceva la mia mammina. È quel ragazzo che me la ha sottratta. Io lo ammazzo, questo ragazzo. Serena deve smetterla di stare con quello!”
- “Calmati, Nikla...”
- “Tu fai presto. Mi prendete in giro. Cosa c’entra ora Roby con quello. Devi aiutarmi a far rompere subito Serena con quel quel ragazzo. E poi va liquidato pure Roby che pretende di studiare a farsi una carriera!”
- “Se non mi lasci parlare, Nikla...”
- “Non capisco che c’entrino. Che è sta storia che sono collegati?”
- “Se non mi fai spiegare, Nikla...”
- “Dai, dimmelo, Fiorella! Dimmi tutto quello che sai.”  
- “Guarda, Nikla, cerco di essere breve e chiara, per quel riesco. A Roby non pensiamoci ché quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Puoi anche roderti. Ma se domani trova degli appoggi e poi lo vedi comparire alla BBC, noi non possiamo farci nulla. Se non possono gli Squadroni della Morte CC-NATO e NATO che hanno nelle mani la cosa... Per cui, lui, ...come dire..., non è più di nostra competenza. Qualcuno o molti lo avrebbero voluto qui a far reati ed in galera. Lui, in apparenza, se ne sta tranquillo a studiare all’estero. Anche il nostro compagno maggiore qui, degli Squadroni della Morte CC-NATO, dice che anche se devono ben andare fino in fondo, per cui è giusto simulare che lui sia il capo del terrore, in realtà pensa solo a studiare. Dunque non pensiamoci, ora. Tu vorresti ora rovinare il rapporto tra Serena con quel ragazzo, perché dici che tu e tu madre lo dovete fare per il suo bene. Guarda che non c’è nulla di meglio degli amori che svaniscono, o delle delusioni, perché una ragazzina ne cerchi altri...”
- “Dai, dimmi tutto, Fiorella. Va risolto tutto, in fretta. Non posso restare sola! Anche la mia mammina preme.”
- “Non c’è altro da dire.”
- “Cosa possiamo fare?”
- “Anche se andate a parlare con la famiglia di lui che cosa ottenete?”
- “Fiorella, abbiamo già parlato con la famiglia di lui...”
- “Cosa hai loro detto?”
- “Che sono la mamma e che sono preoccupata?”
- “E loro, Nikla, ...loro cosa ti hanno detto.”
- “Dicono che sono ragazzi...”
- “Tutto lì, Nikla?!”
- “Io ho cercato di dire loro che il padre è capo del terrore.”
- “E loro?”
- “Oh, Fiorella... ...sì, sul momento hanno finto preoccupazione, ma poi hanno detto che non è che ci siano pericoli per loro figlio e per Serena.”
- “Per cui, Nikla, ti hanno detto che non ne frega loro nulla. Devono essere delle brave persone.”
- “Fiorella, ma allora non è vero che Roby è capo del terrore? Mi nascondi qualcosa?”
- “Tu, dici che lui lo sia... ...Noi pure, lo Stato, ne siamo sicurissimi... È lui che è nel mirino... ...non Serena...”
- “Fiorella ne parli come se tu lo volessi difendere... ...Io cerco di spiegarlo alla famiglia del ragazzo che Roby è pericolosissimo, quelli si saranno pure messi a ridere alle mie spalle, quando me ne sono andata... Ce l’avete tutti con me! ...Fiorella ma sei sicura che Roby, magari una volta, o solo qualche volta, non ti abbia caricato in macchina, ti abbia dato una botta e tu magari ti sia innamorata di lui?! ...Vorresti che ti montasse addosso e dentro di nuovo...”
- “Ma che dici, Nikla? Ma cosa centra?! Ti ho già detto di no. ...Ecco, questa cosa di Serena ti ha fatto uscire di senno... Sei più sconnessa del solito! Cioè, volevo dire, di solito, riusciamo a capirci invece ora accavalli asserzioni senza neppure un qualche possibile senso né connessione... ”
- “Fiorella, parli sempre di Roby come se agognassi che lui ti sguizzasse dentro...”
- “Basta! Smettila di continuare su questo tono o me ne vado! ...No, no, è la cosa di Serena che ti ha tolto la lucidità...”
- “Hai ragione. Ti prego! ...Scusami. ...È che i sembra che tu sia troppo interessata a lui...”
- “Finiscila!”
- “Oh, scusa... Spiegami, Fiorella... È che non capisco.”
- “Se non mi lasci parlare.”
- “Dai, dimmi Fiorella... ...è che sono sconvolta! Che starà facendo ora Serena. Ecco sarà a far l’amore con quel suo ragazzo... Lei se la spassa e tutti noi soffriamo! ...Me l’ha rubata! Me l’ha portata via! Io mi sacrifico per lei, e lei si diverte!”
- “Nikla, è quello che ti dicevo prima. La faccenda di Serena è una cosa privata.”
- “Però quando vi servivo, Fiorella...”
- “...Ed anche quando serviva a te, Nikla!”
- “Fiorella devono andare quelli degli Squadroni della Morte CC-NATO, il compagno maggiore, o chi vogliano, a dire loro che sono in pericolo, che devono rompere con Serena, perché Roby... Così lei ritorna da me.”
- “Lo hai già tetto tu a loro, ai genitori di lui...”
- “Ma se vanno i Carabinieri...”
- “Quelli si muovono se c’è di mezzo Roby. E qui proprio manca la sostanza. È una cosa privatissima tua. E Roby proprio non c’entra.”
- “Fiorella, allora fatela divenire una cosa pubblica. Tu dici che è privata. Io vi dichiaro che Serena è collegata con Roby, per cui colpendo lei si colpisce Roby. Come lo chiamate, quella cosa lì, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, lo applicate anche lei. Serena sta con me e la mia mammina e va tutto bene. Lei si allontana e gli Squadroni della Morte CC-NATO intervengono.”
- “Cosa dici, Nikla?! Non penserai mica che noi...”
- “Come no?! Non me lo avevi detto tu che Roby lo stavate seguendo già quando era uscito e chi ogni cosa facesse voi...”
- “Ma sei sicura, Nikla?!”
- “Guarda che anche se sono sbadata, io me le ricordo bene queste cose, di quando facevate il mazzo a quello. Ti ricordi che mi dicevi che quando Roby andava chessò alle conferenze ecologiche, dopo che era uscito, la Carlini te lo aveva segnalato e voi avete fatto dire ai Carabinieri al cornuto, ...sì quel suo pseudo-marito finocchio..., ...come si chiamava?!..., ah, Soave!, che Roby era il capo del terrore e quel Soave lo avete detto a tutti i Verdi...”
- “Ah, è normale Nikla. Quando si fa lo S/G-OS-M, si segue il bersaglio ovunque. Se mi segnalano, io devo segnalare e loro, i compagni degli Squadroni della Morte CC-NATO, è chiari che prendono provvedimenti, che intervengono.”
- “Ah, vedi che mi ricordo bene... E perché la Carlini lo diceva a te...”
- “Nikla, ma non ti ricordi... ...Se lo Stato, gli Squadroni della Morte CC-NATO, il partito, hanno incaricato me di seguire il caso, lo sai che io sono sempre a disposizione.”
- “Ah, vedi, Fiorella... E non ti ricordi che quando era rientrato all’INPS eri lì sempre a telefonare a tutti che lui era qui, che lui era la, che dovevano stargli addosso, spingerlo ad andarsene, dire a tutti che era il capo del terrore e gli andava fatto il mazzo, che bisognava farlo sentire in trappola, reagire, che commettesse qualche violenza, così da poterlo rovinare?!”
- “Cosa rimugini, Nikla. Mi aiutavi pure tu. È quello che dobbiamo fare per lo S/G-OS-M. Sono procedure normale. Lo Stato comanda. Noi dobbiamo obbedire. Lo Stato siamo noi tutti. Anche ora sai quello abbiamo fatto. Io lo faccio per la Patria. Tu per te e la tua mammina.”
- “Io lo faccio per il bene di Serena!”
- “OK, ed allora?!”
- “Guarda, Fiorella, la mia mammina che pensa sempre a tutto ed a tutti, mi ha chiesto perché non facciamo la stessa cosa per Serena, perché lei resti mia e solo mia, mia e della mia mammina.”
- “Ma cosa dici?! Ma ti rendi conto?! Contro Roby era ed è una questione di Stato. Anche tu cooperavi e cooperi.”
- “No, io lo faccio per il bene di Serena che deve restare mia e solo mia, mia e della mia mammina. ...Ed anche perché la mia mammina mi dice sempre che nessuno può scaricare una Scatizzi, che a quel Roby gliela si deve far pagare!”
- “Questo lo sapevo Nikla. Tu lo fai per fini tuoi. Noi lo facciamo per il bene di tutti, per la difesa dello Stato democratico.”
- “Ma dai, Fiorella, ma se non ci credi neppure tu che Roby sia il capo del terrore...”
- “Ma cosa dici, Nikla?! Lo sappiamo tutti che è il capo del terrore! Cosi deve essere... Così è e così deve essere!”
- “Ma, Fiorella, se quello, con quel suo uccellaccio circonciso da giudeo schifoso pensa solo a scopare.. Scopare e leggere... Scopare, leggere e scrivere. Non siete neppure riusciti ad impedirgli si laurearsi. E la mia mammina quante me ne ha dette!!! Ora il master o super-master. Speriamo che la mia mammina non lo sappia. Dite, dite, ma ora lo fate pure divenire accademico!!!”
- “Nikla, ti agiti e straparli... Basta!”
- “Sì, sì, va bene. Roby è il capo del terrore. Ma ora dovete bloccare pure Serena.”
- “Ma ti rendi conto, Nikla?!”
- “Come la chiamate quella cosa, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing?! Ecco, mettete pure Serena sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing!”
- “Ma ti rendi conto?! Significa che non deve studiare, lavorare, vivere.”
- “Fiorella, Serena l’università l’ha pressoché finita e fa pure l’esame di Stato per poter fare progetti. Non occorre studi di più... Ma ti immagini se si mette pure lei ad andare all’estero a studiare?! Io resto sola e la mia mammina... ...oh, cosa le dico poi?! ...Fatemela andare in convento! Lavora, vive, la proteggono. A me ed alla mia mammina basta che passi le feste con noi, che si faccia vedere... Quando sappiamo che è ben protetta, che si prendono cura di lei...”
- “E se si sposa?!”
- “Puttana! Puttana! Ecco, ora starà con quel ragazzo che si vuole solo divertire. E lei a fare la puttana, a godersela. Ed io soffro... io e la mia mammina soffriamo!!!”
- “E se le lei non avesse intenzione di farsi segregare?!”
- “Fiorella, voi dite che siete onnipotenti. Io e la mia mammina, col vostro aiuto, la rinchiudiamo in un convento, magari qui a Torino, o alla Spezia. Dici che non hanno bisogno di una architetta?!”
- “Beh, sai, agli Squadroni della Morte CC-NATO fa sempre piacere avere nuovi nominativi. Ci hanno richiesto anche di recente, al partito, se non si abbiano dei nominativi... Sai come siano gli uffici. Se restano senza pratiche, li chiudono. Lì pratiche le hanno sempre ma perché si sbattono per creare nuove categorie da mettere sotto tiro. Ah, certo, sempre per la difesa dello Stato democratico. Beh, sai, prima era tutto più semplice quando c’era il terrore di massa. Ora... ...beh, ora... ...anche ora, è solo che ora si devono trovare nuove categorie di soggetti potenzialmente pericolosi... ...Ma, scusami, Nikla, io non la vedo egualmente questa cosa...”
- “Fiorella, guarda, che io a volte capisco qualcosa... ...Non mi vuoi aiutare! Lo sai cosa faccio?! Quel maggiore mi aveva detto... ...sì quella cosa della famiglia Scaruffi, ...anche il nonno a-fascista, il padre a-tutto, Roby... ...Roby ed ora Serena. Vado io lì al Centro Torture e Persecuzioni di Via Cernaia e dico che devono metter sotto S/G-OS-M anche Serena!”
- “No, guarda, meglio da quelli non vai... ...Non crederti che tu vai e... Lì ci possiamo andare solo noi, il partito, noi che... ...Vai tu, se ti metti a fare di questi discorsi finisci per fare pasticci pure per l’operazione su Roby... E poi scusa, anche andassi, ...beh se vai non ti ricevono, ...è un periodo che sono occupatissimi... ...devono pure avere mosso l’ufficio da un’altra parte... ...Comunque, che diresti loro che devono impedire il matrimonio con quel ragazzo?”
- “Ti ricordi quando Serena aveva contattato la Tasinato che era andata a parlare nella sua scuola dopo che era uscita ed io l’avevo fatta venire pure a casa a cena da noi?”
- “Oh, Nikla, quella era solo una troiazza che prima aveva fatto l’infame, poi aveva ritrattato, infine andava in giro per le scuole, dopo che era uscita, a dire che il terrorismo non era stato tutto male anche se ora era finito. Magari l’avevano inviata gli stessi Squadroni della Morte CC-NATO per vedere chi stesse ancora a sentire quelli... ...Dà retta a me, che io so come vadano quelle cose...”
- “Infatti, Fiorella... Serena l’aveva subito contatta perché era attratta dal terrore. Se lei ha segnalato Serena agli Squadroni della Morte CC-NATO ecco che loro già sanno che Serena può essere una potenziale sospetta...”
- “Oh, Nikla, quella Tasinato ce l’aveva con Roby perché non  la voleva scopare ché non aveva attrattive. Tu l’avevi inviata a cena e, dopo avermene già allora parlato, avevi ben sputtanato Roby come ti avevo consigliato io stessa... ...Mi avevi pure detto che Serena era restata un po’ schifata a vedervi starnazzare contro Roby, e che non l’aveva più vista...”
- “Fiorella, ma resta che Serena era chiaramente attratta dal terrore e che se poi la Tasinato ne ha parlato agli Squadroni della Morte CC-NATO loro hanno ancora la segnalazione.”
- “...Nikla... Tu le impedivi di vedere Roby. Serena era innamorata del padre e cercava dei surrogati... ...Surrogati... Alla fine era meglio lui, Roby... ...Se non altro, è uno che... Beh, non importa... ...Oh, ecco, Nikla, andiamo dagli Squadroni della Morte CC-NATO e diciamo loro che devono mettere sotto tiro Serena perché dieci anni fa ha incontrato la Tasinato che poi ha starnazzato con una Nikla furiosa contro Roby perché si era fissata parlasse male di lei con Serena!”
- “Io lo so! Lo so! Io lo so che Roby parlava male di me con Serena. Io lo so che Serena mi disprezza. Mi guarda sempre in un modo... Mi fa pure di quei sorrisetti di irrisione ora che va a divertirsi con quel ragazzo... Serena detesta me e la mia mammina. È solo che io non posso, di fronte alla mia mammina, far vedere che... Non posso far vedere di fronte ai miei familiari e parenti che Serena mi disprezza e disprezza pure loro... Mi capisci, Fiorella?!”
- “Certo che capisco. È tutto chiaro. Del resto non è che mi facessi illusioni. Nikla. ...Per difendere questo Stato democratico il partito e lo Stato devono poggiare su quel che trovano. Non abbiamo illusioni su nessuno. Forse ne avevo quando ero piccolina e non capivo. Poi, una fa una scelta di campo e la segue.”
- “Fiorella. O vai tu, o vado io.”
- “Nikla, e lo ho già detto che se vai tu... ...Non sapresti neppure dove andare ora. Gli uffici cambiano.”
- “Fiorella, mi hai detto che sotto quella cosa dello S/G-OS-M hanno tanti programmi o sottospecie differenti?”
- “Ovvio... Prima al Partito, ...beh, lo sai,  non è che io sia una che giri per le questure... ...il Partito ed in Sindacato, che sanno come difendere i lavoratori ed il regime repubblicano, mi hanno chiamato, a me come tanti altri... Era ed è nostro dovere... ...Mica facciamo i confidenti, noi... Il Partito chiede... ...Se ad uno non piace non è che sia obbligatorio stare nel partito o nel sindacato. Ma se ci stai ci sono delle regole... ...Dicevo... ...Il Partito, che ovviamente è in contatto costante con le istituzione deputate alla sicurezza collettiva, prima chiedevano liste di chi non fosse proprio proprio... Perché facevamo le manifestazioni e gli scioperi anti?! Perché lo vedi subito che, se uno non si schiera come farebbe un qualunque bravo suddito, allora già comincia ad essere sospetto. Poi stava a noi vedere che non si schierasse perché non ne capiva nulla, o se non si schierasse perché era davvero un sospetto-sospetto o più che un sospetto. Per esempio, Roby lo si vide subito che... Cosa diceva?! Che era meglio studiare la cabala che fare pagliacciate?! I solidi giudei schifosi che te lo vogliono mettere in quel posto coi sofismi! Una cosa è se  uno non sciopera contro il terrorismo perché è un ex-carabiniere od un fascio che non fa scioperi. Lo lo si vedeva subito che quel Roby era uno che sghignazzava, che diceva che era tutta una pagliacciata, dunque che era contento che noi cadessimo sotto i colpi del terrore. Dunque, a quei tempi era facile produrre liste con decine di migliaia di nomi di veri sospetti, di fiancheggiatori e di chiaramente o probabilmente arruolati. Dopo, quando il terrore è finito, o quasi, è chiaro che la difesa del regime repubblicano continui. Mica solo il terrore rischiava di disgregare tutto, tutte nostre conquiste. Ci sono tante altre categorie. I compagni dei centri tortura e persecuzione dei Carabinieri, con cui il Partito era ed è restato in stretto contatto e collaborazione, quando ci chiedono altre liste di nomi ci danno sempre nuove classificazioni di sospetti da segnalare e seguire, eventualmente da colpire con la riservatezza ed il segreto dovuti alle attività dello Stato... Non è che possiamo turbare le persone per bene, quelle se ne stanno tranquille, facendo loro sapere dalla parte segreta, nell’ombra, del lavoro delle istituzioni che, ovviamente, agisce per il loro bene...”
- “Oh, Fiorella, si vede che sei una importante al Partito e che hai esperienza. E come le spieghi bene le cose... ...Ed allora, se avete tante possibilità, basta mettere Serena su una di queste liste di soggetti da controllare. Così la controllo io, con la mia mammina. ...E se poi fosse possibile spingerla verso un convento, qui a Torino. ”
- “Ma sei sicura?! Proprio sicura?! Primo non le faccio io queste cose, e neppure il Partito. Sono questioni di Stato. Quando fanno S/G-OS-M cercano di sospingere le persone in qualche direzione, precludendo le altre. Ci hanno fatto dei seminari dove ce lo hanno spiegato. È come nella manifestazioni, o nei moti di piazza, o nelle operazioni militari. Se vuoi che la massa vada in una certa direzione blocchi le altre. Ma non sempre succede quello vorrebbero. Lo vedi anche con Roby. Gli abbiano chiuso tutte le direzioni, per quello siamo riusciti. Per cosa? Per spingerlo in clandestinità. Logico! Sappiamo che è il capo del terrore. Lo spingiamo in clandestinità. Tanto sanno egualmente dove si trovi. Usano la rilevazione satellitare che si basa sulle onde cerebrali. ...Ce ne hanno parlato in dei seminari... Chiaro che non lo facciano con tutti. Solo coi soggetti di loro interesse. Dunque, sanno dove sia in qualunque momento. Quando decidono lo vanno prendere ed è rovinato, si spera ben più a lungo della volta prima. Noi ce la mettiamo tutta. Ed invece lui che fa?! Si licenzia e va a studiare all’estero. A Serena, se la si mette sotto S/G-OS-M si più fare in modo che non trovi lavoro, o se lo trova lo perda subito. Si può fare in modo che, se cerchi di fare dei corsi, delle cose, oltre la laurea che oramai ha preso, succedano cose strane per cui... Possiamo, vada mai da qualche parte, associazioni, partiti ed altro, ostruirla o meno... Ma non è la possiamo infilare in un convento. Se c’entra possiamo intervenire perché la tengano o meno, la governino in un certo modo. Ma non è che stia a noi... ...Si può sospingere, cercare di sospingere... Ma se poi se ne va all’estero come Roby, beh possiamo ostruirla pure all’estero, se abbiamo le autorizzazioni, tagliarle le gambe o tentare, ma anche lì non è che possiamo obbligarla a rimpatriare né trascinarla in un convento...”
- “Beh, Fiorella, se voi potete bloccarla nel fare una vita indipendente... ...sai io ho visto che lei si angoscia e poi mi ubbidisce quando io mi metto a piangere ed a disperami. Anche la mia mammina le fa sempre delle scene e spesso lei non riesce a dire di no. ...Anche se ora sta lì a divertirsi con questo ragazzo e la vedo che ci irride tutti... Oh, che rabbia... Puttana! Puttana! Oh, il mio fiorellino... Con quel porco che si vuole solo divertire!!! Che rabbia! Se continua così, io impazzisco!!! No, non posso. Se impazzisco cosa mi dice la mia mammina?! La mia Serena sarà, in questo momento, lì che fa l’amore con quello e se la gode, mentre io e la mia mammina, che ci siamo sacrificate tutta la vita, siamo qui che ci disperiamo...”
- “Nikla, se proprio volete fare delle porcate, cercate tramite i genitori di lui...”
- “Ma che porcate e porcate! Sono quei due che se la spassano, la mia bambina con quel suo ragazzo. Io devo difendere la mia Serena. Io lo faccio per il suo bene. Ed anche per proteggere la mia mammina che soffre e mi sgrida! ...Sono già  andata a parlare coi suoi, ma quelli con fanno nulla! Bisogna mandare loro uno del Centro Torture e Persecuzioni dei Carabinieri e far loro paura!”
- “Insomma la vuoi proprio fare mettere sotto S/G-OS-M?!”
- “Certo, Fiorella! Se Serena non si riesce a farla ragionare con le buone, va guidata. Dobbiamo intervenire noi. Se non sono bastata io, mi dovete aiutare.”
- “Nikla, gli Squadroni della Morte CC-NATO, se sono disposti, hanno bisogno di un dossier... Che cosa ci si mette?”
- “Ma è chiaro... Una che contatta la Tasinato, poi che è sempre critica di tutto, che mi si ribella a quel modo, sì che fa l’amore in continuazione con quel ragazzo, che sfugge alla mia autorità ed a quella della mia mammina, che ci canzona ora che ha l’innamorato, è proprio una come suo padre!!! Va fermata! Va fermata!”
- “Nikla, ma non ha mica fatto mai parte di gruppi...”
- “Appunto, Fiorella... ...Perché si sente superiore a tutti. Sì, è proprio come suo padre, e come suo nonno, e come il bisnonno e come tutta la famiglia Scaruffi! Giudei schifosi! ...Sai, me lo ha detto il maggiore della Cernaia. Quelli, sono dei giudei schifosi che si infiltrano... ...Come li chiamate voi, lo ho sentito anche in televisione... ...i lupi solitari. Ecco, Serena è una lupa solitaria che va controllata. Solo io e la mia mammina possiamo farlo! ...Ma va fatta rompere con quel suo innamorato. E ciò, io non sono riuscita a farlo nonostante tutte le mie scenate. Neppure la mia mammina. Anzi, dovevamo pur fare buon viso a cattivo gioco, lo vedevo che ci irrideva!, che sennò la perdevo ancora di più!”
- “Va comunque fatto un dossier... Sempre che agli Squadroni della Morte CC-NATO siano interessati al caso... ...Occorrono delle dichiarazioni...”
- “Oh, io e la mia mammina siamo già due. Poi ci sono Franka e Rikkio. Anche Angela e Fausto, di sicuro, che sono sempre disponibili. Può essere pure qualche d’un altro. ...Poi guarda, io ci penso già giorno e notte, ché non riesco più a far nulla che pensare alla mia Serena..., puttana! puttana!..., che fa l’amore con quel porco che si vuole solo divertire... Anche Franka mi ha detto che si potrebbe fare figurare come una cosa per colpire Roby... ...Pensa lui, il capo del terrore, con una figlia suora di clausura... ...Lo prende come un affronto... ...Viene qui, fa delle pazzie, ...voi potete metterlo nei guai, sbatterlo un galera a vita...”
- “Nikla, ti ho già detto che, anche se..., ...non possiamo noi metterla in nessun convento...”
- “Fiorella, c’è quel Cappelletto con quel suo gruppo, che si dà da fare con ragazzini e ragazzine... Credo che qualche amica di Serena sia in contatto, forse pure lei...”
- “Ah, ne ho sentito parlare... ...sì te lo ho anche già detto... ...anche al partito...”
- “Ma allora sono dei vostri?!”
- “Nikla, sono tutte cose campate un po’ per aria... Se lo conosci, perché non dici a quel Cappelletto di fare entrare Serena nelle sue congregazioni... ...È uno che ci si fare... Ha agganci...”
- “Ma allora lo conoscete, Fiorella?!”
- “Nikla, sto solo dicendo che se lui la fa chiudere in uno dei suoi conventi... o come si chiamano...”
- “Fiorella, finché Serena se la spassa con quel puttaniere che pensa solo a divertirsi... Siete voi che dovete metterla sotto S/G-OS-M ed andate a parlare con la famiglia di lui, ...se loro vedono voi si mettono paura... Schifosi! Lo vedo che quanto li sento non mi considerano. Mi trattano da povera scema... Se invece andate voi... Se mandate un generale dei Carabinieri...”
- “Nikla, posso sentire col Partito e, se mi autorizzano, con gli Squadroni della Morte CC-NATO... ...Se mi dicono di no, vedremo altre cose... ...Non so...”
- “Fiorella, mi raccomando, devi dirlo che Serena è una ribelle pericolosa, una lupa solitaria e che così colpiamo anche Roby... Quello è un demone. Lo viene a sapere. Viene qui a salvarla. E voi potete finalmente fregarlo!”
- “Vediamo, Nikla...”

Ritorniamo un attimo a quella Tasinato che Serena aveva ingenuamente contattata, sebbene poi la Tasinato avesse fraternizzato in realtà con Nikla e suscitato il disgusto di Serena a vedere quelle due pazze furiose... Non per il valore o disvalore intrinseco della Tasinato che non ne ha. Bensì per la tipologia. Capìta la Tasinato, si illumina appena di più la già sufficientemente squinternata Nikla così come altre sporcaccione... oh, tutte differenti ma così uguali nei cattivi sentimenti e nelle chiorbe vuote, rimbombanti ed otturate.
Di origini venete, la Tasinato era una piuttosto disgustosa, di quelle s’insinuano, s’infilano e fanno il possibile per fregarti se ti percepiscono come differente, meglio di loro, mentre s’appassionano per la feccia.
Piuttosto bruttocchia, almeno secondo canoni estetici raffinati, anche quando s’era appena sgonfiata dal grassoccio. A quei tempi lei era negli anni della scuola media superiore. Poi durante i processi, finita ragioneria, stava frequentando dei corsi di Basic e Cobol che faranno la sua fortuna professionale, nel senso che troverà un’occupazione stabile mentre altri senza programmazione ai riducono a razzolare per lavoretti provvisori e generici.. Era di quelle che  la dava a tutti (sebbene la volessero pochi), anche quando aveva il ragazzo, secondo la logica: “Io ci ho guadagnato”, alias “Oggi, ora, me lo sono cuccato. Se me lo fossi fatto scappare sarebbe stata una cuccata in meno.” Traduzione veneta del pugliese: “Ogni colpo non battuto è perduto.” Una tipica veneta. Eppoi le bruttocchie, a differenza delle fiche, non possono permettersi di scegliere. Meglio cuccare quel che capita ché poi non è sicuro quando se ne rimedierà un altro. Anche col ragazzo fisso, quando questi non c’era, se uno gliela chiedeva, o comunque glielo metteva, lei se lo cuccava. Femminista del tipo: facciamo come i maschi così cucchiamo di più. Il ragazzo le andava in casa nella sua stanza. Padre e madre stavano in cucina con la televisione a tutto volume e non osavano affacciarsi nella sua stanza. Una volta che il padre le aveva detto qualcosa, lei lo picchiò.
Più una è disgustosa, più una è naturalmente troia. È una legge biologica. Era il caso suo.
Non so come Roby la conobbe... Ah, no, non la conobbe, in nessun senso. La Tasinato era, con una sua amica, una fichetta anche se scemotta, di quel gruppo di varie decine che Roby si trovò a poter salvare dai giochi di guerra Stato-terrorismo (di fatto terrorismo di parastato come già detto diffusamente all’inizio). Lei, con la sua amica fichetta, non fu di quelli, forse alcune decine, che Roby forse salvò, salvò da una galera senza senso. La Tasinato era una che aveva bisogno di rimestare e di rimestare nel peggio ci fosse sul mercato. Era un modo per sentirsi superiore. “Vado dove c’è il pericolo. Dunque sono superiore agli altri.” Poteva andare ad una scuola di paracadutismo. No, quelli li aveva attorno. E poi erano tutti tipi alcool, fumo e pistole. Lei li vedeva e si diceva che le montavano addosso e le davano del cazzo. No, non poteva resistere loro.
Un giorno, disse a Roby: “Ho preso degli impegni.” Siccome razzolava con quelli che apparivano di area PL, e siccome la sua amica fichetta era sempre con lei, era chiaro che sia lei che la sua amica era entrate in quell’area. Non c’era l’obbligo di denuncia. Ma anche ci fosse stato, Roby non era il tipo. Lei andava a scuola per cui che si fosse impegnata con quelli poteva essere qualunque cosa, anche nulla. No, beh, quelli dovevano inguaiarti. Faceva parte dei rituali dei giochi di guerra.
Le infognarono come da procedura corrente in quei tempi. ...Rapine facili, credo, in 40... 4 o 5 che la fanno. Poi le auto di appoggio. Poi quelli che assistono in immaginifiche fughe. Per cui, dopo pochi metri o decine di metri, si camuffano in coppie che passeggiano e/o limoneggiano. Ed ecco che, una cosa da fare in due, diviene una grande operazione ‘militare’. Lei e l’amica erano di quelle che servivano per trasformare gli assaltatori in coppie in transito casuale. Sufficiente perché quando uno dei grandi eroici “militanti rivoluzionari” si fosse pentito e se la fosse cantata, si fossero trovate tutte e due con l’accusa di rapina e di banda armata. L’amica fichetta aveva pure trovato il ragazzo in uno di questi grandi combattenti subito pentitosi. La Tasinato continuava a farsi chiavare quando trovava e lì si limitava a fare la finta femmina della coppia per permettere al grande combattente di defilarsi dopo una ‘grande’ operazioni militare.
E furono pure fortunate. Perché, se le avessero usate come mascheratura dopo aver tirato giù qualcuno, si sarebbero trovate con accuse da ergastolo, visto che se partecipi ad un reato non c’è differenza tra chi spari e chi partecipi all’operazione sapendo a che cosa partecipi. Poi, di quei tempi, non è che i giudici andassero tanto per il sottile. Chi voleva tirarsene fuori doveva darsi da fare di lingua, e dire pure quel che la sbirreria ed i militari volevano sentirsi dire.     
Certo, le due pischelle se la cantarono sul momento, anche se avevano poco da dire. E poi ritrattavano. Di quei tempi era considerata valida la confessione ma nulla la ritrattazione successiva. Mode dei tempi... Invece, per i loro compagnuzzi, la ritrattazione in qualche modo redimeva se, dopo avere ritrattato, ti rimettevi a disposizione dell’organizzazione.
L’amica fichetta era in depressione perché il grande combattente di cui s’era innamorata se l’era cantata appena preso ed aveva pure scoperto che se la faceva con un’altra. In stato confusionale, aveva ammesso tutto, tutto quello le avevano chiesto, per poi ritrattare e per poi, quando PL aveva abbracciato in massa la dissociazione, riammettere di nuovo.
La Tasinato aveva subito cominciato ad eccitarsi per i maschioni della Digos l’avevano prelevata. Pensava a come, in altre circostanze, avrebbe magari potuto cuccarsi, fortunate circostanze permettendolo, tutti quei giovani e robusti cazzi. Quando il commissario, forse sui quarant’anni, le si era fatto sotto cercando di blandirla, perché lei se la cantasse, dicendole, fingendo, che lui era una persona che leggeva, lei non pensava ad altro che come dovesse essere il suo cazzo che se la montava.
Quando le chiesero di Roby, lei, che continuava ad avere la testa ed i sensi turbati dalla visione di quei cazzi dei giovani e meno giovani della Digos, aveva tentato di sedurre procuratore, o altro magistrato, la interrogava e quel commissario da cui sognava d’essere fatta, dichiarando:
- “Ma certo che lo conosco! Mi portava sempre, con altri, a sparare con degli RPG sui monti attorno a Torino.”
- “Signorina, non abbiamo notizie di RPG...”
- “Ah, mi scusi dottore... ...Facciamo dei FAL o quello a voi possa andare meglio...”
Non infierirono. Doveva essere tardi e non avevano tempo. Non è come al cinema. La moglie o la ragazza li aspetta. È l’ora dei pasti. Hanno una commissione da fare. C’è il serial in TV. “Oh. Dobbiamo andare a casa dai parenti...” No, non è come al cinema dove non mangino e non dormano perché il dovere... Nessuno le aveva creduto. Ma, vedendola cosi in fervore, avevano diligentemente registrato la confessione anche su quell’aspetto di nessuna rilevanza (non avendo trovato tali armi del resto abbastanza tracciabili e che non è che si trovino da qualche balordo di Porta Palazzo) e gliela avevano fatta firmare. Poi lei aveva ritrattato e, sul punto, aveva detto di non avere mai conosciuto il Roby.
Aveva poi scritto a Roby, detenuto da qualche altra parte, dicendogli che aveva letto una rivista che lui pubblicava (solo qualche numero, e cose teoriche del tutto criptiche e senza senso, come era moda dei tempi – c’era chi scriveva para-manuali di guerriglia mentre, al contrario, il Roby rimestava su fumisteria cabalistiche) e che le interessava una corrispondenza con lui. Dato che tutti si scrivevano e che la corrispondenza con la Tasinato non sembrava una cosa potesse danneggiare nessuno, si scrissero forse alcune volte su cose senza senso come era la moda dei tempi, fino a che non si incontrarono al processone. Beh anche lì c’era chi si scrivesse sul presente e sul futuro dell’insurrezione. Roby non aveva interesse a quelle cose. Per cui avrà scambiato quattro convenevoli con quella Tasinato. 
Poi il processo. Sì, un processone, un maxi-processo, di quelle cose dove talvolta ammucchiavano varie decine di persone, 50-100, senza preoccuparsi che, dal punto di vista processuale, vi siano gruppi differenti e senza alcuna connessione, e pure senza gruppi, gente messa lì per assonanza od anche senza alcuna assonanza. Forse avrebbero più avuto senso piccoli processi e, per taluni (tra cui il Roby stesso), nessun processo dato che erano cose del tutto fantasiose e montate, e comunque giudizialmente senza una vera base, sebbene in quei tempi fosse facile far condannare persone anche su nulla, nulla dal punto di vista giuridico-giudiziario. Quel maxi-processo in cui si trovò Roby era tutto stato fatto sulla base del “da cosa nasce cosa”, per cui ne metti tanti assieme, interroghi tutti su tutti, e sulla base di confessioni ora sincere ora interessate o montate può essere facile infognare anche chi sia del tutto estraneo a quei giri. Roby aveva già allora qualche conoscenza storica, seppur solo successivamente raffinerà la materia ed una sua più realistica filosofia della storia. Ma, sebbene allora fosse ancora acerbo nel campo, purtuttavia Roby non era di quelli credessero che tiravi giù qualcuno e si aprisse chissà quale dinamica. Invece, quanti altri, anche a livello istituzionale, credevano nella teoria della disarticolazione! Sarà che Roby era scettico. Se tiri giù uno, disarticoli quello e chi gli sia prossimo, eventualmente. Ma non si disarticola il mondo, neppure un po’. Invece sia quelli che quelli dalla parte dello Stato vedevano disarticolazioni dappertutto. ...Segno dei tempi... ...Invero, il popolino se la è sempre bevuta nei millenni. Roby era già predisposto alla teoria, e pratica, dell’auto-organizzazione di sistemi caotici che incontrerà più tardi. Il mondo, anche delle istituzioni, funziona proprio a quel modo, come concettualizzazione generale.
Quelli come la Tasinato, che non capivano un cacchio, lo facevano pure vedere, e cercavano solo scuse per le proprie ‘pulsioni’, si basavano sulla “teoria della contraddizione”. Ah, potete anche fare ricerche filosofiche sulla “teoria della contraddizione”, una baggianata para-maoista... In pratica, vi dicono che tutto è contraddizione e tutto è relativo. Aggiungono che si deve  trovare la “contraddizione principale”. Infine, in pratica, chi possa e vi possa imporre quale la “contraddizione principale” sia, e cosa fare e farsene, ha ‘ragione’ Ecco, era una truffa e pure di tutto inutile, per quanto il pidocchio medio, ‘comandante’ od esecutore, si ammanti sempre di qualche ‘religione’ alias di qualche giustificazione di supporto.   
Roby, conosciuti i ‘grandi’ combattenti reclusi, si era confermato che anche il materiale soggettivo che avrebbe dovuto innescare, nell’illusione di alcuni protagonisti e capi, chissaccosa, era quel che era. Soldataglia, obiettivamente. Anche persone eccellenti, come in tutti gli ambienti, da vari punti di vista, forse taluni. Ma, in gran parte soldataglia. ...Giovinastri che dicevano che avevano avuto pulsioni, che si erano trovati... Appunto, dinamiche di gruppo, mode, ...mode create da media che non erano sorti e non erano stati fatti nascere e finanziati per caso. Anche uno che sfasci un locale od ammazzi qualcuno di testa sua aveva ‘pulsioni’. Figuratevi quelli che si pretendevano combattenti di guerre di liberazione [ve ne erano taluni che si mettevano tutti armati in piazzali, si dicevano che se fosse apparsa un’auto militare o di polizie avrebbero aperto il fuoco, stavano lì chessò mezz’ora, e poi andavano a raccontare ai loro compagnuzzi che aveva liberato il tale territorio per il tempo loro erano stati lì] che poi, ...i più sinceri..., sbottavano che avevano avuto pulsioni... Vai a spaccare legna se hai pulsioni! ...Masse di manovra che ora erano state smassate e sbattute dentro. Reazione identitaria, per chi non era crollato subito. ...E poi erano crollati in gruppo, in massa, chi vergognandosene di più e chi di meno. Appunto, dinamiche di gruppo che seguono tendenze, mode.
Non solo per formazione cabalistica, ma anche per studi storici, pur ancora acerbi allora, Roby non solo restava del tutto indifferente, ed anzi repulso, rispetto a chi vantava che ormai si fosse in una situazione di guerriglia, cosa che non era, ...e poi anche fosse stato, Roby proprio non vedeva sviluppi ‘storici’ nella cosa, bensì vedeva solo dei polli che si erano incamminato su strade che non portavano a nulla. Roby vedeva l’elemento ribellione [“le pulsioni”], per quanto del tutto minoritaria e da dinamiche di gruppo, di piccoli gruppi, esasperate, ma non vedeva come tutto ciò potesse portare da qualche parte. I suoi interessi erano spiritual-esoterico-cabalistici. Lì, si era trovato e fatto trovare per salvare, anche se non aveva senso salvare nessuno, forse qualche decina di persone piuttosto giovani. ...Un caso... Ma da lì al farsi coinvolgere in uno dei due gruppi maggiori od in altri o di crearsene di suoi... Anche avesse mai creato un gruppo suo, ma già aveva le sue attività cabalistiche-Chai [חַי], e non gliene fregava nulla di politica, alta o bassa che fosse, poteva creare un club di studio, non credendo in lotte armate e neppure, invero, in lotte disarmate. Invero neppure creare gruppi di studio ha senso. Perché uno dovrebbe?! Si studia meglio da soli. Certo, a volte, tanti si trovano a fare ed a lottare, o si dicono che fanno e lottano. Ma che senso filosofico o pratico o etico o altro ha organizzare entità per lottare. Lottare perché, per cosa e, soprattutto, perché lottare con altri quando i singoli sono differenti e le finte omogeneizzazioni ‘della politica’ non abbiano mai omogeneizzato nessuno. E, poi, che senso ha omogeneizzare persone? Che senso ha inventarsi e praticare lotte? A volte la realtà è già così complicata che non ha alcun senso creare e creasi altre, ulteriori, complicazioni. Semmai si dovrebbe, potendo, semplificare. Le lotte creano solo contrapposizioni e complicazioni. Se ne creano già abbastanza, troppe, con l’agire od anche col far nulla individuale... Se i poteri e gli Stati sono entità opprimenti, le lotte li rendono ancora di più tali... Non importa. Facciamo per dire. Non dobbiamo convincere nessuno. Roby percepiva la realtà a quel modo già allora. ...Che è magari una visione ancora più nichilista di chi avrebbe voluto distruggere tutto o di chi cosi diceva. Distruggere perché? Il male sarebbe da distruggere, ma non è affatto detto che per farlo scomparire di debba andare all’assalto di esso... “Ed allora?”, si potrebbe chiedere. Ed allora, nulla! Li avete mai visti quelli si dicono di lottare?! Ognuno si chiede: “Quanto si guadagno.” A seconda di quanto suppongano guadagnaci, abbracciano o si inventano ideologie, in realtà solo false coscienze per occultare ed occultarsi quella domanda immanente su quanto ne guadagnino. Roby pensava e  percepiva queste cose abbiamo cercato qui di sintetizzare disordinatamente. 
Non a caso, nessuno capiva come Roby la pensasse davvero. Chi diceva che non era serio e scherzava, chi gli dava del serissimo, chi del buffone, chi lo associava ad uno od all’altro dei gruppi maggiori, chi semplicemente evitava magari comprendendo che v’era qualche mistero, mistero che poi non era altro che estraneità a tutte quelle baggianate ed anche a chi fingeva di reprimere tutte quelle baggianate. Lo Stato, uno Stato sottosviluppista e maniaco-delinquenziale ‘androettian-belingueriano’ li aveva creati per combatterli, ed ecco che lo stesso Stato li aveva creati per combatterli ora si combatteva le sue creature create per combatterle. Follia pura, e pure peggio. Ma tale era la realtà. E tale continua ad essere, mutatis mutandis. Roby non sapeva se la Tasinato si mutasse le mutande, non avendola mai ‘controllata’ in quell’area... Ma l’importante è capirsi.
Usciti, la Tasinato era di quelle che cercava tutti. Una fa l’infame e poi deve redimersi continuando a fare l’infame. Un po’ era alla ricerca permanente di cazzo, sebbene non lo facesse in modo appariscente. Non era di quelle che ti vengano sotto con aria da chi ti si offra. Era, diciamo, una presenzialista, di quella che cercano di essere sempre in giro perché se a uno gli gira e si fa sotto lei era una di quelle che ci stavano con tutti. Aveva un ragazzo, un tipo dall’aria qualunque, uscito chissà da dove, che gli andava a casa ed con cui scopava nella sua stanza mentre i genitori ascoltavano la TV a tutto volume in cucina per non sentire e con la convenzione che non si avventurassero per nessun motivo nella sua stanza. Un po’ era restata nella post PL, o come si era chiamata ultimamente, ora disarmata e dunque come rete informale. Del resto, pure prima, non è che fosse una cosa molto formale, anche se cercavano di imitare le BR o quello pensavano le BR fossero. Le stesse BR erano clan federati con tanti livelli e reti, che scimmiottavano quello pensavano una struttura militarista dovesse essere, molto più infiltrabili ed infiltrati, oltre che assolutamente etero-dirigibili ed etero-diretti, di quello ne scrivessero e dicessero i media, media diretti dalla Polizie Segrete CC, e che loro divoravano per sapere come fossero viste, ... in realtà come i CC volevano fossero.
Come la mafie, su cui scribacchini variamente al soldo e manipolati dalle Polizie Segrete CC inventano storie secolari, supposti radicamenti etnico-sociali, tradizioni ancestrali. Tutte balle. Tutto marketing per chi se le bevesse. In realtà, sono create a tavolino e poi loro vanno a leggersi quello che dovrebbero essere dal punto di vista favolettistico. Ed usano le favolette come giustificazione etica, come falsa coscienza che le assolva, un po’, da cose di cui loro stesse si vergognano. ...Eguale il terrorista, o come preferisse chiamarsi, che correva a leggersi “quel che dicono di noi.” A volte chiedevano ai parenti in visita, al ‘colloquio’, che se ne dicesse di loro per strada, nei mercati. ...Lo avevano visto nei film... Che se ne diceva? Nulla. A queste negazioni incredule dei parenti stupiti di sentirsi porre tali domande, eccoli che restavano come delusi, visto che tutto era funzione del che se ne parlasse. Certo, ben se ne parlava sui media, che in questo modo alimentavano il fenomeno come voluto dalle Polizie Segrete CC e da chi le comandava a livello istituzionale. Ma per strada non è che... Ah, certo, a volte si sentivano persone commentare, ma negativamente in situazioni appena rilassate, o in conversazioni in treno o tra frotte di impiegati in transito. Raramente, comunque. La massa della gente, sanamente, preferisce non commentare nulla, neppure pensare nulla e, se pensa qualcosa, non lo dice. Certo, può capitare qualcuno che, trascinato da una notizia alla radio od alla TV, o dalla lettura di un giornale, si lanci in un qualche commento. Ma erano sempre negativi, naturalmente. Gli scemi stanno sempre a dire quel che pensano. Perché scemi? Perché non serve a nulla. Chi scrive qui è uno scemo ovviamente. Altrimenti non scriverebbe.
Insomma, la Tasinato era restata del giro, quei giri post-, del tutto informali, in genere. Logiche di gruppo e gruppetto, pur dopo la catastrofe loro, come ne esistono dappertutto siano ‘politici’ o ‘comuni’. Normali logiche mafiose. Intanto, finita ragioneria, aveva il problema di trovarsi un lavoro. Aveva frequentato dei corsi per disoccupati. Aveva studiato il Cobol. Era finita in un’azienda di programmazione e sevizi informatici, e lì era restata per una normale carriera su database. Lavorava tra Torino e Milano. Appena la Polizia Segreta CC aveva saputo che lavorava, aveva allertato l’azienda perché la mobbizzasse e licenziasse, pur senza insistere troppo. Qualcuno si era frapposto, non avendo lo stomaco per fare quelle cose. Era solo un modo per ricattarla meglio. Ma lei non era davvero nel mirino di nessuno, per cui la Polizia Segreta CC aveva solo voluto vedere come reagiva ed intimidirla per usi ulteriori.
Era una delle mode del periodo, la seconda metà degli anni ’80. Quelli che uscivano, dopo un po’ di detenzione, più erano infami di varie gradazioni, più si agitavano. Taluni, prima associati, erano ora dissociati, oppure erano semplicemente comuni che si erano inventati verniciate politiche, oppure se l’erano cantata variamente, a volte erano pure clandestini che se l’erano cantata (a volte sotto tortura, o con CC normali con l’ordine di ammazzarli e CC delle Polizie Segrete con l’ordine di farli solo cantare, per cui se il CC normale non riusciva a premere il grilletto... ...è successo...), ed eccoli che fuori dovevano continuare dopo avere ritrattato le cantate sotto tortura o volontarie. Si sentivano come investiti di una missione ed ora, col ‘prestigio’ della galera..., ...infami di varie gradazione che si sentivano ora dotati di un’autorità morale perché erano passati attraverso la galera... La Tasinato era una di queste. Per cui andava  le scuole a ‘spiegare’. “Noi qui, noi lì...” Quando era andata allo scientifico dove studiava Serena [siamo nella seconda metà degli anni ‘80, forse più verso la fine], ecco che la stessa si era incuriosita a sentire questa Tasinato che era stata chiamata a parlare agli studenti come stesse portando una qualche grande verità storica sul recente passato. Del resto gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, che mandavano in giro le Tasinato [altrimenti non esiste che già terroristi vengano ammessi in scuole a parlare in assemblee con gli studenti], pur dietro la copertura di comitati studenteschi [dove vi siano organizzazioni vi è, di solito, il controllo degli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO], intendevano proprio, con tali iniziative, sia reclutare nuove leve sempre utili che vedere chi fosse sensibile a quei discorsi di reduci. Serena aveva fatto avere un bigliettino dicendole che voleva parlarle e dandone il numero di telefono di casa. Ovviamente, Nikla che fruga sempre in tutto quello possa avere e fare Serena...  
In effetti, quando la Tasinato e Serena entrarono in contatto, il vero amore scoccò tra la Tasinato e la  Scattozza. Serena, vedendole, ne fu presto schifata. Invece, la Tasinato e la Scattozza:
Ti posso garantire che è il capo del terrore. Ma sembra si interessi solo di finire l’università, di termodinamica e di computer. Finge. Davvero?! Ma certo, noi lo sappiamo. Ah, ma allora non si fida di me e mi gioca. Certo, è un demonio. Schifoso, e io che andavo lì e speravo almeno di cuccare. Oh, quello è un porco ma solo con chi piace a lui. Ma allora mi raggirava?! Va distrutto, va distrutto. Sì, certo, allora va proprio distrutto. E, poi, tra donne ci dobbiamo sostenere. Certo, che ci dobbiamo sempre sostenere!

Riandiamo a...

La Allakka era un po’ frastornata dal quella richiesta di Nikla di far sottoporre Serena a State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Non voleva mettersi in qualcosa la discreditasse. D’altro canto, si era detta che poteva essere un modo per colpire Roby. Era vero che Nikla, sempre più fuori di testa e sempre più montata anche dalla madre Mina Scattozza, aveva impedito a Roby e Serena di vedersi allora da circa una decina d’anni. Una volta Nikla aveva  mandato Franka da Roby a dirgli che gliela faceva vedere ancora solo “se non gli parlava male di lei [lei Nikla]”. Nikla era del tutto malata, una totale dementia tremens! Si immaginava sempre che tutti “parlassero male di lei”. Bastava vederla e sentiva, si parlava male da sola! Anche di Franka si è già detto. Roby si rifiutò di discutere e di trattare con dementi furiose e delinquenti. Meglio esser presenti con l’assenza che entrare in interazione diretta con delle delinquenti e pazze furiose quali Nikla-Mina. Stava a Serena se volesse restare sottomessa a botte e pianti di Nikla, Nikla che poi riusci a farla sequestrare e segregare da... Sta a noi andarcene o meno. Quelli che “pensano al bene dell’altro” sono malati e marci. È il singolo che decide se farsi schiavizzare o meno, e, poi se continuare ad essere schiavizzato o meno. Inutile crearsi agitazioni paranoiche soprattutto se non se ne abbia la propensione.     
Nikla, montata pure dalla madre Mina, si era detta che poteva, allora, forse, con le debite ‘garanzie’, ‘concedere’ a Roby di far vedere Serena solo in sua presenza e con telefonate pure lei potesse ascoltare. Nikla intimidiva Serena sia con le botte che con continui pianti. Serena, di indole buona, si vedeva questa che piagnucolava ad ogni piè sospinto. Serena aveva di Nikla un senso di pena. Per la Mina, la madre di Nikla, Serena aveva un senso di schifato sgomento. Se lo negava, a livello razionale, per innata bontà. Mentre a livello subliminale lo percepiva appieno. La vedeva che si faceva falsa mielosa e lo si vedeva che era affettata, non naturale. Quando iniziava con i fraseggi ossesso-paranoici, lo si vedeva che delirava. Cercava di giustificarsi che non facesse mai regali a nessuno, perché lei, diceva: “Ho tanti cui devo pensare, per cui devo provvedere a tutti!”. ‘Provvedeva’ nel senso che era pervasa da ossessioni paranoiche su tutto e su tutti: “Per il loro bene... Io devo pensare a quello che è giusto per loro.” Quando in casa, a Migliarina, restò sola perché se ne erano tutti andati, disse alla nipote Miriam, cioè ai Dalessandro di sbatterla fuori di casa così da potersi presentare dai Borrini e dalla propria [di Mina] figlia maggiore, e moglie di lui, Rita. Si presentò lì... Che facevano, la lasciavano per strada? Lo Sborrini, già nevrotico di suo, urlava contro la figlia Sara che, pensando morbosa solo al cazzo pur giovanissima, voleva farsi i fatti suoi e cuccare in libertà. Lo Sborrini era furioso e le faceva continue sfuriate sbraitando che dio e la chiesa non avrebbero approvato e che, se si fosse risaputo, ed inevitabilmente si sarebbe risaputo in una piccola città, avrebbe pure rovinato la sua brillante carriera di chierichetto catto-comunista. Allora si intrometteva pure Mina ad urlare. Lo Sborrini dovette sbatterla fuori di casa e mandarla in un appartamentino sotto, nella casa già dei genitori dello Sborrini stesso. Lei era sempre egualmente da loro a mettere in continuazioni lingua nei fatti loro, ma almeno andava a dormine in un posto differente, al piano di sotto. Poi, quando lo Sborrini, che a spacciare medicine inutili e dannose guadagnava piuttosto bene, comprò un attico in una palazzina nuova a poche decine di metri di distanza, la lasciò nella casa vecchia anche se Mina era ovviamente sempre a casa dello Sborrini e di Rita, con lo Sborrini cui fumava la testa quadra ogni volta che la vedeva. Allora lo Sborrini fuggiva andandosene alla Acli, in parrocchia e nella rete dei compagnuzzi di strada del PCI (in fondo, seguiva le propensioni del padre operaio all’Arsenale: “Meglio stare coi preti ma facendo vedere al PCI che sotto-sotto si è dal lato loro!”). Mina aveva la missione esistenziale di cercare di rovinare la vita a tutti quelli avesse incrociato. Rimuginava, delirava e si sentiva un pontefice. Quando è finalmente crepata ha dichiarato pomposa sia al prete confessore che ai familiari: “Nella mia infinita bontà, perdono tutti quelli che mi hanno fatto del male!” Se le creava nella testa vuota malata...     

La Allakka disse agli Squadroni della Morte del Partito-sindacato che... ...sì, che c’era un caso un po’... ...non proprio chiaro-chiaro... ...che poteva anche essere la prosecuzione di un altro che invece... ...eh, dove avevano a che fare col capo dei capi del terrore sebbene questo grande capo poi non sembrava star terrorizzando nessuno ne capeggiare nulla, sul momento. Gli Squadroni della Morte del Partito-sindacato sapevano che, in fondo, agli Squadroni della Morte CC-NATO, più casi potessero montare meglio fosse per loro. Lo abbiamo già detto: se un ufficio resta senza lavoro chiude. Se ad un centro tortura non mandi ‘materiale’ da torturare cosa ci sta mai a fare! Per cui dissero alla Allakka che la cosa migliore era che ne parlasse lei stessa con gli Squadroni della Morte CC-NATO, visto che era già in contatto e che si poteva trattare della prosecuzione di un caso che lei stessa stava seguendo.

La Allakka andò dal suo solito maggiore di contatto, agli Squadroni della Morte CC-NATO:
- “Maggiore... era incerta se... Al Partito mi hanno detto che era meglio sentire direttamente con lei...”
- “...Sentiamo...”
- “È che è una cosa forse un po’ campata in aria... ...Si ricorda quella Nikla, quella del caso Roby, quella un può fuori... È lei che mi ha cercata...”
- “Non si preoccupi, signorina. Noi sui fuori di testa prosperiamo. Lo Stato repubblicano si difende proprio facendo leva sugli istinti più bassi di coloro possiamo usare per puntellarlo e stabilizzarlo. La nostra è una battaglia epica perché il disordine non prevalga! Con lei, che è matura e responsabile, possiamo sempre parlare di tutto senza problemi.”
- “Vediamo, maggiore... La Scattozza è angustiata dalla figlia che le sta sfuggendo. Nulla di grave. Ma lei è furiosa perché, oramai finita l’università, ha  avuto il primo ed unico ragazzo della sua vita ed i due stanno veramente bene assieme. Per sui Serena, questo è il nome della stessa, della nostra ‘candidata’, sta pure pensando di andarsene a vivere con lui. Nikla (ma ci sarebbero anche altri, un po’ tutti quelli contro Roby, sembra) vorrebbe uno S/G-OS-M in modo che Serena non trovi lavoro etc. ...e rompa pure subito col ragazzo, se noi potessimo intervenire in modo piuttosto netto sulla famiglia dello stesso. Pressioni della Nikla stessa non li hanno grandemente impressionati sebbene lei abbia detto loro di Roby, anche gonfiando e drammatizzando la cosa. Risolta la questione del ragazzo, la Scattozza vorrebbe sospingere Serena verso qualche forma di dipendenza permanente del tipo che si chiuda in convento. Io glielo ho detto che una cosa è lo S/G-OS-M, ma poi non è che il bersaglio se ne vada necessariamente dove si vorrebbe. C’è da dire che Serena, spirito intellettualmente indipendente ed anche un po’ ribelle, è in realtà pervasa, da quel che me ne sono fatta idea io, da una forte tensione  etica... ...Sa, di quelle anime inquiete che vorrebbero dedicarsi al prossimo per cui..., ...magari non proprio in un convento di clausura..., però non si può escludere che un po’ per caso, un po’ sospinta non possa approdare a qualche congregazione o setta che la ingabbi. Ci sarebbe pure da dire che tutto ciò potrebbe essere strettamente connesso al caso Roby ed alla famiglia Scaruffi. Anche se Nikla la ricatta con botte e con continui pianti, Serena, nell’animo, ha lo spirito di quei giudei, banchieri, commercianti, a-fascisti, a-comunisti, a-democristi, a-tutto, di quelli che pensano di loro e non hanno propensioni gregarie. Invece sulla gregarietà si fonda il nostro Stato repubblicano. Se non siano disciplinati ed obbedienti, dove vanno a finire tutte le nostre libertà?! Chissà che impedirle una vita normale, e vedere se Nikla riesca a sospingerla davvero verso una qualche setta o ordine, non possa magari smuovere Roby a fare qualche colpo di testa per salvarla, o perché se ne senta toccato, offeso, da questa cosa, e magari noi si possa finalmente infognarlo per sempre...”
- “...Ecco..., signorina... Ho inserito i dati, i vari elementi, nel nostro software... No, mi dica, anche il risultato non cambia magari... ...Questa Serena ha già qualche connessione con parrocchie, sette, ordini... ...oppure è di quelle, ...come dire?!, ...di quelle refrattarie a circuiti religiosi?”
- “No, maggiore, non è il tipo atea o atea militante. Anzi, pur col suo solito spirito indipendente non ha mostrato ostilità per ambienti religiosi, né per formalità religiose. Nikla accennava pure che ci sarebbero, molto militanti, sia nelle scuole che nell’area loro, quelli di padre Cappelletto.”
- “Ah, Cappelleto, quell’ebreo gesuita, che si è messo in proprio e si è inventato I Ricostruttori! Quello è una macchinetta per fare soldi. È anche un fottuto maialone che recluta ragazzetti e ragazzette, fa sottoscrivere loro come dei voti para-religiosi, e li fa lavorare gratis, in nero, nei suoi affari immobiliari. Ha la sua reggia qui vicino, dall’altra parte della strada, a pochi metri da noi! Che fottuto... Siamo in ottimi rapporti! Ci siamo intesi subito con quel giudeo...”
- “Un ebreo, maggiore?!”
- “Non lo dica a nessuno. Quello è amico nostro. Ma uno che si chiama Cappelletto... È comunque nei gesuiti e poi si è creato la sua congregazione personale. Uno che ci sa fare! ...Quella ragazzina, Serena, che studi sta finendo or ha finito?”
- “Architettura...”
- “Oh, se il Cappelletto la accalappiasse mai, è uno che è sempre ad incamerare e ristrutturare immobili, casolari, terre... ...Dunque il software concorda con quello pensavo io. Guardi, a noi non interessa che... Quando quelli prossimi scaricano una, noi non abbiamo problemi ad inserirla nello S/G-OS-M. Più abbiamo una bella rete di bersagli, meglio difendiamo l’ordine, che è quello i nostri governanti vogliono. Poi la Serena ha ottime referenze. ...Una Scaruffi... Potrebbe pure esserci utile per quell’altro che ci sfugge. Lei non dica nulla di sicuro alla Nikla. Ci occorre pur sempre il decreto del governo. Se volete andare avanti, mi fate avere la lista dei prossimi che dicano che è una irresponsabile e che va fermata, ostruita, ben controllata. Quando sono sicuri, o ci contattano o li contattiamo. Se con qualcuno della lista non abbiamo già rapporti diretti o quasi, possiamo supplire con intercettazioni telefoniche. Mi dà la lista di quelli con cui siamo in contatto e che appoggiano questa nuova operazione. E la lista di altri cui provvediamo con intercettazioni. Per questi ultimi, basta che Nikla li faccia parlare al telefono di questa faccenda dopo che abbiamo ricevuto la lista. Più a lungo e più netti sono su questa cosa, meglio è. Basta un piccolo dossier e... ...Se va tutto bene, lo sottoponiamo al governo e... ...Poi vi facciamo sapere quando parte lo S/G-OS-M anche perché, ovviamente, ci saranno delle cose da fare...”

- “Nikla, ho parlato con Squadroni della Morte CC-NATO... ...sei davvero sicura di voler continuare in questa cosa...”
- “Ecco, Fiorella, anche voi mi abbandonate... ...Sono una povera mamma sola, ...io e la mia mammina...”
- “Nessuno ti abbandona... ...È solo che ti devi ben rendere conto...”
- “Fammi capire, Fiorella...”
- “Guarda, sono cose molto delicate, Nikla...”
- “Meno male che ci sei tu, Fiorella...”
- “No, no, io sono una povera funzionaria INPS. È solo che il partito... il sindacato... Figurati a me che mi interesserebbe...”
- “Ti hanno detto che non si può?! Cosa faccio io ora?!”
- “Non è questo Nikla, si deve fare il dossier... ...Fatto il dossier, vedono di ottenere il decreto...”
- “Allora siamo a posto!”
- “Non possiamo sapere... Ti chiedo solo se sei ben sicura di voler andare avanti. Sai, in queste cose, è  più facile classificare il soggetto che poi declassificarlo... Una volta che Serena ha il flag per lo S/G-OS-M, non è che il giorno dopo, o dopo un mese, o dopo un anno, si va lì si dice che ci siamo sbagliati e loro lo tolgono. Loro vanno poi avanti comunque. Sei sicura che vuoi Serena per sempre sotto tiro e cui le seghino le gambe qualunque cosa faccia o tenti di fare?! ”
- “Fiorella, io sono qui che mi riempio di calmanti e non serve a nulla. Anche la mammina mia lo so che soffre. Già soffre che Sara la dà a tutti. Ma Serena, qui, è colpa mia... Puttana! Puttana! Io me lo sento che anche ora, in questo momento, lei è da qualche parte che se gode con quel puttaniere che si vuole solo divertire, che se la fa e se la rifà ancora. ...Mentre tutti soffriamo. Per suo bene, dobbiamo bloccarla. O si sottomette, o la ammazzo! La ammazzo! No, neppure posso che la mia mammina poi soffre, se io finisco in prigione. Va bloccata! Va fatta bloccare! ...Certo che va fatta mettere sotto S/G-OS-M! Ci dovete aiutare! Serena è una ribelle come suo padre, il capo del terrore! Noi la blocchiamo, la controllo io, e tutti siamo più sicuri!”
- “Nikla, occorre il dossier con dichiarazioni credibili...”
- “Io dichiaro, dichiaro tutto. Se ero credibile contro Roby sono credibile anche ora...”
- “Nikla, occorre dire e dichiarare che è una ribelle, che è pericolosa, che va bloccata e che si lascia mano libera agli Squadroni della Morte CC-NATO per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Ovviamente, poi, cooperate ancora, se occorre. Tu soprattutto ché sei la prima  responsabile del controllo.”
- “Certo! Certo! Serena è mia e solo mia, basta che mi aiutino a liberarla da quel ragazzo!”
- “Nikla, ci sono delle cose pratiche da fare subito. Ci sono delle dichiarazioni fa fare, a voce, a degli ufficiali dei Carabinieri, che è pericolosa e voi volete che i Carabinieri la blocchino con lo S/G-OS-M .”
- “Fiorella, io la faccio subito. Dimmi dove andare?”
- “Nikla, ti telefona l’ufficiale del Centro Torture e Persecuzioni. Bisogna che fai una lista di chi possano contattare, oltre te, per la stessa dichiarazione. Quelli con cui sono già in contatto, li contattano loro. Quelli con cui loro non siano in contatto diretto, si fa in un altro modo.”
- “Dunque, Fiorella, ...Franka e Rikkio... ...Anche Angela e Fausto...”
- “Va bene, Nikla.  Questi sono da una parte sola. Occorrono anche quelli da parte tua. Altrimenti poi escono magari storie col dossier...”
- “Fiorella, ci sono io! Non vorrete mica... ...Si spaventano se le chiamano i Carabinieri”
- “Nikla, ci occorrono. Altrimenti perdi Serena. Ti ho detto che se ci sono altri non già in contatto si fa in un altro modo...”
- “Cosa vuol dire, in un altro modo?!”
- “Nikla, fanno in un modo che loro non lo sappiano che li stanno ascoltando. ...Semplice! Tu li chiami ed i Carabinieri che sono avvisati... Tu devi solo far loro dire al telefono che Serena va bloccata e controllata e siete pronti a tutto purché tu non la perda!”
- “Certo! Certo! Certo, Fiorella, mi appoggiano tutti.”
- “Dimmi i nomi.”
- “...Però non li dovete contattare che si spaventano...”
- “Nikla, ti ho già detto che non lo sapranno. Loro devono solo dire, sollecitati da te. Tu telefoni loro. Dici loro che devi parlare loro di una cosa delicata. Basta che loro ti dicano, più o meno, ...anzi meglio più che meno, al 100%..., che ti sostengano moralmente, che siano d’accordo con te. Puoi anche telefonare loro più volte se devono pensarci. Loro non lo sanno che vengono ascoltati. Così loro non si preoccupano e tu non perdi Serena.”
- “Dunque, Fiorella... La mia mammina, mia sorella Rita... Guarda parlo pure col Borrini anche se fa sempre il seccato. Lo so che mi detesta, ma è così furioso che Sara la dia a tutti che mi capisce. È uno che coopera. Specialmente su questa cosa. Ah, sì, sì, è proprio disperato di avere una figlia che fa la leggerotta con tutti e lui si rode che lei cucchi a tutto spiano. Lui mi capisce che io mi preoccupi che quello lì, per porco che si vuole solo divertire, mi stia portando via Serena.”
- “Nikla. Me li sono segnati. Mina,  Rita, Borrini. Ci sono altri?”
- “Ora non mi viene in  mente nessun altro.”
- “Nikla se ti viene in mente qualche d’un altro me lo dici. Un moneto che chiamo subito gli Squadroni della Morte CC-NATO...”

- “...Fatto! Pensa un attimo a Serena che sta facendo l’amore col suo ragazzo...”
- “Porco! Puttana! Schifosi che mi fanno soffrire. Io la devo salvare da quel porco che pensa solo a divertirsi!”
- “Bene, Nikla. Ora chiama Mina, Rita e Borrini. Dici ad ognuno di loro che sei disperata e che devi chiedere l’aiuto degli Squadroni della Morte CC-NATO perché Serena va fatta ragionare e se non ti aiutano quelli tu non ci riesci. Devi dire loro che loro devono darti il loro sostegno morale, dirti che stanno dalla parte tua, e che devono pregare perché Serena sia salvata, ragioni, ritorni sotto di te. Più loro dicono, meglio è. Io vado nell’altra stanza che ho delle cose fa fare. Quando hai finito me lo dici...”

...dopo un’ora buona...
- “Fiorella, ho finito.”
- “Li hai chiamati tutti e tre?”
- “Sì, mi hanno detto che mi sostengono incondizionatamente.”
- “Pensa di nuovo a Serena che sta facendo l’amore...”
- “Mi vuoi far morire! Schifosa con quel porco!!! ...Devo correre a prendere delle altre pastiglie... Mi sento male...”
- “Nikla, se non vuoi perdere Serena... Chiama subito Franka, Rikkio, Angela e Fausto. Dì loro che stai perdendo Serena, che hai chiesti aiuto agli Squadroni della Morte CC-NATO per S/G-OS-M perché è cocciuta e solo tu non riesci a farla ragionare, che quando i Carabinieri li contattano che dicano che ti sostengono. Vedi che ti rispondano. Io vado di là. Quando hai finito mi chiami.”

Dopo un’altra ora Nikla chiamò Fiorella, che aspettava nell’altra stanza. Dopo i primi tre sporcaccioni, aveva ora contattato e messo in allarme anche gli altri quattro
- “Ho fatto. Dicono che va bene... Allora, ora, lo facciamo fuori per porco che si diverte con la mia Serena? La rinchiudiamo in un convento? Puttana! Puttana! Mi ha abbandonata. Lei è lì che si diverte. Mentre io sono qui sola, sooola!!! ...Sooola! Anche la mia mammina, poverina...”
- “Nikla, ora gli Squadroni della Morte CC-NATO, li chiamano o li incontrano un attimo. Intanto sono già in contatto, già sanno di queste cose. Può essere facciano tutto anche in pochi giorni. Se il dossier è consistente, non ho idea quanto tempo occorra per il decreto del governo.”
- “Ma allora Serena ed suo ragazzo continuano a divertirsi mentre io sono qui sola e che impazzisco dal dolore?! ...Ed anche la mia mammina...”
- “Aspettiamo che gli Squadroni della Morte CC-NATO ci dicano se possano meno. Altro non possiamo fare, noi, ora.”

Dopo un paio di settimane furono informate che era stato emesso il decreto segreto del governo, per cui lo S/G-OS-M poteva partire.

- “Fiorella, bisogna dire agli Squadroni della Morte CC-NATO di andare subito dai genitori di quel ragazzo a mettere loro paura... Quel porco deve smetterla di divertirsi con la mia Serena!”
- “Ora vediamo...”
- “Come vediamo, dobbiamo agire subito! Subito!”
- “Certo, ora vediamo...”
- “Come, vediamo?! Mi avevi detto che si risolveva tutto! Tutto! ...Ma ora mi interessa la faccenda di Serena. Quel suo ragazzo me la sta portando via. È sempre con lui. Non parla più con me...””
- “Si, Nikla, calmati...”
- “Come mi calmo?! Mi lascia sola! Sta sempre a far l’amore col suo ragazzo! Non posso più vivere! Serena mi lascia sola! Sola! Non riesco più a far nulla... Non vivo più!”
- “Sì, certo...”
- “Fiorella, mi avevi detto che si risolveva tutto!”
- “Certo, bisogna parlare coi genitori... Ora che abbiamo il decreto segreto...”
- “E cosa gli dico ai genitori, che c’è un decreto segreto?”
- “Dai, Nikla, non scherzare. Di questo non si può neppure accennare. Tu vai a parlare con loro e gli dici che Roby è il capo del terrore e che è pure all’estero...”
- “Ti ho detto che ci sono già andata e che mi irridevano... ...Sì, sì, lo ho ben visto che facevano l’aria come io fossi una povera scema.”
- “Ognuno ha l’aria che ha... Sì, lo so bene che ci sei già andata. ...Lavora il ragazzo?”
- “Deve avere appena finito l’università o essere lì per finirla.”
- “E loro, i genitori, dove lavorano...”
- “Sono quadri Fiat, se ho ben capito. Hanno una bella casa...”
- “Per cui lo vorranno far entrare in Fiat...”
- “Eh, Fiorella, lo sai come è a Torino. Se non sono aziende Fiat, lavorano per la Fiat.”
- “Per cui lo vedi, Nikla, Sono vulnerabili...”
- “Fiorella, una cosa è mandare Franka e Rikkio in giro a suscitare allarme per Roby. ... Ma se io vado di nuovo dai genitori del ragazzo di Serena a dire che... ...Mi prendono ancora più per pazza.”
- “Se tu ti fai la parte della madre che si rode perché è invidiosa della figlia...”
- “Io non sono invidiosa! Noi Scatizzi siamo tutti buoni, siamo perfetti. Me lo dice sempre la mia mammina... È che ci preoccupiamo sempre pure del bene altrui.”
- “Sì, certo. Ma questa è stata la percezione della famiglia di lui. ...Mi avevi detto che anche Franka aveva cercato...”
- “Sì, Fiorella... ...Con Franka abbiamo parlato tante volte. Anche lei, a vedere quei due assieme, sta male. Le avevo detto di dire loro qualcosa. Lei aveva detto a Serena se avessero un futuro. Serena le aveva risposto che a lei non ne fregava nulla. Le aveva allora detto che non andava bene. Serena aveva egualmente risposto che non gliene fregava nulla e che erano fatti loro, non di altri. La verità è che quei due vogliono andarsene a vivere assieme...”
- “Nikla, se non hanno un lavoro e se noi non lo facciamo loro trovare...”
- “Fiorella, io sto male anche in questo momento. Ho sempre davanti agli occhi quei due che fanno l’amore e se la spassano! Schifosi! Schifosi!”
- “Nikla, devi vedere una volta che Serena ed il ragazzo siano fuori Torino. Poi vai con Franka a parlare coi genitori, solo con loro. Dici loro, ma in modo più solenne, meno emotivo di come avrai già fatto, che loro, quei due assieme, non hanno futuro. Che non hanno neppure presente ...Dici loro che non è solo Roby che è il capo del  terrore, ma che c’è di mezzo la Polizia Segreta CC-NATO. Che tu sai che la Polizia Segreta CC-NATO starà addosso a Serena perché non trovi lavoro. Ed aggiungi che pure il figlio loro rischia che... ...che ci vada di mezzo pure lui, se continua a frequentare Serena. Digli che magari si trova pure lui a non trovare lavoro od a perderlo subito se lo trova. E ci possono andare di mezzo pure loro, loro genitori, se sono in Fiat. Dì loro che sono normali misura si sicurezza contro sospetti e loro prossimi. Concludi che farai loro parlare da un ufficiale dei Carabinieri. Aspetta solo che io contratti gli Squadroni della Morte CC-NATO perché mi confermino che a loro va bene. Mi raccomando, non dire troppo che se parli troppo rovini tutto, e se rovini tutto non puoi immaginare quello che gli Squadroni della Morte CC-NATO possano fare pure a te. ...Intendo dire, non far vedere, coi genitori di lui, di saper troppo o di avere cooperato con quelli, coi Carabinieri. Fa cadere le cose un po’ dall’altro. Se non ti credono non importa tanto poi interveniamo noi. Vanno i Carabinieri da loro a...”

Ottenuto l’assenso degli Squadroni della Morte CC-NATO,  che confermarono che sarebbero poi loro intervenuti, “in modo discreto”, l’Allacca ne informò Nikla che combinò con Franka per andare dai genitori del ragazzo. E due pazze, Nikla e Franka:
- “Come già detto altre volte, siamo preoccupate... Certo siamo contente di vedere che i due siano felici...”, dissero con chiara aria di disgusto, e ruotavano allucinate gli occhi, pensando, loro invidiose folli, ai due che amoreggiavano spensierati e godendosela.
I genitori di lui le guardavano allarmati da quella loro aria tesissima ed drammatica che non capivano... Si limitarono ad un:
- “Beh, sono giovani, bisogna capirli. È mica successo qualche pasticcio?!”
 - “No, non è questo...”
- “E che i due sembrano molto legati... Serena ha accennato che forse vorrebbero andare a vivere assieme...”
- “Beh, se proprio si amano... Se è una cosa seria... Anche se sono giovani...”
- “Beh, noi siamo i genitori, i parenti, dobbiamo guidarli, che non facciano errori... Ci sono cose che voi dovete sapere, per il loro bene, per il bene di vostro figlio...”
- “C’è qualcosa che non va?! Qualche problema serio?! È successo qualcosa?!”
- “Vi abbiano già detto...Il padre di Serena...”
- “Cosa è successo...”
- “Come dirlo? Ci ha sempre fatte preoccupare...”
- “E che c’entra, ora?”
- “È uno che si è sempre messo nei guai...”
- “Avevamo sentito che aveva avuto dei problemi giudiziari ma che poi era stato assolto.”
- “Purtroppo... ...Purtroppo, era poi stato assolto...”
- “Perché purtroppo?! E stata una cosa... C’era qualcosa che non andava?!”
- “È che siamo sicure, sicurissime, che... Sono tutti sicuri, sicurissimi che...”
- “Qualcosa che abbia a che fare coi due?!”
- “No, è che, vostro figlio è realmente in grave, gravissimo, pericolo...”
- “Davvero?! Minacce?! Problemi col padre di Serena?!”
- “No, non è questo... È che è un capo... un...”
- “Capo di che, che c’entra coi due?”
- “Insomma, proprio non volete capire...”
- “Cosa c’è da capire?! Se non ci dite... Parlate con fumose allusioni non sappiamo bene a cosa... È non è neppure la prima volta che lei, Nikla, se ne esce con queste storie. Ora siete venute in due come a dare più solennità alla cosa...”
- “Lo stavamo dicendo... È un capo terrorista ed ora perfino in clandestinità all’estero.”
- “Ed allora... Serena dice che il padre sta facendo un dottorato, per cui non deve essere molto clandestino e neppure introvabile...”
Le due folli, Nikla e Franka guardandosi allucinate l’un l’altra:
- “Chi glielo ha detto a Serena... ...Ma allora quel demone la sente, la vede?”
Continuando con i genitori del ragazzo resi sempre più inquieti dalle due deliranti:
- “Comunque vostro figlio è davvero in grave pericolo perché avere a che fare con Serena significa che non troverà mai lavoro e pure peggio.”
- “Davvero?! Non capiamo...”
- “Come non capite?! È davvero così! Se continua a vedere Serena, vostro figlio, pure tutta la vostra famiglia, ..ecco siete tutti rovinati per sempre. Magari lui si vuole solo divertire... Ma poi gli resta il marchio e non se lo toglie più...”
- “Ma siete davvero sicure?!”
- “Quei due non hanno futuro assieme. Già Serena è rovinata. Chissà come faremo... Ce ne faremo carico noi in qualche modo... Cosa dicono quei due, che vogliono andare a vivere assieme?! E con che soldi se non trovano lavoro. Di sicuro, Serena non trova lavoro o, anche se lo trova, lo perde. Non glielo fanno trovare né tenere. Vostro figlio uguale. Se continua a stare vicino a Serena, cosa fa il disoccupato a vita?! Mette in pericolo pure voi! E se voi ed altri familiari pure restate senza lavoro, senza nulla?!”
- “Ma cosa dite?! Ma siete sicure?! Come è possibile?”
- “Purtroppo anche noi, ci siamo trovate in mezzo in qualche modo... ...Tutta colpa di quel Roby... Stanno addosso a lui, pure Serena, pure a chi fosse vicino a Serena. ...Gli apparati della sicurezza dello Stato... ...I corpi speciali della sicurezza collettiva... ...Loro lavorano a questo modo. Bisogna capirli poverini... ...Si preoccupano di tutti noi, e devono fare quelle cose... Serena e vostro figlio dicono che vogliono vivere assieme?! E come fanno senza lavoro? Serena è considerata un sospetta come Roby. Non le faranno trovare lavoro. Se vostro figlio le resta vicino, non lo troverà neppure lui. Quei due non hanno futuro assieme! Mettono in pericolo voi tutti, finché restano assieme. Loro non se ne rendono conto. Noi abbiamo provato a far ragionare Serena, ma quella non vuole ascoltarci. Allora dobbiamo essere noi... Noi lo facciamo per il bene di Serena che si sta facendo troppe illusioni. Ma anche per il bene di vostro figlio per poi resta disoccupato e si rovina la vita. Vostro figlio è un bel ragazzo. La trova subito una brava ragazza.”
- “Sì, signora... ...Non capiamo bene questa cosa del restare disoccupati e perdere il lavoro. Perché lei non lo ha perso?”
- “Perché io ho collaborato con la Polizia Segreta CC-NATO contro quel Roby, per rovinarlo... Invece a voi vi considerano complici di Serena, che ci hanno detto essere lei stessa sospetta.”
- “Serena sospetta?! E di che cosa?!”
- “Non lo sappiamo. Magari lo fanno per colpire Roby, per farlo ritornare qui... Sta di fatto che ci hanno detto che Serena viene considerata come sospetta e che tutti quelli a lei prossimi possono correre dei guai, dunque anche voi, tutta la vostra famiglia.”
- “Aaaaaah...”
- “Forse è meglio che parliate con quelli della Polizia Segreta CC-NATO... ...Possiamo dire loro di mettersi in contatto con voi. Noi lo sappiamo che voi siete brave persone. Ci dispiacerebbe vedervi nei pasticci solo perché quei due ragazzi si vogliono divertire. Ora se la sono spassati abbastanza... Prima rompono meglio è!”
- “Scusate... ...Certo, vi crediamo... Ma è la prima volta che sentiamo parlare di queste cose. Se non è pericoloso, se potessimo sentire tutto dalla viva voce di ufficiali dei Carabinieri..., di questi corpi speciali della sicurezza...”
- “Va bene diciamo loro di contattarvi. Prima si risolve questa situazione, meglio è per tutti. Così voi potete vivere tranquilli, senza pericoli di perdere il lavoro e di non trovarlo, né di avere ostruzioni. ...Oh, se i corpi speciali pensano anche solo che... ...Loro devono pensare al bene di tutti... Se hanno anche solo il sospetto che... ...possono andarci anche pesante... ...Ci siamo spiegati bene...?!”

L’atmosfera era davvero pesante. Con questo avvertimento para-mafioso, il colloquio si concluse. Due deliranti e una famiglia torinese, non certo di eroi, improvvisamente restata sia un po’ terrorizzata che perplessa da quelle due pazze.

O era vero quello dicevano, sebbene del tutto fuori dal mondo, secondo qualunque razionalità. O Serena aveva una madre ed una nonna che erano due folli. Questo è quello che si erano detti i genitori del ragazzo, troppo benevoli. Beh, che le due fossero due folli invidiose furiose contro Serena era evidente. Le oscure minacce, se confermate dallo Stato, non potevano certo ignorarle. Dovevano solo attendere e sentire.

Il maggiore degli Squadroni della Morte dei Carabinieri chiamò i genitori del ragazzo e li invitò da loro, in Via Cernaia “per un colloquio informale”. I due genitori andarono piuttosto imbarazzati, riferirono la conversazione colle due e aspettarono qualche reazione...
- “In effetti, seguiamo il caso, ma ci sono ovvie ragioni di riservatezza investigativa per cui non è che io vi possa confermare nulla, né dare informazioni precise...”
- “Ma le due sono venute a dirci che se nostro figlio continua a vedere la ragazza, gli possono succedere cose brutte che possono influenzare negativamente tutta la sua vita... Addirittura hanno detto che pure noi potremmo subirne conseguenze negative.”
- “Non posso escluderlo, ma non è che vi possa confermare nulla... Noi cerchiamo sempre di non danneggiare nessuno. Ma a volte si innescano delle dinamiche che non possiamo controllare. ...Abbiamo delle procedure... Sempre meglio che il buon suddito resti distante da queste cose. Solo così è sicuro di non pagare per colpe altrui. ”
- “Ma le due ci hanno detto che nostro figlio magari non può trovare lavoro né svolgere alcuna attività e, onestamente, noi siamo restati piuttosto confuse. E che anche noi, i familiari, potremmo...”
- “Beh, in effetti... Se il suo nome, anche il vostro, entra in rapporti investigativi... Non si può mia sapere... In effetti... Forse...”
- “Insomma, corre o non corre, corriamo o non corriamo, i pericoli che ci hanno detto le due? Cosa dobbiamo fare?!”
- “Non è che noi possiamo... L’unica cosa che posso dire è che, quando si entra in contatto anche solo indiretto e distante con queste cose, è sempre consigliabile starne alla larga...”
- “Scusi se chiediamo. Noi siamo gente semplice ed onesta. Non sappiamo di queste cose. Le due ci hanno detto che non è solo quel Roby, che in effetti noi neppure sappiamo chi sia né abbiamo mai visto. Ci hanno detto che anche Serena sarebbe coinvolta in qualcosa...”
- “Non posso rispondere su questi aspetti.”
- “Siamo o non siamo in pericolo?”
- “Quando ci sono queste cose e questi personaggi, più se ne sta distanti e meglio è.”
- “Lei dunque ci conferma che voi...”
- “...Beh... Posso solo ripetere che è sempre prudente stare alla larga da... Ovviamente, ognuno fa poi quello che crede. Se poi ne paga le conseguenze...”

Il tono del tutto lasciò i due genitori piuttosto allarmati. Fecero una sceneggiata, più d’una, al figlio e gli dissero che doveva subito mandare a monte tutto. Anzi si attivarono per trovare una moglie d’urgenza per il loro rampollo. Toccarono tutti i tasti paranoici correnti, dai loro ‘sacrifici’ per farlo crescere e studiare, al suo futuro, al fatto che stava anche lui per entrare nel mirino, ed anche loro familiari, di potentissimi apparati dello Stato. Gli vietarono di vedere Serena. Lo fecero impegnare a troncare subito ogni contatto, insomma a sparire. Si attivarono per procurargli un fighetta con cui accasarsi e testimoniasse che lui era uscito irreversibilmente da quell’amore, pure da qualunque contatto, con Serena.

Infine ebbero la meglio su di lui, il ragazzo, del tutto annichilito da quella tragedia gli era stata cucita addosso usando come terminale i suoi genitori. Chi ne fu davvero devastata fu Serena, che era l’obiettivo, il bersaglio vero, di quell’intervento, di quell’operazione.

Nikla intervenne su amiche di Serena e con l’aiuto del gesuita cui di fatto la vendette, Gian Vittorio Cappelletto coi suoi I Ricostruttori [ http://www.iricostruttori.com ]. Raccontò ad esse ed a lui che quel ragazzo era uno che si era solo voluto divertire e che poi era sparito perché aveva altre donne. La conclusione era che si doveva ‘aiutare’ Serena che ne era devastata. A Serena vendette che l’unico modo di superare la tragedia della rottura erano pratiche di banale rilassamento cabalistico che il Cappelletto, un piazzista maldestro, vedeva come “antiche tecniche esoteriche dei Padri d’Oriente”. L’impulso a confessare lo portava a coprire queste tecniche, di banale rilassamento, vendute come “dei Padri d’Oriente”, con delle paroline o frasette in supposto tailandese. Figuriamoci! Un ignorantone, e pure maldestro, quel Cappelletto. Faceva corsi, corsetti, ritiri spirituali e di preghiera. Tutte quelle cose che un gruppo di persone potrebbe farsi da solo ma di fatto un po’ tutti preferiscono pagare anche salato, salatissimo, anche lasciando eredità milionarie, a chi si ammanti di apparenze sacerdotali e dica di essere povero, poverissimo, pur vivendo nello sfarzo e nell’abbondanza, e pur con chiaro pancione che lo testimonia. A tutti sembra che tutto sia più vero quando qualcuno in posizione di supposta autorità ed in qualche luogo altro dica quello si debba fare. I rilassamenti, banali tecniche cabalistiche od anche più antiche, banali training autogeni, non sono neppure, come mal praticate dal Cappelletto, al livello di tecniche cabalistiche di riprogrammazione spirituale. Il rilassamento viene fatto praticare agli adepti [allo schiavo medio adescato fanno firmare un impegno di castità, povertà, obbedienza – serve per usarli gratis e per isolarli completamente dal mondo] sotto il nome propagandistico, falso, di meditazione profonda [fosse una pratica vera, anche solo di rilassamento, non avrebbe bisogno della ripetizione ossessiva varie volte al giorno]. Come lì mal praticato sembra non rilassi molto, anzi non rilassi nulla, per cui va ripetuto in continuazione. Ripetizioni inutili. Per esempio, un veterano della setta, quel prete Lanfranco Rossi [ammazzato a bastonate e strangolato in un bosco perché coinvolto (col Cappelletto, con Guidalberto Bormolini, con Lorenzo Spezia egualmente complici, pur impuniti) nella attività pedofile di un altro prete della setta Pierangelo Bertagna], soffriva di insonnia devastante nonostante la continue sedute di rilassamento con “meditazione profonda”. A che serviva allora? Non trovava la quiete, neppure dai propri crimini. Le tecniche vendute dal piazzista Cappelleto e soci, pur elementari, sono mal fatte. Il  Lanfranco Rossi era di grandi studi ma senza arte. Le tecniche del Cappelletto erano e sono balle da piazzista. Anzi, vendendo fasulle tecniche di rilassamento, per cui gli adepti non ne hanno giovamento (a meno che non le apprendano corrette da soli), proprio l’ansia del tentare ma non riuscire perché lo stesso Cappelletto non si è mai rilassato da nulla, infatti soffriva di bulimia acuta che è una tipica malattia da tensione nervosa, provoca la dipendenza del seguace. Serena, tuttora prigioniera della setta, pratica rilassamenti e meditazione cinque volte al giorno. Continua a pensare al cefalo, cui una Nikla furiosa le ha ordinato di rinunciare tra botte e pianti lagnosi.  

Col Cappelletto, Nikla, aggiunse subdola: “Padre, Serena sarà presto architetta con tanto di esame di Stato per poter firmare progetti...”
A quello brillarono gli occhi pensando subito all’utilità per le sue molteplici attività immobiliari. Un’architetta gratis per il patrimonio che progressivamente incameravano. La tecnica è la solita delle sette: più devasti famiglie, più ne guadagni in eredità ricevute. Per farsi reciprocamente dispetto non c’è nulla di meglio che lasciate tutto alla chiesa. Quattro sedute di pseudo-rilassamento fruttano milioni e miliardi.

Serena fu progressivamente attirata nella rete del Gian Vittorio Cappelletto. Abbiano già detto che, tra l’altro, ‘vendeva’ quasi come fossero sua invenzione personale, e pure presentate in modo del tutto ‘difettoso’, raffazzonato, banali tecniche di rilassamento. Una buffonata che sia essenziale pronunciare “il nome di Gesù” [ http://www.iricostruttori.com/meditazione-profonda ]. In realtà, qualunque monosillabo [l’ottimo ‘om’ spande vibrazioni positive e nel più naturale dei modi] o corta espressione raggiungerebbe l’obiettivo che è altro dal contenuto, su questo punto. ...Appunto, truffe catto-gesuitiche con l’uso di tipici linguaggi commerciali. Il mercato della spiritualità. La sua congregazione vende, tra le altre cose, ‘meditazione’, nel senso che fa corsi, come meccanismo commerciale, e di pubblicità e reclutamento. Inoltre, all’interno della congregazione, nella sua liturgia, nelle routines quotidiane della stessa, vi sono varie sedute personali che ogni adepto deve mettere in atto personalmente, di rilassamento/‘meditazione’. Dato che ogni adepto, qualunque sia la sua qualifica, deve fare voto di castità, le sedute di rilassamento che caratterizzano la giornata dell’adepto sono direttamente finalizzate a distogliere lo stesso dalle proprie pulsioni, secondo le proprie personali preferenze. A Serena la cosa venne praticamente venduta come un modo non solo per non pensare più alla felicità col suo ex-ragazzo ma anche come un modo per non pensare più del tutto al sesso. Non ci è mai riuscita. Non che uno/a non ci pensi davvero. La seduta di rilassamento serve a cercare di annientare, od almeno ridurre, il desiderio naturale. Loro lo chiamano tenerlo sotto controllo. Ma neppure riescono a farlo bene i loro stessi preti, una trentina, la gerarchia della setta, vista la froceria ed altre inclinazioni variamente estrinsecate. Lo stesso Cappelletto, eccitato dai cimiteri e della preghiera [estatico-rilassatoria-meditativa?!] si tirava fuori l’uccello per infilzare occasionali accompagnatrici pure bruttocchie. È quello risultato del rilassamento e della meditazione per controllare pulsioni naturali?! Quelle sul rilassamento e la meditazione sono solo balle per scopi commerciali, in quella setta. Solo una Serena (una fondamentalista immatura ed ingenua, pestata e ricattata da Nikla con continui piagnucolii) può avere abboccato! Il Cappelletto, ora deceduto, era solo un faccendiere raffazzonato e truffaldino, per cui le ‘sue’ tecniche, formule e rituali erano più esotici che realmente funzionanti. Tanto esotici quanto falsi. Il Cappelletto vendeva “tecniche orientali” che in realtà non padroneggiava, sebbene non è che siano poi cose di chissà quale complicazione. ‘Rilassato’ si tirava fuori l’uccello nei cimiteri, così come l’altro frocio e complice di froci, il colto Lanfranco Rossi, ‘rilassato’, continuava a soffrire di insonnia cronica. Figuriamoci! Alla fine vendeva solo l’illusione che se, per qualcuno, funzionava, era per altre ragioni che per l’insegnamento errato dello stesso Cappelletto e congrega. Che uno/a debba tagliarsi il pippo o cucirsi la cosetta non ha nulla a che fare con la sottomissione a dio, con esoterismi, con spiritualità. Sono altri meccanismi. Lo stesso Cappelletto era tra il deviato ed il morboso, visto che, pur sessuofobo e frocio, ha approfittato di sue stranezze nei cimiteri per saltate addosso a donne che partecipavano alle sue strambe attività. I cimiteri gli alteravano l’omosessualità e lo inducevano al ‘vizietto’ di infilare l’uccello in una donna che il cimitero non gli faceva più vedere, per pochi attimi, come madre santa ed adorata, dunque intoccabile?! ...Un interessante caso patologico.   
Il Gian Vittorio Cappelletto è un eccellente piazzista, anche favorito dalla milizia nei gesuiti. Si finge comunista e rivoluzionario, mentre pensa solo ai soldi. In effetti, per un capitalista, è la cosa migliore vendersi come comunista. Il Cappelleto usa gli sperimentati meccanismi dello Statu Nascenti alberoniano (nei gesuiti fanno parte dell’insegnamento di base): comunismo per gli adepti, mentre il capo accumula miliardi. I soldi corrompono. Se l’adepto è sicuro ma povero, ha la tensione costruttiva e resta dipendente.
Nikla gli vendette Serena da tenere così fuori dai “pericoli del mondo”, in realtà dalla possibilità di amoreggiare ed esser felice cosa che rendeva ossesse di invidia morbosa Nikla, Mina, Franka, e tutti quelli e quelle come loro. Tutte le volte del giorno che Serena si stendeva e si stende per la ‘meditazione’, si riimmaginava e si immagina quel cefalo di quel primo ed unico ‘fidanzato’ che la faceva impazzire di godimento. Nel contempo, si illudeva e si illude, con lo yoga, di controllare quel desiderio che non la abbandonava né la abbandona. Dormire per terra [un’altra mania della setta] rende più forti gli istinti animali, non li assopisce per nulla. Se si dorme sull’umido ci si sfascia. Ma dormire sul duro ed avvolti in coperte sufficienti fa solo bene. Lo fanno anche in Giappone. Non occorre vantarsi grandi asceti. Beh, se uno lo fa per raccontarlo, o lo racconta senza farlo...
Serena si era comunque infatuata della comunità pseudo-comunista rivoluzionaria del Cappelletto che si fingeva grande sovversivo mentre trafficava con gli Squadroni della Morte CC-NATO e sfasciava famiglie per incamerarne eredità. Ora hanno immobili di una cinquantina di province italiche! Da gesuita da parrocchia si è fatto latifondista, il Cappelletto, ora rimpiazzato, per decesso [24 Gennaio 2009, nella sua reggia di Torino, proprio di fronte al Centro Torture e Persecuzioni di Torino degli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO – i cieli non hanno voluto restare silenti su uno dei loro sedicenti rappresentanti sul pianeta terra] dal suo amichetto ed allievo Guidalberto Bormolini,  un falegname che cercava febbrilmente la via per divenire miliardario. Ha incontrato il Cappeletto. Del resto un successore-piazzista doveva pur trovarlo il Gian Vittorio! Il Cappelleto centrava le sua menate sui rilassamenti, il Bormolini sul morire felice e veloci ...dopo avere lasciato soldi ed immobili alla setta! L’evoluzione della specie: dal gesuita veneto al falegname lombardo che te le dice più dirette!
A Serena avevano detto che sarebbe entrata e, poi, che era entrata nel grande  movimento che avrebbe rivoluzionato il mondo I Ricostruttori. Di animo generoso ed altruista, lei se la era bevuta. Ma con ...una condizione [oltre a mille altre!], cucirsi la passera! Ma che che cosa poteva essere una vista monastica in confronto al privilegio di essere divenuta parte del grande movimento rivoluzionario di Gian Vittorio Cappelletto e poi della sua reincarno-continuazione Guidalberto Bormolini?! Passata l’infatuazione, non sa cosa potrebbe fare da sola. Più che altro, di riflessi lenti, non osa. Mentre Nikla la paralizza e ricatta con urla, pianti e piagnucolii continui. 

Le congregazioni sono organizzazioni militari in cui l’individuo deve annientarsi “per la congregazione”, che poi è fatta di persone, persone che si annientano come tali per esaltarsi come pidocchi/e al più perduto stato paranoico in cui vessano se stessi e gli altri associati. L’entità astratta, “la congregazione”, è solo una scusa per deresponsabilizzarsi. I preti della setta sono dei furboni che fanno quello che vogliono. Mentre gli adepti che vivono e lavorano nelle loro case coi voti, di cui si è detto, al Cappelletto sono sottoposti a schiavizzazione totale. I loro contatti con l’esterno devono passare attraverso il controllo della setta. Egualmente le loro letture ridotte al minimo, o del tutto annullate a meno che non leggano e studino in segreto. Non possono informarsi con TV, radio, né stampa. Più vengono tenuti isolati più sono inibiti dalla vita fuori indipendente dato che, se se ne andassero dalla setta, non saprebbero come muoversi fuori da soli. Non sanno veramente come sia la vita fuori, se non da osservatori quando attraversino il mondo. Quando il tuo universo diviene la setta, hai perfino paura di come possa essere il mondo. Te lo ricordi. Ma soprattutto chi sia entrato presto nella setta, e senza grandi esperienze fuori, come è il caso di Serena, da sola fuori avrebbe problemi a cercare di organizzarsi nelle cose più elementari. Si interiorizza dunque l’ansia del poter mai trovarsi fuori dalla setta stessa. Delusioni, quando anche i più ingenui vedano la divaricazione tra conclamazioni e realtà, vengono riassorbite con disincanti limitati ed auto-giustificazioni di comodo grazie al potere condizionante del terrore di trovarsi senza la setta sicura dove mangi e dormi. Lo schiavo ha in fondo una vita sicura, finché lo schiavista provveda a tutto, al tutto concede. Quando poi la setta li ammazzi con qualche giustificazione perché sono troppo vecchi ed un peso, sono ormai troppo impotenti ed ignoranti del mondo per opporsi ed andarsene. Il lavoro schiavistico non prevede contributi pensionistici ed assistenziali. Tu sei povero, ma la setta è ricca, ricchissima. Chi sia al vertice controlla la ricchezza, ovviamente.

Nikla era tutta eccitata, cioè eccitato-delirante dato il personaggio, dall’aver segregato Serena nella setta del Cappelletto, I Ricostruttori. Andava a raccontare a tutti che doveva espiare i suoi peccati, e pure quelli di Roby. “Il mio fiorellino ha voluto fare la puttana facendo l’amore e godendosela con quel ragazzo... Ora deve espiare i suoi peccati e pure quelli del padre. Sono due peccatori. Devono pagare.” Era, in realtà, solo un’allusione inconscia al fatto che la aveva fatta mettere sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing da parte degli Squadroni della Morte CC-NATO, un modo da catto-ipocrita per giustificarsene ed assolversene.
Ah, dopo venti anni di prossimità alle setta, anche la Scattozza è stata ben gratificata. Oltre ad avere imprigionato Serena... Finalmente, verso i 65 anni, ed ora fino ai 70, è riuscita a farsi impiegare, come ‘volontaria’, in occasionali corsi, sei sedute, di DO-IN, nel centro di Via Bardonecchia a Torino, della setta. Ogni seduta copre un 90 minuti pause incluse, se si presenta qualcuno e dall’inizio alla fine. Se non si presenta nessuno o se ne vanno prima... Non vogliamo infierire. Immaginatevi solo una tozza, agitata, che si muova a scatti e con passetti sbagasciati, tra risolini nevrotici e sorrisi ipocriti, con eloquio confuso, che si nutra abitualmente di schifezze, che perda l’equilibrio sia quando cerchi di sedersi e cerchi di stare seduta che in piedi, pure suscettibile e reattiva, che si presenti in abbondante tuta marroncino merda ad ‘insegnare’ tali pratiche: https://www.youtube.com/watch?v=vFtyPPVRTWQ . Uno spettacolo, se uno abbia voglia di spanciarsi dal ridere. È come fare istruttore di danza uno che sia paralizzato. Beh, uno paralizzato non sarebbe ridicolo, contrariamente ad una Scattozza.

Quando Roby contattò Serena, e lei lo corrispose felice, dopo l’estate del 1997, ecco che gli Squadroni della Morte dei Carabinieri furono subito allertati. Nikla era furiosa: “Ecco, ora si fa vivo quello che me la vuole portare via.” Il Cappelletto era già un cooperante degli Squadroni della Morte CC-NATO, da tempo, anche prima di queste faccende. Loro coprivano suoi crimini. Lui si prestava a loro. Come è quel principio, dai a Dio quel che è di Dio ed ai Carabinieri quello che è dei Carabinieri? Dare il culo proprio, ed ancor più quello altrui, anche ai Carabinieri era sempre piaciuto al Cappelletto. La chiamava “vocazione cristiana”. Del resto, gli  Squadroni della Morte CC-NATO avevano subito contattato il Cappelletto quando Serena fu imbracata nella sua area, dicendogli chiaramente che era di loro competenza, un affare di Stato, dato che Serena era stata sottoposta a S/G-OS-M. Per cui loro dovevano essere costantemente informati di qualunque cosa.

Il Cappelletto ed i suoi subito blindarono Serena:
- “Serena, lo sai che tra gli altri impegni, hai assunto quello dell’obbedienza... ...Noi siam felici che tu stia in contatto col papà, ma devi usare la email di sorelle della congregazione cui noi ti assegniamo previamente. Nel caso tu gli scriva ad indirizzi postali, devi sottoporci, ...è solo una formalità... ...sono le regole della congregazione..., sia quello che tu mandi a lui che quello che ricevi...”
- “...Sì`, Padre...”

Veniva tutto stampato, fotocopiato se erano lettere a mano, passato alla Polizia Segreta Carabinieri. Fedeli cooperanti della congregazione reindirizzavano tutte le email inviate e ricevute da Serena al Cappelletto che (ignorante lui personalmente di computer) le faceva trasmettere agli Squadroni della Morte CC-NATO. Beh, questi le intercettavano già di loro, ma erano i rituali del terrorismo di Stato. L’infame deve  sapere di essere infame e sa di essere infame solo quando lo fa attivamente. Lo Stato si basa sull’infame-affidabile, affidabile per il Terrorismo di Stato. La ‘logica’ era la solita: “produrre materiali”. Vi fosse stati qualcosa mai di compromettente, ma non v’era!, sarebbe stato usato contro Roby. Siccome non v’era nulla, veniva usato lo stesso contro Roby. La ‘logica’ era la solita: non scrive nulla di compromettente perché è furbo e si maschera! Insomma, tutto era usato contro di lui, come fanno i pazzoido-delinquenti della Polizie Segrete Carabinieri ed altri quando collochino qualcuno nel loro mirino. Qui usavano I Ricostruttori del Gian Vittorio Cappelletto, il gesuita avventuriero che viveva pure di soldi pubblici [I Ricostruttori dispongono di una mezza dozzina  di Studi Medici che succhiano soldi pubblici perfino per le loro mal-praticate tecniche di rilassamento e “meditazione profonda” - sono spiegate meglio gratis online, mentre quelle vendute da I Ricostruttori non funzionano] quindi ricattabile anche in questo, come tutti quelli senza moralità ma ben interessati ai soldi. Quando disponi di soldi pubblici, gli Squadroni della Morte CC-NATO possono farteli revocare con una telefonata se non cooperi coi loro crimini.

Nikla era furiosa ogni volta che sapesse che Roby e Serena fossero in contatto, sia allora che successivamente. La setta pretendeva che tutto passasse attraverso loro, cioè attraverso gli Squadroni della Morte CC-NATO. Emblematico, esilarante ed anche piuttosto squallido quello che succederà, cioè che faranno succedere, quando Roby contatterà nuovamente Serena, a metà 2015, ma questa volta ad un indirizzo proprio di email Serena casualmente aveva, pur non usandolo di solito, dato che si era registrata presso l’AIMI, l’Associazione Italiana Massaggio Infantile, come insegnate autorizzata della stessa. Lo vedremo alla fine di questa narrazione.      


Quando Nikla voleva ammazzare il Berluska...

Nikla aveva sempre frequentato la parrocchia, a Migliarina. In parrocchia era amica, amicissima, di Mariella. Mariella era un’altra suorina come lei ma organicamente catto-comunista. Il padre era operaio all’Arsenale, di quelli che di operai avevano il titolo ma, in genere, spesso, non facevano nulla. L’Arsenale Militare funzionava a quel modo... Era un ricettacolo di nullafacenti con raccomandazione dei preti, allora, ma non solo. Il padre di Mariella era di quelli che leccavano il prete ma poi a loro andava bene, benissimo, lo Stato che ti sussidiava anche senza far nulla. Un perfetto catto-comunista naturale. La figlia lo era ancora di più. Se il padre lo era in silenzio, Mariella sentiva il bisogno di conclamarlo per cui era di quelle tutte parrocchia ma che sognava il PCI anche se non vi avrebbe mai aderito perché etichettato come partito ateo. La soluzione era semplice, le ACLI. Nelle ACLI di poteva fare i cattolici, anche i democristiani, e propugnare l’alleanza col, la subordinazione al, PCI. Le ACLI avano due livelli senza vere intersezioni: quelli andavano nei circoli a giocare a carte ed a bere, ed i politicanti. Ai primi non ne fregava nulla di nulla. I secondi facevano i cattolici che guardavano al PCI, sebbene non è che fosse poi così obbligatorio (potevano anche votare  DC, se credevano). In realtà, le sinistre DC [una galassia piuttosto variegata] erano forsennatamente anti-PCI e, quando propugnavano convergenze, era per meglio distruggerlo. ‘Finezze’ della politica, che era teatrino, perché i dosaggi di potere reale tra i partiti erano decisi dagli inglesi con macro-meccanismi di controllo. Ma non occorreva dirlo al militonto, non a tutti, neppure ai molti. Chi ha sfasciato lo Stato assieme al PCI è stato più un DC di destra come Andreotti. Le sinistre DC lo sfasciavano anche senza l’aiuto del PCI. Non che le differenze fossero grandi. La sinistra DC nasce dall’industria di Stato e dal sindacalismo “anti-comunista”. La destra DC dalle burocrazie pubbliche. Ma poi tutto si mescola, visto che le mangiatoie non hanno limiti e tendono sempre ad allargarsi anche invadendo aree inizialmente altrui. Andreotti sapeva di poter controllare il PCI perché lui, Andreotti, controllava le Polizie Segrete CC con cui poteva tenere subordinato il PCI. Le sinistre DC, lo stesso social-populista Moro, anche quando punteranno al coinvolgimento governativo del PCI, lo faranno perché erano sicure che un PCI che si fosse pubblicamente mostrato per quello che era, un partito-mangiatoia come tutti gli altri, avrebbe perso quell’alone, creato dalla propaganda dei suoi padrini angloamericani [il PCI se lo inventano gli inglesi che lo fanno creare, nel 1944, da Togliatti, a Salerno], della diversità, di una qualche inesistente eppur conclamata superiorità etica. ...Prodigi della propaganda inglese! Dunque ne volevano il pieno e pubblico coinvolgimento nel governo, cui già il PCI partecipava ma come sottogoverno. Era anche un modo sottile del Vaticano per cercare di rimettere in discussione gli Accordi di Teheran col PCI fantoccio inglese in funzione anti-vaticana. Questo qui, detto piuttosto succintamente, era quello volevano ai vertici. Ma alla base, a livello di Marielle e di arsenalotti, si vendeva il compromesso storico belingueriano (lo sfascio consociativo dello Stato con DC ed altri, al di là delle formulette – fu il periodo che si mangiarono, spartirono, tutti i fondi pensioni, le capitalizzazioni previdenziali, somme che vanno oltre l’attuale debito pubblico) che nasceva col PCI che accettava e beneficiava pure ‘i cattolici’, i democristiani, per cui era tutto vissuto come “ci mettiamo d’ accordo col PCI perché il PCI ci blandisce e dunque ci dà spazio anche in aree sue”. In effetti, v’era una forbice culturale e strategica tra le visioni dei DC avvertiti e quella delle Marielle credulone da ACLI. Era comunque a quel modo. Le stesse ACLI non è che fossero tutte o principalmente a quel modo. V’erano quelli che andavano al circolo ACLI a giocare a carte, a chiacchierare, a sbevazzare, per stare tra fasci anziché con quelli del PCI che, nei lori circoli, facevano le stesse cose, e quelli che usavano la sigla ACLI per “far politica”. ...A caccia di posti... Tra chi “faceva politica”, v’erano le visioni più differenti, tra cui i para-PCI o gli aperti, con varie sfumature e visioni, a convergenze col PCI. Mariella e Nikla, usando la sigla ACLI, predicavano ad un gruppo di ragazze e ragazzi della parrocchia di Migliarina che i cattolici potevano e dovevano convergere col PCI. Non che ne fossero convintissime. Era quel senso d’ebbrezza che a volte i bimbi hanno a giocare col proibito. Dato che il PCI era piuttosto forte, alla Spezia, città di aziende pubbliche, dove moltissimi erano passiti dal fascio al PCI, e che quella era la moda di quei tempi attorno al 1968/69... Sì, era la moda dei tempi e che continuerà.    

Mariella si sentiva investita di una missione da buona cattolica, quella di catechizzare i comunisti. Nikla era solo una che non ci capiva un cacchio e che andava a rimorchio dell’amica. A casa erano contenti perché andava in parrocchia. Mariella era contenta perché faceva, assieme a lei, la catto-comunista.

Nikla avrà uno dei suoi numerosissimi tracolli esistenzial-nervosi quando Berlusconi scende pubblicamente in campo come politico, o così sembrò [in realtà mise solo la faccia per raccattare voti mentre G.Letta governava], all’inizio del 1994. Nikla, incapace di capire alcunché, e condizionata dalla propaganda di regime, comincerà ad urlare che chiunque era tollerabile ma non quello. Urlava come un invasata ogni volta lui compariva in TV o ne aveva notizia su altri media. Loro, i catto-comunisti stavano ‘vincendo’, ed ecco che era arrivato quello a sfasciare la loro [in realtà, del regime compradoro] “gioiosa macchina da guerra”, nell’espressione da pogrom di quel mafioso di Occhetto.

Col cognato Sborrino, il marito della sorella, un catto-comunista spezzino, di padre arsenalotto e lui, laureato in chimica, propagandista farmaceutico, per cui venditore di veleni, su cui guadagnava pure profumatamente, di quelli appunto che la coscienza la hanno solo a comando, Nikla si era messa a firmare petizioni, di quelle merdate da imbroglioni o malati di menti, ...da ‘indignati’.

Certo ognuno può avere i punti di vista che crede. Tuttavia quando le persone si agitano in modo fondamentalista, o sono sceneggiate per coprire altre cose, oppure o stanno imbrogliando o stanno male, od entrambe le cose: imbroglioni-malati. In una Nikla è improbabile poter trovare qualche qualità o qualche equilibrata normalità.

Roby si era sempre (più o meno dal 1967) presentato come ultrasinistro sfegatato ed ultraminoritario. Lo sfegatato serviva per coprire la sua rapida progressione come sacerdote della Chai [חַי], dato che allora era importantissimo che nessuno ne avesse la più pallida idea sia che esistesse sia che potessero esservi persone che facevano studi e praticavano esoterismi paralleli, riservati. Ora non v’è più rischio di rilevazione, dato che... Non importa... L’ultraminoritario serviva a mostrare la sua estraneità. Infatti nessuno lo ha mai sopportato, né lui a mai sopportato loro, nell’ambiente dei compagnuzzi. L’ultraminoritarismo, gruppi di poche centinaia, decine, e spesso anche meno, di persone, era un modo per dire che non gliene fregava nulla. Quelli cui gliene fregava qualcosa, a parte quelli dei gruppettini direttamente comprati ed eterodiretti dai CC (come i Maitanno, Moscati, Dinuccio, Cevvetti, Paroli e mille altri; ...chi crea, caserme, casermine o casermotte...), quelli di passaggio, o qualche fissato od interessato, si gettavano nei gruppi maggiori. Se uno ha delle cose da dire, od anche solo delle ambizioni, sceglie dove vi siano masse, su cui se non necessariamente influire, grazie alle quali risplendere ed avere risonanza ed opportunità, farci meglio carriera insomma. Nel gruppetto va o chi abbia patologie o chi non gliene freghi nulla. Chi vada nel gruppetto di poche centinaia o decine di persone è o per dinamica di gruppo (amici, amici di amici), o per qualche bisogno di marginalità, o solo di passaggio, a parte appunto quelli trovatisi e reclutati dai CC o quelli mandati per esempio dal PCI. Il PCI mandava suoi anche nei vari gruppetti, dai Paolicci, alle Volpi, ai Moscati a decine d’altri. Nei gruppetti, lo ripetiamo, si trovano quasi solo o casi patologici o mandati. La cartina di tornasole per verificare i mandati è semplice. I citati e decine d’altri sono tutti personaggi che, in apparenza, ‘tradiscono’ il PCI eppure non viene fatta terra bruciata attorno a loro. Continuano a lavorare in aziende d’area PCI, o ad esso connessi in vario modo. Hanno carriere accademiche loro assicurate dal PCI e che poi il PCI non ostacola, anzi continua a favorirle. Qualcuno è pure arrivato al CSM! Dal PCI ai quartini del Maitanno e dal quartini del Maitanno al CSM. Una vera Volpe perugina! Chi rompa davvero col PCI, non si risottometta, e non trovi mafie di potere in qualche modo equivalenti, viene fatto fuori ovunque arrivi la possibile influenza dello stesso, cioè ovunque. Valgono logiche mafiose, in queste cose. Il PCI ha sempre avuto una tipica struttura e logica mafiose. Del resto lo creano gli inglesi nel 1994. Gli inglesi sono mafiosi per eccellenza, coi loro sistemi massonici centralizzati nella Corona britannica. Il PCI aveva uffici che facevano da ponte tra la Polizia Segreta CC (gli Squadroni della Morte dei Carabinieri) ed i vari gruppetti ‘estremisti’ o comunque esterni, esternalizzatisi od esternizzati. Per chi fosse stato schifiltoso, relativamente a rapporti diretti con “lo Stato”, i CC usavano il PCI-CGIL etc, od anche l’ENI etc, come schermo. Mutatis mutandis la cosa continua tuttora, ovviamente.    

Allo stesso tempo, Roby era ed è il tipo che era critico, criticissimo delle cose da lui stesso appena scritte. Le discuteva come fossero di un altro. Magari ne capovolgeva le valutazioni. Tipico di chi abbia avuto un lungo training cabalistico. È cosi che si deve fare! Il fallo è in chi non sappia farlo! Per tutte le persone che studino con onestà intellettuale, seguire delle ortodossie predefinite è la cosa più truffaldina possa esistere, pur universalmente diffusa e praticata. In pratica, le persone ordinarie studiano per confermarsi, non per scoprire. Chi studi per scoprire sottopone tutto a critica radicale e profonda, anche quello lui o lei stessa possa avere appena scritto. ...Beh, vi sono psicopatici che già a vent’anni cominciano e raccogliere i materiali per la propria autobiografia: tali figuri hanno una coerenza ‘intellettuale’ tipicamente paranoica che è l’opposto una vera attività intellettuale. Roby ha sempre praticato l’arte di spaccare il capello in quattro e poi ancora in quattro e così fino a che necessario, possibile, utile. 

Lo Sborrino, il cognato della Nikla, in fondo era di quei cattocomunisti che sul cattocomunismo costruivano una carriera, pur marginale, da compagno di strada del PCI, in organizzazioni e componenti social-cattoliche. Amava quella politica, un po’ gruppettara ma alla ricerca dei posti, dell’esibizione. Non aveva il coraggio della vera DC, neppure quello del PCI. Immaginatevi uno un po’ ottuso, pur con laurea, e che non abbia nulla da fare nel tempo libero, avendo pure paura della fica, per cui non è che... Dunque razzolava tra ACLI e sigle di quell’area catto-comunista, utile per rimediare qualche posto concesso dal PCI, per quanto  nulla di grandioso. Chiaramente, quando era poi stato fondato il PD, lì non era potuto non entrare, almeno nell’area. Di quelli che vi entrano per uscirne perché non sufficiente fondamentalista ...Fanno le Bindi... attaccatissimi ai posti, pur marginali. Non hanno altro nella vita. A casa, pur nell’era dell’internet, non avrebbero nulla da fare. Per lui, fare l’indignato anti-Berluska, era un modo per compiacere il PCI (e come poi si sia chiamato e si chiami), ridefinirsi come catto-comunista da sinistra DC, mentre riaffermava il suo spirito oscurantista isterico contro qualunque modernità. Di quelli che hanno vissuto come trauma sia la rottura del monopolio RAI che la nascita, della rete, di internet. Di cultura gretta, pur di studi formali scientifici, è avverso a qualunque forma di progresso.

In Nikla v’erano tutte queste sottoculture oscurantiste [tra madre semi-analfabeta e padre che aveva gettato nel cesso tutti sogni per lavorare 12 ore al giorno all’INAM!], pur senza avere mai richiesto ed avuto posti da nessuno. ...A parte a I Ricostruttori, dove ogni qualche anno le facevano tenere qualche corsetto di DO-IN che, inevitabilmente, le procurava lunghi e dolorosi colpi di sciatica... La Scattozza era troppo occupata a far nulla, a correre sempre in ritardo ovunque, a comprare cianfrusaglie, sbevazzare ed impasticcarsi, stipare i frigoriferi a strati di cibarie in accesso e che, a blocchi, buttava poi via deteriorate quando il frigo puzzava troppo di cibi avariati. Allo stesso tempo, per lei, il Berluska era una vera isteria. Le produceva agitazioni e fremiti incontrollabili. Era un caso vivente di berluskofrenia La testa vuota le si bloccava più del solito, diveniva tutta rossa da infarto e sputava insulti convulsi non appena ne leggesse, o lo vedesse ed ascoltasse, o ne udisse, su media audiovisivi. Già aveva sott’occhio e sottomano il Gian Vittorio Cappelletto come gran piazzista ma costui aveva il merito indistruttibile di averle imprigionato Serena e di tenerla lontano, per quel potesse, da Roby.

Ogni volta vedeva il Berluska in TV, o sui giornali, Nikla cominciava ad urlettare:
- “Andrebbe ammazzato! Sì, ammazzato! Non possiamo permetterci che uno come lui sia anche solo nominato come italiano. Berluska, schifoso, muori, crepa, ti ammazzo, ti ammazzo!” ...Mente agitava i pugni ed ondeggiava, piegata, a scatti, tutta furente e davvero sul comico-disgustoso. A dire il vero, Mina lo votava, ma non glielo diceva. A Mina bastava che la aiutassero tutti a praticare il male. Il resto non era importante.

Ed un giorno... ...un giorno Nikla cominciò a dire a tutti che si doveva passare all’azione, che si doveva... ...che si doveva ammazzare il Berluska. Sul convulso, lo diceva a tutti, chiedendo se avessero idee, se fossero disposti, come si potesse fare. Pur sghignazzandosela, la vedevano così convinta che non avevano il coraggio di contraddirla. Le dicevano, per canzonarla senza che lei lo capisse, che lei Nikla doveva essere la capa di una tale grandiosa operazione. ...Lei che non riusciva neppure ad arrivare in orario a nulla, né a pronunciare due parole con una qualunque senso logico. I dialoghi qui ricostruiti, li abbiamo ovviamente aggiustati, quando abbiamo attribuito della frasi alla Scattozza perché, differentemente, avremmo dovuto scrivere delle cose del tutto incomprensibili. Si faceva capire col livore misero, con le invettive deliranti, non con le parole.

Qualcuno, disgustato ma non osando farsi aggredire richiamandola alla ragione, le disse che era una grande idea, che lei avrebbe dovuto studiare la cosa, che lei poteva farlo... Lei corse a comprare decine di libri (trovati con grande difficoltà e molti che alla fine non c’entravano nulla, ed anche quelli che c’entravano che non servivano a nulla) su come si organizzava un assassinio di alto livello. Romanzi, manuali o pseudo tali... Li mise lì, come fa con tutti i libri. Si diceva che avrebbe iniziato poco dopo. Poi il giorno finiva. Si diceva che di sicuro il giorno dopo... Il giorno dopo era come il giorno prima. A volte si sedeva, ne prendeva uno, poi, presa dalle solite compulsioni, non faceva in tempo neppure a leggere un paragrafo che lo riponeva... Li ha ancora lì, pressoché immacolati, solo un po’ maltrattati, unti, sporcati, perché li spostava, se li portava in altri luoghi, ma nessuno d’essi lo ha neppure davvero iniziato.

Certo, continuava a dire a tutti che voleva ammazzare Berlusconi con un attentato spettacolare. Chiese dove si potesse trovare un bazooka, un lanciarazzi, esplosivi, armi da fuoco. Un suo conoscente toscano, un credulone un po’ mafioso, alla sue insistenze, la portò da un suo amico che era stato mercenario da qualche parte.
- “Vorrei chiederti una cosa, se uno volesse mai far fuori un capo di Stato o di governo, come può fare?”
Lui che era stato già messo sull’avviso che Nikla gli avrebbe chiesto quelle cose, e che conosceva come vada il mondo, gliela buttò sul vago:
- “Sono cose complesse... Occorre avere una struttura, sempre che basti...”
- “Beh, ma come hanno rapito ed ucciso Moro... Ammazzare uno dovrebbe essere ancora più facile. ...Gli si tira un colpo...”
- “Certo, devi sapere dove va, intercettarlo in un luogo dove sia, andare vicino od avere predisposto qualche ordigno, e poi colpirlo... A dirlo sembra facile, ma poi sono cose che si devono fare senza che nessuno lo sappia fino a che il bersaglio sia liquidato...”   
- “Ma se l’hanno fatto con Moro, e rapirlo era ben più complicato, non deve essere una cosa impossibile.”
- “Di impossibile non c’è mai nulla. ...Si deve avere una struttura e sapere quello che si deve fare...”
- “Ecco, e tu come faresti?”
- “Io non lo farei...”
- “Ma tu non eri...”
- “Ero cosa...”
- “Non facevi il mercenario?”
- “Che c’entra?”
- “Quante persone hai ammazzato?”
- “Io?! ...Nessuno.”
- “E che mercenario eri?!”
- “Non è che uno passi il giorno ad ammazzare persone...”
- “Non hai mai sparato a nessuno?”
- “No, non mi è mai capitato...”
- “Ma, insomma, non capisco...”
- “È come quando fai il militare. Magari devi fare la guardia a qualcosa o qualcuno, od andare in operazione, ma non è che uno stia lì a sparare e ad ammazzare gente. ...Ci sono delle procedure. Se succede qualcosa sai quel che devi fare. Ma se non succede nulla...”
- “Scusa, te lo dico diretta... ...Mi aiuteresti ad ammazzare il Berluska?”
- “Guarda, non ho sentito... ...Anzi, stai scherzando... Pensavo che volessi scrivere un romanzo e volessi chiedermi delle cose per romanzare...”
- “Ma allora sei un berluskoniano!”
- “Perché? Che c’entra? Quando voto, se voto, voto per chi mi gusta. Ma finisce lì... Non è che se vince un altro mi tocchi più di tanto.”
- “Ma allora non capisci. Qui non è questione di opinioni. Qui è in ballo la democrazia nel nostro paese. Ed è tutta colpa di quello schifoso del Berluska che controlla i media e convince le persone.”
- “Quando c’è da votare si vota... Poi, chi vince vince...”
- “Ma allora non capisci... Qui non è questione di chi vinca... Non è tollerabile che lui vinca, e neppure che perda. Un imprenditore, e poi di TV che hanno rovinato la nostra RAI ed il nostro paese... No, non è tollerabile! Se c’è un Berluska in politica, non è più democrazia...”
- “Non so... La politica non è il mio forte...”
- “Ecco, ho capito, sei un qualunquista... O sei un berluskoniano...”
- “Te lo ho detto. Non ho un grande interesse. Quando c’è da votare, se vado poi decido sul momento su chi fare la croce...”
- “Ecco, ho capito, sei un berluskoniano! ...Un berluskoniamo! Un fascista! No, peggio! Un berluskoniano... Di quelli che si sono lavati il cervello e confuso le idee con le puttane delle TV berluskoniane. Ma da chi mi hanno portato?!”
- “Nikla, mi hanno detto che volevi chiedermi delle cose. Scusami, ma di politica, non capisco. La TV non è neppure che la guardi molto...”
- “Ecco, sì, il Berluska ti ha lavato il cervello. La gente non vuol capire. Quello vi vende quel che vuole e voi neppure ve ne accorgete... Va ammazzato! Va ammazzato!”
- “Stai scherzando... Non ho sentito... Guarda, ora devo andare a lavorare che le ore sono passate veloci...”
- “E dove posso andare per dei lancia-razzi, degli esplosivi, delle armi?”
- “Ci sono dei mercati, ...ma uno deve conoscere..., in Belgio, a Londra... Anche qui, forse, se vai al Sud, ma io non sono più del giro. Poi, guarda, io di queste cose non voglio sapere nulla. Secondo me, tu scherzavi. Non sono cose che... Guarda, non ho sentito nulla. Devo andare.”

E costui se ne andò, mentre Nikla continuava con le sue invettive sconclusionate:
- “Ecco come sono tutti. Il Berluska se li è rovinati con i suoi programmi americani. Non capiscono neppure che questo nostro paese è stato snaturato dal berluskonismo. Va ammazzato! Va ammazzato! Questa vergogna deve sparire. Chiunque, ma non lui... Lo ammazzo io, da sola.”

Nikla continuò a chiedere a tutti dove trovare pistole, mitra, lanciarazzi, esplosivi. Tutti scantonavano, dicevano che non avevano idea... Qualcuno le disse di andare in Austria o nelle repubbliche ex-Jugoslave. Ma lei, alla fine, non andò da nessuna parte. Anche vi fosse andata, non è che si trovi nulla per strada, anzi non si trova affatto. Sono mercati ben controllati.

Nikla andò ad alcune manifestazioni dove c’era il Berluska, ma, a parte che riusciva a stento a reprimere la rabbia che le straboccava, non riuscì ad avvicinarsi. Eppoi, c’era troppa gente e troppi controlli. Non è che una potesse passare dal pubblico a qualche anfratto da dove... E poi con che? Non è che una potesse arrivare lì chissà con cosa, trovarsi il punto ideale da cui..., piazzarsi, poi estrarre ciò che aveva e, tranquilla, prendere la mira...

Continuava a vaneggiare sulla cosa... Si comprò pure un computer da poco e sottoscrisse internet perché le avevano detto che in rete... Ma come per i libri... In più, non è mai riuscita a comprendere nulla di un computer e come procurarsi informazioni con esso. In pratica, lo ha, ma è sempre spento. Quando lo accende sente come un senso di vuoto, di immenso in cui non saprebbe neppure come penetrare. E corre subito a fornelli, frigo, andare al negozio, telefonare, invitare a pranzo ed a cena.   


State of Denial. Concetta ed Alvaro 

Te lo neghi. Non vorresti. Ma il tuo destino è quello.

...reclutati e fottuti dalla Polizia Segreta CC. 

“Blocking out, turning a blind eye, shutting off, not wanting to know, wearing blinkers, seeing what we want to see ... these are all expressions of 'denial'. Alcoholics who refuse to recognize their condition, people who brush aside suspicions of their partner's infidelity, the wife who doesn't notice that her husband is abusing their daughter - are supposedly 'in denial'. Governments deny their responsibility for atrocities, and plan them to achieve 'maximum deniability'. Truth Commissions try to overcome the suppression and denial of past horrors. Bystander nations deny their responsibility to intervene.”

Le persone, cioè l’insetto medio, vive negandosi tutto quello vada oltre il suo gretto orizzonte di comprensione. In fondo, l’insetto medio riesce a vivere proprio perché si nega la comprensione.

Chiomento, veneto, quanto era entrato all’INPS come commesso aveva trovato più affine gettarsi con Formica, massoneria PSDI-UIL piemontese, per averne protezione e qualche promozione. Nel frattempo, qualche vantaggio. Da commesso era stato passato rapidamente impiegato. Non solo. Aveva avuto collocazioni dove si può mangiare. Del resto, lui aveva ben bisogno di fondi extra. Si era sposato una gran fica, lei stessa veneta e di quelle fedelissime. Lui, di riflesso, sentiva il bisogno di scopare in giro. Dato che abitava in case INPS, uno degli altri vantaggi di essersi fatto cliente Formica, lo faceva in modo silente, ma non troppo. Era di quelli che dovevano farlo sapere sebbene non è che fosse di quelli si vantassero né di quelli che raccontassero i fatti propri in giro. Nessun clamore. Ma c’era chi sapeva che anche Chiomento... Aveva pure dei costi. Aveva un pied-à-terre, dato che usava la sua posizione all’INPS per rimorchiare e scopare in continuazione. La moglie, occasionalmente, si era vantata con altre mogli di impiegati INPS dicendo che il marito suo non era come altri. Gli altri tradivano le mogli, e lo facevano pure sapere mentre il suo Chiomento era uno serio serissimo, e poi lei gli bastava, ...così diceva a tutte. Alla fine, qualcuna si era stufata e gliela aveva contata e le aveva detto che il marito, Chiomento, aveva pure un pied-à-terre dove trombava in continuazione pure bruttocchie con semi enormi e che, proprio tali seni enormi, erano quello che facevano impazzire Chiomento. Lei era uscita di testa. Lo aveva ‘affrontato’. Lui Chiomento aveva negato ma lei lo vedeva che mentiva. Da quel momento, la moglie di Chiomento non ci stette più con la testa. Non solo si era illusa ma aveva fatto pure la parte della scema con coloro con cui si era vantata della fedeltà del marito. Non pensiate che i veneti siano differenti dai siciliani... Costei non si era più ripresa dal colpo. Chiomento aveva sempre evitato di contarla tutta, ma la malattia mentale della moglie era tutta lì. Anche lui poi non era più stato molto bene, ma perché mangiava troppo e male e gli si gonfiavano le gambe ed aveva problemi di circolazione. Era comunque di quelli senza altre ambizioni che la propria tranquillità e la fica finché aveva potuto. Voleva solo tirare a campa’ quieto senza noie di alcun genere, anche se qual pasticcio con la moglie avrebbe oramai marcato la sua vita. Lei aveva crisi di panico. Lui temeva si suicidasse. A sua volta, lui si consolava col mangiare abbondante ...e stava male per ciò.    

A Torino-Sud, Chiomento si era trovato a dover fare il segretario UIL. Non che a lui piacessero le posizioni di prima linea. Gli bastava fare il cliente, il cliente di Formica, boss indiscusso della UIL-INPS a Torino. Lì, non aveva potuto sottrarsi. Appena aveva potuto, aveva scaricato la mansione a Concetta, una di origini sicule e del tutto fuori di testa. Fuori di testa, ma di quelle che facevano tutto quello le venisse detto. Obbediente, subordinata, conformista, pur col vezzo di votare per l’estrema sinistra. Si era sposata di segreto alla famiglia, e vivendo ancora con essa. Sì, insomma, se volevano metterglielo dentro, dovevano sposarla. La cosa era poi casualmente venuta fuori per cui, ormai scoperta dal padre (cui in occasione di qualche certificato anagrafico era stato detto, con suo grande stupore, che la figlia risultava coniugata), era potuta andare a vivere col marito. Del resto era già incinta di Alvaro poi nato. Il marito, presto stufatosi, lo aveva poi messo dentro ad altre. Lei, venutolo, a sapere, se ne era andata. Lui si era poi accasato con un’altra. Senza marito, lei ha ripreso a tenersela stretta. Nella testa sua si creava che tutti avrebbero voluto farsela. Lei, comunque, neppure cercava di darla a qualcuno e non deve mai averla data a nessuno. Nulla di male. Persone fatte così. Vorrebbero ma alle loro condizioni. Pur con questa particolarità, restava una del tutto fuori di testa ed assolutamente conformista. Non che siano fuori di testa quelle o solo quelle o parte di quelle la diano in giro. Una non la dà. Etc. etc. come già detto.

Quando Roby era arrivato a Torino-Sud, lei ovviamente, come sindacalista, per cui partecipava alle varie intersindacali col direttore, si era sorbita tutto quello che dicevano e facevano. Lei ‘sapeva’ perché glielo aveva detto un idiota come il direttore Francesco Papa, cui lei doveva credere, che Roby fosse il capo del terrore. Felice lei... Da un lato, lei, di sua iniziativa, non avrebbe fatto mai nulla contro altri. Ma come conformista, non poteva che lasciar fare, ovviamente. Il direttore era l’autorità. Il suo puparo Chiomento, un brav’uomo, nel senso che è di quelli cercano di barcamenarsi, non era uno che avesse interesse a mettersi contro il potere. Anche lui era uno che, di suo, non si sarebbe mai messo contro nessuno, se non altro per evitarsi complicazioni esistenziali e possibili guai, ma, appunto, per quieto vivere, ancor meno si sarebbe mai messo contro il potere, lì il direttore. Il direttore Francesco Papa, si era messo al servizio pieno delle Polizie Segrete CC che lo avevano contattato. Il Papa si era detto che poteva usarle quella faccenda segretissima delle Squadroni della Morte CC-NATO per la sua carriera. Il Papa era uno che non capiva nulla ed aveva fatto carriera solo e sempre di ruffianeria. Quella era per lui l’occasione di un ulteriore avanzamento (passando da direttore locale, uno  dei tantissimi, a direttore centrale, cerchia non piccola ma già più ridotta), occasione gli si era presentata facendosi parte attiva, attivissima, nel linciaggio contro il Roby. Il Papa era andato a parlare con il Centro Torture e Persecuzioni degli Squadroni della Morte CC-NATO di Milano e si era fatto da loro garantire che se lui avesse cercato di montare cose grosse loro lo avrebbero spinto per divenire direttore centrale INPS. Ciò gli fu garantito e lui ne montò di tutti i colori, contro Roby, all’INPS di Torino-Sud. Chiamava questo, chiamava quello, montava tragedie nate solo nella sua testa. Era un chiacchierone pieno di complessi di inferiorità per cui ne parlava pure a tutti. Tutti sapevano che lui straparlava a soggetto e che montava tragedie sul nulla. Nessuno lo contraddiceva perché lui era il direttore e perché aveva fatto risapere a tutti, attraverso varie fonti, che lui aveva la copertura assoluta da parte degli Squadroni della Morte CC-NATO. Certo, quando le Polizie Segrete CC, con Direzione Generale e direttore di Torino-Sud Francesco Papa e fantocci [per esempio tal Ciancio della CGIL, che il cambio era divenuto dirigente, e poi direttore a Vercelli], avevano montato un caso contro Roby per sospenderlo [lo avevano accusato non di lavorare - Roby aveva da solo rapidamente del tutto aggiornato le pensioni dei Fondi Speciali, che Rosalia e Maria Grazia (le altre due addette) non facevano, non facevano per mangiarci, per chiedere soldi per farle a qualcuno abboccasse; Rosalia e Maria Grazia, una sicula ed una calabrese avevano ottenuto la copertura totale del direttore Papa e dei sindacati per continuare a far nulla in cambio della sottoscrizione di una lettera in cui si dissociavano “dai metodi di Roby”; “i metodi di Roby” erano semplici: quando qualcuno faceva domanda lui definiva subito la pensione se era tutto a posto, e spesso lo era; dopo che Roby se ne andò dalle pensioni dei Fondi Speciali e dall’INPS, le due, Rosalia e Maria Grazia, ricrearono l’arretrato e ripresero a chiedere mazzette per farle], Concetta era volata a Roma il giorno del ‘processo’. Il caso era caduto ma in realtà Roby si era già dimesso. Infatti, nel Consiglio di Disciplina INPS, erano sbottati nella classica auto-confessione del loro delinquere: “Obiettivo della montatura organizzata dalla Direzione Generale, complice, Francesco Papa, su richiesta superiore [gli Squadroni della Morte dei Carabinieri] area di licenziarlo. Visto che si è dimesso di suo, possiamo lasciar cadere la cosa.” Siccome Roby non era in realtà della UIL, il biglietto aereo la aveva pagato Roby a Concetta, che era tuttavia pronta a farselo pagare dal suo sindacato. Era giusto così, che se lo pagasse Roby.  Si era nella primavera 1995.

A parte questo, la solita tensione, contraddizione, tra il volere essere e quello realmente si fosse... Concetta se le beveva tutte. Il potere formale era la verità. La verità era il potere formale. Per Concetta, naturalmente. Non c’arrivava. Sempre agitatissima. Urlava. Tutto, qualunque cosa facesse, sembrava un assalto col pugnale fra i denti. E poi se le fabbricava nella testa. Non solo quello che avesse a che fare col potere. Era come schizofrenica su tutto. Nel caso di Roby all’INPS, quando il direttore Francesco Papa chiedeva la copertura dei sindacati per i suoi deliri delinquenziali contro Roby, lei non capiva e comunque appoggiava. Fuori dal raggio della voce del direttore diceva di essere con Roby che era chiaramente nel mirino. Lei ovviamente non capiva, sebbene fosse evidente, che ci fossero Polizie Segrete/Squadroni della Morte del governo/potere. No, non poteva. Lei se lo negava. Rimuoveva. Era di quelle condizionate a credere che tutto succeda per caso, anzi per colpa del bersaglio, di chi venga colpito. “Qualcosa avrà ben fatto se lo perseguitano!” È la logica del pidocchio medio. Se ne vergognano?! Secca loro se ne parli?! Fanno tutto loro, non chi si limiti a scriverlo!

Il figlio, Alvaro, era intelligente ma castrato dalla solita madre siculo-possessiva. La conoscete la logica dei cani? Solo fedeli a chi dia loro da mangiare. Ecco, Alvaro era su quella lunghezza d’onda. Se ne vergognano?! Lo dicono a noi che ci limitiamo a scriverlo?!

Quando Roby aveva deciso un salto qualitativo del suo districarsi sotto i colpi tentati dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri, i due erano polli ideali. Era la logica della garrota. Lasci che ci infilino il collo e che dicano che non esiste mentre se ne fanno garrotare! Ve lo siete voluto?! Godetevela! Ora Alvaro è oggetto di una operazione clandestina di assassinio bianco da parte della Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri. No, anzi. Non è oggetto di nulla. Essendo oggetto di una cosa che lui e la madre dicono non esista, credano pure che tutto succeda a lui per caso! È la logica della garrota. Ci infilano la testa dentro e continuano a dire che non esiste mentre ne restano progressivamente garrotati. Se lo sono voluto. Sì, se lo sono voluto loro in questo caso. Difendono coloro li garrotano. Auguri! Continuino!

Era la primavera del 2008. Prima di venire via da Taiwan, verso la fine dell’estate, ed andare in Canada. Le Polizie Segrete /Squadroni della Morte Carabinieri-NATO erano furiose. Lo erano pure Rikkio, Franka, Nikla, Angela, l’Allakka e molti altri con le stesse:
- “Ma come! Ci avevate detto che lo avreste rovinato se noi avessimo collaborato... Noi abbiamo collaborato, e pure di più, ma i risultati non si vedono!” 
- “Noi, i nostri specialisti, tutti siamo sicuri, sicurissimi che ormai...”
- “Ci dite sempre così, ma poi i risultati non si vedono...”
- “È che dovremmo averlo qui, sul territorio nazionale. All’estero, per quanto facciamo...”
- “Ci avevate detto, garantito, che il primo obiettivo era farlo rientrare e che ci sareste riusciti con la nostra collaborazione. Noi abbiamo collaborato, e pure di più, eppure...”
- “I nostri esperti ci avevano garantito... Oramai deve essere questione di giorni, di ore...”
- “Ci dite sempre così...”
- “Anche noi facciamo quel che possiamo... Dobbiamo obbedire ad ordini, a procedure... È che dovremmo proprio averlo qui, sennò, con questi programmi non è che si possa fare di più, sembrerebbe, in questo caso...”

Roby decide di dar loro una mazzata nei denti. Non che serva a nulla. Ci son cose vanno fatte. ...Le cose a volte succedono... Roby scrive a Concetta che vuole dar via la casa perché non ne ha più bisogno, che non sa con chi comunicare per regalarla, che casualmente aveva il suo indirizzo e che dunque, se la vuole... Le non è in grado di scrivere, non solo a computer. Magari scrive troppo in ufficio ed a casa preferisce non farlo... Usa Alvaro che usa il nome di lei ma è lui che scrive. Risponde entusiasta, cioè è Alvaro stesso che scrive con lei a fianco, che Alvaro va a giurisprudenza che è proprio a due passi, per cui certo che la casa farebbe comodo, comodissimo. In effetti, è forse un po’ macchinoso recuperare le chiavi come da indicazioni di Roby. Per cui, lo stesso manda loro le chiavi e prendono possesso della casa.  Roby è sincero. Tanto dopo, quello che gli hanno combinato, non ha intenzione né di mettere piedi in Italia né in quella casa. Da tanti anni che manca, potrebbero avervi pure fatto qualunque cosa. Meglio starne alla larga. I suoi libri, vestiti, computer etc.?! Quando ci si trova in mare e ci si salva, almeno sul momento, inutile che ci si stia a preoccupare di quello si sia perso in un naufragio. Ci sono quelli che per tornare indietro a recuperare una sciocchezza, ci rimettono la vita. 

Ovviamente, o non ovviamente, Roby accenna a quello sta capitando, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, attuato dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri, con appoggio NATO, per cui in tutto il mondo, di fatto. E li avvisa che è sicuro che si rifaranno vivi, “i familiari”, per dire che vogliono la loro collaborazione contro di lui, contro Roby. Alvaro, uno, inizialmente, finché la madre non lo castra del tutto, o quasi, intellettualmente curioso, sul momento si appassiona, vuole sapere. Ecco che in Concetta scattano gli stessi riflessi condizionati, cui si è accennato, che già aveva sul luogo di lavoro. Deve negare. Poi deve pure ‘proteggere’ il figlio, che non si metta nei guai. Mai opporsi al potere, neppure pensare contro il potere, perché non si sa quello il potere possa farti. reagisce isterica: “No si inventa tutto! Non è possibile! Queste cose non esistono da noi! Come dicono?! La Repubblica antifascista nata dalla Resistenza... Ecco, qui, da noi, non possono proprio esistere queste cose. È lui che è un piantagrane. Chissà che cosa avrà mai combinato. Sarà un capo del terrore. Del resto, se prima all’INPS... ...I suoi erano venuti anche all’INPS, e non solo, a dire che era il capo del terrore mondiale...” E giù su questo tono.

Alvaro la capisce che la madre sua è del tutto fuori di testa. Eppoi, lì è chiaramente in preda a fremiti come di una che, appena intraveda o subodori verità, si blocchi, non possa, non debba, non voglia, le rifiuti, opponga una totale chiusura appunto perché si va su un terreno che... Ma lui, Alvaro, ha la sindrome del cane: mi dà da magna’, devo esserle fedele. Normale. Quando si dipende dai genitori, chiunque la avrebbe. ...Non chiunque ma molti. “Oh, lei si sacrifica per me...”, “Oh, se la faccio arrabbiare, soffre e mi urla...” Normale... ...Almeno tra i ‘normali’, tra gli ordinari.

Alvaro si permette solo di chiedere:
- “E se, come lui dice, vengono familiari a...”
- “Ma cosa dici?! Non viene nessuno! Quello si inventa tutto! Come fanno a sapere che tu sei li?!”

Appunto... Ah, no, prima aggiungiamo un’altra cosa. Roby, sapendo che è una questione di tempo, poco, ché poi arrivano i furiosi Nikla-Franka-Rikkio per lo sfondamento, per rubarsi l’alloggio, o prenderselo per qualcuno dei loro, o magari venderselo per rubarsi i soldi e darli al Cappelletto ed ai Carabinieri come mazzetta per vedere ammazzare Roby, cosa fino a quel momento non riuscita, lo dice loro che va fatto quando prima il passaggio di proprietà. Fa loro recuperare la procura che Roby ha sullo stesso. Loro sono i soliti. Fanfaroni. S’offendono?! Diteci quale è l’aggettivo giusto... “Conosciamo. Abbiamo grandi amici avvocati. Ci consigliano qui. Consigliano lì... Ora ci dicono...” Lo sapete come sono le fanfaronate dell’italiota medio. Andate su fb e lo vedete... Roby lo dice loro che c’è da fare qualche atto formale e da mandarglielo. Un passaggio di proprietà non è che si faccia via email. “Abbiamo cari amici che... Ecco ci consigliano... Ecco ci dicono... Ci diranno...” Roby non ha MAI ricevuto mezza riga a questo proposito. MAI ricevuto un atto, via email, o per posta, da stamparsi e da restituire loro con firma autenticata (ed anche con l’indicazione di che tipo di autenticazione necessitassero essendo Roby all’estero) che sarebbe stato essenziale per il passaggio di proprietà o per acquisire diritti stabili sull’immobile. Per esempio una procura a loro, ma che poi loro usassero subito. Od altro se una procura, che sarebbe stata una procura su una procura [dato che Roby aveva già una procura che dava lui pieni diritti sull’immobile, anche di intestarselo], non fosse stata sufficiente. “Alvaro fa legge. Abbiamo amici carissimi. Conosciamo avvocati. Ora ci dicono. Ora ci consigliano.” Roby non ha MAI ricevuto nulla a questo proposito. Ah, Roby aveva fatto loro recuperare, come prima cosa la sua procura, che era in un cassetto. Per cui loro hanno sottomano tutto. Non è che Roby se le fosse inventate od avesse avuto altri fini. Era stato preciso come suo costume.

Ma Concetta era come era... Non ci stava colla testa ed urlava: “Alvaro, come ti permetti di mettere in discussione quello che ti dico?! Ma non lo vedi che è pazzo. ...Uno che vuole regalare l’alloggio... Ma che perseguitato?! Quello finge. Se le inventa. Vuole metterti nei guai! A noi, la direzione INPS ce le dice. Quando solo venuti quei due a delirare, no, non a delirare, erano preoccupati, giusto ci si deve ben preoccupare... ...quel Rikkio e Franka, o come si chiamavano, la direzione ci ha poi detto tutto! Noi sappiamo le cose! Roby è uno del terrore mondiale. Poi dicono che vuole fare il giornalista. Beh, non ho capito che cosa c’entri. Vorrà fare, od avrà fatto, o farà il giornalista del terrore. Ma che studiare?! ...Quello giornalizza! A noi le dicono le cose come stiano! Noi siamo informati! Gli Squadroni della Morte... ...No, ma che dico?! Quelle cose non esistono. Noi ben lo sappiamo come stiano le cose! È all’estero per il terrore e per... Non me lo hai detto pure tu, Alvaro, che scrive sporcaccionate?! Ecco giornalizza e terrorizza il mondo. E calunnia! Noi le sappiamo le cose. Sta zitto. Non metterti nei guai. Cosa mi dicono poi i miei fratelli? Il mio fratello socialista... ...Socialista?! Oh non mi ricordo mai. Ho due fratelli invertiti. Quello che avrebbe dovuto essere comunista era socialista e quelli che avrebbe dovuto essere socialista è comunista. Non sapeva tenere in mano un compasso, ché non voleva studiare a scuola, ed ora fa il geometra e l’affarista col PCI, o come si chiama ora, con le cooperative delle costruzioni. Avrà mangiato di più col PCI... Ma che dico?! Noi non mangiamo. Siamo onesti! Perché è allora pieno di soldi?! L’onesta col PCI paga. Invece l’altro... Uno nelle ferrovie, pur quadro, avrebbe dovuto essere del PCI. No, ecco che lui era del PSI. Gli avranno fatto far carriera?! Ma, no, noi siamo onesti. Facciamo tutti carriera di nostro. Eppure e così vicino al mio papà fascista. Anche lui è tutto dio, patria e famiglia. Lui, socialista, li chiama famiglia e amici. Gli amici degli amici... Ma che dico. Noi siamo retti! Beh, dicevo, quello che avrebbe dovuto essere comunista, ma invece era socialista, ed ora sarà chissà mai cosa, ecco quello, quello famiglia ed amici, che è uno che capisce la politica, non come il più piccolo che capisce solo di arraffare, cioè volevo dire di guadagnare... ...Ecco, dicevo, quello più grande, che conosce i segreti della politica lo ha sempre detto che quelli come Roby sono fascisti, fascisti della CIA. Per cui..., ...no, non contraddirmi!..., ...che io le so le cose... ...Per cui, Roby fa il terrore, giornalizza e lavora per la CIA. Ma che perseguitato?! Non pensarlo neppure che, se ti metti nei guai, cosa di dicono poi i miei fratelli, i tuoi cugini... ...Noooo. Cosa mi dicono poi, Alvaro?! Alvaro, tu devi essere il primo tra i tuoi cugini. Siete tutti intelligentissimi perché siete tutti Ruttolato... ...noi e chi ci sfiora è sempre il meglio del mondo!!! ...ma tu devi essere il primo dei primi, perché sennò che figura ci faccio. Quel Roby è un piantagrane ed è uno che se le inventa per darsi importanza. Noi lo sappiamo come stiano le cose. Nello Stato repubblicano non esistono quelle cose. È uno che calunnia, calunnia tutti! Tutti!!! Tutti!!! ...La CIA che trame nell’ombra! Le trame oscure! Se le sogna, quel Roby. Nessuno se ne preoccupa che ora noi si sia nell’alloggio ci ha dato. Abbiamo tempo. Mese più, mese meno... Anno più anno meno. Magari domani viene qui e, se è ancora intenzionato, ci fa il passaggio di proprietà. Cosa ti ha scritto ora, che è in Canada che ha chiesto asilo?! Un pazzo! Un calunniatore! Prima a Taiwan. Ora in Canada. Ma che gli salta in testa?! Lo fa per calunniare la patria e dunque tutti noi. Ma cosa vuoi che gliene freghi qui se chiede asilo. Non lo perseguita nessun qui. Neppure lì. Lo fa per calunniare, per far credere. Ti ha detto che vengono Franka-Nikla e riprendersi l’alloggio. E chi lo dice loro che noi si sia qui? Quello se lo inventa. Non c’è nessuno Squadroni della Morte CC-NATO?! Ecco, vedi, lo fa per calunniare la patria. A nessuno gliene frega nulla chi ci sia e chi non ci sia qui. Stai tranquillo! Neanche devi pensarle quelle cose ché se ti metti nei guai come facciamo noi? Che figura ci faccio io coi miei fratelli e pure con la mia sorellina scapestrata?! Basta! Basta! Si è inventato tutto! Possiamo stare tranquilli!” ...Ecco, agitatissima, le sputava su quel tono.
E Alvaro, pur ragazzo che il cervello lo aveva... ...Ecco se lo staccava dal cranio, se lo metteva nello zainetto, e poi era pronto a fare il bravo bambino: “Sì, mammina. Certo mammina. Dimmi mammina”.

Quando Franka-Nikla si presentarono sulla porta di casa ed entrarono nell’appartamento, Concetta ed Alvaro erano fregati. A quel punto non c’era più nulla da fare! Non che loro avessero fatto nulla, né fecero nulla per entrare in possesso dell’appartamento loro offerto... ...Continuarono a delirare. Sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Si sentivano prossimi e solidali con chi li stava fottendo. Ne avevano lo stesso linguaggio e gli stessi riflessi condizionati. Se ne risentono?! Se la vedano con loro stessi!

Gli Squadroni della Morte CC-NATO, quando mettono qualcuno sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing, intercettano le comunicazione elettroniche, ovviamente, dunque le email. Roby non usava telefonini, di solito, non avendone bisogno, altrimenti è esattamente come nei film. Una voce viene immediatamente filtrata e, nel caso, riconosciuta e localizzata. Inoltre dispongono di sensori vari, anche umanoidi, nei vari punti di interesse. Erano per esempio andati nell’edificio dove Roby aveva in precedenza abitato a dire di segnalare loro eventuali presenze. Allerti a fianco, dai due lati, sotto, pure qualche d’un altro, eventualmente chi da altri edifici, dal lato del corso, come del cortile, possa vedere l’appartamento. Lo vedi subito se vi sia qualcuno, chi e con che caratteristiche, se presenze occasionali o meno. Ah, no Concetta era furbissima. Mentiva pure a sé stessa, quando in preda a fobie, per cui aveva detto al figlio Alvaro che nessuno lo avrebbe notato e dunque nessuno si sarebbe presentato per interferire con la sua permanenza lì. 

Appunto. In via Via Gioachino Rossini 23 (a due passi dall’angolo con Corso Regima Margherita, dove al numero 87 c’è l’appartamento in oggetto, quello di Roby allora), abitano due pugliesi entrambi dell’INPS, Delfina e marito, i coniugi Fragapane, già di DP. I soliti opportunisti conformisti, che hanno trovato “il posto sicuro” e trascinano così la loro esistenza. L’Allacca li aveva già contattati per organizzare qualcosa contro Roby, quando lo stesso abitava ancora lì. Quando Roby era andato ad abitare lì, montati dalla Allakka loro avevano cercato di contattarlo, tramite una comune conoscenza [Gianoglio, una brava persona, che loro avevano usato per far chiamare Roby dal loro balcone], ma Roby non aveva dato loro corda. Roby lo sapeva che i Fragapane erano due infamoni. Gli infamoni, quando si ritengano più furbi degli altri, a volte usano brave persone ingenue o candide. Quando Roby era andato via, nell’estate 1995, l’Allacca li aveva ricontattati e periodicamente li chiamava per sentire se ci fosse mai qualche novità da segnalare.

Non appena nell’alloggio compare stabilmente Alvaro, ecco che i due chiamano subito l’Allacca che allerta i suoi referenti delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte Carabinieri. Questi vedono che lì c’è Alvaro, studente di giurisprudenza, il figlio di Concetta, e ricontattano l’Allacca per dire che bisogna mandare lì quanto prima Franka per chiedere la loro collaborazione per cercare di montare qualcosa contro Roby. 

L’Allacca contatta Nikla che isterizza Franka, già isterica di suo. Assieme, un giorno compaiono alla porta dell’alloggio ed entrano, con Alvaro che non sa cosa fare. Quel “È un’invenzione di Roby! È lui che si immagina che gli stiano addosso!” ecco che si svolge lì sotto gli occhi di Alvato e Concetta e con la loro partecipazione.

Tra paranoici furiosi si intendono subito. Sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Franka sfodera i suoi soliti luoghi comuni. Concetta ne è soggiogata. La stessa è a sua volta contatta direttamente dalle Polizie Segrete/ Squadroni della Morte Carabinieri che le dicono che si deve montare qualcosa contro Roby. Lei non capisce. Non c’arriva. Non è colpa sua. Le dicono che lo si deve far parlare. Lei non capisce lo stesso ma ci prova. Capisce e non capisce. Fa finta sia di non capire che di capire. Doublespeak, Doubletalk. Doublethink. “No, queste cose non le fanno.”, “Dobbiamo cooperare perché ce lo chiedono.”, “Quello è pazzo ma cosa si è messo in testa di starsene all’estero se loro lo vogliono qui”, “Signora, ci occorre il suoi aiuto. È per il bene di Roby. Bisogna farlo rientrare qui.” Anche il figlio genio, Alvaro, né è del tutto soggiogato. Se le vede e se le nega. Ora è lui stesso, per motivi vari, stato sottoposto a State/Government-Organized Stalking-Mobbing. “No, non è possibile. Queste cose qui non le fanno. Mi succedono queste cose, questi blocchi, queste ostruzioni, per volere dei cieli e solo per volere dei cieli.” Avanti minchioni! Vi piace?! Godetevela!

Concetta ed Alvaro, montati dagli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, cominciano a mandare email a Roby dove chiedono ossessivamente quando sia andato via dall’Italia, e quando sia l’ultima volta che è stato nell’appartamento [...nessuna connessione con contenziosi legali per restare lì – lo avevano chiesto loro i militari per Terrorismo di Stato contro Roby di cui loro erano collaborazionisti!]. E che, non lo sanno?! ...Non lo sapevano?! Anche non lo sapessero, ...anche non lo avessero saputo..., basterebbe ...sarebbe bastato... guardare linkedin. Ma, no. La ‘logica’ dei pazzi-delinquenti della Polizie Segrete / Squadroni della Morte Carabinieri è che uno vada fatto ‘parlare’. Anche se non ha nulla dire, viene comunque messo tutto a fascicolo scrivendo che “chiaramente si sta celando, non dice nulla perché dissimula”. Demenze, ma tanto le burocrazie militar-poliziesco-delinquenziali ‘lavorano’ a quel modo. Così, costruiscono dossier, i dossier che vogliono. 

Roby lo dice loro, lo ripete loro. Loro chiedono e richiedono. Ossessivamente, come a dire che è stato loro ordinato e loro non sanno cosa fare, non possono fare altrimenti. Devono obbedire. Impulso a confessare. Lo fanno. Se lo negano. Lo negano. “No, queste cose qui non le fanno. Non non le abbiamo fatte. Noi deliravamo solo perché siamo noi che non ci stiamo colla testa.” Voi non ci state con la testa. Non avete alcuna integrità morale. Ma deliravate a quel modo perché teleguidati. Quando uno delira di suo, usa il suo linguaggio pur delirante. Quando uno delira perché imbeccato, delira usando i linguaggi che sono nei fascicoli degli Squadroni della Morte CC-NATO. Roby sapeva quali fossero. Loro non lo sapevano né sapevano Roby lo sapesse. Per cui Roby lo vide subito che ai deliri loro connaturati si combinavano i deliri imbeccati. Frasi ed espressioni che non appartenevano ai loro linguaggi, bensì ai linguaggi ed ai contenuti dei dossier degli Squadroni della Morte CC-NATO. Roby ha accesso ai database degli Squadroni della Morte CC-NATO, È pure andato varie volte a Torino ad interrogarli di persona, usando l’ipnosi per rimuoverne il ricordo. A loro restano delle sensazioni, dei retaggi percettivi. A volte si chiedono sé... Hanno l’impressione che... Ma  a livello razionale Roby ha loro rimosso il ricordo di quando lui li ha incontrati ed interrogati.

Franka, montata dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC, e dalle due pidocchie Angela e Nikla, le si fa sotto decisa. ...Suadente se non fosse che Franka non sa essere suadente e quanto finge o cerca di esserlo le si legge nella faccia contratta una tale espressione di disgusto e di raffazzonato che solo altri paranoici folli come lei non possono non sottrarsi. Concetta ne era soggiogata. Alvaro solo disgustato ma nel contempo non osava contraddire la madre Concetta. E poi lui stesso simpatizzava per Franka-Nikla. Sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]].

- “Lo sa che il nostro obiettivo è che quello ritorni in Italia... ...Se è qui tutto e differente... ...Si può organizzare qualcosa... ...dicono... Quello si è montato la testa... Ma cosa si crede di fare?! ...Ma voi dovete cooperare... Lei deve cooperare...”
- “Io già coopero...”
- “Ma se lui non sta tornando...”
- “Noi ce la stiamo mettendo tutta per aiutarvi...”
- “Se lui le ha regalato la casa, ci sarà ben stato qualcosa tra di voi...”
Concetta diveniva di tutti i colori. Non sapeva che rispondere. In realtà non c’era mai stato nulla. Franka applicava solo i suoi stereotipi, quello che sentiva alla radio, i luoghi comuni da media.
  - “...Ma se quello non torna, io non posso lasciarvi restare qui... ...Comunque, voi dovete insistere ché torni, ché torni quanto prima, perché noi... No, noi non possiamo tollerare che...”

Mentre Concetta impazziva sempre di più per tutta la faccenda, Franka corse a revocare la procura che aveva fatto a Roby sull’appartamento e corse pure da un avvocato per intimare lo sfratto di Alvaro dall’appartamento. Ovvio! No, Concetta aveva detta ad Alvaro: “Non viene nessuno! Quello se le inventa! Qui quelle cose non le fanno!” ...Uno sfratto non sfratto, perché è tutto appena più complicato. In realtà, Alvaro trovò un alloggio sempre su Corso Regina Margherita subito dopo aver passato Via Rossini, a pochi metri da quello dato loro da Roby. 

Tuttavia, Concetta ed Alvaro continuarono a farsi la parte con Roby, come ordinato dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC e delle sue pidocchie. Una vera pazzia: “Quando è stata l’ultima volta che sei passato da qui?”, “Bisogna che tu venga qui.”, “Devi fare un atto, ...un atto, ...un atto, ...un atto qualunque... presso il Consolato italiano.”, “Ci devi dire la data precisa che sei andato via dall’Italia e la data precisa di quando sei passato l’ultima volta.”, “Occorre un tuo atto con la tua firma autenticata.”, “Bisogna che tu venga qui.”, “Occorre che tu...”. Non mandarono mai nulla da firmare poi da rimandare loro. Erano passati dal delirio “Se lo inventa lui che gli stiano addosso” al delirio “Gli Squadroni della Morte CC-NATO ci hanno ordinato di fare di tutto per farlo rientrare.” Squinternati che fanno vedere di esserlo e su incarico esterno?!
Oh, si offendono... Offendetevi con voi stessi, cialtroni!

Roby chiedeva che cosa necessitassero con precisione. Loro continuavano ossessivi colle stesse frasi stereotipate. Concetta non ci capiva nulla. No, capiva che stava e stavano facendo infamie. Alvaro si vergognava pur essendo totalmente soggiogato dal circuito pazzoide della madre, e da quelli e quelle con cui era ed erano in interazione nevrotico-delirante.

Ed ancora:
“Ecco è tutta colpa tua che te ne freghi. Hai fatto il gesto iniziale di darci la casa e poi te ne sei fregato. Invece c’era bisogno della tua presenza. Ma sei pazzo a stare lì in Canada e ad avere chiesto asilo. Occorrevi qui. Ormai passiamo le giornate dall’avvocato. Franka e Rikkio  sono sempre più aggressivi e tu te ne freghi.”
Ve lo siete fatto mettere in quel posto. Vi è piaciuto. Avete cooperato in infame. Ed ora la menate...

Mentre usavano tali ‘suadenti’ argomenti, tacevano accuratamente su tutto il contorno. Si erano fatti tirare dentro da Franka e dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC di cui negavano perfino l’esistenza. Però Concetta li aveva ben presente e di fronte quando ne era stata contattata direttamente, pur facendo finta di non capire. Faceva finta di non capire, ma eseguiva. Volevano collaborare. Se ne vergognavano. Cooperavano lo stesso Non capivano quello che facevano. Anzi, lo capivano. Si agitavano perché pur cooperando non riuscivano nell’intento loro assegnato. Un circuito pazzoido-autodistruttivo. Anche ora che lo stesso Alvaro è sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing, se lo nega e se lo negano. Attorno a lui lo sanno tutti, dato che sono stati mobilitati dagli Squadroni della Morte CC-NATO. Ovviamente a lui non possono dirlo. Né  lui c’arriva. Bravi! Continuate così! 

Ovviamente si scatenano contro il bersaglio che ha resistito ai loro deliri: “Ecco, alla fine ci hanno sbattuto fuori mentre tu non hai fatto nulla. Te ne sei fregato! Schifoso sei proprio come loro. Schifoso! Schifoso! Roby schifoso ché non sei stato al gioco dei nostri deliri a noi ordinati dagli Squadroni della Morte CC-NATO! È colpa tua! È tutta colpa tua!” Ma certo...

Anche quelli della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC e loro pidocchi erano sul furioso:
- “Ci avevate detto che... Ce lo avevate garantito... In fondo vi avevamo solo chiesto...”
- “In realtà non avevamo ben capito quello che volevate...”
- “Noi facciamo solo il nostro mestiere... Abbiamo ordini cui obbedire.... ...procedure...”
- “Ma cosa gli state facendo... Che cosa volete da lui...”
- “Nulla. Obbediamo solo agli ordini. ...Procedure... Lo facciamo per il suo bene, naturalmente.”
- “Ecco, perché noi non vorremmo... Cioè, vogliamo collaborare con gli Squadroni della Morte CC-NATO, ...ma se ci garantite che è per il suo bene. Ah, no, ce lo avete garantito. Allora va bene. Anche se con capiamo cooperiamo”
- “...Obbediamo agli ordini...”
- “Allora lui che dice che voi, che voi..., ...ecco... come dire... ...che voi gli fate delle cose... ...che ecco forse ce l’avete con lui... No, non possiamo crederci! Quello è pazzo, Ecco, se ce lo confermate...”
- “Mannò, figuratevi... Si inventa tutto... Noi non gli facciamo nulla... Obbediamo solo ad ordini... Eppoi questo è uno Stato democratico... Noi siano tutti dei convinti democratici... Perché lui non coopera venendo qui?! Se ne è pure andato dall’INPS dove gli facevano noi stessi far carriera... ...Lo ha visto lei stessa che a Torino-Sud noi lo spingevamo su, su-su. Avrebbe potuto divenire Direttore Generale in pochi anni, forse pure Presidente della Repubblica... ...E lui che se ne va... ...Ma che si credeva di fare all’estero! Il dottorato?! Certo noi non gli abbiamo fatto dare il titolo, sebbene lui avesse finito tutto e positivamente... …ma solo per il suo bene! Cosa se ne fa uno di un dottorato di ricerca alla sua età... Ma che si credeva di fare?! Perché non è ritornato qui?!”
- “”Ah, certo, ci rassicurate... In questa nostra repubblica democratica nata dalla resistenza... Ecco, sì, ci rassicurate... Se voi ci dite che si inventa tutto, ed ora ce lo riconfermate... Sì, siamo rassicurati... Schifoso! E lui che vi calunnia!”
- “Tuttavia resta che...  Non siete riusciti...”
- “Ce l’abbiamo messa tutta! Ce l’abbiamo messa tutta!”
- “E lui ci ha sputtanati... Se fosse stato qui, come da piani... Qui, potevamo... Invece, finché è fuori dai confini... Beh, lo colpiamo lo stesso. ...Oh, volevamo dire che lo facciamo lo stesso il suo bene anche se all’estero... ...Ma se fosse qui potremmo fare di più!”
- “Abbiamo cooperato...  ...Ce l’abbiamo messa tutta...”
- “Abbiamo visto. Abbiamo seguito tutto. Non siete riusciti a...”

Le burocrazie sono burocrazie e quelli della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC, i loro pidocchi, i loro strapagati quanto maniaco-delinquenziali ed inetti consulenti dell’Accademia dovevano far pagare qualcuno per avere di nuovo disatteso ogni aspettativa. Fecero figurare che Alvaro e Concetta avevano cooperato con Roby, pur fingendo di essere insetti a disposizione della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC, e dunque inserirono loro il codice dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, lo inserirono ad Alvaro. Alvaro incontrò ed incontra ogni genere di difficoltà, oltre a quelle frapposta dalla stessa madre pazzo-isterica, a fare quello avrebbe voluto. Più semplicemente, in ogni cosa, compariva, pur senza ovviamente apparire, non per lui Alvaro, un agente della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC che intimava che non gli si dovesse accordare una certa cosa o non gli dovesse permettere di fare la talaltra. E lui era costretto a negarsi che mai ci fossero tali interferenze. La madre gli proibiva di pensarlo e poi, era felice di vederlo castrato pure “dal destino” oltre che dalla sue pazzie materne. Uno si trova invischiato e si dice essere le gambe a non muoversi di loro... Fanno così! 

Il dossier contro Alvaro fu montato nella maniera mafiosa standard dei CC, e delle altre burocrazie statali, del moderno Principe apparentemente impersonale ed ultra-burocratizzato, per cui uno debba essere scaricato dalla famiglie e dintorni, prima di esse messo ufficialmente nel mirino, in una delle varie e lunghe liste nere di flaggati [con un flag, a fianco al suo nome, a computer]. Un agente (uno dei soliti coglioni vasellina che non sanno bene quello che stiano facendo sebbene poi non è che proprio non lo sappiamo, ma con tutte quelle false coscienze che caratterizzano i pidocchi, pure quelli appena appena più avvertiti, qui per mestiere, non per comprensione personale) venne mandato a parlare con Concetta. Ciò avvenne quando fu ormai chiaro che non ottenevano nulla pur con questo ennesimo tentativo per far tornare Roby “a casa” e con Alvaro che ‘scalciava’, preso tra ciò aveva capito e il doverselo negare per gli starnazzi ossessi di Concetta.  
- “Signora, dobbiamo confessarle che siamo un po’ preoccupati per suo figlio, temiamo che si possa mettere su qualche brutta strada.”
- “Anch’io! Anch’io! Oh, che preoccupazione dover tirar su un figlio... ...Coi fratelli e sorella che mi guardano...  ...Avete delle notizie? Sapete delle cose io non sappia!”
- “No, non è questo. Non che noi ci si possa intromettere... Ma lo vede anche lei che è sempre così irrequieto, quasi deconcentrato...”
- “Certo! Certo! È troppo intelligente. Pensa troppo! Corre dietro ad ogni idea. Si fa subito irretire da libri e da progetti che sente o che si crea lui stesso... Oh, quanti pensieri a tirare su, da sole, un figlio...”
- “Ecco, signora, sì è proprio questo. Pensa troppo. Oddio, non che noi ci si ingerisca in queste cose, ma quando una pensa troppo magari poi si immagina delle cose, ed ecco che è facile mettersi nei guai...”
- “È proprio come dice lei. Sembra correre dietro a tutte le idee appena strane... ...Come quel Roby che gli ha detto che...”
- “Sono giovani. Un po’ è normale. Solo temiamo che...”
- “Ma allora voi sapete qualcosa che... Io ho collaborato con voi... Potete anche dirmelo se c’è qualcosa...”
- “È proprio perché le siamo grati della sua collaborazione... Del resto, già la conoscevano e non abbiamo mai dubitato di lei... Ecco è che suo figlio sembra essersi fatto delle idee un poco strane, forse ne ha parlato, in giro, con chi non avrebbe dovuto.”
- “Ma allora sapete qualcosa...”
- “Noi, non possiamo... ...Non è che ci intromettiamo nelle cose altrui. Solo per dovere istituzionale, per normale attività istituzionale, a volte ci arrivano delle voci...”
- “Oh, sapete qualcosa e non volete dirmelo...”
- “Lo dovrebbe sapere pure lei, di sicuro lo ha sentito, che suo figlio si è fatto delle idee, dice delle cose, su quella faccenda del Roby. Sembrava quasi che simpatizzasse per lui... Di più... Che prendesse le sue parti, pur fingendo di cooperare con noi. Non che noi... Noi abbiamo ordini. Siamo lo Stato. In fondo siete voi che ci pagate. Per cui cooperando con noi cooperate con voi stessi. Non è che noi si abbia altri fini che il bene di tutti...”
- “Beh, è un ragazzo. Ha le sue idee. Cosa possiamo fare?”
- “Possiamo comunque tenerci in contatto, se lei è d’accordo.”
- “Ma certo!”

Concetta non ci capì nulla. Del resto, era tipico. Aveva la testa imbottite dai vaneggi dei media ed era di quelle per cui tutto quello venga dal potere è la verità, deve esserla, anche quando non capiva, ed era quello le succedeva di solito, di che parlassero. Come tutte quelle col complesso delle più furbe, cercava di essere la più servile. 

L’agente della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC scrisse che Concetta, la madre, confermava che Alvaro... E scrisse pure che madre autorizzava che ad Alvaro fosse messo un flag di pericolo, uno S/G-OS-M. Tuttavia questo non bastava. Contattarono pure in vario modo, già chi li aveva in effetti allertati. ...Concetta durante il lavorio ultimo contro Roby, la famiglia di origine di Concetta, in particolare il fratello maggiore e consorte. Lui era un quadro delle Ferrovie, già socialista, poi, col golpe di Capaci del 1992, fattosi comunistoide. Ma soprattutto pensava ai fatti propri e pure a scoparsi colleghe quando rimediava. Lei era infermiera ospedaliera con la passione di darla a medici, se gliela chiedevano. Normale sindrome della sottomissione al superiore gerarchico. Erano uniti dalla sindrome di credersi entrambi più furbi degli altri. Tipico. Del resto, il lavoro e coi svaghi, quando capitavano, ne avevano ridotto le occasioni di incontro familiare. Ci si vede la sera ed i fine settimana. Fra TV e qualche attività sociale, non ci si vede mai. Un destino comune ai molti. Non che fossero un caso speciale. I due figli erano il loro vanto. Il solito traslarsi nell’altro... Il maggiore bellone come la madre sinuosa e che ben sapeva agitarsi di fianchi. Il minore, nato con la coppoletta da mafiosetto, del tutto simile al padre. Se li vedevano ingegneri, o pure meglio, e che, comunque, primeggiassero rispetto ai figli degli altri fratelli e sorelle che, nel caso di lui, erano poi un quattro nipoti.
Quando l’agente della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC si presenterà loro, con la sua aria obiettivamente, anche soggettivamente, ricattatoria per ottenere che scaricassero [non che la ponessero esplicitamente in questi termini ma il senso era quello e solo quello] Alvaro, sfondò una porta aperta.
Lui esordì colle sue solite frasi fumose. Lui stesso ci capiva poco. O capiva troppo. Non importava che l’interlocutore o gli interlocutori capissero, o che lo mostrassero. L’importante era alla fin fine il loro atteggiamento o quello che sembrava il loro atteggiamento. È come uno che venda prodotti finanziari, o robots. L’importante è vederli. Non gli occorre sapere quel che stia vendendo.
Il fratello maggiore e la cognata di Concetta confermarono tutti, o così appariva: “Si è vero. Alvaro è sempre stato inquieto. Del resto è cresciuto come senza il padre. È uno che si appassiona per tutte le cause. Un ipersensibile. Ah, un temperamento di artista come un po’ anarcoide. Sì, ci erano arrivati degli accenni, su quella faccenda del Roby. Non abbiamo idea che fosse, ma è vero che non apparivano convinti. Soprattutto Alvaro... Non sappiamo. Ma è proprio come se non fosse convinto, come si facesse troppi problemi. No, noi siamo sempre con l’autorità. ...Mio padre era fascista e mia madre se non se ne interessava... ...Mio padre era comunista, e mia madre era anche lei una comunista, ...una brava comunista sempre obbediente ai carabinieri naturalmente. Di qualunque cosa possiate avere bisogno, basta che ci contattiate. Del resto, noi dobbiamo pensare alla nostra famiglia ai nostri figli. Siamo ormai quasi anziani... Viviamo solo per il successo professionale dei nostri due... Che si affermino nella vita. Che tutto si svolga senza troppi e problemi... ...Il mio motto è: famiglia ed amici... ...Il mio: cuccare e non avere problemi in casa... ”  
Idem altri...
Furono contattati anche amici e conoscenti, da quelli gli fingevano amicizia a quelli che lo svillaneggiavano, pur con grande cortese falsità formale, dandogli del cornuto. Vari confermarono che si trattava di un persona inquieta e creativa, che linguaggio militar-poliziesco-carabiniero diveniva ‘inaffidabile’, ‘ribelle’, ‘pericoloso’.
L’agente della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC scrisse che “la famiglia”, “tutta la famiglia”, pure gli amici, confermavano le ‘preoccupazioni’ su Alvaro e che tutti gli elementi convergevano sull’attribuzione del flag di pericolosità e che si dispiegasse l’azione “di contrasto” contro di lui, dunque lo S/G-OS-M. Il governo firmò il decreto. Lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, contenimento e distruzione, iniziò.

Del resto era stata Concetta, che, disperata, aveva chiesto l’aiuto del fratello maggiore: “Tutti mi dicono che Roby è un traditore della patria, che va distrutto, che va obbligato a rientrare. Mi sento in pericolo perché non so che argomenti usare per infinocchiarlo. Mi dicono anche che lo si deve fare parlare, anche solo per email, perché gli Squadroni della Morte CC-NATO hanno bisogno di materiali da mettere nei loro dossier. Io, noi, non riusciamo... Ci occorre il vostro aiuto!” Filì, il fratellone, un ragazzone simpatico e scaltro, ...ma non troppo, che vedeva la CIA dappertutto [all’infuori che dove fosse], disse alla moglie: “Guarda, c’è  un caso dove occorre la tipica rozzezza della comunista... ...Vai tu...” Lei, acuta, scrisse a Roby che avrebbe voluto intrattenere con lui delle discussioni filosofiche dove lui le rivelasse delle cose compromettenti da poter passare agli Squadroni della Morte CC-NATO che premevano su una Concetta sempre più forsennata. Roby, del tutto carente di materiali compromettenti da passare a chicchessia, non deve avere mai risposto. Beh, lo conoscete il blowback effect? Se no loro conoscete fa lo stesso. È semplice. Come direbbe un accademico raffinato: se ti caghi sulla faccia, improbabile che la stessa non sappia poi  merda.


UCL, LLN, Belgique/Belgium/Belgio, 1999..2002

Quando siano loro stessi a cagarsi apertamente in bocca, allora ti è tutto chiaro, chiarissimo su come l’Accademia funzioni ed a che serva...

Eduard, tedesco di Essen (Nordrhein-Westfalen), si era arruolato presto nelle SS. Era senza lavoro. Voleva sicurezza, soldi, successo. Gli sarebbero piaciute le SA. Ma poi le SS gli erano sembrate più sicure. In effetti, non si era sbagliato. Alto e magro, non si tirava indietro per nessun basso servizio. Anzi, era stato notato come, pur obbedientissimo agli ordini, mettesse una vera passione in assalti, assassinii, pestaggi, torture, pur senza mai lasciarsi del tutto andare. Mai eccedere. Solo un po’ eventualmente. Gli ordini sono sempre ordini. Lo strafare può solo generare guai quando non si sia pupari bensì solo pupi, e lui era solamente un soldatino.
Nell’occupazione del Belgio, era stato assegnato agli Einsatzgruppen con le truppe che avevano occupato la Vallonia. Nell’urgenza dell’attacco preventivo del 22 giugno 1941, contro la Russia, che stava schierando milioni di soldati, per occupare tutta l’Europa su richiesta inglese, Eduard fu rapidamente trasferito all’est e partecipò all’attacco.
Le caratteristiche specifiche degli Einsatzgruppen (gli squadroni della morte militari delle Waffen-SS), che del resto esistono tuttora in tutti gli eserciti e FFAA, è di essere strutture tipicamente terroristiche. Liquidazione brutale e rapida delle strutture sovietiche, e di civili e, specificatamente, di insediamenti ebraici nelle zone assegnate. V’era chi dovesse essere deportato e chi dovesse essere liquidato subito. V’era pure chi non era pre-‘assegnato’ in alcun modo per cui se ne occupava poi la macchina burocratica della stabilizzazione dell’occupazione. Le macchine militari sono uffici maniacali come un po’ tutti gli uffici, tutte le burocrazie. Qualcuno, comitati di solito (anche se v’erano poi firme e responsabilità individuali), decideva, assegnava le specifiche unità, dava ad esse ordini più o meno precisi. Compito immediato egli  Einsatzgruppen è lo sgombero rurale di civili per permettere alle truppe di avanzare rapidamente. I massacri nelle città occupate seguivano procedure differenti, inclusa la deportazione in campi di lavoro e sterminio, lavoro per chi potesse, sterminio per chi fosse solo un costo. 
A lui piaceva massacrare, ed anche con un gusto sadico che variamente esprimeva, quando gli ordini lo permettessero o l’imponessero. Lo sapete come sono i tedeschi?! In fondo non sono un vero gruppo etnico ma un inevitabile miscuglio, vista la collocazione e la storia delle etnie dei luoghi. In gruppo, si controllano l’un l’altro per cui tutti obbediscono agli ordini. Quando sono soli, oltre ai molti che continuano a sentirsi controllati e diretti, ve ne sono alcuni che inseriscono il cervello e magari disobbediscono, pur dicendo altri che fila tutto alla perfezione come da ordini. 
Non che il lavoro sporco non continuasse, all’Est. Comunque lui, come altri, dall’Est fu poi nuovamente spostato in Belgio, precisamente a Uccle. Solito lavoro. ...sospetti, terroristi, ebrei, controllo degli stessi altri soldati germanici, torture, esecuzioni...
Eduard era un misto di omosessualità, e desiderio di apparire e sentirsi normale. Alto e magro. Timido e sadico. Aggressivo e codardo.
Amandine passava informazioni a SS, Gestapo e chi poteva, in cambio di patate o altro. Odiava ebrei, resistenti/terroristi e chiunque non fosse con l’ordine del momento. Ma lo faceva in modo prudente, dato che l’ordine costituito cambia sempre da un momento all’altro. Quando aveva informazioni, andava per i vari comandi tedeschi, con la scusa di fare lavori di pulizia per rimediare il pane quotidiano, e vedeva quel che riusciva ad ottenerne. Ne ricavava sempre qualcosa.
Eduard la aveva adocchiata ed, arrogante, le aveva detto che non bastava che venisse a vendere informazioni alla fin fine senza gran valore. La aveva poi spinta in un anfratto dove era sicuro nessuno li avrebbe sorpresi e disturbati, e vista la sua sottomissione ne aveva variamente abusato. Le aveva pisciato sulla faccia, la aveva un po’ maltrattata e mentre quasi la strangolava aveva cercato di metterglielo dentro più o meno duro. Aveva ripetuto la cosa varie volte, altri giorni (a volte, se le circostanze lo permettevano lui le cagava addosso e poi le faceva eseguire ordini maniacali – si era po’, un po’ tanto, pervertito!), tanto che ormai si potessero considerare ‘amanti’, seppur del tutto pervertiti. Lui le dava cibo e lei gliela dava, con contorno di perversioni varie. A lei interessava mangiare, e poi le piaceva essere sottomessa. A lui interessava sentirsi uomo, per la visione che poteva avere dell’essere tale.
Poteva essere marzo 1944, che lei c’era restata. Senso di disgusto, vomito, quasi subito aveva avuto la chiara percezione che il ventre le si stesse gonfiando di un frutto di quelle porcherie sadomaso. Frutto... ...una sborrata. Non è che si resti incinta per lo Spirito Santo. Nel settembre 1944, l’occupazione angloamericana del Belgio era cominciata ed anche più o meno conclusa in varie aree, sebbene altre fossero restate contese ed avessero visto il fronte cambiare anche all’improvviso.  
Amandine era subito passata al servizio dei nuovi occupanti, con altre infamie (le stesse mutatis mutandis), chiedendo la loro protezione, oltre a cibo, certo ben più abbondante sotto gli angloamericani che sotto i tedeschi. In fondo, farsi chiavare da dei tedeschi o da degli angloamericani, per lei era lo stesso. Anzi, darla agli americani rendeva bene, benissimo, dato che avevano cibo ed altre utilità in grande abbondanza, e sembravano davvero scialacquare tutto senza grandi preoccupazioni. Mentre, chi non aveva nulla da vendere, non è che rimediasse con facilità il cibo quotidiano. Lei si vendeva e vendeva quel che poteva. ...Infamie... Il 17/12/1944 era nato André-Pollo-Frigner.

André-Pollo-Frigner aveva combinato in sé il peggio delle caratteristiche di tali genitori, che del resto mancavano di qualsivoglia qualità positiva, almeno da un punto di vista umanoide. Nel Belgio ipocritamente cattolico, poi accademico in una università formalmente cattolica, la UCL, di LLN, pur con un lato conclamato come ‘laico’, ‘socialista’, ‘giacobino’, che si mescola col potere chiesastico, pur fingendo contrapposizioni. Sono le solite logiche della monarchie, e non solo, coi loro divide et impera.
Lui si era barcamenato tra chiesa, scouts cattolici etc, seguendo tutte le mode, ma mai con troppo ardore, e ritraendosene quando non conveniva più. Nazionalista. Monarco-fascista, visto che il Belgio è una terra congenitamente nazi-fascista, ma di quella varietà di monarco-fascismo e nazi-fascismo schieratosi coi vincitori, per cui il nazi-fascismo para-angloamericano aveva ricevuto come la consacrazione imperiale. ...Bastava esserlo, ma senza dirlo.
Nazionalista, estremista di sinistra, alla fine catto-massone pur mescolando anche le altre etichette pur senza dirlo. Sempre obbediente al potere, alla monarchie alle sue Polizie Segrete / Squadroni della Morte militari che in Belgio non si fanno problemi a farti volare dalla una finestra o da un balcone, né a farti impallottolare per strada. Tale era l’André-Pollo-Frigner. La sua passione sarebbe stata la politica, divenire uno statista, ma non aveva neppure quel minimo di coraggio di mettersi veramente in gioco. Avrebbe voluto qualche investitura divina. Non gli arriverà. Per i vari circoli di potere si prenderanno cura di lui, André-Pollo-Frigner serviva di più come agit-prop accademico. Lui non avrebbe mai osato imboccare strade di testa sua e per sua inclinazione personale. Era un animaletto del tutto spersonalizzato
Quando stava per terminare gli studi e gli si apriva la carriera accademica fu fatto avvicinare da gruppi catto-massonici, il tutto dell’area della Corona [anglo-dipendente] come avviene in Belgio. Lo avevano adocchiato per quel suo servilismo, quella sua aria schiva seppur si mettesse in luce come per trovare chi lo reclutasse, e poi con quei suoi eccellenti precedenti, figlio di una puttana e di un pervertito della Waffen-SS...
- “André-Pollo-Frigner, lei ha qualità ma ha bisogno di amici... Lei è stato notato. Ma c’è tanta competizione. Come uno di noi, la vediamo andare lontano... Se invece si isola o magari subisce influenze devianti...” 
Lui, si era offerto con un interlocutorio:
- “Se c’è da servire la Patria...”
- “Di più, di più... ...La nostra grande Corona, noi piccola cellula del potere universale, dove Dio e scienza hanno gli stessi fini di fratellanza ed emancipazione universale... Necessitiamo di persone di qualità che si dissetino alla fonte del sapere e del bene universale.”
- “Certo! Certo! ...Come posso...”
- “La politica, la politologia, è una disciplina scivolosa... Sebbene lei sembri più orientato alle inchieste di mercato politico, utilissime per far ben funzionare il processo elettorale... No, noi non interferiamo con le passioni dei Fratelli. Forniamo solo gli strumenti per la consistenza tra scienza che è libera e l’ordine delle masse senza cui non v’è società efficace... Noi offriamo solo dei percorsi...”
- “Grazie! Grazi! Mi sembra proprio quello di cui io abbia bisogno in questo momento e per impostare la mia vita al servizio della Patria e del Re! Ed ecco che, provvidenzialmente, la Patria mi manda degli uomini ispirati come Lei...”
- “Ero sicuro che ci saremmo subito capiti... Posso dunque contare sulla sua disponibilità?”
- “Certo! Certo! Al 1’000%! Spero che il Grande Piano abbia una collocazione proficua per i miei interessi...”
- “Molto proficua... Noi paghiamo bene i nostri collaborazionisti, i collaborazionisti della Patria e dell’Ordine Universale.”

André-Paul Frognier si è alla fine fatto costruire una villa a 1325 Chaumont-Gistoux, Belgique, in Rue Florémond 63, ad una decina di chilometri dall’università. Prima vi erano campi. Su quella un-tempo-strada di campagna, su un terremo previamente usato da un’azienda agricola e d’allevamento bovino, vi è ora l’elegante villa nuova dei Frognier, a testimonianza della posizione sociale da loro raggiunta vendendo il culo, quello loro e pure quello altrui quando possibile.
André-Paul Frognier vi abita con la moglie, già sua studentessa e da lui promossa accademica e così comprata per sé. Lei, tra l’annoiato ed il vanitoso, vanitoso-arrogante, si era prostituita felice ad un così promettente accademico. Lei faceva, e continua a fare, la socialista (prima ultrasinistra per farsi notare, poi socialista per incassare), sì, una dei nazisti e naziste del Partito Socialista del Belgio. Quando le venne consegnato il dossier-ElioDiRupo, quello sulle sue frocerie, lei sentenziò abile: “Sarebbe gravissimo se fosse vero.” Gli uffici del Re sentenziarono che uno dia il culo alla monarchia dovesse essere coperto... La carriera dell’abietto italo-bega continuò... Era ed è un’ottima copertura, una vera assicurazione, avere un marito milite diretto delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte militari della monarchia, di cui le massonerie, le logge, sono branche piuttosto dirette. Beh, sì, il Belgio non è che sia differente dagli altri luoghi. Se uno è massone e vuole farselo rendere, la cosa deve essere risaputa, anche se non è non è che uno lo vada a dire in giro ai passanti che è massone. Ma, in Belgio, alla Université Catholique de Louvain [UCLln], lo sanno tutti chi siano i massoni e, cosa ancora più importante, a che tipo di massoneria e loggia appartengano, che posizione vi abbiano e tutte queste cose. André-Paul Frognier è ecumenico: appartiene a tutte le logge cui sia conveniente appartenere. Ne ricava il giovamento di cene rituali annue, e pure altro. Chi non sia massone, i pochi non lo siano, bisogna che si facciano coprire da un massone con un qualche potere, sennò viene fanno fuori.

Pierre Baudewyns, nato il 23 maggio 1972 a Santa Rita, Brasile, da genitori belgi temporaneamente là, dunque di nazionalità belga, abita od abitava in Rue Franklin 35, a Bruxelles, in un’elegante palazzina d’epoca di questa via borghese, coniugato con una caprona come lui che aveva conosciuto all’università.
GSM: 0032 (0)475 849161. Email: pierre.baudewyns@gmail.com. Esistono regole precise nel mio mondo. Se diritti e privacy non esistono per uno, non esistono per nessuno. Fai quel che devi. Succeda quel Dio voglia. Il mondo dei pidocchi può anche andare in tribunale. ...Se comprano un giudice... cosa possibilissima ed anche facile, per quelli... Tuttavia, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte militari ed altre non è detto vogliano perdere tempo ed altre cose. Può succedere, eh... Ma può anche non succedere. Come può succedere di peggio. Inutile preoccuparsi di quello che magari poi non succede... Non vogliamo rischiare di calunniare un omonimo. Meglio non calunniare mai nessuno. Quello di cui accenniamo qui è quello, non un altro.
Il Pierre Baudewyns è stato infine consacrato dottore giovedì 14 gennaio 2010 da una Commissione Dottorale di clienti e complici stretti del Frognier. Dopo più di un decennio di studi sulle elezioni belghe, il Pierre ha fatto delle scoperte veramente ‘strabilianti’. Applicando la teoria dei riallineamenti, una cazzata retorica, ha ‘scoperto’, così ‘innovando’ la scienza universale, che se, nelle elezioni belghe, prevale il fattore etnico, si hanno dei riallineamenti strutturali nei rapporti di forza elettorali mentre, se prevalgono fattori (fratture) socio-economici, si hanno piuttosto dei semplici aggiustamenti. Per una università di delinquenti dementi, è certo una grande scoperta! La pollitologia è oggi più avanti, con tale scienza! Le opere dell’André-Paul Frognier sono boiate allo stesso livello. Lo sapete a cosa serva l’accademico di discipline del genere? Quando un medium debba dare autorità a qualcosa, a qualche cazzatina, chiama una di questi e riporta le sue scemenze cintando che vengono da un grande studioso della materia. Il lettore o recettore ne è ‘soggiogato’. ...Dal potere alle masse... Non ho mai capito perché alla masse non basti dare pane, fica e cazzo, bensì pure l’illusione di capire cose  non possano, e neppure capite dall’Accademia. Sta di fatto che media e media dispensino ‘verità’ supposte colte... L’Accademica fa parte de processo di produzione di questo tritume.    
Non che il Pierre sia poi così essenziale in questa storia. Beh, ad un certo punto, e pure più di una volta, c’entra molto direttamente... Pierre Baudewyns è solo uno dei tanti ciucciacazzi che l’André-Paul Frognier recluta in continuazione grazie alle sue posizioni di potere accademico, cioè di apparati agit-prop della monarchia belga e dei suoi padroni dell’Impero. La monarchia belga è una delle tante creazioni, invenzioni, britanniche. Sì, in termini tribunaleschi, il Pierre Baudewyns è uno dei nostri [di noi che scriviamo ed anche di quel Roby di cui trattiamo] testimoni, anche se lui non vorrebbe mai esserlo, non a nostro favore, non solo uno dei miliziani occasionalmente usati pur non indispensabili per i crimini e le demenze di Stato qui trattate.  

Sia André-Paul Frognier (17/12/1944) che Pierre Baudewyns (23/05/1972), anche altri, ovviamente, furono attivamente coinvolti nello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, nel terrorismo di Stato-NATO, di Polizie Segrete della Corona Belga-NATO, su richiesta della Polizia Segreta / Squadroni della Morte dei Carabinieri e delle Polizie Segrete dell’Interno controllate dalla NATO [SIS-CIA-FBI].

Non si dimentichi che se i Carabinieri sono istituzionalmente sotto controllo NATO, cioè angloamericano, per cui, per la legge di reversibilità, per le loro porcate private si facciano dare assistenza e copertura NATO, cioè, di fatto, mondiale. Nel nostro, caso come già detto, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby ottenne pure la classificazione NATO, per cui fu doppiamente un’operazione NATO od anche NATO. Non che Roby avesse una tale importanza. Anzi non me ha mai avuta alcuna. Sono procedure burocratiche. ...Dicevamo, i CC... Li nominiamo sempre solo per una questione di gerarchie. A noi personalmente vedere una Caramba serio-serio,  uno bonario, od uno che deliri, ha sempre divertito. Quelli che nell’ombra ordinino una strage, e poi vadano a messa  e con la famiglia ci sembrano pure irreali. Beh, anche il mafioso od il terrorista che facciano le stesse cose ci sembrano irreali. Ma la realtà è quella che è, Per cui, è una nostra sensazione errata quel loro sembrarci irreali. I Carabinieri controllano la PS, in genere. Non solo. Personaggi come Federico Umberto D'Amato [Marsiglia, 4 giugno 1919 .. Roma, 1 luglio 1996], capo della Polizia Segreta / Squadroni della Morte del Ministero dell’Interno sono ben esistiti. Federico Umberto D'Amato era un agente dell’OSS, poi della CIA, tanto che ricevette la medaglia di appartenenza per 40 anni alla stessa. Aveva pure posizioni formali all’interno di apparati NATO. Era uno che, col sorriso sulle labbra, organizzava assassini e stragi. La sua passione era la cucina, oltre alla sua passione professionale per persecuzioni, assassinii, stragi ...per mantenere, e cooperare a mantenere, “l’ordine” ...interno e dell’Impero. Così dicono. ...Come se, per conservare il tavolo di cucina, lo si dovesse sfasciare. ...Ma Il Principe la pensa così... Pratico il terrorismo di Stato ...per mantenere la quiete, l’ordine!!! ...Dunque, Federico Umberto D'Amato, a guerra ancora in corso, era volato nella RSI (per conto sia angloamericano che della monarchia, forse ...quella finzione del Re al Sud...) dove aveva contattato l’OVRA [Organismo di Vigilanza e Repressione Anti-fascista] ed ottenuto i suoi archivi a guerra conclusa, in cambio di un trattamenti di favore per coloro si stessero prestando a quella transazione. I regimi e le guerre passano, il lavoro continua. Infatti poi l’OVRA era passata, con gli archivi, nelle strutture dell’Interno. Ci sarebbe da dire che vi era restata... Avevano cambiato le sigle ma gli uomini e gli archivi erano gli stessi. Le procedure pure. Succede così dappertutto. Anche dove vi dicano ci siano ‘rivoluzioni’. Beh, anche in Italiozia vi hanno raccontato per decenni la balla della “Repubblica nata dalla Resistenza”. Ve lo dicono, ve le contano, ma, cambiate le etichette, sono tutti ed è tutto come prima. Il governo e gli angloamericani, i CC pure, ordinavano e loro facevano. È una galassia maniacal-criminale di Stato che vede, in Italiozia, i CC in posizione istituzionale di preminenza, ma che si estende ben oltre gli stessi ed ovviamente con piena cooperazione istituzionale. Cosa è un’istituzione? Cosa sono “le istituzioni”? Sono burocrazie e politici che ora chiedono ora sono richiesti e che, comunque, mettono delle firme senza cui nessuno di questi pazzi criminali di Stato si sognerebbe di fare nulla. ...Sono quelli ora chiedono ora sono richiesti. Eppure senza le loro firme, a meno che non ci siano firme superiori, vincoli esterni in genere segreti etc, non si può fare nulla. Pazze e delinquenti ...le figure istituzionali. Pazzi e delinquenti gli esecutori. Pazzi e delinquenti un po’ tutti, all’infuori di chi si tiri indietro e non ne voglia sapere senza concessioni d’alcun genere ai pazzi e delinquenti. 

Appena Roby arriva alla UCL di LLN [http://www.uclouvain.be/], verso la fine dell’estate 1999... ...Ah, che cosa era successo alla London School of Economics, a Londra, 1997..1999? Semplice! ...Il solito!

Roby arriva a Londra, alla London School of Economics (LSE), attorno all’1/9/1997, essendo stato ammesso ad un PhD presso il dipartimento di questioni dello Stato [government – che NON si traduce con ‘governo’ dato che, in inglese, il governo è la ‘administration’, checché possiate trovare su traduttori online o, talvolta,  in mal-traduzioni correnti] sul Developmental State. Il capo del dipartimento è il professore Brendan O'Leary. Chi si occupi dei dottorandi è il professore Rodney Barker. Roby arriva dunque con l’ammissione al dottorato in Developmental State, nel senso che lui, lui Roby, si è scelto un tale interesse di ricerca ed è stato accettato, e viene assegnato ad un certo professore come supervisor. Settembre lo passa in una residenza dell’università, mentre da ottobre se ne deve trovare una lui, cosa che fa. Da ottobre inizia formalmente il PhD. Incontro introduttivo tra lo staff del dipartimento ed in nuovi dottorandi, presa di contatto col tuo supervisor, inizio delle sedute settimanali, tipo seminari a tema, organizzate da Rodney Barker per tutti i nuovi dottorandi, che servono a dare una visione dell’arco delle tematiche e degli strumenti offerti dalla LSE ai dottorandi. Appena Roby arriva nella residenza della LSE per trascorrervi il mese di settembre scatta l’allarme NATO , per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Un agente del MI5-6 contatta sia Brendan O'Leary che Rodney Barker per dire loro quel Roby va fatto in modo che se ne vada. A quel punto, passano Roby dal professore britannico inizialmente assegnato ad un cretinotto svedese, Erik Ringmar, 10 dicember 1960, Luleå, Sweden. Caratteristica di Erik Ringmar è di non avere mai condotto alcuno studente al dottorato. Certo, gliene sono stati dati in carico. Lui ha sempre trovato il modo di scaricarli tutti nel giro di pochi mesi. Quell’anno ne danno lui due, Roby ed un vanesio e fannullone franco-tedesco. Due anni dopo troverà il modo di scaricare sia Roby che il franco-tedesco. Erik Ringmar ‘accuserà’ Roby di fare troppo ed il franco-tedesco di fare troppo poco!
Erik Ringmar, eccellente inglese e capacità di presentazione stile imbonitore TV, nel senso che riesce a passare da una frase all’altra con apparente ricchezza retorica ma senza dire nulla,  e pure senza alcun senso, è in effetti uno che non capisce nulla. È un pollitologo e pallitologo da CNN. Qualifica il suo campo di competenza come International Relations. Sta come sinonimo di CNN. Non a caso si è dottorato con una ricerca dottorale dove sostiene che il motore della storia sia la necessità di apparire in funzione del desiderio di riconoscimento. Tautologico. Come dire che il motore della storia è la necessità di bere liquidi. Hanno investito centinaia di migliaia di euro di soldi vostri in lui, come del resto fanno con milioni di altri, per fagli passare la vita a sparare pisciate. La sua vita è semplice. È per lui una conquista esistenziale uscire di casa la mattina per entrare in una università del cui staff docente faccia parte. Fosse mai obbligato a fare il muratore, lavare piatti, vendere salsicciotti, o fare il camionista, la moglie lo lascerebbe ed i figli gli sputerebbero in faccia. Invece, quando la sera rientra con l’aria di chi abbia passato la giornata eventualmente tra studenti, lui si sente realizzato ed il suo ordine naturale assicurato. PhD alla Yale University, nel 1993, dal 1995 al 2007 è docente presso la LSE. Lo cacciano perché, sempre più nevrotico, non detesta solo i dottorandi ma pure gli studenti normali. Chiamato per un discorsetto di presentazione della LSE per potenziali studenti, invita tutti ad andarsene affanculo perché dice che ci sono già troppi studenti e lui non ce la fa più. Non potendo negare la sfuriata, ed essendo uno che si copre dietro sempre agli altri [pensa di essere un genio della retorica e della furberia!], cerca di dare ad essa una qualche copertura retorica dicendo che lui, difensore degli studenti, ha solo detto che il corpo docente è troppo occupato a fare ricerca per cui si fa rimpiazzare, per l’insegnamento, da dottorandi. A quel modo, credeva di prendere tre piccioni con una fama svillaneggiando sia gli studenti dei corsi di laurea che i dottorandi, e dando pure una botta alla supposta “troppa ricerca”. La LSE non se la beve. Invece che cercare di sedurre i potenziali studenti, lui aveva cercato di alienarli. Già i suoi studenti lo irridevano come un cretinotto. Che dei cretinotti, come tanti studenti sono, si accorgessero che lo fosse pure lui già indica che anche le sue tecniche retoriche non dovessero essere sempre molto raffinate se perfino vittime sprovvedute percepivano che seguivano, con lui, dei corsi che loro stessi vedevano non stessero dando loro nulla di nulla. Anche lo studente che cerchi l’esame facile, desidera trovare un docente che almeno sembri saperne più di lui, lui studente, e che, magari, butti lì loro almeno un’idea cui di loro non avrebbero mai pensato. A quel, punto, con lui che dice a potenziali studenti di andarsene affanculo, ed essendo le università aziende che devono massimizzare le entrate, dunque gli studenti, ed in concorrenza con altre università, la LSE lo scarica. Proprio per benevolenza loro, e perché non sembri che si siano tenuto un cretino totale per una dozzina d’anni, gli rimediano un posto made in Taiwan. Non a caso, la botta che ne riceve il suo status, dalla LSE a Taiwan, viene da lui subito somatizzata con un cancro, di cui si opera nel 2008. Quando lascia Taiwan, passa per un paio d’anni alla Jiaotong University di Shanghai, RPC. In tutto resta nello spazio cinese dal 2007 al 2013. Pensando all’età della pensione che si approssima, ritorna in Svezia, alla Lund University, come professore associato di scienze politiche. 
Oh, Erik Ringmar è di quelli che fanno i liberal, i progressisti, i sinistroidi democratici ed aperti, di alti e nobili sentimenti ed aspirazioni. Quando arriva la Polizia Segreta per coinvolgerlo nello State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby subito si mette sull’attenti e si incarognisce. Sì, è di quelli che si risentono. Specie piuttosto diffusa: “Roby schifoso, io ero un grande progressista ed ora, colpa tua, vengono quelli degli Squadroni della Morte del MI5-6 a dirmi che devo fare il boia. Ecco, Roby schifoso, è colpa tua solo tua!!! ...Non posso mica rovinarmi la mia brillante carriera per fare il...” Erik Ringmar è il classico pidocchio che, quando Polizie Segrete / Squadroni della Morte lo coinvolgano in State/Government-Organized Stalking-Mobbing, in persecuzioni e pogrom, deve inventarsi colpe nell’altro, nel perseguitato. Quando gli viene detto che Roby, pur distintosi alla UCL di LLN in Belgio per attitudine alla ricerca, nonostante cominci a farsi anzianotto, dunque è ancora più stupefacente che non sia il cretinotto medio usuale, deve essere in qualche modo fatto fuori e sì che sembri colpa sua, colpa di Roby, gli viene pure ordinato di scegliere come advisor, per il PhD di Roby, Solomon Karmel, la cui principale referenza è di essere agente di Polizie Segrete della Marina Militare degli USA. ...Oh, il caso...
Solomon Karmel è un personaggio. Beh, non che gli altri lo siano meno in questa nostra esposizione... Si laurea alla Cornell University, 1983..1987. Passa a fare il PhD alla Princeton University, 1987..1995. Intanto lavora nella Marina Militare degli USA e viene mandato in missione coperta nella RPC dato una sua qualche conoscenza della lingua cinese. Deve pure avere una moglie etnicamente cinese che, quando lui lavorava presso la LSE, doveva lavorare presso la NATO in Belgio. Oh, il caso... Avendo lui l’aria di un americano asciutto, che cammina pure del tutto sbagasciato, come gli arti suoi fossero tenuti assieme da del fil di ferro, e con sorriso yankee, un po’ sullo scemo, spiaccicato sul viso, non è che fosse confondibile e neppure facilmente camuffabile da cinese. Per cui, in Cina ci sarebbe potuto pure andare da turista americano o altro. Beh, sono quelle cose da militari per cui, create strutture di supposta Intelligence, debbano poi mandare loro agenti magari per riferire i prezzi di un supermercato, portare un saggio di sabbia di una spiaggia o fare un foto di un edificio pubblico. Comunque, figura sul suo fascicolo centrale presso il governo americano e le sue Polizie Segrete segrete che lui è un coscienzioso agente del Servizio Segreto della Marina Militare USA e pure un operativo per missioni coperte in Cina. Nelle logica dello Stato USA e delle sue FFAA, e delle università che inevitabilmente dipendono da sostanziosi, spesso decisivi, finanziamenti di provenienza militari, vengono assicurati percorsi facilitati ad ex militari che manifestino interesse verso carriere accademiche. Sono facilitati per il PhD e lo sono per posizioni in università. È quello che è chiaramente successo con Solomon Karmel. È stato studente coscienzioso all’università ma senza alcun interesse per letture ulteriori, né studi più ampi, né ricerche. Le sue letture sono limitate a quelle, poche, cui è stato obbligato per studi formali. Se per caso riesce a citare un libro lo cita vecchissimo ed irrilevante, e sempre lo stesso.  Il PhD glielo fa prendere il Marina Militare USA e perché lui né è agente di Intelligence. Idem la posizione alla LSE. Del resto lui non ha un vero interesse per l’Accademia. Viene dalla campagna americana e deve costruirsi una carriera. La laurea non bastava. Andando un marina, e nei suoi servizi segreti, si assicura il PhD facilitato ed un inserimento in circuiti universitari, specificatamente lì alla LSE. Tipo formalmente cordiale e sorridente, coi dottorandi è obbligato a seguire come advisor si copre dietro atteggiamenti autoritario-censorio-paranoici che possono mascherare l’incompetenza, con chi si beva tale maschera, ma di certo non suppliscono competenze lui non ha. Del resto, Solomon Karmel non aveva interesse per fare ricerca né a carriere accademiche. Erano solo tecniche per crearsi un CV. Alla LSE, l’unica letteratura che leggeva, quando aveva tempo, era la stampa finanziaria. Pur senza la minima competenza matematica e statistica, cercava di acquisire una qualche confidenza con la terminologia economica e finanziaria per una carriera in quel settore. La logica è semplice: ti procuri un titolo di studio in un settore di studio facile e con procedura ulteriormente facilitata dalla previa appartenenza all’Intelligence militare; poi, nel settore finanziario, quando usi il titolo di PhD, di dottore, tutti pensano che tu sia dottore nel ramo, mentre lo sei in area del tutto diversa dove, a meno che uno li persegua di suo, non sono indispensabili conoscenze matematiche e statistiche. Infatti, nel 2003, con un socio si crea una sua piccola azienda finanziaria in Bellevue, WA 98004, che si aggancia alla First Allied Securities, di cui diviene filiale locale, in uno di quegli edifici commerciali dove puoi affittarti un ufficio sia piccolo che grande, di cui si proclama Financial Advisor. Vende prodotti finanziari. Può anche sia copertura ad altro viste le sue connessioni con l’Intelligence militare. Infatti Solomon Karmel, fattosi ufficialmente imprenditore, sembra avere più interesse ad occultarsi che a farsi pubblicità. Irrilevante per la nostra narrazione. Dicevamo che sono tecniche di costruzione di un CV. Con materiale di Intelligence e di para-Intelligence, pubblica, nel 2000, un libro sulle FFAA della RPCinese. Serve essenzialmente come supporto per la sua temporanea carriera accademica. Raffazzona un volume con materiale che aveva racconto quando lo mandavano in missione per la Marina Militare. Anche lì sono tecniche di CV. Perché si scrivono libri nei circuiti accademici e pure altrove? Per il titolo sul CV. La maggior parte sono aria fritta che forse qualcuno citerà ma non perché abbiano un valore intrinseco. Taluni, a volte lo hanno, sia quando estendano conoscenze che quando, in altri casi, siano usati da poteri per ragion di marketing. Ma la maggior parte sono creazioni letterarie che si devono scrivere e devono essere pubblicate. Sono come compitini di scuola. Vanno fatti. Nel 2002, con appalto dell’European Capital Markets Institute, pubblica, con altro (che ha studiato economia e statistica in una università inglese), uno studio sulle piccole e medie aziende in Europa e USA. La tecnica è semplice. Karmel procura l’appalto. L’altro, con competenze economiche e statistiche, si occupa sia delle tabelle statistiche e che delle interpretazioni. Karmel rilegge il tutto per non rischiare qualche eterodossia politica [il Karmel è un grande tutore dell’ortodossia nazi-fascista inglese] e lo pubblicano come opera comune. Pur senza connessione con questioni finanziare, serve perché, se qualcuno controlli, trovi un precedente ‘economico’ nella vita di Solomon Karmel. Lui non ne ha imparato nulla. A nessuno serviranno mai le cose possano esservi scritte, salvo chi, tra le migliaia di opere sul tema, possa mai scorrerlo e trovare qualche tabellina e grafico possa fargli comodo. Appunto, sono tecniche per crearsi un CV per fare altro. Nulla di male. È solo per inquadrare il personaggio, che ora si ammanta del titolo di Financial Planner and Branch Manager, direttore di una filiale che vede prodotti finanziari vari, ed anche titolare di una sua micro-azienda finanziaria. Insomma pur nell’ambito dei prodotti e delle transazioni finanziarie, ti puoi rivolgere ad un Solomon Karmel che può servirti con differenti facce. Sono un po’ come il negozietto all’angolo che, a volte, può essere competitivo col supermarket.  
Roby lo vede subito che Erik Ringmar non ne ha voglia né ci capisce nulla, e neppure si sforza di  capirci nulla in questioni di Developmental State e connessi. Dopo quasi un anno, Erik Ringmar se ne esce fuori che se Roby vuole continuare col Developmental State deve assolutamente studiare il giapponese. Il Developmental State non è una questione tipicamente giapponese anche se il termine, usato in modo propagandistico, è stato coniato da un americano per caratterizzare il Giappone. In realtà, a cominciare dalla Gran Bretagna che si fa impero, a vari altri casi presenti o del passato, si tratta di Developmental States. Lo suborano sia Erik Ringmar che Solomon Karmel, anche se non hanno gli strumenti euristici per razionalizzarlo, che la questione del Developmental State, usato come concetto generale, non sia particolarmente ortodossa. In effetti, è semplice definire che sia un Developmental State. È quando vi siano centri di fatto con poteri dittatoriali che svolgano un ruolo dirigistico. Senza di essi, né la Gran Bretagna né gli USA sarebbero quello che sono. Non è questione solo o tanto di militarismo. Anzi il militarismo USA può anche finire per rivelarsi un elemento di debolezza, per lo meno il militarismo formale, ‘pesante’. È così. Non è vero che ci sia sviluppo dove le persone votino e decidano. A parte che “il popolo” non decide nulla da nessuna parte, a parte le facce. Lo sviluppo c’è perché centri intoccabili ed onnipotenti, relativamente isolati da interferenze esterne, lo vogliano. Il Giappone funziona così. Ma pure UK e USA funzionano così. Beh, rispetto alla richiesta di Erik Ringmar sul giapponese, è chiaro che uno non impari a leggere il giapponese in qualche settimana od in qualche mese. Roby ha già acculato moltissimi materiali e conoscenze sul Developmental State. In pratica,  Erik Ringmar si sta inventando una balla ostruzionistica. Ma uno che abbia studiato e studiato non è che sia veramente ostruito mai da nulla perché comunque le conoscenze acquisite non è che siano buttate via. A quel punto, Roby, che, oltre al Developmental State, stava seguendo anche sia questioni storiche che contemporanee italiche, dice a Erik Ringmar che, se non può continuare col Developmental State, può anche cambiare soggetto. OK. Per cui annuncia che potrebbe fare una ricerca sul colpo di Stato italico del 1992-93. Formalmente lo accettano anche se si rendono immediatamente conto che è una cosa ancora più, eterodosso, o tale sembra a loro. I due non c’arrivano, per cui guardano tutto dal punto di vista delle convenienze.  Solomon Karmel butta lì che è una favola. Erik Ringmar, che è uno che si crede furbo perché mostra la sua incompetenza e rancori coprendosi sempre dietro altri,  dice a Roby di andare a parlare con Robert Leonardi. Robert Leonardi, un angloamericano, è uno dei quei fantocci di circuiti massonici o para-massonici angloamericani, di fatto CIA-SIS, che si occupano, lì come agit-prop pollitologici e pallitologici, di assistere la dominazione inglese e statunitense su Italiozia. Lautamente pagati, che ci credano o lo facciano per dovere, sono quelli che, allineati a sinistra, beh prima che a sinistra cogli interessi angloamericani, danno copertura al colpo di Stato e mutamento istituzionale del 1992-1993. Con la strage di Capaci, promossa dalla rete terroristica britannica in Italiozia, si passa dal dualismo Quirinale-governo [la cosiddetta partitocrazia] alla dittatura unica del Quirinale su governo e parlamento. Dal dualismo Quirinale-partiti si passa alla dittatura unica dal Quirinale, non a caso, da Capaci, strettamente controllato dal blocco sinistro e, dunque, dall’Ambasciata Britannica, che sta per SIS-Corona britannici. I Robert Leonardi della rete terroristica SIS-CIA sono pagati per raccontare quello conviene all’Impero. Se un regime e sue componenti non piacciono all’Impero ti dicono che violano i diritti umani e pure peggio. Se un regime o sue componenti piacciano all’Impero ti dicono che i diritti umani e pure peggio li violano gli altri. Siccome la Grande Purga, la truffa delle sprivatizzazioni e lo sfascio finale d’Italiozia capeggiati dal Quirinale-CSM piacevano all’Impero, un Robert Leonardi raccontava che gli uffici speciali della Grande Purga fossero il bene assoluto voluto da dio. Ci si può immaginare che grande conversazione poterono avere Roby e uno sporcaccione alla Robert Leonardi. Leonardi disse a Roby che la ‘scienza’ politica si basa su due cardini sicuri, le sentenze giudiziarie ed il punto di vista dell’Impero, e che nulla altro possa essere ammesso. Un puttano sporcaccione! Erik Ringmar è uno che, come già detto, si copre sempre dietro agli altri. Per cui voleva farsi ‘confermare’ da Robert Leonardi che qualunque ipotesi di colpo di stato intra-istituzionale fosse da rigettarsi a priori nonostante gli abbondanti indizi e prove che la tesi della normalità istituzionale, quando i rapporti Costituzionali precedenti fossero stati sovvertiti, fosse, al contrario, proprio l’ipotesi non sostenibile. Non sapendo bene che dire, poco prima della fine del secondo anno di permanenza di Roby alla LSE, Erik Ringmar si dimise da supervisor di Roby con la brillante motivazione che Roby faceva troppo. A quel punto il già advisor Solomon Karmel era il virtuale nuovo supervisor. Solomon Karmel, non meno di Erik Ringmar, aveva l’ordine che Roby non dovesse arrivare al PhD formale. Roby, ovviamente, lo sapeva. Per cui, mentre combinava per tornare alla UCL, a LLN, in Belgio, per continuare e finire il dottorato lì, Roby ne tentò un’altra. Roby combinò, con un professore del Galles, la sua ammissione lì per finire lì la sua ricerca dottorale e, dunque, conseguire lì il PhD. In quei casi, occorre solo che chi ti ha in carico, nella università da cui provieni, dica che non ha problemi al tuo trasferimento. Sono regole fatte così. Solomon Karmel non è che potesse accampare chissà quale ostacolo. Del resto, aveva l’ordine che Roby non dovesse arrivare al PhD, salvo ordine contrario del SIS-NATO. Non poteva certo dirlo al professore del Galles. Semmai, quando Roby si fosse trasferito nella nuova università in Galles, sarebbe stato il SIS per interferire con suo nuovo supervisor lì, che sarebbe stato questo professore con cui Roby aveva in pratica già avuto la accettazione là. Mancava la ‘autorizzazione’ di Solomon Karmel. Solomon Karmel disse al professore dell’università del Galles che certo lui autorizzava il trasferimento di Roby là ma... ...ma che lui, Solomon Karmel, pretendeva di conservare il diritto di veto sulla concessione del PhD a Roby e che ciò dovesse ufficialmente risultare nell’accordo tra i due docenti e le due università sul trasferimento di Roby. Il professore del Galles ne fu sconvolto. Sconvolto! Pretese ed ottenne da Solomon Karmel che fosse lui, lui Solomon Karmel, a dirlo a Roby. Gli americani, che hanno una qualche ingenuità di fondo, sono così, a volte... Solomon Karmel chiamò Roby e, imbarazzato, gli disse che ‘stranamente’ il professore del Galles gli aveva risposto che sarebbe stato ben contento di divenire il nuovo supervisor di Roby, che dunque si sarebbe trasferito dalla LSE nella università del Galles, ma che, ovviamente, non poteva accettare la pretesa di lui Solomon Karmel di conservare come un diritto di veto sul PhD di Roby. Solomon Karmel doveva obbedire al SIS-CIA. Ma aveva anche questo americano candore di fondo, a volte. Roby andò dunque alla UCL, a LLN, in Belgio, dove ovviamente lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, ed il connesso divieto di ottenere il dottorato formale lo seguì.
Ah, lì a Londra, il MI5-6 montò anche qualcosina, ma poco, dove Roby alloggiava, il primo anno alla Belvedere House (6 Grenville Place, SW74RT London), il secondo alla LSE Bankside House (24 Sumner Street, SE19JA London) e, l’estate alla LSE Butler's Wharf (11 Gainsford Street, SE12NE London).
Alla Belvedere House, il MI5-6 contattò il direttore e vicedirettore italiani che si misero a fare delle cose strane, fino a che uscirono loro del tutto di testa. Il vice fu allontanato. Il direttore, un altro ragazzotto, si muoveva per l’ostello in stato confusionale. Alla LSE Bankside House mobilitarono un frocetto russo, che studiava sindacalismo alla LSE, che si mise a ticchettare sul muro, con Roby che se ne fregava del tutto. In effetti, fu lì, nel 1999, che usarono per la prima volta i visori attraversi i muri ma in maniera occasionale, non ossessiva, non sistematica. I britannici, che tendono a seguire, con le loro forze, criteri di ottimizzazione economica, sono più usi ad assassini ed in altre forme di ostruzione, o così sembrò allora. Alla LSE Butler's Wharf, per i mesi estivi del 1999, dettero il visore attraverso i muti ad un fascista lettone e ad una scemotta portoghese ma NON per ticchettare sui muri. Roby verificò la cosa perché usò il suo aggiustatico che poteva vederli e confonderli variamente.
Dettagli... La porcata del SIS-MI5-6, su richiesta degli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, era sul PhD.

Appena Roby arriva alla UCL di LLN [http://www.uclouvain.be/], verso la fine dell’estate 1999, ed il suo nome è inserito a terminale dell’Università, si attiva l’allarme NATO ed arrivano le Polizie Segrete / Squadroni della Morte belghe-NATO, per il solito programma: non deve lavorare, non deve studiare formalmente, non deve abitare, non deve vivere. A essere precisi, si riattivano, perché si erano già attivate quando Roby aveva contattato il ‘suo’ profe del DEA [il MSc], Jean-Jacques Herrmann, nei mesi precedenti, e dunque i suoi dati a terminale erano già stati variamente inseriti e reinseriti [Roby aveva fatto il DEA lì nel 1996/97 ed ora ritornava]. Lo stavano aspettando. Certo sarebbe anche potuto non andare. No, lui va. Quando è lì, lo sanno con certezza. Per cui l’operazione di S/G-OS-M può partire senza indugi.
Sono procedure fatte così. Proprio per evitare troppa pubblicità all’esistenza delle operazioni di S/G-OS-M, le stesse partono solo quando il bersaglio, la preda, sia già in loco.  Anche perché il bersaglio deve credere che non succeda nulla e che, gli ostacoli insormontabili siano cattiva sorte o propria colpa. Della serie: “Ecco, sono stato io che...” ...No! Qualunque cosa uno avesse fatto era predestinato, comunque! Il caso non esiste, non nello S/G-OS-M. No, non è tautologico. Ci sono procedure incrociate di verifica e di testaggio. Anche perché diviene tutto sempre più manifesto. Tra l’altro, attingono tutti allo stesso fascicolo, allo stesso database, col nome del bersaglio, della preda. Per cui, chi interagisca col bersaglio, finisce per dire allo stesso sempre le stesse cose, delle cose specifiche e peculiari, estremamente specifiche e peculiari, e pure cose che non potrebbero tirarsi fuori dalle loro chiorbe abiette. 

Arrivato a LLN, Roby alloggia all’Hotel Le Relais, rue de la Gare 6, B-1348 Louvain-la-Neuve, a tre minuti dai binari della stazioncina, che è un capolinea. LLN è un luogo dove non c’era nulla, sulla strada di nulla. Forse nei pressi di qualche grosso deposito d’immondizia o forse solo di qualche azienda pestilenziale perché è, o lo sono molte zone di LLN, dominata da un odore disgustoso di chiara provenienza limitrofa. Per cui, creata LLN, quando hanno scisso l’Università di Leuven per conflitti e scontri etnici (fiamminghi-valloni), hanno creato la linea ferroviaria fino ad essa e da essa. Le Relais è un luogo economico per accademici e studenti vogliano spendere poco ed abitare in pratica nell’università, visto che tutto si irradia nei dintorni. Appena Roby arriva, i Servizi contattano la manager di Le Relais per montare lì, subito, le molestie d’edificio con le nuove tecnologie, i visori attraverso i muri che la NATO da qualche tempo ha e distribuisce ad irregolari per uso di terrorismo di Stato, lì, specificatamente, di S/G-OS-M. Li avevano già usati, contro Roby, ma solo molto occasionalmente e marginalmente, in Inghilterra. Gli inglesi, di secolare tradizione terrorista, tuttora centro mondiale di tutti i terrorismi, e loro creatori e manipolatori, sono più celati ed ipocriti. Magari fanno pure di peggio. Ma tendono a non volere mai apparire. Usano altro. Meglio in Belgio ed altrove, che in casa loro. Richiesta, la manager dice di no. Finge di non capire e dice che nel suo albergo non può montare una stazione clandestina dei Servizi né di loro milizie parallele, tanto meno per fare toc-toc sui muri e simili ché, vista la struttura dell’edificio, si sentirebbero dappertutto. Dice di no, né fa nulla per mandare via Roby. Dice di no. A volte succede. Non occorre essere grandi eroi, né succede in genere nulla, o non è detto succeda meccanicamente qualcosa a chi si neghi e, obiettivamente, si frapponga. Basta dire di no, a volte.  

Per cui, l’ossessivo S/G-OS-M di appartamento inizia solo verso gennaio 2000, quando Roby ottiene un alloggio dell’Università, in Place de l’Escholier 2/011, B-1348 Louvain -La-Neuve. Quando Roby sta cercando alloggio, la soluzione universitaria gli è in qualche modo preparata, combinata. Nessuno fa nulla per spingere Roby ad una soluzione negli alloggi dell’Università. Avesse trovato in qualche alloggio privato, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte belgi-NATO gli avrebbero montato le torture di edificio con chi avessero trovato negli alloggi confinanti. Tuttavia, nel caso Roby si fosse poi rivolto all’Università, gli preparano un alloggio ideale per le torture di edificio. 
No, no, non c’è nulla di casuale. C’era una e la mandano via, ed anche piuttosto brutalmente. Con un breve S/G-OS-M d’appartamento, fanno uscire pazza una certa Cabral, una belloccia, forse brasiliana, o di ex-colonie portoghesi, che abitava nell’alloggio predestinato a Roby. Sennò non è che abbiano alloggi liberi a gennaio, o che si liberino improvvisamente a gennaio. Ed anche si fosse fortuitamente liberato, ...con la concorrenza che c’è! No, non si è fortuitamente liberato. Lo liberano, su ordine delle Polizie Segrete belghe-NATO, e lo tengono libero. L’alloggio, un grande monolocale al pian terreno, è sotto un colombiano ed una colombiana pienamente collaborazionisti con la Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo belga e NATO. Arrivato Roby, iniziano subito con lui. Idem a fianco, a fianco in un’altra scala, dove egualmente c’è un colombiano in contatto con i due sopra. A volte i due di sopra vanno a fianco, addirittura a fare tonfi anche sbattendo motori ruotanti sulla parete. Roby li vede  con la sua strumentazione. Invece, a fianco nella stessa scala, c’è il bagno tra l’alloggio di Roby e quello confinante. Da quel lato lì non fanno nulla. Sopra c’è un colombiano lì per un dottorato scientifico ed una schifezza colombiana che lui usa per delle rapide sborrate prima di dormire. La monta un paio di minuti e poi si addormenta, mentre lei va avanti a fare tic-tic e toc-toc tutta la notte. Idem quello a fianco. Usando l’aggiustatico, Roby li fa variamente uscire di testa in pochi minuti. A volte quello a fianco scappa correndo altrove e si fa rimpiazzare da altri. Sopra, chiamano egualmente delle altre colombiane, delle indios-indios, quando loro o non reggano più o non ci siano.
La Cabral, quella che devono sbattere fuori dall’appartamento che stanno preparando per Roby, nel caso lui si rivolga all’università, la sbattono fuori in pochissime ore, forse qualche giorno, non di più. Ticchettano e lei non resiste più, già dopo poche ore. Le ticchettano sulla verticale della testa, e pure dagli alloggi confinanti. Lei batte sul soffitto, sfasciando tutta la pseudo insonorizzazione di quei materiali supposti insonorizzanti bianchi, pvc, pannelli attaccati lì ma che non servono a nulla se vi siano pidocchi che ticchettino, e pure direttamente, sull’obiettivo, sul bersaglio, seguendolo per l’appartamento e nel bagno. La Cabral va a lamentarsi al Service de Logement de l’UCL. Secondo ordini, fanno finta di prendere la cosa a cuore. Alla fine, le dicono che non hanno elementi, che quelli sopra ed a fianco dicono che anzi è lei ad essere pazza e che li disturba. Per cui, loro dell’Università, senza prove, non è che possano fare nulla, che lei li deve capire. Le offrono di rescindere il contratto e di andarsene. In pochi giorni di tortura di appartamento la Cabral è fuori, e pure coi nervi fortemente scossi, per mesi e mesi. Trema. Si impasticca. Continua a tremare. 
Sono alloggi dell’Università. Per cui, la Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo belga-NATO hanno previamente contattato il rettore dell’Università. Beh, lo hanno contattato per tutta l’operazione nei suoi vari aspetti, accademici e d’alloggio. Le burocrazie partono sempre dai vertici. Sono normali procedure burocratico-mafiose.

Allora, rettore era il poi barone Marcel Crochet, nato nel 1938, ingegnere civile e docente di meccanica di fluidi. È rettore dal 1995 al 2004. Un bamboccio dell’oligarchia che, da una iniziale formazione classica, approda agli studi tecnici. Da buon rampollo dell’oligarchia, a trentatré/trentaquattro anni è già professore all’UCL, e professore ordinario tre anni dopo, dopo studi all’estero, negli USA. Infine, dopo passaggi vari, inclusi incarichi istituzionali o para-istituzionali, anche a livello NATO, diviene terzo rettore dell’UCL, lì a LLN. 
Ladrone, la sua gestione si contraddistingue per le predazioni a spese dell’Università. Le chiameranno spese folli, che peseranno per anni ed anni successivi sui bilanci dell’università, ma sono solo ruberie sue e del suo clan massonico-mafioso. Essendo lui protetto dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte belgi-NATO, nessuno lo accuserà per le ruberie di cui è responsabile. Nessuno neppure ne accennerà. Spese folli, alla cacchio, e pure pagando tutto a prezzi largamente superiori normali costi di acquisto e gestione. È quello che si fa quando si vuole rubare e neppure si è capaci di gestire nulla, per cui si sperpera e si ruba, e lo sperpero serve a coprire, se si è specie protetta, che si è rubato per sé e pure male, in modo maldestro. Ladri, e pure del tutto scemi ed inetti.
Barone lo è dal 2004, per meriti di Terrorismo di Stato. Nel 2002, sempre per meriti di Terrorismo di Stato, era stato nominato, su istanza delle Polizie Segrete Carabinieri-NATO, Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. L’impulso a confessare. 

Quando le Polizie Segrete della CoronaBelga-NATO gli vanno a parlare, a fine estate 1999, è un incontro d’amore tra froci in calore. Marcel Crochet sfoceggia felice di essere considerato dagli Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO per tale missione segretissima, perseguitare un Roby: “Sì, certo! A piena disposizione. Non voglio sapere nulla! Non capisco, né voglio capire, ma mi adeguo. Fate quello che volete! Se la Corona comanda... Sì, sì, disponete direttamente di tutti i professori ed altri crediate! Anche delle strutture amministrative possano necessitarvi! Ci fossero mai ostacoli, basta una Vostra telefonata alla mia segretaria. Collaborazione al 1000%! Tutto per la Patria, il Re e l’Occidente!”

Fu così che le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO contattarono il Presidente dell’Unità di Politica del Dipartimento di Politica e Sociologia, della Facoltà di Scienze Politiche, André-Paul Frognier, per lo S/G-OS-M di facoltà, dunque  per dirgli che c’era il divieto che Roby lavorasse e che ottenesse ulteriori titoli accademici. Le Polizie Segrete / Squadroni della Morte seguono strettamente la gerarchie burocratiche, dall’alto in basso. Prima il rettore, poi la facoltà ed il dipartimento. Dissero ad André-Paul Frognier che vi erano anche altre cose, altri fronti dello S/G-OS-M contro Roby, ma quello di sua competenza, di lui André-Paul Frognier era quello: Roby non doveva ottenere alcun lavoro accademico e non doveva ottenere il dottorato, e si doveva  creare, lì, un clima di linciaggio contro di lui. Andava marginalizzato e liquidato. Sottolinearono che era tutto segretissimo per cui quanto detto doveva avvenire ma senza che nessuno lo sapesse, sapesse come. Tutto doveva apparire come naturale. Come fosse casuale, Roby non doveva lavorare, contrariamente a quanto accade per i dottorandi, soprattutto promettenti e lui lo era avendo avuto il master, il DEA, con grande distinzione, e pure prima di tutti gli altri del suo anno di corso lì all’UCL, il 1996/97. Inoltre, egualmente come fosse casuale, anzi meglio che figurasse per colpa sua, dello stesso Roby, non doveva ottenere il titolo del dottorato. Bisognava montargli delle cose come fosse responsabilità sua, sua di Roby, se non ‘potevano’ dargli il titolo del dottorato.  

Avevano contattato pure il Service de Logement de l’UCL http://www.uclouvain.be/18038.html , dato che dovevano iniziare, coi nuovi visori NATO attraverso muri, pavimenti e soffitti, lo S/G-OS-M di edificio,  di alloggio. “Il bersaglio non deve lavorare, non deve ottenere titoli accademici e scolastici in genere, non deve alloggiare, non deve vivere!” Roby non aveva fatto domanda per un alloggio universitario, appena arrivato a LLN, ma, lì, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO stavano giocando d’anticipo dato che sarebbe stato per loro un vantaggio giocare sul loro terreno, con le burocrazie dell’UCL evitando privati od altri.

Sopra l’alloggio gli avevano preparato, in Place de l’Escholier 2/011, B-1348 Louvain -La-Neuve, al pian terreno, e dove poi Roby alloggerà, dopo aver fatto domanda e pressoché subito firmato il contratto di locazione, abitava Jorge Andrés Moreno Lopera, colombiano di Antioquia, con una connazionale bruttocchia, sfatta e pazza e pervertita come lui, che gli faceva da troia d’accompagnamento. Quando lui l’aveva duro, in genere la sera o notte, prima di dormire, le saliva sopra e la montava veloce, giusto per farsi una sborrata che gli desse la sensazione di essere un vero uomo. Lei, montata a quel modo, si sentiva una vera donna dato che le avevano detto fin dall’infanzia che il ruolo di una brava donna è di soddisfare le voglie degli uomini. Lei era sfatta, pur giovane, perché era di quelle famiglie dove tutti, genitore, fratelli, ed altri, si montano le figlie e le nipoti fin da bambine. Lui la montava veloce lei non godeva. Ma anche lui l’avesse montata per ore, lei non avrebbe goduto egualmente. Era così... Non a caso, lei, non solo lui, aveva un permanente ghigno astioso contro il mondo.  Siccome i due talvolta andavano da qualche parte o assieme, o comunque uscivano negli stessi orari, era stata loro aggiunta un’altra colombiana, un’india pervertita, che li sostituiva per le torture di alloggio contro il Roby. Era stato reclutato pure quello a fianco, nell’altra scala, che si esercitava in ticchettii contro i muri laterali. Non meno nevrotico e delinquente di quelli sopra, bastava passasse un mezzo che facesse tremare i suoi muri o la sua finestra sul giardinetto interno del pian terreno che lui pensasse il tremolio fosse diretto contro di lui, e cominciasse dunque ad urlare ed a volte se ne andasse per qualche giorno a dormire altrove. Le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO mandavano altri a rilevare la postazione. La stazione di tortura, o supposta tale, permanente e principale contro Roby era al piano di sopra, dove alloggiava Jorge Andrés Moreno Lopera con la troia d’accompagnamento. I due passavano la giornata e la notte col naso nel visore per eseguire l’ordine di ticchettare in permanenza sulla verticale di Roby, sulla testa. Tali erano gli ordini ricevuti delle Polizie Segrete / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO.  Se Roby si muoveva, loro spostavano febbrilmente mobili e bagagli per seguilo sulla verticale e battere. Tali erano gli ordini.

Jorge Andrés Moreno Lopera era un picciotto mafioso di Medellín, in Colombia, che dopo la laurea in chimica era stato avviato al master presso la Universidad de Antioquia, a Medellín. Lo aveva frequentato dal 1994 al 1997, con borsa di studio ed altri fondi che gli coprivano abbondantemente tutti i costi. Ottenuto il titolo, grazie alle connessioni tra i mafiosi colombiani del settore narcotici ed i gesuiti, era stato mandato alla UCL di LLN, per il DEA, che frequenta nel 1997-1998. Evidentemente, il master colombiano non era considerato sufficiente. Dal DEA passa al dottorato, per cui studia dal 1998 al 2002. Il tutto con lauti finanziamenti, finanziamenti per lui, dato che le sue ‘ricerche’, su questioni di sintesi, ossidazione, catalisi non è che poi abbiano grandi interesse in sé. Il suo ‘promoteur’ del dottorato è un vecchio e pigro massone e pervertito, il professore Georges Poncelet.

La troia bruttocchia e puzzolente al seguito di Moreno faceva finta di fare qualche studio a scienze politiche. Ne frequentava qualche corso marginale.

Quando i malati e delinquenti delle Polizie Segrete / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO incappano nel nome di Poncelet abbinato a         quello del Moreno colombiano capiscono di avere fatto centro. Sanno che possono chiedere quello che vogliono e non possono riceverne risposte negative né ostacoli per le loro sporcaccionate. 

Dopo avere parlato col rettore dell’Università Marcel Crochet, per l’area tortura d’appartamento dello S/G-OS-M contro Roby contattano il Service de Logement de l’UCL e, poi, fatto lo screening dei nominativi individuano la coppia Poncelet-Moreno. Vanno a parlare con Georges Poncelet, una loro vecchia conoscenza, sia come pervertito in sé e per sé che come già collaboratore loro, in altre occasioni, per altri crimini e demenze. Ora hanno nuovamente bisogno di lui. Possono dunque essere diretti con lui:
- “Professore, la Patria ci chiede e le chiede di nuovo...”
- “Sempre a disposizione!”
- “La cosa, ora, è un po’ nuova, professore, un settore innovativo...”
- “Interessante... Ditemi tutto...”
- “Professore, ci occorre, per quanto non ci sia ancora nulla di certo, dato che il bersaglio non abita ancora lì, un suo studente... Si tratta di liberare un alloggio, quello sotto di lui, e poi aspettare che il bersaglio vada lì, ...LLN è piccola... ...per cui... ...Ed una volta che il bersaglio è lì...”
- “Non tenetemi sulle spine... ...Questo pollo va avvelenato, intossicato, rapito e torturato, fatto sparire per sempre? Suvvia, ditemi tutto!”
- “Abbiamo ordini... Professore, purtroppo non è come altre volte. È una cosa forse più lunga anche se non possiamo sapere se crolli subito oppure... Le istruzioni dicono che magari crolla in poche ore, ma non possiamo davvero sapere gli sviluppi... Questo è un campo in cui già altre volte avevamo certezze, certezze certissime, di super-esperti, e poi... Noi speriamo che in poche ore o pochi giorni sia tutto concluso... Va distrutto... ...Speriamo!”
- “Non capisco. Ditemi di che si tratta, senza timidezze.”
- “In un certo senso è una tortura, professore, ma non fisica, non direttamente sul corpo.”
- “Ma di che si tratta?!”
- “Professore, abbiamo nuovi strumenti. Cose NATO. Aggeggi militari. Per ora segretissimi. ...Forse al cinema..., ma nessuno sa che esistano, e pure portatili, facili-facili. Sono dei visori con cui si segue il bersaglio, gli si ticchetta, dunque facendolo sentire sempre guardato e seguito. Abbiamo pure il controllo visivo, con questo strumento, ...se abbia gli occhi aperti o chiusi, non solo se sia o meno sul letto. ...Beh, vediamo se ha gli occhi aperti o chiusi, se sono sulla traiettoria dello strumento, sennò si può dedurre dalla posizione del corpo, dalla luce accesa o spenta, eventualmente da altri indizi. Lo strumento rileva tutte le fonti calore. Per cui, i rumori da sopra, eventualmente da a fianco, anche da sotto dove possibile, si calibrano a seconda dello stato del soggetto. Alla fine, anche in poche ore, il bersaglio ne esce pazzo senza che ci siano prove contro di noi ed i nostri. Anzi, se va a dire che sente ticchettii, noi possiamo suggerire che senta le voci...”
- “Strabiliante! Davvero interessante! E questi vostri strumenti militari sono pesanti, occorrono grandi spazi per essere collocati e fatti operare?”
- “Mannò, professore... Guardi, ne abbiamo uno qui. Sono degli aggeggini che stanno in mano senza difficoltà, alimentati da batterie e con cui si segue il soggetto che sta al piano di sotto, o di sopra, od a fianco e lo si inonda di rumorii che il bersaglio capisce sono contro di esso anche se non può capacitarsi di come faccia ad essere visto e seguito, per cui lo si induce a credere di essere lui che alla fine sia impazzito. Non capisce. Panica. Pensa ossessivamente a quello gli stia succedendo... Uno normale non né esce da un tale e continuo attacco. Si può distruggere qualcuno in poche ore. Se poi resista, può essere ancora peggio per il bersaglio. ...Una cosa davvero geniale. Sperando che funzioni. Abbiamo istruzioni dettagliatissime. Ma, per il momento, non abbiamo una casistica che ci permetta di sapere nulla di certo sui risultati e la tempistica per i risultati. Sappiamo quello ci è stato detto e cui dobbiamo credere. Possiamo immaginare che sia davvero una cosa che dia una superiorità assoluta contro il bersaglio. È come battersi contro uno cieco, e che noi che lo si possa colpire da qualunque lato senza che neppure capisca di essere cieco.”
- “Lo farei volentieri io questo lavoro! Davvero eccitante! ...Per cui avete bisogno di un mio studente e di installare una stazione di vostri agenti nel suo alloggio?”
- “Ecco, non è proprio questo, professore... Abbiamo bisogno del suo studente, e poi pure di altri che lui stesso organizza, certo, col nostro aiuto e controllo, per l’aspetto operativo diretto. Noi forniamo lo strumento, le istruzioni, un contatto quotidiano per ricevere i rapporti del lavoro, altri controlli con altra cadenza... Noi dirigiamo il tutto. Ma, sul campo, non ci siamo noi. Il lavoro lo fanno irregolari, ovviamente fidati e col vincolo della assoluta segretezza. E pure senza alcun contatto, per quanto possibile, col bersaglio. Il bersaglio si deve convincere che è impazzito.”
- “Eccellente! E chi è il privilegiato, ...il mio studente.”
- “Professore, sarebbe quel Moreno che sta facendo il dottorato con lei, professore.”
- “Scelta ottima! È uno di Medellín. Non so se ci capiamo. Quando ha finito qui, diviene professore là. Ce lo hanno mandato perché completasse qui la sua formazione per la carriera accademica là da loro.”
- “Professore, proprio per questo, dato che dipende in tutto e per tutto dalla vostra rete gesuitica e massonica, ci è sembrato ...come dire... ...ci è sembrato più solido, più naturale, se lei ottiene il suo assenso convinto, poi ci dice. Se è tutto a posto, andiamo poi noi per tutti i dettagli operativi, ed anche perché siamo noi che abbiamo la responsabilità della gestione dell’operazione. Però, ecco, dovrebbe essere chiaro che, quel Moreno, od accetta od accetta, ...ché la sua carriera dipende da questo. ...E così guadagniamo un contatto diretto pure in Colombia, a Medellín, un giorno dovessimo avere bisogno dei servigi di qualcuno lì. Se si fa degli scrupoli, va segato e così liberiamo l’alloggio suo per altri. Tanto, un gruppo, ...due, tre, quattro..., lo mettiamo su in mezza giornata, nel momento in cui ne avessimo bisogno. ...Proprio qui ci occorre lei. O il Moreno partecipa, e con piena adesione alle nostre necessità, oppure il suo dottorato è chiuso e se ne torna a Medellín senza titolo. Ci dica se lei concorda...”
- “Non ce ne sarà bisogno, come dire?, di forzature. Gli parlo e vedrete che poi potrete voi farne quel che volete. Questi ragazzi, nove casi su dieci, aspettano solo che si chieda loro. In fondo, il potere siamo noi. Loro si preparano poi a subentrarci, dunque devono fare scuola e tesoro di come il mondo reale funzioni. ...Beh, se mai resistesse, ovvio che... ...Come avete detto voi. Non possono certo pensare di capire le scienze e l’Accademia se non sanno adeguarsi al mondo... ..Certo! Sicuro!”

Il mattino dopo, Georges Poncelet approfittò che Jorge Andrés Moreno Lopera passasse da lui. Da buon leccaculo, il Moreno passava con frequenza pressoché quotidiana anche solo per salutarlo servile. Poncelet venne subito al dunque:
- “Guarda, Moreno... ...abbiamo grandi progetti per te. Ora perfino la NATO si è interessata a te. Non solo abbiamo bisogno delle tue qualità intellettuali ma anche della tua iniziazione sul campo...”
Moreno arrossì:
- “...Mi dica di che si tratta, professore...”
-“Guarda è come una iniziazione alla vita... Tu magari, da quella tua Colombia, sarai già ben rotto in culo, ...cioè, volevo dire, rotto a tutte le esperienze..., tuttavia... ...Detta così sembra una cosa terra-terra... Ma come educatori, e tu ormai ti prepari ad entrare nella cerchia professorale, accademica, abbiamo delle responsabilità e dei doveri. Noi siamo lo Stato, il potere, e quando altre branche dello Stato e del potere chiedono, noi dobbiamo cooperare, così come loro cooperano con noi, quando abbiamo bisogno. Guarda, detta così sembra una cosa quasi abietta, ma dobbiamo essere rotti a tutto e siamo rotti a tutto... ...Si tratta di fare il culo ad uno da va liquidato...”
Moreno divenne ancora più rosso:
- “...Mi faccia capire, professore...”
- “È semplice. Sono quelle cose che quando ce le chiedono vanno fatte. Questa volta è toccata a noi. Potrebbe venire uno sotto di te, dove abiti... Ti daranno degli strumenti facili da usare e che non ti sottrarranno tempo allo studio, e poi c’è quella ragazza che abita con te e pure altri che si troveranno, se necessario... ...Anzi, se ho ben capito, si tratta di cominciare subito per liberare l’appartamento sotto. LLN è piccola. Se quello non viene ora, troveranno il modo di farlo venire tra poco... ...Mi sembra d’aver capito che è una grande operazione, una cosa importante, anche se tu devi solo fare dei rumorii mentre studi, o chi sta con te, od altri, anche quando tu dormi. Del resto, tu studi coi soldi nostri e ti stiamo aprendo una carriera di grande successo in Colombia e magari pure oltre questo nostro grande importante paese latinoamericano... ...Sono quelle cose che non si può dire di no. ...Lo vedrai nella vita... ...Non mi sembri il tipo che si voglia rovinare tutto, per uno sciocco sottrarsi...”
- “...Questo no... ...È che, appunto, non vorrei poi trovarmi nei guai...”
- “Questo proprio no! Guarda, mi sono dimenticato di dirtelo... Questa è solo una conversazione, come dire?, informale perché così mi hanno detto di fare. Ma, in fondo, io non ne so nulla di questa storia. Il Servizio Segreto ha parlato con l’Università, che dà tutta la sua cooperazione, come sempre si fa in questi casi. Poi sono venuti da me solo perché se proprio la cosa ti crea dei problemi e non ne vuoi sapere... ...No, non farmici neppure pensare. Non posso immaginare che ti rovini una carriera promettente. E cosa fai poi a Medellín?!”
- “Professor Poncelet, faccio solo per dire, ...per capire..., perché che cosa succederebbe se proprio non potessi...”
- “Guarda, non farmici neppure pensare... Non è questione di potere ma di volere. Se proprio non volessi quelli ti mettono in mezzo alla strada da un giorno all’altro qui e pure in Colombia... ...Oh, non farmici neppure pensare a cosa potrebbe succedere. Guarda siamo il potere. Ma come tali siano come dei soldati, con dei doveri. Non si può dire di no quando si presenta il governo, lo Stato, pur con la faccia del Servizio Segreto che, guarda, non è che agisca di testa sua.”
- “Professore, mi ha parlato di NATO...”
- “Guarda, Moreno, se quelli vengono per uno di cui non ne sanno nulla è, come dire?, per solidarietà tra alleati, sono cose NATO. ...Si mi devono pure avere accennato qualcosa... Guarda, io non ne so niente. Se per te va bene, vengono a parlare con te e con chi abita con te.”
- “Ma allora devo chiedere anche alla mia amica...”
- “Guarda sei tu che devi dire sì o no. ...Me lo devi dire ora. Poi parli con lei. Se lei non vuole... ...Se lei non vuole, la fanno sparire... Sono loro che danno i permessi di residenza e studio... ...Troveranno, troverete, altre ed altri... Mi devi dire ora, sì o no. ...Anzi, non so se sono stato abbastanza chiaro, mi devi dire sì o sì. Non farmi neppure pensare che ti rovini la vita...”
- “No, no, mai! Sono qui per la mia carriera...”
- “Dunque, quale è la tua risposta?”
- “Sì, sì, sono a piena disposizione!”
- “Bravo, Moreno! Sei un vero uomo! A questo punto verrà il Servizio Segreto a parlare con te. ...Penso nelle prossime ore, dato che mi sembra siano pressati e vogliano fare tutto rapidamente... Bravo, Moreno! Bravo! Sei un vero uomo!”

Poncelet chiamò subito la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO per comunicare che aveva parlato col ragazzo e che era tutto a posto. Loro chiesero se poteva localizzare Moreno e dirgli che stavano arrivando, per cui che si facesse trovare magari lì in facoltà. Loro sarebbero passati da lui, Poncelet, che li avrebbe indirizzati da Moreno. Poncelet li rassicurò che sapeva dove Moreno si trovava, per cui che venissero senza problemi che lo avrebbe fatto loro trovare. 

Moreno aveva un suo spazio in facoltà, con un computer dove passava qualche ora in cazzate, dopo essere passato per la leccata quotidiana a Poncelet. Poi, eventualmente, passava in biblioteca. Per cui, Poncelet lo trovò subito, pochi minuti dopo che era uscito al suo ufficio e lui, Poncelet, aveva telefonato alla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, e costoro gli avevano detto che stavano arrivando, per cui che non si allontanasse dalla facoltà.  

Arrivarono i due agenti dopo un paio d’ore. Parlarono direttamente con Moreno e solo con lui:
- “Guardi è un’operazione segretissima e con strumentazione segretissima, per cui le diamo una grande responsabilità cui lei deve corrispondere con assoluta dedizione e serietà. Se ha dei ripensamenti ce lo dica ora. Altrimenti, se ci conferma la sua disponibilità, possiamo procedere.”
Moreno, una caccoletta codarda ed opportunista, era di nuovo tutto rosso e tremolante. Ben aveva pensato e ripensato a quello che gli aveva detto Poncelet se lui, Moreno, si fosse mai sognato di sottrarsi:
- “Sì! Sì! Confermo tutta la mia disponibilità! Anzi, sono lieto ed onorato di servire questo vostro grande paese!”
- “Guardi, Moreno, a lei possiamo dirlo. Si tratta di un’operazione NATO. Sennò a noi non ne fregherebbe assolutamente nulla. Ma quando la NATO chiama il nostro governo ed il nostro governo chiama noi... In fondo, è il nostro mestiere che svolgiamo con la più grande dedizione. Abbiamo già parlato con l’Università e col Service de Logement de l’UCL... Ovviamente, tutti sanno lo stretto indispensabile... Anche col professor Poncelet... ...Beh, è un vecchio amico della nostra monarchia, per cui ha subito capito... ...Non sappiamo che cosa le abbia detto, né lo vogliamo sapere. Noi siamo abbiamo in carico questa operazione. Lei è assolutamente coperto, coperto dal nostro governo e da tutta la NATO. È coperto pure dal suo governo con cui la NATO è in fruttuosa cooperazione a tutti i livelli... A questo punto ci siamo solo noi, specificatamente io, noi, e lei che è il nostro agente sul campo. Va liberato subito l’appartamento sotto al suo. Le diamo istruzioni e strumentazioni. E poi, se e quando il nostro obiettivo arriva..., ...oh, LLN è piccola..., ...se non arriva ora, ci pensiamo noi a farlo arrivare tra un po’..., od eventualmente possiamo usare i suoi servigi anche il nostro bersaglio si muovesse in altro alloggio, non dell’Università...”

Moreno li guardava, lo guardava, apprensivo, pensando che, in fondo, lui era lì per studiare, almeno un po’, e che la sua tesi dottorale doveva pur scriverla, anche se ora che era pure nelle benevolenze del Servizio Segreto, e su intervento dello stesso Poncelet... ...Non che prima avesse dubbi che i suoi studi sarebbero proseguiti con successo... ...In fondo, se ti danno borse ti studio, non è che puoi frapporti se ti chiedono... ...Loro devono dimostrare e dimostrarsi che hanno ben investito i loro soldi, per cui non è che poi ti creino intoppi. ...Sebbene, se siano loro ad avere bisogno di te e su cose irresistibili... ...Beh, ora, che stava divenendo un grande agente segreto (così si sentiva) le strade gli erano ancora più aperte e luminose che prima... Nel contempo, si diceva, che non è che potesse passate tutto il suo tempo per chissà quale missione segreta di appartamento.

L’agente che gli stava parlando colse quella sua apprensione, quella faccia scura-scura, pur dietro la disponibilità di cui non dubitavano:
- “Ecco, Moreno, si starà chiedendo quanto tempo le portiamo via per questa missione quotidiana che noi speriamo si risolva presto ma potrebbe anche prolungarsi...”
- “...Sì... ...appunto... ...mi stavo chiedendo, stavo pensando, che non interferisse troppo coi miei studi... ...Anche se, se voi avete bisogno, certo che avrete comunque la mia totale collaborazione fino a che voi lo desideriate...”
- “Guardi, Moreno, è un gioco, un gioco che può fare mentre studia. Comunque non lo farà da solo. C’è la ragazza che sta con lei. Abbiamo visto che ci sono altri latino-americani, colombiani, a fianco all’appartamento del nostro eventuale bersaglio. Inoltre, lei e la sua amica conoscente un certo numero di persone, connazionali o prossimi. O li contattiamo noi, o sia noi che voi, per cui si tratta di creare una piccola squadra perché l’appartamento sia sempre coperto anche se ve ne volete andare un fine settimana da qualche altra parte, od una sera al cinema assieme, o da amici, o per qualunque evenienza. L’appartamento deve essere più o meno sempre coperto. ...Le ripeto che è come un gioco. Studiate ed, intanto, giocate col bersaglio. Anzi, le favorisce pure la concentrazione negli studi, a quello dicono nostri esperti. Le procedure operative sono cose studiate da accademici specializzati che hanno elaborato istruzioni dettagliate... Basta che lei se le veda  un attimo. Poi voi andate avanti colla vostra vita solita, mentre giocate...”
- “Mi scusi, se mi permetto... Quale è il fine di tutto ciò... ...tutto ciò che dobbiamo fare a quello che lei chiama il bersaglio...?”
- “Domanda acuta, Moreno. Vedo che lei è uno scienziato promettente che vuole capire l’essenza delle cose. Quello che dobbiamo fare col bersaglio è mandarlo via... ...Ecco, sì, mandarlo via. Non abbiano altri obiettivi. Questo..., come dire?, ...questo intervento di appartamento è solo parte di una operazione più vasta, più generale, per mandarlo via.”
- “Mi scusi se mi permetto ancora. Ma una volta che lo avete mandato via, che succede?”
- “Noi sappiamo solo che lo dobbiamo mandare via e che dobbiamo mandarlo via facendo quello che, per quello di sua competenza, le diremo di fare. Quello che poi possa succedere al bersaglio, una volta mandatolo via, non lo possiamo né vogliano sapere. Anche noi siamo solo soldati che obbediscono ad ordini. ...Ecco, c’è un’altra cosa, che è bene sappia. Dobbiamo mandarlo via e, se possibile, comprometterlo, ...sì, comprometterlo, ...ecco, far sì che si comprometta. Lei, voi, non dovete correre rischi, ...questo, no. Ma se lui fa poi qualche atto inconsulto, qualche reato o pazzia che ci permetta di intervenire, ...di far intervenire... ...Ecco, queste sono cose che poi si vedranno meglio quando l’operazione inizia. Per il momento, si deve mandare via la signora che abita sotto di lei. Dovrebbe essere una cosa rapida e facile. E vi permetterà pure di vedere che alla fine, dal vostro punto di vista, sarà solo un gioco che non vi porterà via del tempo. Ed, intanto, ...come dire..., vi familiarizzate colla materia... Per passare alla fase esecutiva, ci occorre solo un’informazione... ...Bisogna che lei parli con la ragazza che abita con lei. Dobbiamo sapere se abbiano la piena collaborazione della ragazza oppure no. Alla fin fine, il lavoro quando lei deve studiare ed è fuori casa, o dorme, deve farlo lei, la ragazza. Moreno, deve parlarle subito e darci una risposta entro stasera, al più tardi. Dobbiamo partire quanto prima per liberare l’appartamento sotto. La ragazza che sta con lei deve darci la sua totale disponibilità ed anche anche la sua assoluta riservatezza. Vi dobbiamo dare strumenti di lavoro, sono cose segretissime, militari, della NATO, e le istruzioni dettagliate su cosa fare. Sono cose semplici. Dobbiamo solo essere sicuri della vostra serietà.”
- “Vado subito a parlarle. E vi dico, vi telefono, quanto prima. ...Se per caso, avesse dei problemi...?”
- “Se la ragazza ha dei problemi, lei ce lo dice...”
- “Sì, ma che succede?”
- “Guardi, per fare queste cose con lei ed in casa sua, ci occorrono persone che non abbiano problemi. Chi ha problemi non può stare nel suo appartamento che diventa una nostra centrale operativa, anche se è lei, siete voi, che operate. Noi ci limitiamo a ricevere i vostri rapportini telefonici quotidiani, cose da cinque minuti, ed, occasionalmente, vi mandiamo un supervisore sotto copertura a dare un’occhiata sul campo, a parlare direttamente, in loco, con voi.”
- “Per cui, se la ragazza che sta con me, mai non volesse...”
- “In tal caso, non può continuare a vivere con lei, in casa sua, in quell’appartamento. Né lei può parlare con la stessa di quello che farà. Certo, Siete coperti copertissimi. Ma ben si tratta di cose di assoluta riservatezza. C’è il Segreto di Stato, con tutto quello significa e con tutte le implicazioni esso può avere, su queste cose.”
- “Va bene. Ho capito. Le parlo e vi dico entro stasera.”

Jorge Andrés Moreno Lopera, agitatissimo, andò subito a casa a parlare con la troiazza bruttocchia e puzzolente con cui viveva lì a LLN.
Lei le disse il solito:
- “Come è stata la mattinata?”
Lui andò diritto al sodo:
- “È venuto il Servizio Segreto qui del governo ed ha bisogno di noi. Devono mandare via la ragazza che sta qua sotto e poi, appena arriva, se arriva, c’è da fare la stessa cosa a chi dovesse venire qua sotto.”
Lei, eccitatissima, moriva dalla curiosità:
- “Il Servizio Segreto belga?”
- “...Belga e NATO... ...Sì... È una cosa copertissima. Hanno parlato anche con l’Università. Per cui possiamo stare tranquilli. Vogliono solo sapere se la cosa ti crea problemi. Insomma, devono sapere che partecipi al 100%, ...altrimenti... Altrimenti non ho ben capito. Non dovrebbe essere come in Colombia che ti trovano in putrefazione col cranio maciullato. Ma, onestamente, non so quello possano fare...”
- “Oh, Mio caro, non c’è problema. Quella che abita qua sotto, la Cabral, che si sente miss mondo, non la posso proprio soffrire, per cui mandarla via mi fa solo piacere... ...Hai detto che il Servizio Segreto è venuto proprio da te?”
- “Non che io ci abbia nulla a che fare. Per qualche motivo loro sono interessati all’appartamento qua sotto. Noi abitiamo qui. Sono dunque interessati a noi. O si coopera o ci mandano via e ci rovinano.”
- “Ma noi siamo compagni...”
- “Non lo vedi che quella Cabral, con le arie che si dà, ha un’aria da fascista! Lo dici pure tu che ti sta antipatica...”
- “E chi deve venire poi? Tu lo sai chi è?”
- “Sarà un altro fascista, dei fascisti. ...Se anche l’Università è d’accordo...”
- “E se invece sono dei compagni? ...Poi noi siamo pure cattolici...”
- “L’Università qui è dei gesuiti, che sono pure loro compagni. Se cooperano col Servizio Segreto, vuol dire che quelli del Servizio Segreto sono compagni e ci chiedono aiuto contro dei fascisti...”
- “Ma se noi non siamo sicuri...”
- “Guarda, o si coopera o ci mandano via e chissà poi che ci fanno quando siamo in Colombia. Io ho già detto che... ...beh, non è che potessi tirarmi indietro. Vogliono solo sapere di te. Ché ci sono delle cose da fare, e pure con strumenti che ci danno. O cooperi, e ci danno pure degli strumenti segreti, militari-NATO, ché ci sono da fare delle cose verso chi sta sotto, oppure... ...Oppure li danno a me, e non so bene che ne facciano di te...”
- “Dunque...”
- “Guarda, è semplice. Loro hanno bisogno di quest’appartamento e di chi ci sta dentro per mandare via chi sta e chi starà sotto. ...Il modo te lo dico se tu aderisci... L’appartamento è qui. Noi... O siamo noi a cooperare o mettono degli altri. Ed a noi chissà che succede. il minimo è che ci rovinano. Per cui devi solo dirmi che vuoi fare. Anzi, io ho già dato la mia disponibilità. Non è che potessi... Sei tu, ora, che devi dirmi che vuoi fare. O resti qui con me, e convintissima, senza dubbi, e loro vengono domani a dirci quel che dobbiamo fare oppure, se non te la senti, di certo non ti lasciano continuare a stare qui.”
- “Allora che posso fare io?!”
- “Appunto, lo devi decidere tu. Io, per me, ho già deciso. Non è che potessi rovinarmi una brillante carriera. No, non è solo questo. Sono come riti di iniziazione alle vera vita adulta. Se ci chiedono di sgozzare uno, o facciamo i bambini paurosi oppure partecipano entusiasti ed anche noi diveniamo parte del potere, potere che ci chiede e ci dà. ...Per cui, che devo dire loro... Sì o no? Cooperi,  e senza condizioni, o ti fai mandare via?”
- “Anch’io non è che abbia scelta. Se poi tu hai già deciso...”
- “Allora che gli dico di te?”
- “Digli che va bene. Faremo quel che dobbiamo fare... ...Tutto, senza problemi, anzi felici di essere anche noi parte di una grande impresa!”

Per cui, il giorno dopo, quelli della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO andarono dai due:
- “Noi eseguiamo solo ordini. Non ne sappiamo nulla di queste cose. Abbiamo qui uno strumento e delle istruzioni sul da farsi. Lo strumento è questo e vi serve per localizzare chi sta sotto, in che posizione sia, se abbia gli occhi chiusi od aperti nel caso sia a letto e sia con gli occhi visibili dallo strumento. Dalle istruzioni, da leggere con grande attenzione, vedrete che dovete ticchettare e rumoreggiare sulla verticale della testa. Ci sono rumorii quando il bersaglio è nelle stanze, qui solo una grande sostanzialmente, quando è in bagno e quando è a letto e presumibilmente dorme od ha comunque chiuso gli occhi. Il tutto è segretissimo. Non dovete parlarne con nessuno. Vedrete pure i dettagli del rapporto telefonico giornaliero ed altre istruzioni. L’obiettivo è mandare via chi sta sotto. Se lui va fuori di testa e, ancora meglio, commette dei reati, sarebbe perfetto, davvero l’ideale. Non tanto quella che dovete  mandare via, meglio se in poche ore di tic-tic, toc-toc, ...Ci sarà poi ben altro, se il nostro vero bersaglio viene qui, da colpire e da cui, eventualmente, ottenere quanto detto: farlo alienare e/o farlo reagire sì che si comprometta. Non dovete parlare con chi sta sotto. ...A meno che proprio non se ne possa fare a meno... Dovete negare quello che state facendo. Negarlo perfino a voi stessi. Il bersaglio deve convincersi che si sta immaginando tutto. Che non succede nulla. Dunque che è il bersaglio ad avere dei problemi, ad immaginarsi dei rumori che non ci sono. Avete la copertura assoluta dell’Università per cui, anche venissero a dirvi che il bersaglio si è lamentato... ...Fingete comprensione, innocenza, ma andate avanti come sempre. Non deve sentirvi nessun altro. Solo il bersaglio che dunque non ha testimoni su quello sta succedendo. Gli specialisti accademici garantiscono successo rapido, rapidissimo, ed al 100%. Per rumorii di lato, parliamo noi con chi sta a fianco e, nel caso, vi mettiamo in contatto se occorre che operiate assieme. Occorre che voi ci segnaliate qualcuno di vostra conoscenza, amici e connazionali, ...qualcuno possa cooperare con voi perché in due non siete sufficienti. Nel caso dobbiate o vogliate uscire, od abbiate comunque da fare in contemporanea, non possiamo lasciate il bersaglio scoperto. Ne parliamo con chi ci segnalate e se accetta vi mettiamo in contatto per questo lavoro che è riservatissimo, segretissimo. Nelle istruzioni trovate anche i criteri per individuare altri cooperanti da segnalarci. Insomma, si deve formare una piccola squadra, ed anche qualcuno possa continuare se si dovesse continuare quando voi abbiate terminato i vostri studi qui, se il bersaglio resta sotto il vostro appartamento.”
I due, il Moreno e la troia, allibiti ma abituati a prostituirsi:
“Certo! Certo! Faremo tutto quanto richiesto!”

Come prima cosa dovettero liquidare quella sotto di loro, la Cabral, per liberare l’appartamento sotto come loro richiesto. Le istruzioni erano semplici. Con il visore attraverso i muri dovevano seguire il bersaglio e ticchettare sulla verticale. Quando andava in bagno dovevano tirare l’acqua, oltre al solito ticchettio, sia quando il bersaglio fosse sulla tazza del cesso, nella vasca o in altro punto del bagno.
La Cabral cominciò a sentirsi ticchetti, mobili spostati, oggetti sbattuti sul pavimento qualunque cosa facesse ed in qualunque punto dell’appartamento fosse. Quando si coricava per riposarsi o dormire, i colpi aumentavano. Tutta la notte, anche quando Moreno dormiva, la troia, eventualmente dopo che lui le fosse zompato dentro e avesse fatto una montata di un paio di minuti, giusto per sborrare prima di dormire, ticchettava giusto sulla verticale della testa della Cabral. Questa si era subito alterata. I nervi le erano subito saltati. Urlava. Poi, con un bastone, colpiva il soffitto fino a sfondare il rivestimento di pvc per la pseudo-insonorizzazione che infatti era tutto deformato e sfatto. Più la Cabral urlava e batteva, più i due si sentivano eccitati e battevano con ancora più lena sulla verticale della testa della stessa. La Cabral era corsa al Service de Logement de l’UCL. Qui, già allertati dalla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, avevano finto grande partecipazione:
-  “Certo, signora Cabral, contattiamo subito, subitissimo, i due sopra di lei...”
Poi avevano telefonato a Moreno:
- “Signor Moreno, va tutto come previsto, la Cabral è già fuori di testa... Vedete di andarle a parlare... ...magari per dire che non è colpa vostra... ...che sentirà le voci o sono rumori della strada. Dite che questi giorni e notti voi non eravate in casa. ...Con tatto, che non sospetti...”
Moreno aveva contattato subito la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO:
- “Mi ha chiamato il Service de Logement de l’UCL. Dicono che la Cabral è andata a lamentarsi...”
- “Ottimo! Congratulazioni! Avete fatto un ottimo lavoro! ...La parte più difficile viene ora... Il bersaglio deve convincersi che voi non c’entrate e che si sta immaginando tutto....”
- “In concreto, che cosa dobbiamo fare?”
- “Andate dal bersaglio, ...tutti e due..., con aria contrita ditele che vi hanno telefonato dal Service de Logement de l’UCL. Alle rimostranze da parte del bersaglio... ...ecco dovete trovare il modo, gentilmente, nel più gentile dei modi..., di negare tutto. Dite che cercherete di essere ancora più silenziosi, ma che neppure eravate in casa, che magari sono altri, o le auto che passano... Ecco, dovete giocarvi il bersaglio su questo tono. E cosa, ancora più importante, dovete capite che cosa le dà noia, così che possiate ancora di più insistere con quello che disturba davvero il bersaglio. Ve la dovete giocare per continuare ancora meglio col vostro lavoro. Il bersaglio deve come confessarsi con voi e voi dovete usare la sua confessione per continuare più efficacemente. La cosa va risolta il più rapidamente possibile, in poche ore, perché il nostro bersaglio principale sta cercando casa, per cui, visto il periodo, finirà per chiedere all’Università e così la nostra grande operazione può finalmente iniziare. Altrimenti, magari saremo obbligati ad usarvi in altri siti, se il bersaglio nostro se ne va altrove. Più comodo, anche per i suoi studi, Moreno, che il bersaglio abiti sotto di lei. Prime è libero, prima la trappola è pronta.”
Per cui, il giorno stesso, i due, Moreno e la troia, appena videro nel visore che la Cabral era rientrata e si era messa le cose da casa, andarono sotto, con faccia contrita, e suonarono al campanello.
Appena La Cabral aprì, con un’aria da santerellini:
- “Oh, ci hanno telefonato dal Service de Logement che c’è un problema... Vorremmo capire in che cosa le diamo noia. ...A dire il vero, non eravamo neppure in casa. Siamo rientrati ora da alcuni giorni di vacanza in Francia...”
Lei, la Cabral, pur piuttosto seccata dalla situazione, di fronte a questi due che la impattavano fingendo, ma sembrava vero, un’aria da santerellini sgomenti...
- “Non so... ...Magari mi sbaglierò... ...Voi non li sentite questi continui ticchettii?!”
- “No, non particolarmente... ...Beh, magari qualche volta ci sono dei rumori, ma nel complesso ci sembra tutto tranquillo...”
- “Io sento dei continui ticchettii, strusci, rumori come fatti a posta...”
- “Noi non ci siamo mai e quando rientriamo andiamo subito a dormire... Quelli del Service de Logement ci hanno detto che lei sente dei rumori noiosi dal nostro appartamento... ...Se ci dice meglio, cerchiamo di evitare anche se non siamo sicuri che dipenda da noi. Sarà la struttura dell’edificio... ...Forse dall’esterno... ...Ci dica cosa sente e quel che possiamo fare.”
- “Se siete sicuri che non dipende da voi...”
- “Se ci dice meglio vediamo comunque di fare attenzione...”
- “In effetti sento ticchetti ossessivi...”
- “Dal nostro appartamento?!”
- “In effetti, sembrano proprio dal vostro appartamento. Ma se voi dite che non ci siete mai e che l’appartamento è sempre come vuoto...”
- “Dunque che cosa possiamo fare...”
- “Non so cosa dire, se mi dite che voi non siete...”
- “Ce lo dica lo stesso. Vedremo di fare ancora più attenzione.”
- “...Dei ticchetti continui e che è come mi seguano sempre dove sono, dove mi sposto...”
- “Questo è proprio strano... Non ci sembra possibile... Anche se facessimo rumore, come potremmo seguire chi sta in un altro appartamento?! Ci sarà qualche strano effetto di diffusione dei suoni...”
- “...È quello che ho cercato di dirmi anch’io. Eppure mi sento proprio come seguita e ticchettata?”
- “Le era già successo od è la prima volta?”, dissero i due non riuscendo a trattenere un quasi impercettibile, ma la Cabral lo percepì, cenno di irrisione.
- “Volete dire che sono pazza?!”
- “No, ma si figuri. È che quando una cosa sembra come inspiegabile ci si pongono delle domande...”
- “Beh, non sono pazza. Non era mai successa una cosa del genere. Qui i rumori ci sono. Prima non c’erano. E mi seguono per tutta la casa. ...Ma se voi dite che non siete voi...”
- “Ci dispiace moltissimo... ...Le garantiamo piena collaborazione. Appena risente qualcosa, ci faccia un cenno, ci chiami, venga su, o dia anche qualche colpo sul soffitto, ché vediamo di... ...se è colpa nostra... ...anche se proprio non crediamo... ...Ma siano egualmente costernati anche solo al pensare che sembri che dal nostro appartamento venga... Ci dispiace davvero moltissimo...”
Finita quella kafkiana e falsa, almeno dalla parte dei due, conversazione, Moreno corse a telefonare al contatto della Polizia Segreta:
- “Noi abbiamo negato, ma la Cabral è sicura.”
- “E come l’avete trovata?”
- “Anche se cercava di controllarsi, sembrava davvero sconvolta.”
- “Ottimo! È quello che vogliamo! Ma non basta. Deve andarsene. Meglio se nelle prossime ore, se possibile. Dobbiamo avare l’appartamento libero se quello... LLN è piccola... Ora o tra poco, o capita o lo facciamo capitare lì. Non gli facciamo trovare altri appartamenti né stanze. È un’operazione troppo importante. Ci occorre il teatro delle operazioni libero per quello!”
- “Che dobbiamo fare? Continuare come prima?”
- “Peggio di prima! Ma ora che il bersaglio è inequivocabilmente sensibilizzato, dovete coprirla tutte le 24 ore, anche a costo di non dormire. Fatele dei toc-toc come di irrisione. Se viene su, appena vedete dal visore che sta arrivando, tutto spento e silenzio assoluto. Deve sembrare che voi non siate in casa. O la ragazza che è con lei resta sveglia per il lavoro di battitura, o vi mandiamo subito un’altra, tra quelle ci avete segnalato, per assistervi. Sono tutti bravi ragazzi e ragazze. Sono tutti ansiosi di cooperare per una cosa così importante ed innovativa.”
- “Va bene. La copriamo tutte le 24 ore, almeno quando è in casa. ...Ma è abbastanza casereccia... Quanto alle battiture, dobbiamo battere di più, più forte?”
- “No, anzi, ora che è sensibilizzata, quella passa tutto il tempo in casa con l’orecchio teso... ...Anche si mettesse i tappi nelle orecchie... ...Oramai prevale l’effetto irritazione. Vi sente anche se non vi sente, purché sia sicura che continui tutto come prima...”
- “...Dunque...”
- “Dunque copritela tutte le 24 ore, almeno quando è in casa. Ma dovete ticchettare in modo più soft, meno forte e più penetrante. Di tanto in tanto cessate. Poi datele dei ticchettii come di irrisione, come a dire che siete sempre lì. Ticchetti molto leggeri, che le penetrino il cervello. ...I nostri manuali, scritti da grandi specialisti, dicono di fare così...”
- “E se lei viene a suonare, o batte, o urla?”
- “Come già detto. Come non ci foste. Fate finta di niente... Come se non la sentiste. Come se dormiste. Se poi vi bussa forte, in modo nevrotico, ed urla, chiamate la polizia dicendo che c’è una che ha dei problemi e che avete paura.”
In effetti la Cabral, e come poteva essere diversamente?, continuò a sentirsi trackata e ticchettata esattamente sulla verticale della testa e con ticchetti che variavano quando si stendeva per dormire o per riposarsi. Il ticchettio le era ormai entrato nella testa. Già poco dopo la conversazione coi due, percepì come si fosse fatto tutto come più soft ma più insistente e con tocchi di irrisione come la canzonassero per essersi lamentata col Service de Logement e con loro. Brasiliana nevrotica e reattiva, le andò subito il sangue alla testa. Cominciò a battere col manico della scopa, o del bastone per lo straccio dei pavimenti, contro il soffitto, progressivamente sbrecciandolo tutto visto che era di pvc [pseudo-]insonorizzante, e pure, da fuori, da una specie di terrazzino a piano terra (anzi appena sotto il livello della strada che, da quel lato, saliva/scendeva sul/dal terreno collinoso, irregolare), contro il balcone del Moreno e della troia. Prima delicatamente. Poi, dato che tutto continuava come se non la sentissero, con maggiore insistenza e violenza, seccata e, infine, non solo seccata, del tutto isterica. Andò anche sopra a suonare al campanello. Prima delicatamente. Piccoli tocchi. Poi con insistenza. Nulla. Allora bussò. Poi bussò con violenza. Nulla. Uscì di nuovo sul giardinetto, sul terrazzino al piano terra, un piccolo spiazzo, fuori dell’appartamento dal lato dell’angolo cottura, ad urlare di smetterla. Sopra avevano spento la luce, come non ci fosse nessuno.
Il giorno dopo, Moreno riportò tutto all’agente di collegamento, nella consueta telefonata alla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO. Questi:
- “L’avete chiamata la polizia?”
- “No, visto il contesto, ci sembrava appena innaturale. Abbiamo finto di non esserci. Per cui abbiamo retto la parte anche quando questa dava davvero in escandescenze.”
- “Meglio... Possiamo montare la cosa meglio e così quella se ne deve andare. Guardate, un momento... ...potete tenervi il pomeriggio libero che devo farvi fare una cosa.”
- “Va bene! Agli ordini! ...Non avevamo impegni particolari, oggi...”
- “Un momento che devo parlare con...”
Pochi minuti dopo, l’agente di collegamento della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO riprese la telefonata con Moreno:
- “Bene, ora vi mando un avvocato nostro. Sa quello che si deve fare. Con lui, e la polizia lo sa che è un avvocato nostro... ...con lui che vi assiste, denunciate la Cabral. Dite che vi sta stalkizzando, batte, vi suona e batte alla porta come un’ossessa, anche nel cuore della notte quando dormite... Dite che avete paura, per cui... C’è il nostro avvocato che vi assiste e che sa come mettere giù le cose. Poi, la prossima volta, cioè oggi stesso, questa sera, questa notte, appena lei dà in escandescenze, voi chiamate la polizia, dite che c’è una con dei problemi e fate vedere la denuncia dicendo che non volevate, ma siete stati obbligati, che avete paura, che magari ha solo dei problemi, ma voi non potete vivere con una che... Aspettate lì tutti e due. L’avvocato arriva e vi porta a fare denuncia... Anzi, domani, o oggi stesso se sono ancora aperti, andate, con la denuncia, pure al  Service de Logement e dite che dopo che siete andati a scusarvi e sembrava tutto a posto, senza alcun motivo apparente la Cabral si è fatta aggressiva, che magari ha dei problemi personali e si comporta a quel modo perché... Dite che lei si è messa a battervi alla porta ed a battervi ed urlare pure da fuori, che la ha sentita tutto il palazzo, che voi stavate dormendo ed avete avuto paura. Dite che voi siete lì per studiare, ...tutti lì sono lì per studiare..., che avete bisogno di quiete, che avete avuto paura per cui siete stati obbligati ad andare di tutta fretta a fare un esposto... ...Non preoccupatevi. Il Service de Logement non solo sa tutto, almeno ai livelli che devono sapere... ...tutto quello che devono sapere, cioè poco o nulla. Ma comunque danno, e ben devono, totale collaborazione, per cui siete coperti, copertissimi, Ci siamo comunque noi, se qualcuno mai si frapponesse e sollevasse qualche questione. Dunque, riassumendo: 1. avvocato, che arriva subito lì, ed alla polizia per la denuncia; 2. al Service de Logement; 3. quanto prima, anche se non foste ancora potuti andare al Service de Logement perché era chiuso, ...no ma vedete che fate a tempo oggi stesso..., appena quella va di nuovo fuori di testa e va in escandescenze, le dite, da dietro alla porta che non avete fatto nulla e che avete paura, e, qualunque cosa lei dica., chiamate la polizia che c’è una che... Quando la polizia arriva, vi fate la sceneggiata e mostrate la denuncia che sta lì come un documento ufficiale. Poi ci pensiamo noi colla polizia e pure col Service de Logement...”
- “Sì, sì, va bene. Aspettiamo tutti e due, ed andiamo con l’avvocato...”
Moreno e la troia andarono con l’avvocato al posto di polizia e si fecero la porcata contro la Cabral. Arrivarono al Service de Logement poco prima della chiusura e si fecero la sceneggiata col responsabile, mostrando pure la denuncia. Teatro. Il responsabile di quartiere era già avvisato che, superiori ragioni di Stato, imponevano di mandare via la Cabral. Quelli della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO gli avevano buttato lì che la Cabral fosse una pericolosissima terrorista brasiliana, che forse aveva armi ed esplosivi in casa, ma che non potevano fare nulla in modo ufficiale. Dissero pure che, se per caso avessero avuto una stanza libera in kot [appartamenti in condivisione], avrebbero dovuto dargliela... Sì, era una pericolosissima terrorista solo finché avesse abitato lì, nel locale andava sgomberato per un altro sarebbe eventualmente sopraggiunto... ...Militari e sbirri sono abituati a dire cose sconnesse, tanto devono essere comunque creduti. Il  pidocchio medio è abituato a bersele e, in ogni caso, ad obbedire. 
I due ripresero dunque il lavorio contro la Cabral che, nervosissima, stava colle orecchie tese angosciata da quel silenzio. Appena i ticchettii sulla verticale ricominciarono, si sentì sprofondare di nuovo, ancora più di prima. Sì, erano i due di sopra e ce l’avevano con lei. Inspiegabile, ma la seguivano in qualunque punto dell’appartamento fosse, e la ticchettavano di tortura ed irrisione. Irritata più che mai, la Cabral batte con energia sul soffitto, soffitto che si sbriciola in quei pannelli di pvc i cui frammenti volano dappertutto. Quelli continuano, anzi con variazioni che sembra l’irridano. Allora la Cabral sale e batte con energia contro la porta. Dopo un po’ le dicono, senza aprire, che stavano dormendo, che non stavano facevano nulla, che se ne andasse a dormire. Lei andò sotto ed, appena si coricò, i ticchetti, gli struscii, i rumorii chiaramente contro di lei, ripresero. Andava al gabinetto, la seguivano pure lì con colpetti, tonfi e scrosci di acqua solo quando lei si trova lì. Pur di indole gentile e remissiva, la Cabral si sente scoppiare di impotenza e di rabbia. Batte di nuovo col bastone contro il soffitto. Poi tira alcuni sassi piccoli contro la vetrata che da sul loro balcone al primo piano, mentre urla di smetterla Infine risale e batte energicamente la porta. Dopo un po’ i due le ridicono, attraverso la porta, che stavano dormendo e lei li aveva svegliati. Lei, davvero furiosa di essere presa per il naso, intima che le aprano. Loro telefonarono alla polizia che c’è una che sta battendo contro la loro porta, che li sveglia in continuazione nel cuore della notte, che aveva dei problemi, che loro hanno paura.
La polizia arriva e sale da loro. Moreno e la troia si fanno la sceneggiata dei due timorosi e perseguitati, perfino nel cuore della notte, da una che sembrava come fuori di testa. Intanto mostrano la denuncia della giornata dicendo, con aria contrita, che non volevano ma erano stati obbligati dalla situazione. Aggiungono che loro erano lì per studiare e non potevano stare lì con una che li svegliasse nel cuore della notte perché... ...perché sentiva le voci, od aveva necessità di urlare con qualcuno...
I due poliziotti scendono tutti montati ed affrontano la Cabral. Il capo pattuglia comincia ad urlarle, ad elencarle i suoi ‘ crimini’, quello gli avevano detto i due e quello che gli avevano fatto leggere nella denuncia. I due poliziotti sono anche irritati, irritatissimi, di essere stati chiamati per una cosa del genere. Sbottato che loro sono in servizio per cose più serie, per i furti, non per quelle cose, in fondo... Concludono, con aria accusatoria, che sarebbe presto stata visitata dai loro colleghi, quelli che si occupano di quelle cose... ...Due che vanno quando ci sono denunce, ne verificano, per quel riescono, la fondatezza e scrivono una qualche valutazione sulla cui base la magistratura agisce o non agisce. Nessuno andrà mai perché lì tutto va più in fretta.
La Cabral si corica. Riprendono dei ticchetti leggerissimi che la seguono sulla verticale della testa. Se si sposta, i ticchetti riprendono nella nuova posizione. Anche se si inverte nel lettone. Pure se lo muove nel lato apposto della stanza. Sente che sopra strusciano i mobili per liberare in tutta fretta sulla verticale, ed il ticchettio riprende esattamente sopra il suo cranio. Piange. Ha delle crisi di rabbia. Ma non può fare nulla. Certo le direbbero tutti che è pazza. Ma quelli sono ticchetti reali e vengono da sopra, non da altrove. Non è un ramoscello che batta sul vetro. Non vi sono piante lungo la grande finestra che funge da parete esterna verso la piazzola-giardinetto dal lato dell’angolo cottura. Nessuno batte sui vetri. Sono ticchettii e struscii da sopra. Li sente quando la troiazza si muove e dà anche qualche colpetto di calcagno scalzo, non solo con un bastoncino e coi tacchi che usa per ticchettare il pavimento, Sente anche quando lui monta la troiazza per la sborrata quotidiana e poi si volta nel letto per dormire. Ma quelli sono rumori naturali. Non il ticchettio che punta a lei e che la segue se lei si muove. La Cabral è disperata, disperata ed impotente. Non può neppure immaginare che abbiamo un visore che la vede e la segue attraverso il pavimento. È il 1999/2000. Neppure ci sono nei film più fantascientifici, forse, quelle cose lì.   
Il giorno seguente, la Cabral va furiosa al Service de Logement del quartiere. Lì erano già allertati, almeno per quello che dovevano sapere. Sapevano che c’era un intervento irresistibile di qualche entità superiore, che Moreno e la troia erano intoccabili, e che la Cabral doveva andarsene quanto prima. Non sapevano altro. Ma bastava. Da buoni pidocchietti belgi...
Al Service de Logement si fecero la parte dei finti tonti concilianti. Dissero che le credevano senza problemi. Che aveva l’aria di una persona seria ed a modo, e che non avevano ragione di credere che inventasse o che avesse chissà quale patologia. Tuttavia, i due negavano, nell’edificio nessuno aveva sentito nulla... Inoltre, le dissero che avevano saputo di una denuncia dei due contro di lei e dell’intervento notturno della polizia. Certo, le dissero, che ciò non significava nulla. Tuttavia, si stava creando una situazione pericolosa. Le chiesero subdolamente, se lei avesse un qualche testimone, qualcuno che potesse confermare da dove venissero quegli strani rumori.
La Cabral, coi nervi scossi, distrutti, da quei giorni di tortura bianca, esplose in un pianto isterico per il senso di impotenza e di sopraffazione. La invitarono a sloggiare subito. Le dissero che, data l’eccezionalità della situazione, la volevano favorire per cui non avrebbe dovuto pagare alcuna penale, in qualunque momento se ne fosse andata. La indirizzarono ad una associazione madri sulla strada (era lì con un figlio) che, vedendola decisamente scossa, le trovò rapidamente un’altra sistemazione. Da sopra, e pure da a fianco, continuarono con i tic-tic e toc-toc perché non pensasse che tutto si fosse risolto e che dunque desistesse dall’andarsene. L’appartamento fu liberato.
A gennaio 2000, vi arrivò Roby, che in precedenza era a Le Relais, dove c’erano dei vincoli temporali, che Roby interruppe perché poco prima della fine del 1999 dovette andare a parlare con un co-promoteur romano della sua ricerca dottorale, per cui avrebbe potuto provare a restare lì ancora un po’ lì. In effetti, nessuno, a Le Relais, lo invitò a trovarsi un’altra sistemazione. Ma, seppur un posto economico, erano stanze senza uso cucina per cui non è che fosse la migliore delle sistemazioni.
Appena Roby arrivò lì, dove prima vi era la Cabral, nell’alloggio dell’UCL [Université Catholique de Louvain], del suo Service de Logement, a Place de l’Escholier 2/011, B-1348 Louvain-La-Neuve, Belgique, partì lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing d’edificio, la tortura bianca. La Cabral l’avevano fatta uscire di testa. Ah, con Roby fecero pure di peggio di quello descritto per la Cabral. Tuttavia, sia sopra che di a fianco, furono loro che uscirono di testa. Sotto pressione dalla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, perché ottenessero risultati, divennero spassosissimi. No, non potete immaginarvi dei fuori di testa furiosi, furiosissimi, che battano giorno e notte, anche con martelli ed usando pesanti trapani usati a vuoto,  pur sbattuti su pavimenti e muri divisori, coi tacchi, prendendo a martellate e rompendo anche la loro vasca da bagno pur di fare rumore da sentirsi sotto. Roby stette lì due anni senza problemi, giocandoseli, facendo credere loro tutto e l’opposto di tutto. Entrò anche in casa loro, ipnotizzandoli e pisciando sui loro materassi. Una ragazzetta indio latino-americana che li affiancò, poi rimpiazzò Jorge Andrés Moreno Lopera quando questi se ne andò via un po’ prima di Roby nell’estate 2002 (mentre la troiazza disgustosa restò lì ancora un po’), ...Roby entrò varie volte in casa loro, sopra, quando costei era sola e la chiavò varie decine di volte dopo averla sottoposta ad ipnosi. A fine agosto 2002, finito quello che poteva fare per il suo dottorato, Roby andò in Cina, per cui finì la sua permanenza lì. Inutile dettagliare il lavorio di quel team di ossessi [del resto ne abbiamo già accennato a sufficienza rispetto alla Cabral] che, usando visori, batte da sopra e da a fianco per cercare di... ...in operazione State/Government-Organized Stalking-Mobbing di edificio su mandato Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO. Cose da fuori di testa?! Ditelo a loro ed ai Vostri governi/Stati! Manchiamo di fantasia per inventare... Ah, continuarono anche in Cina [nel settembre 2002, dopo una una decina di giorni che Roby era arrivato lì, perché dovettero sottoscrivere dei trattati segreti tra la NATO e le Polizie Segrete della Cina Popolare, per l’operazione contro Roby, e dare loro dei visori attraverso i muri militari-NATO con le istruzioni per usarli – i cinesi organizzarono poi anche corsi per insegnanti iscritti al partito e per altri usando quegli strumenti NATO dati loro da usarsi contro Roby; quando li riprodussero anche in Cina cominciarono ad usarli per terrorismo e torture interne ...con appoggio tecnologico NATO!] con lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing anche di edificio. E dopo, che Roby lascio la RPC, senza soluzioni di continuità perché di area NATO ed angloamericana, anche in Taiwan, Canada, Brasile e, con variazioni, in Germania. Dobbiamo averlo variamente narrato altrove.

Jorge Andrés Moreno Lopera, con tali grandi referenze di ‘grande’ terrorista di Stato-NATO, terminata la sua ricerca dottorale di chimica, rientra il Colombia dove diviene professore della Universidad de Antioquia, Medellín, Colombia. Ottimo. Auguri. Divenga pure premio Nobel in qualcosa.

...Restiamo alla UCL di LLN, Belgio...

Ad André-Paul Frognier, come già al rettore dell’UCL Marcel Crochet, la Polizia Segreta / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, avevano detto che era tutto segretissimo e che doveva condurre la persecuzione accademica in prima persona, senza dire nulla nessuno. Gli avevano anche dato istruzioni, le solite poliziesche, su come costruire, od almeno provarci, un dossier contro Roby lì all’Unità di Politica (del Département des Sciences Politiques et Sociales). Gli ordini erano che Roby non dovesse assolutamente ottenere il dottorato formale, né alcuna posizione, neppure un ufficio con computer come alla UCL viene dato a tutti i dottorandi. State/Government-Organized Stalking-Mobbing totale contro Roby, nel dipartimento ed all’UCL. Questi gli avevano detto e ridetto. 

André-Paul Frognier aveva subito sparso strane voci e sguinzagliato uno dei suoi cani da guardia e da saccheggio, Pierre Baudewyns, anche una certa Caty Clément. Il metodo era il solito. Alludere, non dire nulla di preciso, sì che il pidocchio medio, allertato da una fonte di autorità, si e ci costruisse di suo. Che è poi quello che avevano fatto con lui, con lui André-Paul Frognier. Gli avevano detto, dalla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO che c’era uno, un certo Roby, che andava distrutto, liquidato. “...Perché...”. “...Devi farlo. Ordini. Trova tu i perché che credi...” Lui, André-Paul Frognier, aveva subito contattato il suo ‘amico’ e cliente Jacques Herman [un ometto cordiale e servizievole, farfallino e pavido], il promotore del dottorato di Roby, dicendo a questi che lui, André-Paul Frognier, e pure la sua creazione Lieven De Winter, dovevano essere inseriti nella Commissione Dottorale di Roby, cosa che Jacques Herman, uso ad obbedire, aveva subito fatto e senza porre domande. L’Herman era uno fatto così, intelligente codino, sempliciotto e talmente codardo da fuggire e sfuggire la realtà costantemente. La comprensione si affacciava in permanenza nella sua mente geniale. Ma lui la cacciava costantemente via, temendo il suo genio imprigionato si liberasse e manifestasse. André-Paul Frognier se lo teneva vicino e lo angariava, con lui, il Jacques Herman, che scodinzolava felice o, comunque, facendo buon viso a cattivo gioco. Si vedeva la rabbia che gli saliva alla testa. La cacciava via. Si diceva che  in fondo non lo riguardava purché lui ne sopravvivesse. Aveva passato, ed anche preservato, la vita così.

Mercedes Mateo Díaz non aveva alcun particolare peso specifico suo. Era la classica puttana da campo. Feld-Hüre. No, non, non di quelle obbligate, costrette. Era la sua natura. Non avrebbe saputo vivere altrimenti. Si faceva strada di lecco, di supplica e subito individuando, in ogni contesto, chi la potesse aiutare, aiutare in tutto perché non sapeva fare nulla. La Mercedes Mateo Díaz era una troietta spagnola ignorante senza alcuna dote, né interesse, intellettuale, a parte una qualche predisposizione per le lingue, che aveva deciso di divenire dottore, dottora. Per cui aveva fatto il DEA in politica, lì a LLN, lo stesso anno accademico lo aveva fatto Roby, il 1996/97. Nonostante lo avesse passato con votazione piuttosto bassa, di lecchinaggio e dandola in giro, si era fatta ammettere al dottorato ed aveva pure ottenuto una posizione come ricercatrice nell’area di André-Paul Frognier e di Lieven De Winter. La consideravano meno di nulla ma non sapevano resistere al lecco. Di una lecchina irredimibile se ne può sempre fare qualcosa tra prosseneti. Troverete solo suoi scritti con altri. Essenzialmente scemenze. Ma lei non ne ha colpa perché le hanno scritte altri. Anche quello che ha solo il suo nome lo hanno scritto altri. Lei proprio non riesce. Non riesce a pensare e non riesce a scrivere, neppure a fare finta. I suoi studi dottorali sono comunque stati di grande profondità. La questione era: “Le donne nei parlamenti rappresentano davvero le donne?” Mescolando luoghi comuni sinistri e femministi, ed estremamente attenta a quello si attendessero da lei suoi superiori, si è fatta trovare da altri cose da scopiazzare. Assemblatole, facendosele assemblare, ne è uscita la sua ricerca dottorale. Lieven De Winter, pur non osando dirlo a lei chiaro-chiaro in faccia, diceva a tutti che la sua ricerca era una schifezza, insomma che le cose scritte e fattosi scrivere dalla Mercedes Mateo Díaz non avrebbero potuto rallegrare nemmeno una  sua conversazione d’osteria con amici, tra vini e birre, di una decina di minuti. La Mercedes Mateo Díaz si era fatta assemblare materiali che si era fatta scopiazzare da altri e, dopo avere chiesto e richiesto ai suoi superiori, si era convinta che la cosa migliore fosse concludere che le donne di sinistra riuscissero, almeno un po’ a rappresentare le donne, mentre quelle non di sinistra rappresentassero gli uomini, ma che se una come lei, lei Mercedes Mateo Díaz, fosse entrata in un parlamento o divenuta ministra o giù di lì, ecco che allora il trionfo delle donne si sarebbe almeno un po’ approssimato. È solo che quello si era fatta scrivere e scopiazzare da altri non aveva neppure una qualche vaga consistenza retorica con tali conclusioni. Beh, perché degli scalzacani, pur predisposti ad assecondarla ed a promuoverla, la giudicassero una schifezza impresentabile, doveva proprio essere qualcosa fuori dal mondo... Andando a piagnucolare con tutti, era comunque riuscita a prenderli per stanchezza e farsi fare dottora... 

Lieven De Winter era uno che si era costruito così come si costruiscono tanti accademici per caso. Fiammingo, con moglie turca, ed occasionali frequentazioni italiche [...il solito programma Erasmus], in particolare di ambienti accademici fiorentini del noto pallitologo, pollitologo e cantore di regime Giovanni Sartori, era stato studente di un André-Paul Frognier sempre pronto a sfruttare la banalità. Gli occorreva uno a lui totalmente subordinato, ubbidiente, che sapesse il fiammingo come madrelingua, e che fosse di assoluta e grigia ortodossia. Così lo aveva cooptato come suo braccio destro. Lavorava ai suoi ordini. Lieven De Winter assecondava tutte le voglie dell’André-Paul Frognier e senza far mai sorgere neppure il sospetto che volesse o potesse fargli le scarpe. Era un lecchino perfetto per un André-Paul Frognier. Solo appena un po’ scettico, ma non meno solerte. Cordiali e simpatico, per bere un bicchiere o pure bottiglie al bar, uno avesse mai avuto quel genere di passioni. Le sue conoscenze pallitologiche e pollitologiche si basavano su quello vedeva in TV. Un ‘vero’ ‘grande’ ‘scienziato’! Il passare degli anni, combinato all’alcool, sta esaltando sempre più il suo lato froceggiante, pomposo e ridondante. Un perfetto amicone da osteria. Dovreste vederlo!

Pierre Baudewyns era un cliente leccaculo di André-Paul Frognier, di cui faceva lo sguattero. Di indole mafiosa, a sua volta aveva alle sue dirette dipendenze la Mercedes Mateo Díaz, ovviamente assegnatagli dal padrino  André-Paul Frognier. Proprio perché  la Mercedes Mateo Díaz era cliente, o sotto-cliente, e lecchina e ciucciacazzi, Pierre Baudewyns non aveva avuto difficoltà a scoprire che la stessa aveva fatto il DEA lo stesso anno di Roby e che lo conosceva, conosceva di vista. Il DEA era frequentato da poche persone, per cui inevitabilmente si conoscevano un po’ tutti. La Mercedes Mateo Díaz proprio per quelle sue attitudini da puttana da campo opportunista ed adattiva [adattiva nel senso che si dava e leccava perché facessero al posto suo quello che lei non sapeva né poteva fare, cioè tutto] aveva subito odorato l’aria e percepito che volevano sapere e volevano sapere  contro, contro Roby, per cui si era subito presentata a Pierre Baudewyns ed a Caty Clément per dire loro che fosse mai occorso qualcosa su quel Roby, lei era lì. Ovviamente, la Mercedes Mateo Díaz è sempre lì, sempre a disposizione di chi le stia sopra, le possa essere utile e le sua utile, non le sia contro ma la guardi almeno con qualche forma di pietà. Beh, Mercedes Mateo Díaz non è che avesse potuto dare grandi informazioni a Pierre Baudewyns, se non che il Roby fosse uno sgobbone. Anche Pierre Baudewyns, di indole guardinga, lo aveva subito capito che André-Paul Frognier voleva qualcosa di sputtanante da  usare contro il Roby, anche prima che lo stesso glielo dicesse e chiedesse. Quando l’André-Paul Frognier lo attivò, ...come dire...?, in modo focalizzato, specifico, operativo [come richiesto dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo belga e NATO allo stesso, allo stesso André-Paul Frognier], Pierre Baudewyns era pronto. “Mio caro Pierre Baudewyns lo chiedo a te perché è una cosa piuttosto riservata, ...non posso dirti, ma sono cose molto dall’alto..., ...ecco mio caro dovresti creare una situazione, ...come dire?..., ...rilassata, in cui invitare, coinvolgere quel Roby, magari farlo bere e fumare, ...spero beva e fumi!..., farlo parlare e parlare, raccontare e raccontarsi, ...e riferirmene tutti i dettagli. ...Più e peggio ti e si racconta, meglio è perché è proprio quello ci occorre, quello ci hanno chiesto da molto in alto... ...Non farmi dire di più, mio carissimo Pierre Baudewyns. ...Beh, a te forse posso dirlo, ...ma non dirlo a nessuno..., ...occorre che si comprometta, ma proprio comprometta. ...Attendo un tuo rapporto dettagliato dopo che lo avrete fatto ben parlare e disvelarsi...” Roby, al correnti di tutto, non parlerà mai con tali delinquenti malati. 

Caty Clément che, quando andava a pranzo o da fare due passi con cagnolina, cioè con Mercedes Mateo Díaz, se la portava scodinzolante al guinzaglio, era la prima pupilla, allora, di André-Paul Frognier. Come costui la avesse scelta era semplicissimo a dirsi. La Caty Clément era esattamente come la moglie socialista di  André-Paul Frognier, solo venti-trenta anni più giovane. Sia come apparenza che come testa: sussiegosa e vuota. La moglie di  André-Paul Frognier ha passato la vita a spiegare ai bambini para-pollitologi dell’UCL come un qualunque scritto fosse racchiudibile in un quadrilatero di connessioni ed opposizioni. Beh, un Roby direbbe che la cabala dà strumenti decisamente più analitici, ed anche più formali ed esatti. La Caty Clément ha dedicato la sua vita di ‘scienziata’ a fare la cantora delle devastazioni belghe e francesi in Africa Centrale. Lei canta. Loro la pagano. Puttane da accademia. Centinaia di migliaia di euro perché qualcuno possa dire: “Perfino una famosissima studiosa di …, sostiene che...” Beh, l’Accademia, a quei livelli, è tutta così e serve solo a quello. Miliardi e miliardi di euro perché si possa chiamare qualcuno e chiedere quale sia il punto di vista ortodosso, ‘erudito’ e ‘scientifico’ su... ...E contorno di scritti e discorsi inutili e dannosi.

Anche Mercedes Mateo Díaz lo aveva subito capito, come già detto. A scanso di equivoci, e per avere la sua collaborazione operativa, avevano poi dovuto divenire diretti quando, su richiesta di André-Paul Frognier, erano passati alla fase esecutiva. Dovevano trovare qualche cosa contro Roby e dovevano farlo uscire dalla sua stessa bocca, dalla bocca di Roby. Astutissimi, il clan mafioso di André-Paul Frognier ha il culto di Machiavelli, che invero non sappiamo se poi fosse astutissimo e profondissimo... ...Un giorno lo incontrammo, il Niccolò, quando stavamo facendo una passeggiata all’inferno e ci parve uno che di ritorno dall’osteria, e per non andare a letto con la moglie, si mettesse a scrivere con la penna resa debole dalla stanchezza e dal vuoto della notte... ...Lo avremo incontrato nel momento sbagliato... Beh, dicevamo, astutissimi, dei veri geni della trappola, avevano organizzato un incontro al bar, una cosa apparentemente casuale. Cioè, avrebbero voluto che sembrasse casuale... Montata da Pierre Baudewyns e da Caty Clément, a loro volta direttamente mobilitati da André-Paul Frognier, Mercedes Mateo Díaz faceva da esca. Cercando di far sembrare tutto casuale, va ad agganciare Roby che è nel  centro informatico [l’allora responsabile dello stesso era a sua volta un altro cliente di André-Paul Frognier ed ai suoi ordini] che sta oramai per chiudere [sanno che Roby sta lì, di solito, fino alla chiusura]. Roby stava  lì di solito per scrivere e far ricerche. Dopo si avviava a casa, allora ancora l’Hotel Le Relais, quello a tre minuti dai binari della stazioncina capolinea il LLN. LLN è piccola. Il centro ancor di più. Le vie ed i percorsi sono quelli. Non è che siano possibili troppe variazioni. Se conosci gli orari di uno e lo vuoi intercettare, non è difficile.

Siamo prima della fine del 1999. Dunque, Mercedes Mateo Díaz faceva da esca, colla sua aria da troietta, o così credeva lei. Pierre Baudewyns, la Caty Clément ed altri li aspettavano in un bar sulla strada. Ruffiani e ruffiane delle cerchia di André-Paul Frognier e del fiammingo. Come dottorandi che si dessero abitualmente appuntamento lì dopo la giornata all’università e casualmente, quel giorno, vi si fosse trovato pure Roby. Roby conosceva un po’ tutto e tutti, per cui sapeva, che tutti quelli stavano aspettando nel bar abitavano fuori LLN, alcuni pure a Bruxelles, dunque ad un’ora o quasi da lì, per cui non vi era nulla di casuale in quella apparentemente occasionale bevuta che serviva come trappola. Trappola di cosa? La demenza che si è detto. Avrebbero chiesto. Lo avrebbero fatto parlare, o così credevano. Qualunque cosa Roby avesse detto o non detto sarebbe stata girata e rigirata, ed usata contro di lui. Lo sapete Roby come è. Se qualcuno vuole montargli qualcosa, meglio se la monti da solo, ...salvo che sia Roby che monti trappole per altri e le voglia far passare come montate da altri contro di lui...

Il giorno della trappola, Mercedes Mateo Díaz va ad agganciare Roby su al centro computer. Lo aspetta. Fa la strada con lui. Del resto, lei abita nella stessa strada dell’Hotel Le Relais, in Rue de la Gare. Roby era al numero 6. Lei un forse cento metri più su, alla fine della via, in un Kot forse gratis, uno di quei cosiddetti Kot a progetto dove fanno finta di rendere qualche servizio e l’università dà loro alloggio gratis. Mercedes Mateo Díaz è una così. È una che non dà mai nulla a nessuno, pur fingendo compassione per tutto e per tutti. Però, per sé stessa, coi suoi solito metodi di lecchinaggio e di darla alle persone giuste per i suoi fini del momento, trova tutto gratis e fonti di entrate per sé stessa. Roby capisce tutto subito, di quella trappola di nulla. Non che poi fosse neppure particolarmente difficile. Pierre Baudewyns, uno scemotto in queste cose e non solo, ha detto alla Mercedes Mateo Díaz che si tratta di una questione di grande importanza, che sta molto a cuore all’André-Paul Frognier: rovinare Roby, in un modo o nell’altro. Idem le ha detto Caty Clément. Per il suo ufficio ed i soldi come pseudo-ricercatrice, la Mercedes Mateo Díaz dipende da loro. Li asseconda e li ha. Se si mette di traverso, la fanno fuori in cinque minuti. Del resto, è pure una che non vale mezza cicca, intellettualmente. Le giornate come pseudo-ricercatrice le passa in chat su internet. Chiede a tutti, febbrilmente, di scriverle pezzi di ricerca dottorale e di assemblarglieli. Lei poi..., ...beh, di solito, neppur e riesce a leggerli... Anche quello [leggerli] lo chiede a qualche ‘amica’ per averne un’opinione sulla ‘consistenza’.   

Dunque, si è verso la fine del 1999. La trappola del ‘genio’ Pierre Baudewyns e della genia Caty Clément, committente André-Paul Frognier e la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, è scattata. Mercedes Mateo Díaz è tesissima, nervosissima. Per strada non fa altro che parlare a Roby mentre parla, col telefonino, a Pierre Baudewyns ed a Caty Clément, cui sta portando Roby, o così lei crede. Cioè cerca di dire qualche mezza frase a Roby e, intanto, chiaramente panicando, si getta nel telefonino per nascondersi e per parlare coi suoi papponi per far vedere che lei sta eseguendo i loro ordini di portare loro Roby. Può mai un Roby rifiutare una birra, anche più d’una, proposta da una troietta gli hanno mandato, con ‘colleghi’, quasi, molto quasi, visto che, anche se hanno tutti dottorati in corso, Roby, unico lì, non prende soldi dall’Università e nell’ufficio, fattogli subito assegnare, al pian terreno, quasi in scantinati, ben lontano da tutto e da tutti, dall’Herman, non c’è neppure il computer, dunque è un finto ufficio, un ufficio che non serve a nulla. ...A meno che uno non voglia darsi delle arie, arie di nulla, ma Roby non è il tipo. L’Herman, al tempo Presidente del Dipartimento di Sociologia e Politica, su manovre dell’André-Paul Frognier, dunque come suo cliente e fantoccio, ha ‘ordinato’ al responsabile del servizio informatico del Dipartimento, un leccaculo di Frognier, di confezionargli, dargli ed connettergli un computer. Al contrario, l’André-Paul Frognier ha detto chiaramente a costui, suo ciucciacazzi e cliente, che Roby è uno da far fuori, da tenere d’occhio e far fuori, per cui gli va fatto il deserto attorno. Infatti, Roby, unico tra i dottorandi, non riceverà mai alcun computer nonostante l’ordine di Herman, allora Presidente del Dipartimento. ...Subordinati che non obbediscono alla gerarchia formale, bensì il capo-mafia, André-Paul Frognier... Roby usa quelli pubblici, dell’Università, e poi si usa il suo portatile Toshiba che si compra prima della fine del 1999, quando abita ancora a Le Relais, e si paga poi, con l’anno 2000, la connessione Internet nell’alloggio che ha affittato dall’Università. Nel suo ufficio non verrà neppure mai attivata la connessione internet. ...È tutto una finta ed una presa in giro contro lo stesso Jacques Herman che sopporta impotente. Tanto, per lui, si è fatto regalare, dall’università un costosissimo portatile che lui neppure usa. ...Per Roby, è in corso lo  State/Government-Organized Stalking-Mobbing della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, lì con responsabile sul campo André-Paul Frognier. L’ordine è di non dargli neppure un computer raffazzonato [che è quello aveva ‘ordinato’ Jacques Herman: “Gli metta assieme degli scarti che avete in magazzino e che non vi servano e montategli un PC.” - c’è il veto di Stato e di Frognier]. Che se ne fa, dunque, di un ufficio, se non può lavorarci?! Molti lo usano per farsi vedere. Non è da Roby occupare un ufficio per far vedere quello che non è. Può lavorare a casa sua o nelle biblioteche, ché è pure meglio. Risottolineiamo che, pur facendo il dottorato, eviteranno di dagli mai qualunque posizione, al contrario di quello fanno con tutti i dottorandi anche i più scalcagnati. André-Paul Frognier ha ricevuto l’ordine di fargli terra bruciata attorno ed è quello che fa, fin dal primo giorno. Jacques Herman sa tutto ciò ma, col suo fare idiotico, fa finta di non saperlo. Jacques Herman è affetto da personalità multiple e confliggenti. Assumono degli scalzacani per le cose più insensate. Per Roby non hanno posizioni. Una che prendono da un ufficio di borsa la appioppano a Jacques Herman come assistente, e gli fanno fare un DEA con lo stesso. Costei passa le giornate a eccitarsi con pornografia via internet e si tocca febbrilmente. A volte la vedono dalle finestre del suo ufficio che si denuda e ti tocca. È protetta da André-Paul Frognier che la ha scelta ed appioppata al suo ‘amico’ Jacques Herman come assistente. André-Paul Frognier appioppa a Jacques Herman un secondo assistente, un ragazzotto ucraino mandato dai Servivi ucraini per para-spionaggio politico a Bruxelles [lo hanno reclutato dalle milizie giovanili fasciste], che, in Belgio, viene reclutato anche dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO che gli dicono che, essendo lui ucraino-ucraino, non di quelli filo-russi, se lavora pure per loro, come agente-così [non che necessitino di particolari informazioni da lui, solo obbedienza quando richiesto] può fare, per l’Ucraina filo-occidentale e per la NATO, una brillante carriera nei media ed accademica, se crede. Lui accetta. Non ha alcuna qualità come ricercatore né scienziato, ma è un ragazzo sveglio che si infila e si adatta. Jacques Herman lo sa quello che questi fa. Ma tra la sua personalità multipla ed il merdaio circostante... Jacques Herman vive alla giornata purché lui possa sopravvivere fino al giorno dopo. Tale è sempre stata la sua norma di vita.

Ecco che una Mercedes Mateo Díaz troieggiante e tesissima sta conducendo Roby dal Pierre Baudewyns, Caty Clément ed altri che lo e li aspettano le bar per fotterlo. Mercedes è agitatissima. Per strada, più che parlare davvero col Roby, ha il telefono aperto per dire a Pierre Baudewyns e Caty Clément che stanno arrivando come da ordini. La  Mercedes Mateo Díaz ha paura ed è ansiosissima. Per cui cerca il conforto telefonico coi suoi boss mafiosi. È anche come un irrefrenabile impulso a confessare: “Devo fotterti. Non so perché. Accetto entusiasta. ...Ma me la faccio sotto.” Arrivati sulla porta del bar (Pierre Baudewyns, Caty Clément e gli altri leccaculo e provocatori sono dentro che aspettano), Roby, che ha tenuto un’aria distesa ed amichevole, saluta cordialmente Mercedes Mateo Díaz, la ringrazia, e se ne va per i fatti suoi. Alla stessa non resta che entrare nel bar per informare il Pierre Baudewyns e Caty Clément, furiosissimi appena la vedono entrare sola, che il pollo si è sottratto. Mercedes Mateo Díaz aveva garantito il successo della sua missione con una argomento decisivo: “Quello è un italiano... ...Gli faccio sentire un poco di odor di fica e lo porto dove volete...” Non funzionò. Si giustifico subito col Pierre Baudewyns e con la Caty Clément con violente eruzioni isteriche: “No, quello non è un italiano! ...Non è un italiano! Dovevate dirmelo che i giudei sono fatti così!” Un Pierre Baudewyns ed una Caty Clément rabbiosi riferiscono all’André-Paul Frognier che il progetto di farlo parlare, di farlo infognare da sé stesso, è fallito. Non che ai fini pratici cambi nulla. André-Paul Frognier sa che il dottorato a Roby non va dato, mai, costi quel che costi. Ordini superiori! ‘Grandi’ questioni di Stato e NATO! La trappola del bar era di contorno. Ciononostante, Pierre Baudewyns e Caty Clément, montati dall’André-Paul Frognier si fanno aggressivi.

Le rare volte che occasionalmente incontrano Roby in qualche ascensore, si fanno davvero aggressivi. Con dei ghigni, Pierre Baudewyns si indirizza a Roby, che se ne resta silenzioso, chiamandolo “boss”, “comandate”, “capo”, “generale”, “rabbino”, “padrino”. Caty Clément, contrae la bocca con smorfie ed articola degli inizi di conversazione senza alcun senso: “Sei un sionista di Gerusalemme?”, “Sei della mafia di Bagheria?”, “Vai nella sinagoga di Bruxelles?”, “Come vivevi nei campi palestinesi?”, “Voi ebrei siete tutti in consigli di amministrazioni di banche?”. Cose davvero da non credersi... Roby, li guarda freddo. Li saluta con un cenno. E se ne va per la sua strada.

Roby finisce la tesi dottorale piuttosto in fretta. Con la primavera del 2001, è scritta in francese e fatta correggere da un sevizio gratuito (presso il Centre Placet), anche se Roby sgancia fior di quattrini ad un alcolizzato ignorante ed analfabeta di ritorno che lavora lì, in quel servizio gratuito (presso il Centre Placet), come capo correttore per studenti stranieri. Herman è nero, quando Roby gli dice che la ricerca dottorale è finita. Frognier non gli ha detto nulla, nulla di esplicito e diretto, ma l’Herman, pur nella sua imbecillità e vigliaccheria, lo ha visto e sentito che il Frognier ha ordinato di fare terra bruciata attorno a Roby. Finge ottimismo ma lo sa che c’è qualcosa che non va se il Frognier, per ragioni che lui, l’Herman, non sa né vuole sapere, è contro Roby.   

Dalla primavera 2001, l’Herman riesce a fare slittare il tutto a fine novembre, inizio dicembre 2001. Forse venerdì 30 novembre 2001, vi è la riunione della Commissione Dottorale per dare (o men) il dottorato a Roby.

I commissari sono Lieven De Winter, André-Paul Frognier, Jacques Herman, Michèle Schmiegelow e Virgilio Ilari. In più, di diritto, dato che nel frattempo è divenuto Presidente del Dipartimento, dopo che tutti erano disperati per la gestione Herman (Frognier prima ha fatto eleggere il suo fantoccio, poi gli ha scatenato il linciaggio contro), vi è Christian de Visscher, Professor in Government and Public Management, il cui ruolo è quello di presiedere e di fatto di non immischiarsi poi in eventuali divergenze, cosa che in effetti fa. Si limita alla presidenza formale della Commissione come Presidente del Dipartimento.

Virgilio Ilari è davvero un personaggio. Beh, un po’ tutti lo sono. Un ragioniere del crimine, ...beh non è l’unico lì..., quelle cose da scalzacani, da gioco delle tre carte, senonché, girando lui in giacca e cravatta, per quanto portate da truffatore di strada, ha anche l’apparenza da ragioniere, da ragioniere del crimine, ...del criminino diciamo. Nobilastri della Marche, con tanto di blasone araldico. Lui forse si considera di qualche filiazione abruzzese. Non ha importanza. Un pezzo di merda lo è in sé. Non necessita di luoghi né di status. Banditi che si trovarono blasonati. Di quei blasoni da catena di montaggio, di quelli prodotti in serie. Metti una corazza, beh solo la testa. Delle foglie volteggianti attorno. Come uno stemma con tre stellette a cinque punte, ed un sole solitario in basso. Il tutto per indicare che erano fatti nobili perché non c’erano altri a far da sbirri sulle masse del luogo o comunque, se ve ne erano altri, tra i vari, è capitato a loro. Lo sapete come sono le gerarchie? Sono caselle che vanno riempite. La funzione fa il pidocchio. Non c’è quasi mai l’individuo altro e che resti quello si sentiva prima. È la teoria e la pratica dei cappelli. Messo un cappello, il cappello è tutto, non quello vi sia sotto. Camorristi con blasone, in quel caso. Intanto, per magnare di più, parte della famiglia si era trasferita a Roma al diretto servizio papalino. Ed era continuata prosperare, nel sistema della corruzione burocratica, coi Savoia. ‘Fascisti’ col cosiddetto fascismo [il numero uno era restato il Re con la Casa Reale], si erano fatti DC, DC para-fascisti, con l’occupazione angloamericana e con la successiva repubblica. Gli inglesi, che avevano coi Savoia, voluto i governi Mussolini, si erano poi offesi coi deliri dei Savoia di essersi auto-nominati Imperatori. Avevano a quel punto sfruttato tali deliri e spinto i Savoia, con le loro sbagasciate forze armate, dal lato tedesco, per cui Italiozia era solo stato un peso, per il nemico degli inglesi, nella IIGM. Scelta strategica e tattica veramente abilissima!Costruito, dagli occupanti angloamericani, un nuovo regime Vaticano-PCI, i Savoia erano stati rimossi ed, a quel punto, lo sfascio d’Italiozia poteva essere sicuramente accelerato prima della DC-PCI, poi, col golpe di Capaci del 1992, dalla dittatura del Quirinale che era subentrata al regime DC-PCI. Quel filone degli Ilari, quello di Virgilio, dal fascismo transita alla DC e della DC a FI (FI sono gli andreottiani col Berluska come faccia e G.Letta come governante assieme al Quirinale-britannici cui gli andreottiani del post-Capaci sono del tutto subordinati). Nella tradizione familiare (il padre, un alto burocrate, in magistratura o dintorni, era un signor-sì furbastro e corrotto) Virgilio da giovane è fascista, fascista del CC, di quelli che ammiravano DeLorenzo [sì, quello scemotto che se l’è presa in quel posto solo per avere obbedito ad ordini di AntonioSegni-NATO - i militari italioti più che rubacchiare non hanno mai saputo fare!], ma si fa subito democristiano, per obbedire alla madre che lo voleva avviato verso una carriera sicura, di statale, dunque, di quei DC-fascisti [in Italiozia, con la guerra perduta, cioè dalla parte dei perdenti almeno fino all’8/9/43, i fascisti estremisti vanno nel PCI e dintorni, quelli più prudenti nella DC e dintorni] che sono sempre abbondati. Il Virgilio, un frocio appena mascherato, non può non obbedire alla madre! La moglie Valeria lo diceva e lo dice tuttora a tutti, col suo linguaggio appena ricercato da insegnante di materie letterarie e da sacrestie. “Il mio Virgilio, guardate che madre bellissima che aveva... ...Ha un complesso edipico non superato.” Sì, un frocio. Non c’è nulla di male. Uno è quello che si trova ad essere. È la sua assenza di qualunque integrità morale che ci interessa qui. Anche in questo si potrebbe dire che uno è quello che si trova ad essere. Beh, ma se questo vale per lui, frocio e corrotto, vale per tutti, anche per chi, da altra o non altra prospettiva, voglia disquisire di lui, ovviamente. Lui stesso se lo dice: “Gli individui non hanno importanza. Guardate me che faccio quel che devo, cioè quel che penso io debba fare” Ovvio! Tautologico! Andiamo dunque avanti. Anche io che scrivo qui sto facendo il mio dovere! Il padre, facendo leva sulla sua posizione burocratica, dunque sui soldi che si trovava tra le mani, aveva sposato una bellissima. Anche lui, variamente froscesco, usava la sposa bellissima come copertura, oltreché per vanto. Lo sapete come sono gli umanoidi... Uno sposa una non necessariamente, o non solo, o non soprattutto, per qualche suo sentimento del momento, ma per quello ne pensino gli altri. Ah, vale anche per le donne. Infatti lei, una troietta, si era sposato un uomo affermato e danaroso come sistemazione. Poi aveva continuato a fare la troia. Ma di quelle troie che, sia per formazione paranoica che come affermazione di una apparente normalità familiare, vogliano la sottomissione totale dei figli. Di quelle cose per dire e per dirsi che, troieggiare a parte, erano comunque state almeno delle “buone madri”. In effetti, il troieggiare attiene alla sfera della funzione di moglie. Oltre alla sua natura, aveva anche delle ragioni, dato che il marito oscillava tra puttane [di quelle che si pagano] e lo stare con uomini, con cui si trovava a suo agio. Il figlio, Virgilio, si era del tutto sottomesso alle manie materne, mentre disprezzava il padre come voluto dalla stessa madre, ed era cresciuto con questa infatuazione, che non aveva ai superato, per la figura materna. Il sesso lo aveva conosciuto con prostitute, di quelle cose che si fanno per camerateria, sia quando era ancora studente che poi da ufficiale di complemento dell’esercito. Il sesso con puttane per compiacere uomini, ‘amici’: il tutto del tutto in linea con la sua natura frocesca, pur dissimulata e repressa per non dispiacere alla madre che lo voleva ‘normale’. Sapete quelle cose da studentini del classico, poi di legge, infine ufficiali dell’esercito?! “Dai, vieni che andiamo a puttane! ...Mica  siamo froci noi!”, “Lo avete visto che anche io sono un vero uomo. ...Sono venuto a puttane con voi”. La moglie gliela trova la madre dopo avere passato in rassegna, col prete, quelle libere della parrocchia. Una con studi classici ed università, che non faccia ombra al figlio ma neppure alla madre dello stesso. Di famiglia simile. Fascisti della DC. Sposatosi, e già avviato alla carriera accademica, Virgilio maschera le proprie tendenze frocesce facendosi un’amante, che trova sfruttando la sua posizione di docente universitario. Insegna prima a Roma, poi alla Cattolica di Milano. Inizia come storico del diritto romano e finisce come storico militare. Tutti i suoi scritti sono aria fritta. Ah, legge tantissimo. È solo che poi non riesce, non osa neppure... Le inventa. Le spara. Le condisce con italiano forbito. Nessuno ha interesse a mettere in discussione le sue scemenze che i colleghi neppure leggono. Importante è il titolo. Non quello vi sia sotto. Eppoi, in quei giri, nessuno attacca frontalmente gli altri. Rende più ignorarli e magari sorriderne senza dire il perché. Le sue ricerche d’archivio sono delle sveltine dove trova quel che trova, e si dice e dice che lui ha trovato proprio le cose essenziali, come se potesse sapere cosa contenessero i documenti che non ha trovato, né cercato. Alla fine scrive quel che conviene scrivere per il suo pubblico che è costituito innanzitutto dai miliari corrotti e sbagasciati d’Italiozia che adorano sapere di essere rappresentati come dei valorosi combattenti e condottieri. Lui li lecca. Loro spingono su lui. Reciproche sodomie tra ‘maschi’. Sono solo giochetti tra inetti e corrotti. Un po’ come il galleggiare della merda e nella merda. Beh, per chi abbia bisogno del consenso altrui è una gran cosa. Il Virgilio vorrebbe divenire in realtà uno statista, almeno-almeno Ministro della Difesa. Pensa sarebbe chissaccosa e chissacchì. Alla fine sarebbe solo uno che copre una casella della struttura burocratica, ma si sa come sia la vanità umanoide. Poi lui capisce poco, per cui si immagina che divenuto almeno Ministro sarebbe più vicino alla sua paranoia di vedersi grande condottiero, che è poi la sua passione dell’infanzia e dall’infanzia, e mai superata. Appunto, capisce poco e si crede che certe posizioni siano, nel concreto, chissaccosa. Si dice che lui è intelligentissimo, furbissimo e che lo è più degli altri. È che un po’ tutti si dicono le stesse cose. Beh, qui andiamo sul difficile e poi mi dicono che sono un solipsista, che non è comunque un insulto ed anche se lo fosse  non me ne fregherebbe nulla. Quando si stende sul divano per divorare un libro che uno non può non avere letto, passa rapidamente alla trance e si vede condottiero dell’universo. Dovreste vederlo quando gioca ai soldatini! Usando nomi di copertura, scrive a riviste militari dove disquisisce ‘dottamente’ se un’unità militare, per esempio, di 70 elementi, debba essere strutturata secondo il 7x10, il 10x7, il 5x14, il 14x5, o secondo altre combinazioni ancora. Lo riconoscete subito, qualunque e sia lo pseudonimo stia usando! ...Dunque si fa l’amante, anzi una pseudo-amante. Un’amante per froci, che infatti a lui serve per dire alla moglie che è troppo occupato con l’amante, per dire all’amante che è troppo occupato con la moglie, ed, agli amici, che anche lui ha l’amante come tutti i veri uomini. La sua passione sono gli uomini, quelli puzzolenti e camerateschi, che gli facciano sentire lo sfrigolio all’ano anche se non può dirlo né praticarlo. Sublima la cosa con la storia militare, occupandosi di soldatini, quelle cose falliche con strumenti fallici, che poi sono l’ambiente ideale per froci e frocerie. Non fa lo storico. Fa l’agiografo, l’agiografo del soldato, il delinquente obbediente. E tra soldatini estrinseca ed afferma il suo desiderio di conformismo. Ti fai cantore di una burocrazia pittoresca. E da ciò ne trai appagamento psicologico-esistenziale, narcisismo e riconoscimento sociale, nel senso che la stessa burocrazia di cui ti fai cantore ti mostra di apprezzarti come suo cantore, dunque anche altri apprezzano, o così ti fanno sembrare, ché ti sei fatto un nome. Sogni di fare il condottiero, il Ministro, magari pure di più. Fai solo il loro sguattero intellettuale. Ti danno degli stipendi. Ti danno dei posti. Beh, ottimo! Sempre meglio che fare il muratore quando magari preferiresti stenderti su un divano a vedere la TV od a leggerti qualcosa. Meglio anche di me che faccio lo sguattero per pagarmi il computer ed il tempo per scrivere queste quattro sciocchezze qui! Virgilio, che avrebbe voluto avvicinarsi al potere, al potere reale, capisce poco dunque non deve aver mai capito che il potere reale non si sa neppure bene dove sia [beh, sì, da qualche parte c’è, o ce n’è, ma mai dove si crede sia - in parte c’è, in parte è circolare (sì come quei soviet o comitati dove si vota all’unanimità, per cui si vede e si capisce che v’è qualcos’altro che o s’immagina o non si sa dove sia e magari non è da nessuna parte - sì, dovete chiudere gli occhi e farvi pervadere dalle onde cosmiche per avvicinarvi ad elementi di comprensione e di verità su queste cose), in parte o spesso sono spontanei processi di auto-organizzazione di sistemi caotici, per cui il potere reale non c’è, anche se ciò non assolve chi, con i suoi atti o non atti, determini quel determini], froceggiava in giro per creasi un nome ed una supposta reputazione. ...Dai suoi scritti, alle sua attività di e da storico, ‘storico’ un po’ od un po’ tanto fumettistico, per ingraziarsi i soldatini, cioè le burocrazie li dirigono, alle sue attività giornalistiche per corteggiare... Avrebbe voluto introdursi nella aristocrazie romane. Beh, quelle invitano qualche soldatino, più che altro a mangiare pasticcini ed a sorseggiare, magari per averne qualche appalto et similia. No, il Virgilio Ilari guardava ad altre aristocrazie, che nella sua ignoranza su queste cose, non capiva bene. Per esempio guardava alle aristocrazie, le mafie, del già PCI. Lui vedeva gli atteggiamenti mafiosi di quegli ambienti, atteggiamenti e complicità sopravvissute al PCI che è sparito come sigla, e lui avrebbe voluto penetrarne i segreti ed anche il supposto potere. Il fascista ha parametri ‘culturali’ identici al comunista. Cambiano solo i circuiti. Lui si rendeva conto che il comunista era più del fascista, come potere reale, come prestigio, nel settore suo, quello degli scribacchini e dell’Accademica, anche se a lui, non avendo mai neppure osato di fare il fascista-comunista, gli è restato il complesso di quello avrebbe potuto essere se... “Se faccio il comunista mi taglio fuori dai soldatini, dove si deve ben fare i fascisti. Se faccio il fascista-comunista od il comunista-fascista... ...No, neppur pensarci che se poi la NATO non mi manda più la cartolina di auguri natalizi...” Il potere è alla fine quello che riesci a prenderti e ad usare. Troppo difficile per un Ilari genio e castrato! Sicuro di non essere capito, questo cose le aveva già banalizzate G.Andreotti, un vero borgataro del crimine, del super-crimine. Se un Cossiga si fa mettere un cefalo in quel posto in parrocchia, dal parroco, e poi si crede predestinato, un Andreotti si fa regalare un cefalo e lo mette in qual posto al parroco, poi pure ai Papi, mentre non ti dice che lui obbedisce solo a dio mentre tira a campare... ...Troppo difficili pure per un Ilari, queste ovvietà. Sì, certo, il solipsismo è inevitabilmente ermetico. A lui, lui G.Andreotti, il potere veniva dal Vaticano a poi da quello lui stesso era riuscito a prendere. ...Oh, quella cosa che chi comandi, e stia troppo in alto, finisca per dipendere dai sottoposti e, soprattutto, da quelli stiano troppo in basso. Agli altri, o ad altri, il potere o sub-potere veniva direttamente dai britannici, visto che il PCI [il Partito Nuovo del Togliatti, il suddito sovietico e solo sovietico, che gli angloamericani si erano fatti prestare dai sovietici e rifatto, in apparenza, suddito italico ...Poi lui si monta la testa, il solito complesso del più furbo, per cui Nikita Sergeevič Chruščёv, invero anche per immediati suoi asti personali, lo fa ammazzare dopo averlo fatto rientrare nella patria sovietica] lo avevano creato loro. Per cui queste mafie PCI e già PCI vedeva, o subodorava, il Virgilio venivano dà lì, dal potere dato loro dagli inglesi e che poi loro stesse avevano esercitato. Lui, il Virgilio, lo vedeva, o percepiva, che taluni che magari erano poi passati dal PCI a Craxi ed alla CIA ed, infine, a FI-Berlusconi, continuavano ad avere come un sistema di protezioni, era loro solidarietà mafiosa, che lui, lui Virgilio Ilari,  non riusciva a spiegarsi, sulla base dei suoi stereotipi da “guerra fredda”, né a penetrare e sfruttare. Come tutti i deboli e gli ignoranti su queste cose, Virgilio mitizzava. V’era anche un altro aspetto: l’Ilari che giocava ai soldatini. Si immaginava sempre combattente e condottiero di reparti speciali e di agenti segreti. Per cui, quando si vedeva questi che, dal fascio, si erano fatti comunisti, poi socialisti craxiani e CIA, berlusconiani e ciellini, poi savoia-napolitaniani, renzian-boschiani e chissà cos’altro ancora, ecco lui Virgilio Ilari vedeva sotto i suoi occhi e pure prossimo a sé tutto questo movimento come di truppe speciali ed agenti segreti che a lui era restato nella testa, o tra gli occhi ed i libri scorreva in trance, mentre altri, ...oh maledetti...!!!, ...altri, in carne ed ossa, queste cose da lui agognate le avevano fatte e le facevano!!! Intollerabile per lui. Un’invidia sordida lo corrodeva. ...Intanto, mitizzava e si innamorava. Se scorrete la collezione del Foglio troverete le pubbliche tracce dell’innamoramento dei Virgilio Ilari per Giuliano Ferrara. Gli mandava autentiche e pubbliche lettera d’amore. Spasimava. Lo invitava a cene, senza che l’amato neppure gli rispondesse. Infine, il Giulianone, spazientito [anche offeso da questo professorucolo che gli proponeva cene non solo d’amore ma quasi fosse dovuto essere l’incontro tra due poteri paritari che si riconoscevano reciprocamente – l’amore aveva obnubilato la mente malata dell’Ilari mentre un non meno, pur diversamente, malato Ferrarone aveva subito colto] e dall’altro della sua posizione di ‘aristocratico’ della famiglia dei Ferrara mandò sonoramente a quel paese questo suo pubblico spasimante che, pur professore e scrittore, era solo una sguattero del potere, dei meccanismi di sottogoverno prima della DC poi dell’andreottismo fattosi FI [beh, FI era la faccia, con Berlusconi, mentre l’andreottismo nelle istituzioni era G.Letta, chiunque fossero i ministri e l’altro personale di facciata concessi a Berlusconi ed alleati, pure facce da marketing]. Il Virgilio, obnubilato da questo suo amore frocesco per Giulianone [“Che vero uomo quel Ferrara, grosso, maschio, arrogante e roboante! Oh, potessi mostrarmi pure io a quel modo, ché sono pure peggio-meglio anche se... ...anche se io non posso... ...Cosa mi direbbe poi la mia mammina dal paradiso!!!, ...se anche io...”] aveva preso a mandargli missive sempre più aggressive e roboanti, anche del tutto fuori di testa, tanto che il Giulianone, che ben ha le sua paranoie furiose da vecchio politicante di mafie di potere, se ne era sentito personalmente messo in discussione. Lo aveva dunque pubblicamente mandato a quel paese. Trovate tutto sul Foglio. Se poi, non conoscendo il Virgilio, a voi sembrassero mai normali lettere di un accademico ad un giornalista con cui vorrebbe entrare in amicizia intellettuale, per me fa lo stesso. No, no, il Virgilio vedeva questo aristocratico burbero ed anche un po’ violento, e se ne era innamorato, innamorato e bagnato. Certo, avrebbe voluto pure usarlo, si diceva l’Ilari, per essere introdotto... ...introdotto in ciò che non esiste. Ma uno crede a quel che crede. Se uno non capisce le burocrazie, il potere, e tutte quelle cose lì, è perché è incompetente pure come storico. Magari uno, chessò un Angelo Del Boca per ricercare e raccontarvi di Omar al-Mukhtar, non ha bisogno di conoscere i segreti funzionamento del potere e dello Stato. Il Virgilio Ilari, che non sa fare lo storico, si vorrebbe grande politico e politicante, statista, condottiero. Cioè, lui si vede, dux che poi traduce con gli altri sostantivi ‘professionali’. Il Virgilio aveva pure razzolato dalle parti di un Gianni Baget Bozzo, che lui vedeva come uomo di potere, destroide e fascistoide, pur di quelli che erano poi passati al CLN quando ormai si doveva fare ciò. Aveva cercato, tramite lui, di essere inserito in qualche giro di potere reale, o supposto tale. Ne era restato deluso. Il Virgilio bramava l’eresia all’interno dell’ordine e del potere. Più che altro, pavido, amava, per sé, la presunta eresia, quella che non si vedesse. La conoscete la sindrome del più furbo e quando su di essa si costruisca la sindrome del “io sono più furbo dei più furbi e lo sono talmente che non faccio neppure vedere di essere furbo”? “Io ho capito tutto. Non lo faccio vedere perché sono più astuto degli altri. Per cui...” Come quel poi Papa che prima si era finto moribondo, e proprio per questo fu eletto Papa, o così si crede. Sisto V. Si potrebbe disquisire su queste cose che potrebbero anche essere del tutto differenti da come narrate. L’Ilari, quello lo attirava negli altri, non era capace di farlo lui stesso. Alla fine, un posticino ‘sicuro’ per sé era meglio dei rischi di qualunque possibile eresia. Virgilio restava un fascistoide, uno di quelli defilati, di quelli permeati poi degli stesi identici luoghi comuni dei compagnuzzi pur da lui detestati in quanto ‘comunisti’, detestati ma agognati quando fossero e siano di oligarchie di potere reale per cui quel ‘comunisti’ divenga solo un aggettivo di collocazione opportunistica od occasionale. ...Quelli li vedeva come più furbi di lui, dunque per questo desiderabili. Lui lo lasciava appena trasparire di essere un fascistoide da liceo e da parrocchia, guardandosi bene dell’assumersi i rischi di qualunque eresia. Si vedeva l’adorata mamma che gli intimava di essere come tutti, tutti i conformisti, per avere una tranquilla carriera da statale, e senza che nessuno potesse muovergli delle critiche. La madre lo guardava. E lui se ne sentiva inibito. Froceggiava, o cercava di froceggiare, magari con qualche apparente eretico di potere, se riusciva. Ma non andava oltre. Lui era bloccato, bloccato dalla mamma che altrimenti avrebbe sofferto se lui non si fosse comportato da bravo e diligente bambino. S’era innamorato pure di Giovanni Pellegrino quando lui Virgilio era stato fatto, da FI, dai burocrati corrotti di G.Letta, consulente della Commissione bicamerale di Inchiesta sul Terrorismo e le Stragi, dal 1997 al 2001, durante la presidenza del senatore Giovanni Pellegrino. Il Virgilio Ilari vedeva quest’omone del già PCI, che fingeva di avere considerazione per lui professore, e gli scodinzolava attorno per ‘aiutarlo’. Un’estate usò il suo lavoro per Pellegrino come scusa, ogni estate ne inventava una, per non andare in vacanza con la moglie Valeria, una poveretta apparentemente remissiva [di quella tipologia che o soffre in silenzio, oppure che va a letto col giovane curato o con una collega sadomaso e comunista] che lui aveva reso infelice e che, sadico, tormentava in mille modi. Scrisse per lui, per Giovanni Pellegrino, che se la rise, nientemeno che un paciugo intitolato Il Contesto dello Stragi. Davvero un lavoro da storico, storico del cacchio! E sì, perché il Virgilio prese quello i quotidiani ed altra stampa avevano scritto attorno ai terrorismi ed alle stragi e lo presentò come il contesto delle stragi. ...Originale!!! In Italiozia, terrorismi e stragi sono stati opera delle Polizie Segrete Carabinieri agli ordini del governo, del Quirinale e della NATO [governo, Quirinale e NATO in condominio, di fatto in perfetto accordo, fosse poi quest’accordo spontaneo o d’obbligo]. Le forze che determinano terrorismi e stragismi sono le stesse controllano sia direttamente che indirettamente i media, oltre che controllare ed orientare variamente partiti e politica. Chi pensate dia le notizie ai media?! Ogni notizia è una costruzione – il giornalista che cerchi le notizie da solo lo vedete solamente nei film americani oppure, a volte, variamente ‘suicidato’ con un colpo alla nuca et similia. Per cui tu, supposto storico, un favolettista in realtà, prendi quello che chi attua terrorismi e stragi fa scrivere sugli stessi e sulle stesse, e lo vendi come il contesto delle stragi! Tu ammazzi uno. Fai scrivere dai media che lo ha ammazzato un altro. Controlli la magistratura, per cui fai condannare eventuali esecutori materiali tu hai eterodiretto oppure chi non c’entri nulla. Poi, fatta una Commissione Stragi, una di quelle buffonate che non hanno mai scoperto nulla, fai scrivere ad un suo consulente, che il contesto del tuo assassinio è quello tu hai fatto scrivere ai media, cioè che lo hanno fatto altri. Potevano trovare solo un genio come il Virgilio Ilari per tali buffonate. Altri storici, che non avevano tempo da perdere per una buffonata quale una qualunque Commissione Bicamerale è, si erano sottratti. I burocrati corrotti di G.Letta e della Polizia Segreta Carabinieri avevano infine avvicinato il Virgilio Ilari. Virgilio si era subito sentito bagnare l’ano ed uno sfrigolio di godimento gli era salito lungo il retto. Del resto, per tali servizi usano dei vasellina. Il Virgilio, al vedersi di fronte degli ufficiali del potere, o supposto tale, si è sempre sentito pervadere da un desiderio di penetrazione, di essere penetrato e fatto. E loro lo avevano penetrato e fatto: “Professore, abbiamo pensato a lei per la sua competenza e la sua vasta cultura. ...Si rende ben conto, ovviamente, dell’importanza della responsabilità istituzionale di un tale ruolo suo, come di tutta la Commissione. La Commissione, e lei con essa se lei accetterà questo alto, altissimo, ruolo di consulente, perseguirà la ricerca della verità, di tutta la verità. ...Verità che deve rafforzare le nostre istituzioni, la Patria, non certo indebolirla, ...ovviamente... Guardi, inutile nasconderle che noi abbiamo chiesto, ci siamo informati, come è nostro dovere. Ci hanno tutti garantito non solo che lei ha una reale e solidissima competenza ma che è pure di un’assoluta integrità morale e democratica. Non abbiamo dubbi. Con lei come consulente la nostra Patria ne uscirà più forte. La verità e la sua ricerca hanno sempre rafforzato le istituzioni.” Virgilio aveva subito capito, dal tono, che gli chiedevano di non scoprire un cacchio, di neppure provarci. Non avrebbe neppure osato, lui. Ma si era detto che lui era più furbo e che se mai avesse scoperto qualcosa avrebbe trovato il modo di comunicarlo alla Commissione nel modo più consono. Intanto il Virgilio conosceva e sapeva che per lui la verità era quello che tutti riconoscevano come tale, che non è che uno [cioè lui] si vada a discreditare, o magari far ammazzare sotto casa, o defenestrato dalla stessa, per qualche ‘invenzione’, cioè per qualche cosa tutti [cioè il potere] avessero considerano come una stramberia. Che era poi quello gli chiedevano: di essere lui il solito conformista e di seguire la marea. A Roma ed altrove lo conoscevano tutti come “il complottista”, ma non perché lui scoprisse e raccontasse mai qualcosa, bensì per l’opposto: alludeva sempre, boffonchiando, che ci dovesse essere dell’altro ma senza lasciare trasparire se lui avesse qualche informazione/disinformazione, od anche solo qualche vaga idea, su quello ciò potesse mai essere. ...Una sindrome!  “Ecco è arrivato il bamba”, si dicevano quando lui esordiva con le sue furberie, mentre si tuffavano nei propri tablet. Con l’accesso alla Commissione pensava di poter conoscere qualche politicante di potere, e che lo introducesse dove il potere reale stesse, e che comunque lui avrebbe potuto mettere quel suo ruolo di consulente tra le sue referenze professionali. Della serie: da professore a dittatore o, comunque, nel mio CV. Per cui, subito accettò. Uno che fa una rassegna stampa e la chiama “Il contesto di ...” non rischia di scrivere qualcosa possa essere attaccato. Uno serio e che abbia qualche conoscenza ne ride. Ma lui, lui Virgilio, resta sul sicuro. Lo storiucolo si mantiene sulle solite routines. Estrae un documento da un archivio e si dice e dice che quello è il meglio potesse essere trovato. Copia fonti mediatiche e si dice che il contesto in cui il terrorismo di Stato si è sviluppato è quello. In realtà, i media sono parte del terrorismo di Stato, ne sono la parte propagandistica. Sia per questo, che per il servizio che su richiesta della Polizia Segreta Carabinieri farà a Roby a fine 2001, lo faranno, dal 2004 al 2008, poi di nuovo dal 2010 a tuttora, presidente dalla Società Italiana di Storia Militare, nel cui direttivo non mancano generali vari, inclusi uno della GdF ed uno dei CC. È una di quella cose per far finta di esistere. Tra l’altro, il sito [http://www.societaitalianastoriamilitare.org] ha una grafica da gruppetto monarco-fascista. Uno potrebbe farsi un sito casereccio oppure professionale. No, se lo fa peggio di quello dell’Unione Monarchica Italiana. ...Peggio, ma l’odore di fondo è quello! Quelle cose da film dell’orrore alla ElioPetri-Volonté. Beh, Petri ti trasmette delle eterne verità pirandelliane, comunque le mascheri per convenienza di finanziamenti. L’Ilari non va oltre voli pindarici ma senza alcuna creatività. Voi andate sul sito della CIA e trovate un sito di lavoro. Su quello del SIS, pur con tutti i trucchi della programmazione web, ...ma intanto sapevate già che dentro le finestre avreste trovato il nulla. Se andate su quello dell’Institute of Historical Research trovate un sito pulitino e funzionale. L’eleganza cominciate a trovarla su siti di certi hotel. ma pure in tanti altri. Invece se volete trovarne uno da militari dell’esercito che vadano ad incularsi sotto la copertura di un bordello, e poi transitino dalla sala celtica di una caserma, ecco, allora, il sito della societaitalianastoriamilitare ha scelto proprio una grafica consistente. Perfino quelli dei reduci della RSI sono, pur in blogspot, più moderni. Quello della  societaitalianastoriamilitare è compresso senza essere denso. Mal-colorato senza essere policromo. Se poi cliccate su qualcuno e vi dicono in cima che è volontario della Croce Rossa dell’età di otto anni, e solo in fondo che è un dottorando,  allora iniziate a capire che è un sito con qualche  malattia congenita. ...Lasciamo perdere... Il Virgilio ha la fissazione della geopolitica [ve lo abbiamo detto che quando legge cade in trance e si vede condottiero di armate sul campo!], che è la scienza del nulla, ma lui si crede sia l’intelligenza pura che, ovviamente, ritiene risieda in sé stesso. Conosce fatterelli, anche una valanga di fatterelli, a volte veri a volte inventai, spesso non capiti, un po’ come le rassegne stampa di cui va pazzo, ma non sa penetrarli né, tanto meno, interpretarli. Spesso li accatasta inconsistenti, sì che sembrano scopiazzati per mostrare cultura, ...letture più che cultura..., mentre restano lì del tutto sconnessi e confliggenti. Ma lui non te li mostra come confliggenti, anzi insiste ad incatenarli come avessero delle connessioni invece inesistenti. Conclusioni mitologiche fanno sembrare vero, ma neppure troppo, quello che è solo illazione letteraria. Il lettore superficiale di dice: “Ma quanto sa questo!” Quello avveduto e con qualche competenza non si fa impressionare perché lo vede che sono solo invenzioni letterarie mescolate a fatti, e pseudo-fatti, accatastati ma non digeriti, e neppure digeribili, non col suo stomaco fasullo.   
Non sa fare ricerca. Legge, legge, ma capisce poco, cioè nulla. Memorizza. Ma memorizza fatti che accatasta casualmente, senza alcuna capacità analitica. Un giorno si inventa che nessuno abbia capito cosa siano gli studi strategici e ti sciorina una valanga di scemenze tali che se solo avesse fatto una banale ricerca online avrebbe scoperto di essersi creato, nella propria testa, una valanga di fandonie inesistenti ed errate. Mafioseggia più che scrivere. E poi lecca, lecca e lecca. Mente malata, crede veramente che concetti propagandistici siano strumenti di una qualche valenza analitica. Girandoli e rigirandoli, non cavandone nulla, né sapendo usare la merda per produrne fiori, contrariamente a quello conclama, ti lascia lì delle pagine imbrattate di nulla. Non maschera né smaschera. Mafioseggia dicendosi che è una una ciliegina aggiunta sulla gloriosa torta della propria vita.
È un pagliaccetto che se deve scrivere qualcosa sui crimini di guerra italiani, riempie tredici pagine di cazzeggi letterario-cinematografici. L’Ilari è un gran cinefilo. Ha scoperto che se vede la storia al cinema quello che ha visto al cinema non è mai eterodosso. Va dunque sul sicuro. Se poi arricchisce e critica moderatamente il film, sembra indipendente ed originale, mentre non rischia di deviare dall’ortodossia dato che le sue ‘critiche’ restano su terreno delle verità ufficiali, quelle volute dall’Impero. Se poi ti fa un accenno ai suoi cafoni abruzzesi suppostamente trucidati delle Isole dell’Egeo, beh, poverino, finge di schierarsi dalla parte delle vittime e contro i boia, mentre si sente lui stesso dux della Grande Proletaria pascoliana. Non ci furono massacri nelle isole dell’Egeo. Gran parte dei morti furono prigionieri affondati dagli inglesi che, dopo essersi rifiutati di soccorrere le divisioni tentennanti, pensarono bene di affondare le navi tedesche piene di prigionieri italiani. Quanto ai supposti boia tedeschi, in quel caso, avvenne un po’ quello che era avvento in Nord-Africa. In Nord-Africa, gli inglesi stavano battendo i soliti inetti militari italioti con un rapporto uno a dieci, un inglese teneva testa contro, e batteva, dieci italioti. Nell’Egeo successe lo stesso. Il rapporto tedeschi ‘eroici’ militari italioti era uno a dieci. Qualcuno si ribellò non per supposti amori di patria ma perché le ragazze di paese con cui scopavano, ed ansiose di concedersi ai nuovi vincitori stavano sopraggiungendo, li irrisero, per cui, feriti nel loro orgoglio machista, paranoie da minchioni insomma, si dissero che loro non si facevano umiliare dai tedeschi. ...Lo dissero, i fanfaroni... Questo non li esimette dall’essere fatti fuori dai crucchi per chiara inettitudine al combattimento. Se i difensori tedeschi di Monte Cassino commisero mai crimini di guerra, ...conoscete guerre che non siano già in sé crimini e con abbondanza di crimini?!..., non fu contro i buffoni, e pure fuori di testa, delle ‘eroiche’ FFAA italiotiche nell’Egeo! L’Ilari imbratta, non sa fare altro!, pagine e pagine mostrandoti grande erudizione formale. Non riesce a trasmettere alcuna informazione né alcuna conoscenza. Deve mostrarti solo che ha letto e memorizzato. Nell’esposizione, in genere raffazzona, ma che raffazzoni o meno non cambia, deve mostrare di essersi rifiutato di capire alcunché, mai ne avesse avuto anche solo la vaga intenzione. Solo così non rischia, almeno secondo il suo punto di vista, di compromettersi la carriera.
Nella sua visione stereotipata della realtà, esistono solo eroi e vittime, quando deve parlare di chi gli dà il pane, le FFAA italiote, in particolare l’Esercito e dintorni. Ovvio! Deve negarsi, tacere, tacersi e tacervi che nelle FFAA italiche, già savoiarde, storicamente predominano i minchioni. Ovvio che non possa essere uno storico ma solo un maldestro cantore da album delle figurine.  

Restano in paio di personaggi marginali. Christian de Visscher, Presidente del Dipartimento e dunque della Commissione Dottorale, il 30 novembre 2001, quando decidono per la ‘dilazione’, e Michèle Schmiegelow, una scelta, per la Commissione Dottorale, da  Jacques Herman, perché intanto non si presenta e delega a lui.

Christian de Visscher, professor in Government and Public Management [cioè, di fatto, di amministrazioni pubbliche nei loro aspetti più formali], è professorre di aria fritta. Già i ricercatori e docenti, per esempio di materie quantitative, come demografia, raccontano, a volte, che ogni anno mandino al committente rapporti, pur lautamente pagati, per esempio dal governo regionale della Vallonia, senza aver ma ricevuto neppure un cenno che i loro rapporti, basati su dati quantitativi, abbiano avuto anche solo una qualche scorsa da parte di qualche decision-maker. E la demografia serve, servirebbe se usata, per le policies, sia che si vogliano accompagnare che mutare sviluppi demografici. Figuratevi, e ci riferiamo al de Visscher, uno che di fatto faccia il commentatore di cose su cui non può intervenire, e che neppure capisce, e che, se preso in affitto da istituzioni, abbia il compito di appoggiare scelte clientelari di apparati burocratici. Tra l’altro, come vedremo tra poco in quattro parole, è uno che capisce poco. Uno non capisce e ‘forma’ studenti su aria fritta. Sarebbe più educativo, per futuri laureati, tenere loro corsi teorico-pratici su come scavare buche in modo efficiente. Ah, no, lautamente pagati con fondi di ‘ricerca’ magari pontificano di scelte amministrative ‘pubbliche’ di convergenza e divergenza senza neppur emettere in discussione la reale valenza dei concetti usati sia comunemente che da loro stessi. Dunque è aria fritta che costa miliardi di docenti della materia e che produce danni perché diseduca studenti pretendendo di essere scienza.    

Michèle Schmiegelow è un’altra che fa carriera perché nessuno osa dirle di no. Pretende di occuparsi di Giappone, di cultura giapponese, senza neppure conoscerne la lingua. Neppure ci prova. Scrive una catasta di banalità. Il mondo funziona così. Per fare affari col Giappone, non è che alle imprese beghe ed al governo belga occorrano veri specialisti di cultura giapponese. Mai occorressero, lei non lo è. Se la chiamano, la chiamano di contorno. Beh, v’è una ragione per l’essersi lei contrabbandata come ‘esperta’ di questioni giapponesi. Il marito era Ambasciatore della RFT a Tokyo. Gli Schmiegelow, nazisti e macchinette da far soldi, si fanno fruttare tutto, ovviamente pure il fatto di essersi trovati a Tokyo, per crearsi affarismi sia commerciali, che accademici, che para-accademici. No, il caso non esiste in queste cose. Quando poi, con l’unificazione tedesca, ritornano in uno dei centri della famiglia nazista fuggita dall’Est, cioè a Rostock, ecco che diviene pure magicamente ‘esperta’ di economie già pianificate. Michèle Schmiegelow è un’autentica turista delle competenze. Diviene magicamente una specialista di tutti i luoghi in cui transiti! Michèle Schmiegelow pretende di scribacchiare su questioni di sviluppo ma non conosce le basi più elementari della materia, per cui neppure riesce a far finta di capirne qualcosa. Ti butta lì di quelle eiaculazioni che servono per costruirsi un CV di pubblicazioni. È di quelle che fanno carriera per intrallazzo da famiglia nazista e perché nessuno le dice di no. È una del tutto innocua, almeno tra i suoi, e che si conforma sempre. Psicologia da ordinaria mafiosa.

Dicevamo che la ricerca dottorale di Roby è pronta nella primavera del 2001. Roby lo aveva visto che aria tirava alla UCL per lui. Di materiali ne aveva ormai in abbondanza e sufficientemente precisi per dimostrare che quello successo nel 1992-93 in Italia aveva tutte le caratteristiche del colpo di Stato, tale era il soggetto della sua ricerca dottorale, e per nulla di fisiologiche vicende giudiziarie. Si concentra un mese nella scrittura in francese del testo della ricerca ed essa è stesa. Passa poi qualche settimana perché un servizio di correzioni gratuito, che lui paga egualmente e pur in modo del tutto salato per sua scelta [si sarà messo tutto in tasca l’alcolizzato che si occupa del servizio correzioni, anziché dare i soldi all’istituzione]. A primavera 2001, Roby dà tutto ad Herman. Herman dà solo una rapida scorsa. Non è che l’abbia tenuta lì per chissà quale revisione. Senza alcuna ragione razionale, ha solo paura di confrontarsi con Frognier che lui sa essere ferocemente contro, fa slittare tutto a fine 2001. La seduta della Commissione Dottorale per decidere sul dottorato di Roby è convocata per venerdì 30 novembre 2001.

I commissari sono Jacques Herman, il promotore del dottorato, André-Paul Frognier,  Lieven De Winter, Virgilio Ilari e Michèle Schmiegelow. Presiede la Commissione, ma è solo una formalità perché è il Presidente del Dipartimento, per cui di fatto non vota, anche se potrebbe,  Christian de Visscher.

André-Paul Frognier è ferocemente contro la concessione del titolo formale di dottorato a Roby, operando lui ai diretti ordini della Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, che agiscono su richiesta degli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO. Frognier passa per essere un gran politicante ed un gran mafioso. Lo stesso Herman, pur da lui costantemente svillaneggiato e preso a calci, lo adora, da questo punto di vista.
Una settimana prima, André-Paul Frognier chiama Lieven De Winter, suo fantoccio e cliente:
- “Caro Lieven, devo farti parte di una missione estremamente riservata. Mi hanno chiamato quelli del controspionaggio e mi hanno detto che quel Roby non deve assolutamente passare venerdì 30 novembre 2001. ...Vedremo poi. È una questione di Stato. Sembra sia uno del Mossad sotto copertura. Uno che il nostro Re vuole sia fatto fuori. Lo sai che la sua ricerca è di fatto contro il blocco sinistro in Italia, visto che quel Roby conclama esserci stato un colpo di Stato nel 1992-93. Dunque è contro i nostri amici. Lo sai del resto che la nostra università ha dato l’honoris causa a Prodi. Infatti anche il rettore mi ha detto che si deve trovare il modo di dilazionare in tutto, che una ricerca su quelle cose proprio non... Poi vedremo. Ah, mio caro Lieven, non lo sa nessuno che quel Roby sia un giudeo. Ha pure scelto un fascista quale Herman come supervisore. Chiaramente una copertura. ...Dunque non preoccuparti che sia un giudeo... ...Se si maschera... Bisogna che tu mi monti un caso per cui venerdì diciamo che è un fascista, un delinquente, che proprio per questo motivo si è scelto una tale ricerca, e che dunque questa università di gesuiti e patrioti monarchici non possa proprio far passare una tale ricerca dottorale... Mio caro Lieven, ...a te posso dirlo... ...Se non obbediamo, ci tagliano ci fanno saltare i finanziamenti di ricerca e pure il posto...”  
- “Certo, mio caro André-Paul... Vedrò quello che riesco a montare. Se è solo per una dilazione...”
Quando Roby, pochi anni prima, aveva sottoposto a Lieven De Winter una ricerchina simile, per un esame del DEA, una ricerchina piuttosto spessa relativamente al richiesto per l’esame, Lieven De Winter non si era particolarmente formalizzato. Gli aveva pure dato un voto alto, od il massimo di solito lui desse in esami. Lì era differente solo perché vi era un preciso ordine del suo capo-mafia  André-Paul Frognier.

Dunque, su cinque voti, due erano a priori contro.

Jacques Herman è di sotto-culture di destre conservatrici moderate e libertarie. Ma non gliene frega nulla. È uno scettico, più che altro. Un antisemita d’ordine e che si barcamena. Di formazione scientifica, ha fatto studi economici, si è anche dilettato col la programmazione [ha costruito un programma commerciale, con manuale, per la Analyse Factorielle des Correspondances (AFC) su cui deve pure avere tenuto dei corsi accademici in passato, lì al Dipartimento; il suo programma non è dei migliori (è fatto in Basic) anche se funziona; la AFC è una tecnica estremamente utile per analisi sociali e connesse, ed è correntemente usata nel Dipartimento, anche se in SAS, da quando hanno comprato il SAS (Roby sapeva usarlo e lo usò, mentre per molti il SAS è troppo ostico)], ed è approdato a materie politologiche. Di quei posti che si ottengono per connessioni di potere, non per vere conoscenze nel campo né per veri interessi. Più che altro conosce, ma in modo del tutto astratto, teorie filosofico-sociali o taluni autori che fa scena citare. A volte usa ciò come fumo ‘culturale’ tra colleghi. Non ha invece alcuna cognizione politologica, cioè di funzionamento dello Stato e di meccanismi del consenso etc. Non che in questo si discosti dagli altri. A differenza di altri, che vendono fumo sapendo di venderlo, lui neppure fa finta di conoscere cose quasi nessuno, tanto meno lui, conosce. Comunque, quando vede persone che si applichino, lui le lascia fare. Roby si indirizzo a lui proprio per questo, sia per la tesina del DEA che poi per la ricerca dottorale. 

La  Michèle Schmiegelow, che ha sempre altro da fare, fece una delega a lui, che la aveva scelta proprio per questo come commissaria. Dunque vi erano due voti, salvo imprevisti, a favore della concessione del certificato del dottorato a Roby. Herman ben lo sapeva che il suo amico Frognier avere dei problemi insuperabili, pur non esplicitati, ma voleva comunque fare il furbo e sbarazzarsi della cosa concedendo il dottorato. Herman fa sempre l’ingenuo, ed a volte sbatte la faccia contro il muro. Pensava che Frognier avesse le sue solite fobie contro tutto e tutti, ma che la cosa finisse lì. Se proprio una ricerca dottorale viene considerata troppo eterodossa, basta accordare il dottorato senza pubblicazione, cosa che poi, ai fini pratici, non cambia nulla. La “non pubblicazione” dice solo che si certifica il dottorato ma che si aveva qualche problema sul contenuto della ricerca, che è comunque in biblioteca. Non cambia nulla. È come un dissociarsi dai contenuti specifici pur sottoscrivendone il valore ‘scientifico’. 

L’ago della bilancia era Virgilio Ilari.

L’Ilari arriva nel tardo pomeriggio di giovedì 29/11/2001 all’aeroporto di Bruxelles. Herman va con Roby a prenderlo all’aeroporto. Vanno tutti verso il centro di Bruxelles. Due convenevoli, e Herman ed Ilari restano soli un un bar o bar-ristorante. Ovviamente, l’Ilari si innamora subito dell’Herman. L’Herman fa il filone:
- “Mio caro Virgilio, Roby è uno serio e gran sgobbone. Si è fatto la sua bella ricerca su un campo certamente eterodosso visto che... Ma comunque il lavoro è ben fatto. Guarda, mio caro Virgilio, domani ci sono due voti favore, due che non so. Ed il tuo. Mio caro Virgilio, in tutte le ricerche dottorali ci sono delle cose che non vanno, che magari è meglio sopprimere o cambiare. Se ci sono delle cose, ...come dire..., che non inficino il valore della ricerca, basta dare il dottorato senza pubblicazione o con pubblicazione (che poi è una cosa formale perché non ci sono i soldi per pubblicare nulla) subordinata ad una revisione successiva. Per cui, mio caro Virgilio, ...così ci togliamo questa cosa, tanto il Roby dimostra notevoli capacità di ricerca ed analisi anche al fuori dai sentieri soliti..., se tu pensi che sia al livello dottorale basta che voti a favore... ...Se non ti piacciono delle cose fai mettere a verbale che non autorizzi la pubblicazione o, eventualmente, potresti autorizzarla in futuro previa sottomissione a te della versione rivista. Così abbiamo i tre voti per la concessione del dottorato, ...e non dobbiamo più tornare su questa cosa. ...Se invece mancasse il tuo voto sulla pubblicazione,...facciamo come detto... Possiamo ritoccarla anche dopo il dottorato e sottoportela prima di una eventuale ‘pubblicazione’ (anche se di fatto non si pubblica nulla a nessuno). ...Cosa ne pensi, mio caro Virgilio...”
Virgilio si era davvero innamorato dell’Herman ed ora ancora di più. Dunque tutto emozionato:
- “Sì, mio caro Herman, in effetti il lavoro è ben fatto, nel complesso, anche se non condivido talune forme espositive. ...Sai, io ho dei doveri, una reputazione, coopero con istituzioni... ...non vorrei che... Ma in effetti mettiamo a verbale che non si autorizza la pubblicazione, o solo dopo revisione da sottopormi previamente, per cui io sono coperto ed è tutto a posto. Ci togliamo questa cosa del dottorato. Lui ha il suo dottorato, ed io sono al sicuro per parti espositive potessero essere non condivisibili.”
-  “Allora d’accordo?”
- “Certo, d’accordissimo. Domani diamo il dottorato, ché se lo merita!”

Per cui, sulla carta, era tutto a posto, fino a quando l’Herman accompagna l’Ilari all’albergo che l’università [di fatto lo stesso Herman, anche anticipando i soldi che poi si farà rifondere] gli aveva prenotato per un paio di notti, o forse tre. 

In realtà, all’Ilari sarebbe interessata una ricerca agit-prop, para DC-FI. Quando Roby trova il modo di contattarlo e l’Ilari gli risponde, prima della fine del 1999, dato che l’UCL voleva un commissario estero, l’Ilari è sia entusiasta che sospettoso. Lui stesso scribacchiava su queste cose in trafiletti o lettere su Il Foglio, ma alla V.Ilari, cioè nostalgia del buon tempo antico e denuncia, alla V.Ilari, del complotto comunista. Roby lo aveva notato lì, su Il Foglio. Non è che il mercato offrisse di meglio per chi avesse necessitato di un appoggio italico per una ricerca che evitasse la tesi solita dei giustizieri magicamente scesi dalle stelle. All’Ilari sarebbe piaciuta una cosa sul complotto comunista-CIA per distruggere la DC-PSI. Un libro era già stato pubblicato dall’area andreottiana-FI su queste cose e con quella tesi. Roby non credeva ai complotti. La Grande Purga del 1992-93, e prosecuzione, era stata un’azione militare attuata da chi controllava centri istituzionali decisivi. Per cui devi prenderne possesso ed usarli ma non mandando squadre in armi di irregolari. Neppure occorre, proprio perché controlli gli apparati giudiziari e militari. Non era certo un complotto oscuro dell’ex-PCI. Tra l’altro, quella che diverrà poi la Grande Purga con centro in Milano, la ordina ed inizia Andreotti contro Craxi e per divenire Presidente della Repubblica. Poi, Andreotti lo fottono militarmente a Capaci. L’ex-PCI era pupo non puparo.
Il Sisde dà o fa dare l’ordine a Riina, e lo copre. Il Sisde riceve gli ordini da Spadolini e Scotti (cioè dalla Polizia Segreta CC del Quirinale e dal Ministro dell’Interno). Il blocco sociale e di potere di riferimento è Mediobanca-Confindustria, dunque con annessi sindacali etc. Il SIS-MI6 britannico garantisce la copertura totale dell’Impero, oltre che un suo interesse preciso a quel corso di eventi. Con un non-Andreotti come Presidente, la Grande Purga fa a pezzi la Prima Repubblica e le sprivatizzazioni truffa possono realizzarsi, il tutto sotto controllo SIS-Mediobanca. Diteci dove siano, dove fossero, “i comunisti” e “gli azionisti” [concetti complottardi perché rimandano ad altro, confuso, senza esplicitarlo, in genere senza neppure saperlo]. Certo, schiamazzavano tra le plebi della ghigliottina! Il solito! O si chiamano le cose coi loro nomi, od è meglio tacere! Gli Ilari straparlavano, come loro uso.   
Roby si concentra sulla ricerca storica perché è attraverso essa che si scoprono e si sostanziano i meccanismi istituzionali. Altrimenti i meccanismi istituzionali sono facili. Guardi chi controlli il CSM ed hai i mandanti. Ovviamente quelli alla V.Ilari dicevano che il CSM era caduto sotto controllo comunista. Il CSM lo controlla in Quirinale. Se diviene ‘comunista’, è perché il Quirinale lo ha voluto e  lo vuole. A parte ed in aggiunta ad altri e ben più effettivi meccanismi attivati da Andreotti, il Presidente Cossiga incoraggiava quotidianamente DiPietro con telefonate mattutine. ‘Comunisti’ ed ‘azionisti’?! Ilari era disturbato da questo. Lui avrebbe voluto una sborratina retorica dove si conclamasse che alla perfezione DC-PCI era subentrata l’azione distruttive di oscuri centri esteri che aveva sfruttato il “complotto comunista”. ...La CIA ma senza dirlo, perché avrebbe urtato le convenienze dello stesso Ilari. L’Ilari come DC con tessera, e come accademico, poi con focalizzazione sulle FFAA, prossimo ai centri di produzione del consenso, era parte delle milizie terroristiche parallele dei CC-CIA-SIS. Se altri li chiamavano per operazioni di bassa lega, ai professori non è che chiedessero sporcaccionate meno di bassa lega, ma li seducevano con visite ai centri NATO, aiuti nella carriera, ed altre forme di seduzione. Purché fossero cagnolini obbedienti, ovviamente. L’Ilari lo era. Quando dice a Roby di andare a parlare con lui a Roma, un paio di giorni, prima di Natale 1999, l’Ilari è solo ossessionato dal vedere che Roby non avesse nulla in testa che potesse nuocere alla sua [di Ilari] carriera, ma anzi la agevolasse. Del tipo: “Io Ilari ho trovato un pollo che, in una tesi di dottorato, batte il chiodo del complotto comunista ed azionista.” Roby non è ci tenga mai ad essere un gran seduttore, né saprebbe neppure esserlo. Preferisce il basso profilo, nella forma. Per cui l’Ilari NON se ne innamorò. Vide comunque che Roby non era, almeno in apparenza, militante di nulla e che gli interessava solo scoprire. Invece l’Ilari era un fascio-militante DC-FI-NATO e sapeva già tutto, o così credeva: la CIA scaricava la DC perché non serviva più e lasciava che il “complotto comunista” si dispiegasse. Lui, l’Ilari, “grande stratega” si vedeva la guerra fredda, la stessa che finisce, ed i pupari del mondo che giocano a scacchi. Si disse che comunque lui, l’Ilari, era più furbo, oltre che in posizione di autorità, per cui avrebbe visto di giocarsi Roby per le sue [dell’Ilari] storielle di fantasia. Parlarono per paio di giorni, lì a Roma. L’Ilari dette a Roby delle pubblicazioni supposte utili che aveva in più copie nella sua vasta biblioteca. Roby se ne tornò in Belgio alla UCL. Quando, forse nel 2000 o 2001, Roby disse all’Ilari che tirava una brutta aria e che Frognier non  avrebbe mai fatto passare una sua ricerca che uscisse dall’ortodossia imperiale [Roby non poteva dire ad un Ilari che Frognier non avrebbe fatto passare nulla di Roby, neppure una ricerca scritta dallo stesso Frognier!], l’Ilari pensò che fosse venuto il momento di giocarsi Roby. Gli disse che unendo gli strumenti degli storici con quelli della politologia avrebbero potuto dare assieme una lezione al Frognier. Roby non faceva ricerca per “dar lezioni” ad altri. Si vedeva subito che erano panzate dell’Ilari. L’Ilari avrebbe voluto fosse sostenuta la tesi prima detta. Inoltre l’Ilari non aveva alcuna idea sulla metodologia storica [infatti faceva lo storico “delle figurine e dei francobolli” - non conosceva le tecniche di trance euristico, né il funzionamento dello Stato e delle istituzioni] così come non aveva alcuna idea di che strumenti si dovessero usare in politologia. La ricerca dottorale di Roby conteneva sia aspetti storici che istituzionali. Quando si realizzino grandi purghe con le principali istituzioni che le assistano [del resto non potrebbero mai esserci “grandi purghe” private, non istituzionali od a-istituzionali] e con magistrati, militari e sbirri che procedano con liste di nomi di personaggi da promuovere e di personaggi da salvare, e ciò succeda uno Stato invenzione inglese, è già detto tutto anche senza spiegare il funzionamenti di apparti di Polizia Segreta, anzi anche senza nominare le Polizie Segrete. L’Ilari che non conosce le basi dell’analisi storica, sociale ed istituzionale,  è il classico imbecillotto cui se dicono che Napoleone entrò in Mosca convinto di trovarsi folle festanti che stavano solo attendendo i liberatori ci crede, senza immaginare quale groviglio di interrogatici (ma non di complicata risposta) sollevi un tale evento [un Imperatore che entri a Mosca convinto che... - già un Imperatore che passi la vita a cavallo ed in carrozza solleva una valanga di questioni e neppure di complicata risposta...]. Che storico, l’Ilari! E che ‘uomo’! Un ricercatore, Roby, va alla caccia di informazioni e del loro senso, mentre un Ilari sa già per pre-definizione ideologico-opportunistica cosa si possa e debba dire! E si illude che un Roby se le beva...

...Comunque, la sera del 29/11/2001, ci sono tre voti a favore e due contro per Roby avrebbe avuto dunque, il giorno dopo, il suo meritato e dovuto dottorato.

Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO e le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, piuttosto ansiosi che Roby possa avere il suo meritato dottorato venerdì 30 novembre 2001, tra la sera di giovedì e la mattina di venerdì mattina presto vanno a parlare direttamente sia, di nuovo, con André-Paul Frognier che con Virgilio Ilari.

A André-Paul Frognier, dicono che deve usare tutto il suo potere perché la cosa non avvenga. Lui dice che farà tutto il possibile anche se sono in cinque e lui, di sicuro, controlla solo due voti. Promette che farà di tutto per convincere Jacques Herman che controlla due voti, ma dice anche che quello dice sempre di sì e poi fa quel che crede, anche perché lui non ha potuto dire all’Herman  dello S/G-OS-M in corso contro Roby.

Virgilio Ilari viene contattato da un ufficiale dei CC che gli ricorda il suo ruolo nel terrorismo di Stato, i suoi incarichi di regime, la sua professione di storico delle FFAA con incarichi che dipendono dagli stessi. Virgilio Ilari, che si innamora subito di questo ufficiale dei CC, pensa terrorizzato che rischia di rovinarsi la carriera per un banale dottorato altrui e si chiede chi possa mai essere questo Roby così osteggiato. 

Il giorno dopo, venerdì 30 novembre 2001, prima della riunione della Commissione Dottorale,  André-Paul Frognier arriva correndo nell’ufficio di  Jacques Herman e gli dice urlando che si deve bloccare tutto. “Il faut tout arrêter! Il faut tout arrêter!”. Jacques Herman, pur frastornato, gli risponde che non è che si possa disdire una Commissione Dottorale convocata, per cui è meglio procedere.

Si riunisce la commissione dottorale con i cinque già detti, essendo una assente. Jacques Herman, il promotore del dottorato, con la delega di Michèle Schmiegelow, André-Paul Frognier, Lieven De Winter, Virgilio Ilari e Christian de Visscher che presiede la Commissione in quanto Presidente del Dipartimento.

Roby fa la sua esposizione in cui presenta la sua ricerca. Poi si svolge la discussione. Due parole con Roby presente e, successivamente, restano i cinque a discutere che fare.   

Lieven De Winter esordisce che solo un pericoloso terrorista nero potrebbe sostenere che il bene non abbia trionfato con il 1992-93 in Italia, per cui non si può accettare la ricerca così come è. André-Paul Frognier insiste che appoggia totalmente quanto detto dal suo amichetto Lieven De Winter e che non può assolutamente far passare una ricerca dottorale che presenti ampie e dettagliate prove prove a discredito del nuovo regime che ha trionfato in Italia, e che l’Università potrebbe vedersi tagliati finanziamenti ed avere altri contraccolpi a far passare una tale ricerca. André-Paul Frognier insiste che dovere dello ‘scienziato’ politico sia di sostenere i poteri del mondo ed il Re del Belgio. Virgilio Ilari, annichilito dall’ufficiale dei Carabinieri che lo ha appena intimidito, e subito innamoratosi di André-Paul Frognier e del suo amichetto Lieven De Winter, si limita a balbettare in continuazione che appoggiava incondizionatamente André-Paul Frognier e Lieven De Winter. Jacques Herman è frastornato dall’improvviso, e per lui inspiegabile, ‘tradimento’ dell’Ilari. Intanto, prima della decisione finale,  André-Paul Frognier se ne va per impegni a Parigi, delegando il suo amichetto  Lieven De Winter. Così, se la cosa fosse andata male per lui, avrebbe potuto giustificarsi con la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO che lui non aveva potuto fare di più, pur avendocela messa tutta, e che neppure aveva potuto essere presente alla decisione finale a causa di indilazionabili impegni a Parigi. 

A quel punto, con due voti a favore della  concessione immediata e tre per rivederla, fu deciso che Jacques Herman avrebbe rivisto la ricerca di Roby sulla base della discussione in Commissione, e che avrebbe sottoposto la stessa quanto prima ai cinque commissari per la approvazione finale e la concessione del dottorato. Jacques Herman disse a Roby che in un paio di settimane sarebbe stato tutto a posto.   

Poi, si avviarono tutti e cinque, Jacques Herman, Lieven De Winter, Virgilio Ilari, Christian de Visscher e Roby al pranzo post-Commissione. Christian de Visscher, un po’ sconvolto, di certo frastornato, da tutte quelle cose che aveva ascoltato in Commissione su Roby e sulla sua ricerca, tanto per dimostrare a Roby che lui, Christian de Visscher, non capisse nulla né delle situazioni né di ricerca, chiese a Roby come mai avesse fatto una ricerca su un tale e contestato argomento. Cosa poteva rispondere Roby, dargli del minchione?! Non rispose nulla. A tavola, Virgilio Ilari parlò tutto il tempo con Lieven De Winter di cui si era innamorato. Discussero, a livello di scambio di battute da bar, sui destini del mondo. Lieven De Winter le notizie se le vedeva ai telegiornali. Virgilio Ilari se le leggeva sui quotidiani. Tecniche di sopravvivenza per accademici che se le bevono.

Nel pomeriggio, Jacques Herman, come da programma standard, portò Virgilio Ilari a tenere una conferenza a qualche scolaresca dell’Università. L’Ilari, da storico militare, si sentì in dovere di qualche sproloquio sulla “linea del Piave”. Ogni belga, tanto per coprire che le FFAA belghe siano sempre state identiche, si è sempre sentito dire che i soldati italiani fossero e siano dei cagasotto. In quel contesto, gli sproloqui dell’Ilari facevano colore.

La sera, Jacques Herman portò Virgilio Ilari e Roby a casa sua per la cena, come da programma standard. Jacques Herman aveva cercato di invitare la troia che gli era era stata data, da Frognier, come assistente alla UCL, ma questa, cui era stato detto dalle altre troie del clan-Frognier che Frognier non avrebbe mai fatto passare il dottorato di Roby, declinò l’invito con la scusa che doveva studiare. Stava infatti finendo, in ritardo, la tesina del DEA. Era invece presente il terrorista ucraino, con ragazza di organizzazioni fasciste fiamminghe, che era stato affibbiato dal Frognier all’Herman come assistente per sue attività a Bruxelles. Costui era anche suo studente a LLN. Sproloqui tra finti colti. C’era anche la moglie di Herman, una fiamminga che la dava in giro dopo essersi sistemata col riccastro Herman. La figlia adolescente la avevano invece mandata altrove.

Scoperto che Roby aveva perso il treno, dato che la stazione di Bruxelles in direzione di LLN chiudeva prima di mezzanotte, l’Herman accompagnò sia l’Ilari che Roby all’albergo dove alloggiava l’Ilari dove Roby si pagò una stanza. Ah, l’Ilari, che aveva la coda di paglia, ed era spaventato dagli eventi della giornata, si  era offerto di pagarla lui. Figuriamoci. L’Ilari passò una notte insonne, pensando in che guai potesse esserci cacciato. Prima gli era sembrato di poter sostenere una ricerca e magari pure di indirizzarla secondo suoi fini da sporcaccione patriottardo. Ora si era trovato lì a Bruxelles col Servizio Segreto e Frognier-DeWinter che se erano chiaramente inventati di tutti i colori perché a Roby fossero segate le gambe.

Impulso a confessare. L’Ilari è di quei pidocchi paranoico-ossessi che quando siano ‘obbligati’ a fare delle porcate si devono creare la giustificazione che la colpa sia dell’altro, del colpito. L’Ilari si vedeva pure dinnanzi lo spirito della sua mammina che lo sgridava di nuovo, cosa per lui tormentosa ed intollerabile.       
Per cui, la mattina di sabato 1/12/2001, quando si era ripromesso di fare un passeggiata per Bruxelles come forma di saluto a Roby, e Roby come forma di cortesia all’Ilari che era andato fino a LLN per il suo dottorato, il Virgilio Ilari era sul nevrotico-teso-ossesso. Doveva trovare a tutti i costi una una qualche colpa in Roby per assolversi che lui Virgilio Ilari fosse uno sporcaccione e che neppure capisse le situazioni.
Se passando nei pressi del Palazzo di Giustizia, chiuso di sabato, ma cui Roby aveva dato un’occhiata un giorno che era andato a Bruxelles a cercare un negozio di computer, Roby esclamava:    
- “Oh, quest’edificio è pieno di simbolismi massonici”, ecco che l’Ilari si metteva ad urlare come un ossesso:
- “Ecco, ho capito, sei un massone! Sì, devi essere di una loggia detestata dai Carabinieri, dalla NATO e da Frognier. Sì, sì, confessa di essere un massone della loggia sbagliata! ...Sei mica della P2, o della P3, o della P4, o della P5?! Ecco mi avete teso una trappola per rovinarmi!”
Se Roby si soffermava a guardare uno di quei curiosi volti di Mao che continuano ad apparire inspiegabilmente su vecchi muri, ecco che l’Ilari gridava:
- “Ecco, ho capito, sei un terrorista maoista! Ora, ho capito! Ora, ho proprio capito! Confessa!”
Se Roby guardava dei libri in una curiosa libreria forse di destra, l’Ilari esclamava:
- “Ma allora sei un terrorista nero! Qualcuno lo aveva detto ieri... Ecco, ora ho capito! Sei un terrorista nero! Confessa! Confessa! A me puoi dirlo.”
Se Roby guardava verso la sinagoga di 32 Rue de la Regence, che in effetti è a due passi dal Palazzo di Giustizia, e commentava:
- “Guarda che bellezza austera ed anonima. E dentro, a parte che vi è la simbologia ebraica, ha proprio la struttura di una chiesa cattolica.”, l’Ilari cominciava ad agitarsi sconnesso:
- “Ho capito! Ho capito! Finalmente, ho capito! Sei un giudeo schifoso, di quello che hanno assassinato Gesù, gli oppressori del mondo, i negatori della patrie! Giudeo schifoso!!! Ora ho capito perché ieri... ..oh, cosa sto dicendo?!... ...No, no, no, scusami, stavo scherzando... Ma figuriamoci ché poi i giudei sono vendicativi... Immagina che dei miei familiari, mio padre e mio nonno, anche mia madre e famiglia, che avevano denunciato dei giudei di Roma, poi arrestati dai nazisti e mai più ritornati, loro parenti sopravvissuti, parenti di quei giudei schifosi, dicevano a quei miei parenti patrioti, che in fondo avevano solo fatto il loro dovere di denunciali, che erano degli infami antisemiti. Mai mettersi contro i giudei! No, no, io sono amico dei giudei! ...Quelli sono vendicativi! Chissà che cosa mi possono fare... Roby scherzavo, anzi vorrei confessarti che pensavo di circoncidermi e di prendere i voti ebraici. Mi puoi dire come si fa?”

In un paio di giorni, Roby sfoltì la ricerca dottorale, sì che le correzioni di cui era stato incaricato l’Herman potessero concentrarsi sull’essenziale. E portò la versione accorciata, e pronta per la correzione, all’Herman stesso, non appena questi venne all’UCL. Ovviamente, non occorsero due settimane, ma mesi, dato che l’Herman agitato che tanto non se ne sarebbe fatto nulla, se la prese lunga. Taglia qua, taglia là, ma senza intaccare l’ossatura della ricerca, la tesi fu accademicamente perfetta per aprile 2002. L’Herman ebbe il parere favorevole di Ilari, oltre ai suoi due voti, il suo e quello della Schmiegelow. Vi era dunque la maggioranza della Commissione Dottorale per la concessione del dottorato a Roby.

Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO a Roma avevano detto all’Ilari che poteva pure mandare il suo parere favorevole, così lui si copriva, ché intanto avrebbero provveduto da Bruxelles a bloccare il tutto. Fu quello fecero.

Frognier disse a DeWinter che, se lui avesse mai dato parere favorevole al dottorato di Roby, sarebbe stato licenziato dall’Università e non avrebbe mai più trovato lavoro dato che ci avrebbero pensato gli Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO  che, con la piena collaborazione del Rettore dell’UCL, avevano montato quell’operazione contro Roby, a tagliargli le gambe per sempre. A quel punto, DeWinter si dimise dalla Commissione Dottorale per il dottorato di Roby.

Poi, Frognier, con agenti delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, andò a parlare sia con Jacques Herman, il promotore del dottorato, che con la Michèle Schmiegelow, che col Presidente del Dipartimento Christian de Visscher, visto che era lui, quest’ultimo, che, formalmente, poteva e doveva bloccare il dottorato di Roby pur in presenza dalla maggioranza dei voti per concederlo.

Sia a Jacques Herman che a Michèle Schmiegelow fu detto quello che era stato già detto a  Lieven De Winter, cioè che si trattava di una operazione coperta delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, su richiesta NATO, che vi era la piena collaborazione del Rettore dell’UCL e che, si fossero mai frapposti, sarebbero stati licenziati dall’Università e non avrebbe mai più trovato lavoro da nessuna parte. “Vi sottopongono a State/Government-Organized Stalking-Mobbing come quel Roby ed immaginatevi quel che succederebbe a voi ed alle vostre famiglie. Se non riuscite ad immaginarvelo, vi diciamo poi meglio di quel Roby cui hanno segato le gambe...”

Jacques Herman non era in necessità materiali, ma fare il professore, ed a LLN, senza il rischio di trasferimenti altrove [lì lo avrebbero segato in tutto il mondo, si fosse mai frapposto], faceva parte della sua identità di fronte alla famiglia che, poi, consisteva in una moglie che si faceva i fatti suoi e nella sua unica figlia, allora ancora adolescente, che lui voleva avviare verso una carriera simile alla sua o migliore. 

La Michèle Schmiegelow, che ebbe subito una crisi isterica, e si mise a piagnucolare ed inveire contro Jacques Herman chiedendogli in che pasticcio l’avesse cacciata, è quella già illustrata. Beh, merita di essere illustrata meglio... Viene da una famiglia di nazisti tedeschi, ben agganciati, e tutti variamente arricchitisi col nazismo e con la guerra. Gli Schmiegelow, di Rostock, coinvolti in crimini di guerra (contro sia ebrei, che polacchi, che russi) difficilmente negabili, non si fidano neppure un po’ a restare nell’area di prossima occupazione sovietica. Lasciano in Germania occidentale, e pure abbastanza distante dalla frontiera con l’area sovietica, chi per ragioni anagrafiche non sia perseguibile, mentre l’organizzazione ODESSA ne fa espatriare una nutrita schiera in Argentina e Brasile. Alcuni, incappati nelle maglie poliziesche e militari degli occupanti angloamericani riescono a farsi ingaggiare dagli stessi ed espatriano in Nord America.  Henrik Schmiegelow, nato a Rostock il 29 gennaio 1941 può restare e crescere nella RFT. Si sposerà poi con Michèle Schmiegelow, nata a Bruxelles il 29 dicembre 1945. Il 3 ottobre 1990, la RDT cessa di esistere e viene incorporata nella RFT. I coniugi Schmiegelow possono allora tornarsene nella originaria Rostock, nel Mecklenburg-Vorpommern, precisamente, ora, a 10 Bleicherstrasse, 18273 Güstrow dove vivono.

A quel punto, Jacques Herman, che tra le altre virtù ha pure quella di considerarsi furbissimo, ebbe pronta la soluzione:
- “Miei cari amici e colleghi, se proprio deve crollare la monarchia e la NATO, è ovvio che non si possa procedere con... Anche se io ho già mandato a Roby copia del parere positivo di Ilari e della Schmiegelow, ed anche se, ovviamente, vi è il parere positivo mio che ho corretto tutto come da incarico da voi datomi, dico a Roby che ci sono state richieste pressanti ed irresistibili per la correzione ulteriore della sua ricerca. I voti in Commissione sono sei in tutto, con quello del Presidente della Commissione, qui Christian de Visscher, se non si astiene. In questo caso, ecco allora che tre voti a favore non sono più sufficienti perché il mio carissimo André-Paul Frognier mantiene il voto contro, il caro Christian de Visscher non si astiene e ritiene si debba continuare con le correzioni, il caro Lieven De Winter che in precedenza era contro si è ora dimesso... Beh, anche formalmente, è chiaro che il Dipartimento, rappresentato dal caro  Christian de Visscher, non possa dare il dottorato, per il momento, e si debba continuare con le correzioni... Intanto correggiamo, ...poi mi direte se, se...”
Ebbero tutti eiaculazioni ed orgasmi:
 - “Nostro caro Jacques Herman sei il solito genio che abbiamo sempre conosciuto! Bravo! Bravo! Bravo!”

A quel punto, Jacques Herman, che aveva già comunicato a Roby che vi era la maggioranza della Commissione Dottorale per concedergli il dottorato, gli mandò una email e gli disse che c’erano degli intoppi per cui doveva parlargli. Gli disse che lo aspettava nel suo ufficio ad una certa ora un certo giorno. Doveva proporre a Roby la correzione infinita della sua ricerca. In pratica, aspettare all’infinito senza fare nulla, perché non vi era nulla da correggere e Jacques Herman ben lo sapeva. Anche Roby avesse presentato un testo scritto da Frognier, il veto era su Roby, da parte dei CC-NATO, non su quello avesse presentato come ricerca dottorale.

Roby non andò e mandò una email ai vari commissari della ‘sua’ Commissione Dottorale UCL, non all’Ilari, dove diceva semplicemente che vi era la maggioranza della Commissione Dottorale per concedergli il dottorato, per cui non volevano darglielo solo per le note opposizioni esterne, e che, come trucco, volevano farlo restare all’infinito ed a sue spese, paralizzato alla UCL per il massacro infinito della sua ricerca dottorale che era ora accademicamente perfetta, come da richieste della Commissione Dottorale del 30/11/2001 con Jacques Herman come controllore e garante. 

L’impulso a confessare.
Lieven De Winter si dimette dalla Commissione.
Christian de Visscher, eletto Presidente del Dipartimento proprio perché non capisce nulla ma obbedisce a tutte le mafie, risponde a Roby che questi non può certo lamentarsi di non essere stato ben seguito da Herman. 
La Michèle Schmiegelow risponde urlando e sguaiata che ci si deve uniformare agli ordini di André-Paul Frognier.
Stop.

Roby continua ad iscriversi per alcuni anni alla UCL, dato che il dottorato è formalmente sempre aperto. Poi, la segreteria degli studenti, ad una successiva richiesta di iscrizione, gli risponde che almeno avrebbero bisogno di un recapito in Belgio e non in Cina. Era un periodo che facevano chiedere tre volte al giorno a Roby, dai suoi insegnanti di cinese, perché non se ne tornasse in Europa. Per cui, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO speravano che avendolo magari lì in Belgio potessero ottenere l’autorizzazione a defenestrarlo etc, tecniche di uso corrente in Belgio per liquidare chi venga ritenuto scomodo.

L’impulso a confessare.
Roby non riceverà mai alcuna comunicazione che la sua ricerca dottorale non vada bene o che il dottorato sia stato respinto.
Roby chiederà periodicamente di comunicargli che cosa vi sia da correggere nella sua ricerca dottorale, ma nessuno gli risponderà mai nulla anche perché tutti sapevano che il problema non era quello. L’unico problema era il terrorismo di Stato e le persecuzioni montate dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri, con appoggio NATO.
Ah, Roby scriverà pure, subito, a chi era al governo d’Italiozia, e dintorni, allora, ma non riceverà mai alcun riscontro. Gianni Letta e Marcello Dell'Utri erano troppo occupati a delinquere con le Polizie Segrete Carabinieri. Silvio Berlusconi era troppo occupato a delinquere, ed raccontare balle di copertura a chi governava al posto suo. ...Altri sporcaccioni...  

Roby rinuncia al finanziamento che aveva già ottenuto dell’UCL per andare a Taiwan. Non che Roby avesse particolari meriti. Tutti gli aspiranti a quei finanziamenti volevano, se possibile, andare nella RPC. Dunque i finanziamenti per la RPC erano esauriti, mentre ve ne erano disponibili per la ROC, cioè per Taiwan. Roby ne ottenne uno. Vi rinunciò e, a fine agosto 2002, se ne andò a spese sue in Cina.


...Quod erat demonstrandum [Q.E.D.]...?!

Last but not least.

No, no, non vi è nulla da dimostrare. E poi, quanto segue, sarebbe un Q.E.D. solo, o soprattutto, od in apparenza, relativamente a pazzie congenite di Scatizzi e dintorni, e pure contorni... Lasciamo un titoletto di paragrafo o capitoletto impreciso. A volte si rende meglio con l’imprecisione. Un più esatto last but not least avrebbe potuto sembrare un nuovo fronte, mentre quanto segue è sì temporalmente successivo a tutto, ma pure agganciato a ‘fronti’ precedenti. Beh, alla fin fine il contenuto è ben più importante di un’etichetta occasionale.

Serena, la figlia di Roby e solo di Roby, ha finalmente una sua email personale essendosi associata all’AIMI, l’Associazione Italiana Massaggio Infantile, come insegnate autorizzata della stessa. È architetta, e lavora come tale, pur senza salario, presso I Ricostruttori, col trucchetto che essendo tra il loro personale religioso o para-religioso [i cosiddetti consacrati] possono non pagarla. Essendo sottoposta a State/Government-Organized Stalking-Mobbing da parte delle Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, pur non sapendolo, lo vede, lo percepisce di essere marginalizzata all’interno de I Ricostruttori. Tutti i consacrati sono tenuti in stato di schiavitù ma lo vede che lei lo è pure di più, dato che le stanno più addosso con le proibizioni. Ne è anche disillusa perché, passata la fase dello Statu Nascenti, lo ha ben visto che tutti pensano ai fatti loro, soprattutto la gerarchia di preti ed altri notabili. Non ha tuttavia il coraggio di rompere, anche perché, a 43 anni [è del 7/07/72], tenuta in isolamento dal mondo (senza media di informazione), per lei è un mistero come trovarsi da sola in mezzo ad una strada, e senza soldi in tasca, e trovarsi delle soluzioni a tutto. Avrebbe voluto cercare qualcosa nel settore medico, proprio per tentare di fare qualcosa d’altro, nell’illusione di avere qualcosa di vendibile. In realtà la sua professione, e con vasta esperienza, di architetta, con possibilità anche di firmare progetti di costruzione, è più vendibile di ogni altra cosa, ma a lei hanno fatto credere non serva a nulla. Il massimo gli abbiano concesso i preti de I Ricostruttori, cui lei deve chiedere autorizzazione per ogni cosa, è stato un corsetto AIMI. Ma da qui è pure scaturita una sua email. Tenuta in totale segregazione, non può usare computer né internet. La usa di straforo ogni qualche mese, per dare un’occhiata alla cassetta di email dell’AIMI.

Il 22/06/2015, Roby manda un’email a questa prima ed unica email che Serena si trova e che usa di straforo occasionalmente, molto occasionalmente. 
“Salve, Serena! ...Perché non vieni a Berlino...? Baci. Roby”
“Ci sono pure tante belle cose da vedere... [link con migliaia di foto fatte da Roby a Berlino. E messe su flickr.com]”

Serena risponde domenica 16/08/2015.
09:18: “Ciao babbo.”
Roby:
10:22: “Ciao, Serena. Ah, finalmente hai una email tua. Perché non vieni un po' qui? Abbracci”
Serena:
10:36: “Anche io ho voglia di vederti. Proprio ora ora non riesco. A settembre, se mi slitta un impegno. Sennò se ne parla a gennaio.”
10:40: “Ho visto Berlino tanti anni fa. È molto cambiata. Le hai fatte tu le foto?”
Roby:
10:40: “Sei proprio occupatissima! Fammi sapere. Potresti anche venire con biglietto di sola andata. C’è tanta gente che viene a lavorare e vivere a Berlino. Il Dio è lo stesso. Non cambia se una si sposta.”
10:44: “Ah, sei già stata a Berlino? Io è la prima volta. Arrivai qui da Rio da Janeiro il 27/10/2013. Le foto lì sono tutte mie. Con la macchinetta [fotografica] elettronica non costano nulla.”

Appena Serena esclama: “Mi ha scritto papi e dice di andare da lui a Berlino!”, Nikla diviene nera e si sente sprofondate: “Serena, ma cosa faaaaaaaaaaaaaaaai... Lo sai che padre Guidalberto [Bormolini],, come già il Cappelletto, ti ha vietato di...”

Serena fa appena in tempo ad esclamare: “Che belle e quante sono queste foto di Berlino... Come è cambiata! ...Oh, papi mi dice che posso anche andare lì per restare con lui e trovarmi un lavoro a Berlino... Magari!!!”, che Nikla le salta addosso, comincia a picchiarla selvaggiamente e le strappa il computer che spegne subito: “Schifosa! Schifosa! Tu sei mia, solo mia! Miiiiiiiiiiiiiia. Non posso vivere da sooooola! Ecco mi vuoi abbandonare e farmi soffrire. E poi cosa mi dice la mia mammina Mina dal paradiso. Schifosa, fai soffrire pure lei! Ora devo riferire tutto all’organizzazione [I Ricostruttori] ché ti avevano vietato di usare i computer... Ma tu disubbidisci. Lo sai che devi prima chiedere l’autorizzazione al prete su chi puoi contattare o meno. Io faccio peccato mortale se non vado subito a riferire quello che hai fatto perché prendano provvedimenti!”

Nikla agitatissima, corre subito a chiamare sia Guidalberto Bormolini che altri preti della sua associazione a delinquere in carico dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing fatto montare dagli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO contro Serena, di cui si è detto in precedenza. Nikla chiama subito pure il maggiore del Centro Torture e Persecuzioni di Torino della Polizia Segreta Carabinieri.
A tutti dice un po’ le stesse cose, la Nikla con quel suo eloquio da ossessa dove passa dai gridolini, ai pianti, alle urla: “Va fermato! Va fermato! Quel Roby si è rifatto vivo con Serena. ...Ma a quello chi le dice le cose? Le ha detto di andare a Berlino da lui... ...A Berlino, Serena se la era spassata, ...puttana! Puttana!..., col suo fidanzato, quando lei si divertiva mentre io e la mia mammina soffrivamo per causa sua. Quel demonio di Roby lo sapeva... Ma chi le dice le cose a quello?! Sa sempre tutto. Lo sappiamo che c’è qualcuno che lo tiene sempre informato, a quello... Appena Serena ha sentito Berlino, io l’ho vista che è subito avvampata. Si è rivista lei nel letto col suo ragazzo a fare le sporcaccionate. Puttana! Puttana! Lei è una peccatrice. Pensa sempre a quella cosa lì. Ed ecco che spunta Roby a Berlino, che le dice che potrebbe andare a vivere ed a lavorare lì. Ed io lo ho visto che faccia che ha fatto Serena... Quel Roby è un demonio! È un demonio! Io va l’avevö venduta perché la teneste segregata..., per il suo bene, per espiare i suoi peccati... Dovete fermala! Dovete segregarla meglio!”
- “Signora, si calmi... E ce lo dice ora che quando viene da lei lei le fa usare il computer?!”
- “E che ne posso io?!”
- “Signora, lei lo sa che noi abbiamo vietato a Serena qualunque comunicazione non autorizzata... Ed ora lei si scuote solo perché il padre la ha contattata e ciò è stato possibile perché lei, non noi, le ha fatto usare internet...”
- “Ma cosa mi dite?! Io la controllo!!! Dovete essere voi che... Vedete?! Le avete lasciato fare quel corso, le hanno dato un’email e quel Roby la ha subito scoperta... Quello è un demonio! Lo sapete che quello è uno hacker intergalattico. Perché non lo avete ancora eliminato. Non tollero che senta o veda Serena, per il suo bene... ...per il bene di Serena... Va tenuta segregata! Siete voi che dovete vietarle di usare internet e le email...”
- “Signora, in effetti Serena ha violato nostre disposizioni, anche se ora era sotto il suo controllo...”
- “Ed io vi ho subito informato!”
- “Va bene, signora. Parleremo con Serena.”

- “Rikkio, Rikkio, quel demone mi vuole portare via Serena!”
- “Nikla, anche io sono sempre solo! Sono tornato a casa che è domenica e Rita è andata a farsi fare da un ragazzotto nipote di una sua amica. Cosa ci troverà mai un ventenne in una sessantenne?! Lei dice che anche se quello si vuole solo divertire, almeno lei se la gode. Mi fa un sorrisetto, e mi dice, con irrisione, che va cuccarselo bello grosso e duro. Quello la chiama e lei va. Con gli altri, è lo stesso. Io speravo che si quietasse ora che è vecchia... Ed io resto sempre solo! Vengo a casa il fine settimana per la famiglia e resto solo!”
- “Rikkio, ma è Roby, Roby che si è rifatto vivo!”
- “Ah, ma è ancora in giro quello?!”
- “Rikkio, mi avevate garantito che lo liquidavate! Invece se ne sta tranquillo a Berlino ed ha detto a Serena di andare lì da lui, magari pure di restarci...”
- “Anche a me avevano detto che lo liquidavano. ...E Serena?!”
- “Rikkio, mi sono infuriata, la ho picchia per bene e la ho rimandata dai preti dell’organizzazione che la tengano ben segregata...”
- “Ed allora cosa vuoi da me?!”
- “Rikkio, io l’ho vista... Puttana! Puttana! Appena Serena ha sentito Berlino ha pensato a quando se la spassava col ragazzo!!! Ma a Roby chi le dice le cose?! Va fermato! Va fermato!”
- “Certo che va fermato! Va distrutto! Va distrutto! ...Nikla, chiama gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO! Cosa ci posso fare io?!
- “Li ho già chiamati. Ho chiamato tutti, io! Ecco, tutti mi lasciano sola!”
- “Nikla, dovete smetterla tutti di rompermi i coglioni! Sono esausto. Ho anche io i miei problemi. Certo, che quello va distrutto. Ma cosa ne posso io, ora! Tenete Serena ben segregata! Ora chiamo pure io la Polizia Segreta, anche se, dopo tanti anni di tentativi...”

Si agitarono. Si chiamarono. Chiamarono i CC-NATO. Se le contarono. Trovarono ‘soluzioni’... Si montarono reciprocamente. Si smontarono nelle depressioni e negli odi astiosi.

Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO dissero loro che più che tenere segregata Serena, finché la stessa si lasciasse tenere segregata, non è che potessero fare. Potevano solo sperare in qualche iniziatica sconsiderata del Roby si da poterlo incriminare, o chiamargli un’ambulanza, per qualcosa.

Il pappone capo de I Ricostruttori, Guidalberto Bormolini, ed suoi preti furono subito addosso a Serena:
- “Serena, tu hai firmato un impegno con noi... E noi veniamo ora a sapere che hai un indirizzo email personale e che hai usato internet... Chissà che altro avrai fatto?! Quando una viola una regola, e noi lo sappiamo, ci chiediamo sempre che cosa possa avere fatto che non noi non si sia ancora saputo...
- “Ma era mio papà...”
- “Serena, non rispondere! Noi stiamo discutendo di una regola...”
- “Posso vedere il mio papà?”
- “Insisti?! Serena, noi siamo preposti a tutti voi perché siamo pastori di anime, oltre che per volontà del nostro fondatore che ora ci guarda dal paradiso. Sappiamo dunque quello sia bene per ognuno di noi e voi, e per noi tutti. Se vuoi entrare in contatto diretto od indiretto con qualcuno, devi solo seguire le procedure usuali e noi ti faremo sapere le nostre decisioni dopo avere ben valutato. ...Questo almeno, finché resterai tra noi. ...Ma dove vuoi andare, alla tua età, dopo un ventennio...?!”

La obbligarono dunque a non usare più internet, né quella email dell’AIMI [Associazione Italiana Massaggio Infantile] e tanto meno a contattare ulteriormente Roby.

...Sapete come funzioni l’osservazione della traiettoria di un fotone? L’osservazione interferisce con la traiettoria. Qui siamo al 25 gennaio 2016 e chiudiamo questo testo. Non temiamo smentite sul passato. Ma neppure ce ne fregherebbe nulla. Il futuro non smentisce mai nulla, se non sé stesso. 

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Ah, lo ripetiamo, non fosse stato abbastanza chiaro. Ci siamo inventati tutto. Siamo sicuri che i nomi e cognomi qui riportati non esistano, che non li abbia nessuno. Se qualcuno li avesse mai, non è lui. Nulla esiste: entità, denominazioni, città, Stati, sigle, acronimi. Se qualcosa mai esistesse è proprio un caso. Siamo sicuri di essere del tutto privi di fervida immaginazione e di capacità inventive. Dobbiamo tuttavia confessare che, quando scriviamo, scriviamo in trance. Quello che ne esce ne esce! E se mai sembrasse tutto vero... Oh, lo spereremmo davvero! Allora sì che avremmo scritto qualcosa di utile,  forse.